Alcuni dirigenti del Pd provinciale di Ragusa hanno scritto al Segretario Provinciale e, per conoscenza, al Segretario Regionale, denunciando che “sono trascorsi oltre sette mesi dalla celebrazione del congresso provinciale del nostro partito e tutto resta fermo, cristallizzato, vittima di una sorta di incantesimo dell’incomunicabilità cui stentiamo a riconoscere dignità politica, atteso che tutto resta appeso a un infinito braccio di ferro su nomi e veti”. Il documento è stato firmato da Venerina Padua, senatrice Pd, Giovanni Lauretta, segretario circolo Pippo Tumino Ragusa, Tony Francone, segretario circolo Rinascita Democratica Ragusa, Giovanni Spadaro, segretario Pd Modica, Armando Cannata, segretario Pd Scicli, Gaetano Farina, segretario Pd Santa Croce, Sergio Failla, segretario circolo Pd Chiaramonte Gulfi, Pino Amato, segretario circolo Pd Monterosso Almo, Carmelo Ferraro, segretario circolo Pd Giarratana, Gianni Stornello, reggente secondo circolo Ispica, Daniele Del Piano, segretario Pd Acate. “In un momento in cui – continua la nota – le altre formazioni partito vivono un momento di crisi o addirittura di disfacimento, la crisi morde dolorosamente famiglie e imprese che implorano una rappresentanza non trovandola in nessun interlocutore e l’elettorato si affida al nostro partito in una logica da ultima spiaggia, noi rischiamo clamorosamente di perdere una occasione storica, quella di rimetterci in sintonia con il nostro popolo, di mancare l’appuntamento con un momento “topico” della storia della nostra comunità e di deludere profondamente e irrimediabilmente le aspettative di cui siamo diventati depositari: sarebbe un disastro politico di cui ci verrà presentato il conto. Alla luce dello scenario conseguente al voto europeo, il Pd nazionale ha deciso di imprimere una forte impronta unitaria alla gestione del partito perché è passato il tempo di sprecare energie in “dialettica interna”, oggi si deve tutti insieme cambiare l’Italia. Possibile che a livello periferico questo messaggio stenti a passare? Non possiamo più permetterci l’immobilismo politico che ha caratterizzato questi mesi. Per questo chiediamo al segretario provinciale di archiviare definitivamente questa sterile fase di veti e contrapposizioni, riconoscendo alla minoranza congressuale il diritto di esprimere il presidente dell’Assemblea provinciale senza porre altre condizioni che l’impegno a cooperare unitariamente per produrre nuova e incisiva iniziativa politica, cosa che ci viene chiesta a gran voce dai territorio e che finora abbiamo disinvoltamente disatteso”.
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