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09/11/2016 -

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FEDERICO PICCITTO, IL PARTITO DEL POPOLO E LA CODARDIA

p1020783Chissà se hanno provato un po’ di imbarazzo i venti  militanti attivi di Ragusa – il numero è impietoso ma vero – sentendo i toni esaltati e trionfalistici di Grillo che  subito dopo il risultato negli States ha parlato di similitudine tra il miliardario presidente e il suo movimento? Era inevitabile che prima o poi i cinquestelle sarebbero impattati alla voce identità trovando alla fine la giusta collocazione. Si chiama semplicemente destra questa forma di riferimento che manda in visibilio Grillo ed è una pulsione così forte da spedire in soffitta persino i temi cardine del movimento come l’ambientalismo ridotto di fatto ad ornamento (basti pensare che nel programma di Trump c’è il disconoscimento  dell’accordo di Parigi sul clima). Anche i nostri giovani governanti ragusani si allineeranno a questa eccitazione del loro leader o attenderanno, come si suol dire, ulteriori sviluppi? E’ stato impetuoso, imprudente e sincero il leader del movimento nello schierarsi: a lui piace il popolo che manda a casa l’intero baraccone del sistema – il vaffa, lo tsunami – ed ora spetta anche a noi, amministrati dal movimento, chiedere i documenti di riconoscimento a Piccitto e alla sua squadra. L’esempio che ci si offre in questi giorni, il caos su una tassa, quella dell’immondizia, calza a pennello per interrogarsi sul bagaglio valoriale e politico dei ragazzi che hanno conquistato la città grazie alla delega di fiducia data loro dai ragusani sulla base di una sola tacita precondizione: uno scambio di energia democratica. Ebbene di fronte ad una palese ingiustizia a danno dei cittadini, Piccitto doveva scegliere da che parte stare. Poteva scusarsi, rivedere l’intero sistema di elaborazione dei dati e quindi spostare il termine ultimo di pagamento, trovare i colpevoli di tale disagio, pretendere le dimissioni dell’assessore competente (vien da ridere a usare questa parola dinnanzi ai pasticci a cui stiamo assistendo). Si sa, però, che Stefano Martorana è allergico a tale ipotesi e impermeabile a qualsiasi critica: inviso al consiglio, a gran parte del movimento, ad almeno due assessori (Corallo e Leggio con assoluta certezza) ed ora alla popolazione che negli uffici chiede a gran voce di conoscere il responsabile  politico di questi accadimenti, non è sfiorato dal  bisogno di farsi da parte.  Stamane l’assessore si è recato, dopo quasi una settimana di sofferenze e code per centinaia e centinaia di cittadini, negli uffici di via Spadola, e non ha affrontato le masse – anzi-  ha preferito uscire evitando il contatto con la folla prendendo una scala secondaria. Gli errori in bolletta, secondo Martorana, sono fisiologici ossia normali, sopportabili, quindi poco degni di attenzione e soprattutto di tutto questo scalpore. Non è così; in città non c’è una famiglia con almeno un componente in grado di leggere che non abbia colto nella tassa un difetto, una mancanza, una incongruenza. E allora la domanda è – tornando all’entusiasmo di Grillo per Trump –  che valore politico ha la sintonia tra il movimento cinquestelle e la pancia dell’elettorato? Il valore politico non lo conosciamo – i cinquestelle non governano la nazione –  e comunque qui nelle realtà locali possiamo senz’altro sostenere che il legame tra movimento e scontento popolare pare essersi  esaurito nella fase elettorale, nel raggiungimento della vittoria, non riuscendo poi a produrre nell’azione dei governanti capacità di ascolto e soluzione innovativa dei problemi. All’antica si direbbe che la spinta propulsiva è venuta meno. Forse il mal di pancia per i cinquestelle non è patologia grave da curare con estrema attenzione per estirpare i mali occulti e palesi dell’umanità; è solo aria, aria che ti spinge di qua e di là, ti manda al governo, ti fa abbracciare Farange, Le Pen, Trump… Con quali idee del mondo  credono di rivoluzionare la società, se fuggono davanti a uno sbaglio, se non riescono a schierarsi con i deboli, con quell’anziano pensionato che quasi piangente ripeteva al vicino di fila: “non ce la faccio, non c’arrivo a pagare con quello che mi danno di pensione…”?   La nostra pancia, il nostro malumore, non rappresentano segreto in questi giorni per i giovani cinquestelle che guidano città: conoscono perfettamente questo disagio e ciononostante Martorana scappa dal retro. Dal partito del popolo alla codardia il passo è stato breve.

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