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05/10/2015 -

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LA SENATRICE PADUA: RIVEDERE L’ATTO AZIENDALE DELLA RETE OSPEDALIERA”

maurizio-arico-535x300La senatrice del Pd Venera Padua manifesta le proprie perplessità rispetto a una previsione che, seppure apprezzata da alcune realtà territoriali, come ad esempio Modica, continua a mettere in luce una serie di aspetti che non vanno e che possono essere migliorati. “Le numerose esperienze condotte in diverse parti d’Italia, attraverso l’esternalizzazione dei servizi, come sembra si voglia fare anche all’Asp di Ragusa, hanno dimostrato che non è garantito né il risparmio rispetto alla spesa sostenuta ordinariamente né la qualità del servizio. Per quanto riguarda il Busacca di Scicli quest’ospedale  è stato svenduto. Con il nuovo atto aziendale, per quanto riguarda il personale non cambia nulla mentre i posti letto aumenteranno sino a 38. Che cosa vuol dire tutto ciò se non che si farà ricorso all’esternalizzazione? E poi, come si può pensare, in Chirurgia, di tenere in vita un reparto con tre medici e tre infermieri? E’ impossibile che funzioni anche se solo in day surgery.  Certo è il colmo che cose del genere accadano in un’azienda sanitaria dove esiste una assoluta sproporzione tra il numero degli amministrativi e quello del personale che dovrebbe occuparsi di faccende sanitarie”. La senatrice Padua, poi, punta l’attenzione su altri aspetti che non vanno. “Stupisce – aggiunge – la presenza di tre soli infermieri pediatrici in tutta l’azienda a fronte dell’esistenza di tre reparti (a Ragusa, Modica e Vittoria). Per ciò che riguarda Malattie infettive, inoltre, va benissimo mantenere solo il primariato a Modica ma non ha senso sopprimere il reparto a Ragusa. Sarebbe opportuno rivedere anche il servizio di Neurologia organizzandolo nella stessa maniera in cui è stato programmato quello di Gastroenterologia. E poi anche anomalie per il servizio di Psichiatria dove, a dispetto di quanto sostenuto dalla circolare regionale dell’assessorato alla Sanità, non sono ancora state istituite le due dirigenze così da garantire una maggiore presenza sul territorio e da prevedere le figure specialistiche che in passato ci sono sempre state. Ritengo – conclude la Padua – sia necessario rivedere l’atto aziendale perché, come avevo già avuto modo di dire, suscita numerose perplessità soprattutto per il fatto che non ha tenuto minimamente in conto le numerose richieste che arrivavano dai territori, sia dal personale sanitario in generale sia dai cittadini”.

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