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18/12/2014 -

Cronaca/

LE PAROLE DEL VESCOVO AL FUNERALE DI LORIS

funerale loris“Come si può uccidere un bambino? Solo un folle, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato”. Queste le parole del vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso, all’omelia delle esequie di Loris Stival, celebrate oggi pomeriggio nella parrocchia di San Giovanni Battista a Santa Croce Camerina. “Dalla sera di sabato 29 novembre sgomento e speranza hanno abitato il nostro cuore”, ha esordito il presule, ricordando quando ha ricevuto la notizia. “Una notizia tremenda. Un fatto assurdo. Un gesto disumano”. “Le morti – ha osservato – non sono tutte uguali. C’è chi muore dopo un lungo percorso di vita e chiude così serenamente il proprio cammino perché è arrivato al capolinea. C’è chi muore, bambino, giovane o adulto, perché aggredito da una prepotente e impietosa malattia… Ma un bambino no. Un bambino non può morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita”. “Quando ciò avviene – ha aggiunto -, la nostra umanità si ribella e le domande insorgono e s’inseguono. Non solo quelle rivolte agli uomini, ma anche quelle rivolte a Dio. Perché? Perché Dio non è intervenuto? Perché non ha bloccato la mano omicida? Se Dio è Padre, come può permettere che un bambino, innocente e indifeso, sia ucciso e buttato in un canalone?”. Da mons. Urso la risposta con “le parole della fede, le uniche che possono consolare il cuore, pur nella consapevolezza che la morte, e la morte di un bambino per violenza, rimane sempre avvolta da un’ombra di mistero”. “Non sono in grado – ha riconosciuto – di rispondere in maniera compiuta alle tante domande che la tragedia, che qui ci vede riuniti, suscita in noi. Posso dirvi, però, che Dio non è insensibile di fronte alla morte e alla sofferenza che essa provoca. Dio è accanto a chi muore e a chi soffre. Un giorno cadrà il velo che copre i nostri occhi e capiremo”. E ha concluso: “Noi non siamo nati per morire. Siamo nati per vivere e vivere per sempre”. “Davanti al corpo senza vita di Loris, noi proclamiamo la nostra fede e la nostra speranza. La nostra fede nel Dio che ci ama, la nostra speranza nella vita senza fine”.

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