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22/07/2015 -

Storia/

Sul portale dell’Archivio degli Iblei la storia di Giovanna La Cognata,  “colonnella” durante il fascismo

Giovanna La Cognata in divisa con alcuni gerarchi fascisti e allievi in una scuola rurale, 1942 (Archivio Laura Barone)Storie di famiglia, autobiografie e biografie,  scritte dai protagonisti o da chi ha avuto uno stretto rapporto di parentela con la persona di cui è tracciata la storia di vita, sono contenute in un nuovo percorso del portale dell’Archivio degli Iblei che si arricchisce adesso con la storia di Giovanna La Cognata, la maestra “colonnella” delle Giovani Italiane durante il regime fascista.  Non era una “donna illustre”, come sottolinea  la figlia Laura Barone nella premessa del suo racconto, ma come molte storie individuali apre  spiragli significativi su aspetti della vita sociale, economica e politica  che interessano l’intera comunità. La storia di Giovanna mostra per esempio come anche nell’angolo più estremo della Sicilia, quello degli Iblei, i processi di modernizzazione e  di emancipazione femminile sono stati sostenuti da individui e famiglie che hanno assegnato all’istruzione un valore altissimo: quello di essenziale risorsa in vista dell’obiettivo della mobilità sociale. Anche il fascismo, non senza contraddizioni, giocò un ruolo fondamentale in questo processo: irreggimentò  le donne, sin da bambine, nelle organizzazioni del PNF assegnando loro il compito di prolifiche fattrici di una “nuova stirpe italica”, e a tal fine le spinse a praticare gli sport per irrobustire la razza e a uscire fuori casa  per partecipare alle attività previste dalle diverse organizzazioni del partito fasciste. Fuori dallo stretto controllo dei genitori, appariva un modo per  assaggiare quel po’ di libertà fino ad allora preclusa, come racconta  la stessa anziana maestra nel 2006  in un’intervista rilasciata nell’ambito di un progetto del Circolo Didattico Palazzello, pubblicata in appendice  all’articolo di Laura Barone. Racconti e aneddoti, spesso con risvolti umoristici, della vita della madre e della famiglia. I racconti  ambientati alla fine degli anni Trenta lasciano emergere quelle piccole crepe rispetto all’adesione totale al fascismo che poi, nel corso dei disastri della guerra, si sarebbero tramutate in voragini,  confermando così le tesi di quegli storici che individuano il fallimento principale  del fascismo nell’incapacità di raggiungere l’obiettivo di costruire una nazione di “veri fascisti”: si trattava di un “totalitarismo imperfetto” al quale molti aderirono fin quando era conveniente farlo, ovvero più strumentalmente che idealmente. Fra gli altri contributi un’intervista video rilasciata  nel 1990 a Franco Portelli per il programma Rotonova dell’emittente  Tele Nova e un ricco album di famiglia che inizia con le antiche foto dei genitori di Salvatrice Guastella, madre di Giovanna La Cognata e ostetrica diplomata.

 

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