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20/11/2015 -

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CASO CAMPO, TUTTA LA STORIA

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E’ trascorsa una settimana dalle dimissioni di Stefania Campo ed ogni maldestro tentativo di  fare passare la vicenda dell’assunzione di suo marito come una storia di ordinaria ingenuità è fallito. La vicenda  ora è ancor più chiara, la descriviamo pezzo per pezzo dopo che in commissione trasparenza il consigliere Maurizio Tumino ha ricostruito, atti alla mano, da dove parte l’affare di famiglia. Tutto inizia nel 2012 quando l’amministrazione comunale indice la gara di appalto per individuare la ditta che effettuerà la lettura dei contatori idrici. Nell’anno precedente i lavoratori che avevano svolto il servizio erano tre: i signori Miciluzzo, Garofalo e Tidona.  Viene celebrata  la gara il 4 luglio 2012, ma nessuno se la aggiudica per una irregolarità nella documentazione.  Nel settore che predispone gli atti compare la funzionaria Tinè madre di Stefania Campo. Non essendo avvenuta l’aggiudicazione, l’iter dovrebbe essere ripercorso ed invece in modo incomprensibile ed inusuale entra in scena un altro settore, il terzo, con il dirigente Lumiera che, in un unico atto dopo pochi giorni dall’esito negativo della gara, affida il servizio alla ditta L.& M. Center che lo  svolgeva l’anno precedente.   Viene confermato come letturista solo Miciluzzo;  Garofalo rinuncia ed entra al suo posto Iacono, mentre il terzo, Tidona,  non viene richiamato e al suo posto entra il dottore Paolo Sottile genero della signora Tinè funzionaria del comune al settore ragioneria retto dalla dottoressa Pagoto.  Sono gli ultimi  giorni dell’amministrazione Dipasquale, il sindaco sta per dimettersi per potersi candidare alle elezioni regionali, e si impone velocità e capacità per portare a compimento situazioni sospese. Entra Sottile, dicevamo, ed esce Tidona. E qui se non fosse il dramma del lavoro, la scena diventerebbe esilarante. Come scopre Tidona di essere stato fatto fuori? Un bel mattino gli suonano alla porta: – Letturisti acqua!-, e gli viene un colpo. Apre la porta ed esclama: “Ma questo è il mio lavoro, lo devo fare io!- Va in Comune per capire come mai lo hanno escluso e gli rispondono: “Ci dispiace. Nell’elenco fornito dalla Signora Tinè il suo nome non c’è”. Tidona aspetta e aspetta e aspetta ancora. Nel 2013 l’appalto prosegue con la stessa ditta e gli stessi lavoratori.  Arriviamo al 2014 con la giunta Piccitto e l’assessore Campo, figlia della Tinè e moglie del letturista Sottile. Il 7 marzo 2014 si imbastisce una nuova gara il cui capitolato è redatto dalla Tinè e spunta, per la prima volta, una modifica all’articolo 4, che nel nuovo capitolato dispone: “l’impresa subentrante si impegna a garantire l’assunzione degli addetti esistenti”. Che significa? Vuol dire che si riesce ad inserire una garanzia assoluta per i lavoratori, genero compreso. Risolta l’assunzione  si passa alla seconda questione: la retribuzione. Inizia la fase 2: gli incontri tra lavoratori e cooperativa che si è aggiudicata il servizio, l’Agos. Perché si incontrano i lavoratori con il Presidente La Mesa? E’ semplice. Hanno già la certezza dell’assunzione poiché la Tinè li ha blindati, rimane il problema salario. I tre non accettano la paga a cottimo e richiedono uno stipendio mensile di 850 euro. Avvengono gli incontri. Ad uno, quello al bar, partecipa la moglie di Sottile, Stefania Campo, allora assessore in carica. Poi, come se non bastasse si organizza un altro  incontro. Lo promuove la Tinè. Telefona a La Mesa, questi la va a prendere negli uffici di Via Spadola e insieme si recano al Comune dove si incontrano con Lumiera ed i tre lavoratori: tema la trattativa sulla paga. La Mesa stremato accetta gli 850 euro da corrispondere ai 3 letturisti. Tutto è compiuto. Lo scandalo è a tutto tondo. La Tinè che allestisce il il capitolato perfetto per sistemare il genero, il vertice a Palazzo, l’intera operazione che si svolge  mentre la  figlia amministra la città di Ragusa. E’ una matassa di conflitti. Quel che è sconvolgente è la mancanza di limiti. Era già andata di lusso, con Nello Dipasquale, l’assunzione di Sottile con la gara a rotta di collo, ma insistere in quel modo sfacciato è veramente troppo. Non sentono, madre e  figlia, il dovere, il garbo, la necessità dettata da prudenza o rigore di allontanarsi dalla scena. Altro che scivolone!  Con grande ritardo, la Tinè è stata trasferita in un altro settore. Ora è subentrata la Pegaso e non esiste più il passaggio naturale dei lavoratori, ma solo la valutazione, da parte della ditta, per verificare l’armonizzazione, e con sorpresa il dottore Sottile è risultato armonico, gli altri due no. La storia non è finita, e tocca tutti noi ragusani che in questi giorni abbiamo ricevuto la bolletta dell’acqua. Pagheremo non in base alla lettura, ma in maniera forfettaria perché si dice che la Pegaso non è riuscita ad effettuare come si deve la lettura dei contatori. Forse mancava il personale adeguato, è il colmo. Anche su questo la commissione trasparenza dovrà indagare. Non è ammissibile che si paghi un servizio se poi questo non viene svolto.  Conclusioni. L’importante è che la Campo sia stata fatta fuori definitivamente dal sindaco. Si vedrà cosa si deciderà per la Tinè e Lumiera entrambi in una situazione delicatissima. Attendiamo le prossime puntate della commissione trasparenza, sarà un vero spettacolo.

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