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21/10/2015 -

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MARIO D’ASTA ULTIMA SENTINELLA DI NELLO DIPASQUALE

 

dastaFiutare, penetrare, scompaginare, posizionarsi, emergere, dominare, spaccare e ricominciare il giro, chiaramente in un altro partito. Lo fa da anni l’ex sindaco Nello Dipasquale che all’abbisogna in ogni transito si accompagna sempre a qualche “personaggetto” utile ai suoi scopi. A Ragusa non era facile per il signor deputato trovare qualcuno disposto a spendere la propria stimabilità in questa fusione. Ma Dipasquale, uomo di molte avventure e comunque sempre fortunato, l’ha pescato. E’ Mario D’Asta consigliere comunale, ispiratore di uno dei tristi circoli di quel partito, e futuro sindaco di Ragusa, insieme ovviamente alla Sonia Migliore e a Maurizio Tumino. Il giovanotto pidino però si sente forte, ha dalla sua due pezzi da 90: Renzi e Dipasquale – hai voglia come sta sereno! Il ragazzotto dall’aria senatoriale è già nel pallone. Un passo lui, un passo il deputato, come alla festa dei 40 anni di Faraone ad Erice riverenti e raggianti dietro il sottosegretario. In città l’unico a stargli dietro è l’ex post fascista collega Mario Chiavola (l’altro consigliere Massari, di ben altra caratura, vive il mandato a dovuta distanza dai due) mentre gli altri, coloro che furono compagni, sopportano la sua presenza con quel distacco tipico del quietismo depressivo nella consapevolezza che ormai il partito è andato. Approfittando della bagarre interna (pare che gli ultimi litigi abbiano prodotto un pronunciamento del comitato di garanzia che forse dichiara nulla l’elezione a segretario cittadino di Gianni Battaglia) che fa il discepolo? si immette nel filone del dagli addosso ai 5 stelle e conquista un articolo sull’Unità. La serie è quella che nelle ultime due settimane ha invaso tutti i canali: occhio ai grillini solo disastri con questi! Pezzi arrangiati alla meno peggio – vista l’urgenza di arginare la simpatia verso i 5 stelle dopo i fattacci di Roma – intrisi di tutta la propaganda autoconservativa del sistema nella speranza di agganciare a questa catena reazionaria l’elettore deluso e amareggiato. L’Unità vomita l’intero repertorio: dai grillini ragusani solo tasse e trivelle – con Mario D’Asta narratore dello sfascio. Dà un enorme fastidio constatare che dal Pd e dalla stampa filogovernativa non si racconti mai, a proposito di petrolio ragusano, l’intera verità ossia che la concessione edilizia pietra dello scandalo era ed è una cavolata quando invece la battaglia, l’unica possibile, è quella che hanno intrapreso Piccitto e l’assessore all’urbanistica Corallo che vietano ogni perforazione e ricerca attraverso l’unico strumento potente in mano al comune: il piano regolatore. Dettagli per chi tratta la politica con velocità e superficialita. L’importante che Mario DAsta emerga nel vuoto assoluto del suo Pd. Peccato che nell’euforia abbia tracimato con le parole provando a rintuzzare un membro della giunta, guarda caso l’assessore all’urbanistica e lavori pubblici Salvatore Corallo – affermando che non si capisce come questi possa occuparsi di cosa pubblica. Partiamo dal fatto che Corallo- proprietario di una noto locale di Comiso, appartiene secondo le divisioni in classe del mondo attuale alla categoria degli imprenditori o dei commercianti – deve essere giudicato per come amministra. Ebbene, dai 7 milioni investiti nelle scuole, alle strade riparate, alla pista ciclabile di Marina, a tutta una serie di opere pubbliche finanziate, pare che se la cavi alla grande. E allora cosa spinge D’Asta a questa sottolineatura assai poco di sinistra? Il trasformismo è contagioso, l’influenza del deputato disorienta e destruttura la realtà e persino un ragazzo che ha raccolto trecento voti tra i coetanei diventa sprezzante e finisce per scimmiottare i modi di quelli che contano e che danno addosso ai grillini con l’aria saputella e in questo caso snob. Cosa fa allora Mario D’Asta quando in tv appare il ministro Poletti da cui grondano salami e mortadelle Conad e Coop da tutti i pori, fugge in preda a una crisi di nervi? Insomma in due parole: per D’Asta la politica spetta a chi la fa da sempre, come il suo deputato, come lui che da quando era imberbe era stretto con certi ambientini. D’Asta però dimentica che il suo amico Dipasquale iniziò il suo cammino da usciere, lì prese l’ascensore sociale. Ora si sono invertite le parti, c’è D’Asta che apre e chiude la porta quando passa l’ex portinaio. E allora questa battutaccia schizzinosa su Corallo come si spiega? Semplice: un modo per mettere al riparo la colpa. I gran pasticci stanno solo dalle parti del Pd: rimpasti, 50 assessori, e zucchero e panna all’aroma di ripresa per ricoprire cumuli di fetenzia mescolati al disastro.

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