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08/07/2014 -

Ambiente/

Ragusa, depuratore contrada Lusia: la Polizia provinciale denuncia responsabili impianto

foto 4ridLa Polizia Provinciale di Ragusa dopo aver effettuato una serie di analisi ed appurato motivi di inquinamento del fiume Irminio che ha provocato una copiosa moria di anguille e trote ha denunciato all’autorità giudiziaria il responsabile dell’impianto del depuratore di Ragusa di contrada Lusia e il responsabile del processo di depurazione, entrambi dipendenti dell’impresa che ha in appalto il servizio di gestione del depuratore delle acque reflue a servizio dell’Area di Sviluppo Industriale di Ragusa e agglomerato di Ragusa, ai quali sono state contestate le  ipotesi di reato di danneggiamento aggravato di acque pubbliche. Il malfunzionamento del depuratore ha determinato un deterioramento delle acque destinate a pubblica utilità e causato la moria di fauna ittica (carpe e anguille), nonché la violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio in quanto lo sversamento dei reflui nel corpo ricettore ha causato un’alterazione e un danneggiamento del fiume Irminio su un bene paesaggistico tutelato per legge.  Con l’ausilio dell’Arpa di Ragusa sono stati effettuati immediati prelievi di campioni d’acqua e dalla risultanze analitiche si è accertato il superamento dei limiti da parte dell’impianto di depurazione di azoto ammoniacale ed alluminio, ben superiori ai limiti di legge ed anche con tenori di ossigeno disciolto particolarmente bassi nonché la presenza di residui di fitofarmaci. “La palese inefficienza dell’impianto di depurazione a trattare efficacemente le acque reflue ai sensi di legge, ha determinato un copioso sversamento di fanghi nel corpo ricettore che ha prodotto un grave stato di inquinamento diffuso nel corso d’acqua del Fiume Irmino. A conferma dell’inquinamento del fiume anche il fatto che in contrada Cafeo (a circa 5 km a valle del tubo di scarico del depuratore), le acque si presentavano schiumose e di colore scuro ed erano presenti notevoli quantità di fanghi di colore scuro depositati lungo gli argini del fiume. Tutto ciò ha determinato condizioni di anossia e di torbidità che, con molta probabilità, sono stati la causa della copiosa moria della fauna ittica presente nel corso d’acqua. Si è accertato, infatti, che le acque del fiume Irminio, a monte del punto di scarico del depuratore ragusano, presentavano concentrazioni di ossigeno disciolto di circa 8 volte maggiori rispetto a quelli riscontrate nello scarico in uscita dall’impianto e nel tratto a valle dello stesso dove, per tale motivo, le concentrazioni di sostanze oltre i limiti di legge non garantiscono la sopravvivenza della fauna ittica”.

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