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05/04/2017 -

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LA POLEMICA SUL TRASFERIMENTO DELLE INSEGNANTI DEGLI ASILI NIDO RAGUSANI

asilo-nidoPer quale motivo l’Amministrazione comunale intende interrompere la positiva esperienza avviata con gli asili nido Palazzello 1 e Patro che, in questo momento, rappresentano il fiore all’occhiello dell’offerta formativa rivolta alla prima infanzia, per fare tornare gli stessi a gestione comunale? E’ l’interrogativo che i consiglieri comunali democratici Mario D’Asta e Mario Chiavola hanno girato alla Giunta municipale di Ragusa chiedendo di comprendere le motivazioni di una scelta che non sembra avere alcun senso logico. “Infatti – sottolineano i due esponenti dem – gli asili nido in questione rispondono perfettamente alle indicazioni comunitarie di Europa 2020 nonché alle più recenti modificazioni legislative introdotte con la legge 107 meglio nota come Buona scuola. Se si optasse per questa assurda marcia indietro, 22 dipendenti, innanzitutto, perderebbero il lavoro. E stiamo parlando di persone altamente qualificate che, con grande professionalità ed entusiasmo, da due anni hanno contribuito alla qualità del servizio offerto a famiglie ed infanti. Ma non solo. Bisognerebbe fare i conti anche con una vera e propria interruzione della continuità didattica: non bisogna certo essere pedagogisti per capire quanto peso abbia, per bambini così piccoli, la sfera affettivo-emozionale su quella cognitiva. In questo ultimo anno quasi il 50% dell’utenza del Palazzello 1 e del Patro è stata costituita da piccoli che hanno cominciato il loro cammino al nido dall’età di tre mesi”  D’Asta e Chiavola mettono in rilievo, inoltre, un aspetto ulteriore, quello riguardante il calo dell’offerta formativa. “Gli utenti degli asili in questione – sottolineano ancora – godono oggi di un’offerta formativa varia e di alto profilo e questo avviene in una struttura comunale. Bilinguismo, musicoterapia, psicomotricità: sono i servizi offerti all’interno dei due asili che non gravano sui cittadini che pagano la retta calcolata sul reddito Isee e non un euro in più. Questo cosa significa? Che un’offerta formativa di alta qualità è stata messa a disposizione di tutti e non solo delle famiglie benestanti”.  I due consiglieri comunali auspicano, quindi, che l’Amministrazione comunale possa rivedere la decisione e che, nel frattempo, organizzi un incontro con i genitori per avviare un indispensabile momento di confronto.

 

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