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21/09/2015 -

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Riorganizzazione ospedaliera in provincia di Ragusa, assai critico con Aricò il senatore Giovanni Mauro

1431437788-0-arico-fa-le-cose-per-bene“Gli esiti delle ultime riunioni della Conferenza dei Sindaci in occasione della presentazione della proposta di Atto Aziendale e Dotazione Organica dell’Asp di Ragusa da parte del manager Maurizio Aricò rappresenta un’occasione perduta sia per lo stesso direttore generale che per i primi cittadini di arrivare a una soluzione concreta e condivisa per il futuro della sanità iblea e per gli interessi dei nostri concittadini”. Lo dichiara il sen. Giovanni Mauro che spiega: ““Se da una parte il dr. Aricò ha avuto l’opportunità, senza però approfittarne, di dimostrare di non sottostare alle solite logiche di campanile – spiega Mauro – dall’altra i sindaci avrebbero potuto dare una prima prova di coordinamento territoriale così come è previsto nello spirito dei Liberi Consorzi dei Comuni. Invece: il direttore generale sembra essere vittima di chi, in un modo o nell’altro, gli ‘tira la giacchetta’, mentre i componenti della Conferenza sembra vogliano continuare con i giochetti che, sì, creano consenso tra gli abitanti delle proprie città, ma confliggono fortemente con il piano complessivo della sanità nel nostro territorio e soprattutto con lo sforzo fatto finora per la costruzione del nuovo ospedale”. “Da Aricò – aggiunge il senatore – ci aspettavamo un piano ragionato, nel quale il nuovo ospedale di Ragusa fosse considerato come hub, con le strutture complesse di base e quelle specialistiche, intorno al quale far funzionare gli ospedali satellite. Per questa ragione, infatti, il nuovo nosocomio di Ragusa è stato pensato lì dove sta sorgendo: garantire un più facile accesso sia dalla città capoluogo che da quelle vicine senza contare l’ovvio vantaggio di avere una struttura nuova che, naturalmente, verrà dotata di strumentazione altrettanto moderna. Invece, i tre sistemi ospedalieri della provincia si equivalgono per i reparti di base, mentre per quelli specialistici, a far bene i conti, ce ne sono di più nelle altre città che a Ragusa. Nell’ottica di un nuovo ospedale provinciale, però, questa situazione va cambiata. Non si riesce a comprendere, inoltre, la ratio secondo la quale si debba chiudere Malattie Infettive del Civile di Ragusa lasciando lo stesso reparto a Modica, né la motivazione per la quale la struttura complessa di Otorinolaringoiatria debba andare a finire al Maggiore”. “Il direttore generale – spiega ancora Mauro – dovrebbe avere il coraggio di osare di più e riflettere su un sistema provinciale e non ai singoli ospedali come chiedono i sindaci. Non possono semplicemente avanzare tante richieste diverse per soddisfare logiche locali ormai superate”. “Se una Conferenza dei Sindaci su un piano sanitario si trasforma in una specie di Torre di Babele – conclude Mauro – cosa accadrà tra un paio di mesi nel Libero Consorzio?”.

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