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18/12/2015 -

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Cgil: “Su politica fiscale e bilanci, il comune di Ragusa non riesce a programmare e naviga a vista”

Colomobo e Avola al tavolo del confrontoLo stato di salute del Comune di Ragusa, con le sue criticità, la situazione finanziaria e il carico fiscale che pesa sui cittadini della città capoluogo, è stato al centro di un incontro promosso dalla Cgil. “L’uso delle royalties provenienti dalla sfruttamento del sottosuolo non più per coprire le spese correnti ma deve servire  per investimenti produttivi come la green economy e per sostenere un’economia nel bilancio grazie al taglio dei costi e quindi delle spese”. Il segretario della Camera del lavoro, Colombo, ha evidenziato il macigno dei residui attivi, circa 100 milioni di euro, della quale oltre la metà impossibile da esigere e utili solo a dimostrare, nel bilancio di previsione, entrate certe. Limiti all’impiego delle risorse per gli investimenti la cui destinazione è sottodimensionata con il sospetto che le somme possono costituire un avanzo per tappare nel 2016 i buchi finanziari. Colombo ha valutato negativamente il fatto che il Comune lo scorso anno non abbia fatto pagare, con una decisione populistica che mette sullo stesso livello ricco e povero, la Tasi e la copertura, cinque milioni di euro, non è stata compensata con tagli a spese inutili. “Per il 2015 è stata imposta la Tasi e per giunta con l’aliquota massima colpendo indistintamente benestanti e no. Sulla Tari poi si è registrato un aggravio di due milioni e mezzo in più con il mancato raggiungimento della percentuale della differenziata oggi al 17% piuttosto che al 28%. L’Imu per la seconda casa è passata dal 7,5 al nove per mille e l’addizionale comunale Irpef  all’8 per mille, il massimo consentito dalla norma. La verità di fondo – dice Nicola Colombo –  che i tagli dei trasferimenti di Stato e Regione sono stati compensati con l’aumento della tassazione e dei tributi locali le cui risorse non sono andate nella direzione del potenziamento e della qualificazione della spesa sociale. Anche a Ragusa, sostiene Colombo, si è fatta macelleria sociale per incapacità di programmare e per scarsa volontà di operare. Si naviga a vista, per il bilancio, per il welfare locale e gli investimenti produttivi: dal comune non è stata avanzata a oggi una sola richiesta di finanziamento diretto all’Unione europea che stanzia molte risorse contro il cosiddetto divario sociale e per garantire le pari opportunità”.

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