La prima visita ad un’istituzione, del direttore generale dell’Azienda Sanitaria, dott. Maurizio Aricò è stata quella di mercoledì pomeriggio al sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna. Un incontro caloroso tra due persone che, pur non conoscendosi, hanno subito instaurato un rapporto forte. Ad accoglierlo il capo di gabinetto la dott.ssa Virginia Giugno, provata dalla fatica fisica, ma “soprattutto psicologica”, così ha detto, la dott.ssa Giugno. “Sono qui oggi per rendere omaggio ed esprimere solidarietà al primo cittadino di una comunità che sta facendo dell’accoglienza verso i migranti un punto di eccellenza” ha detto il direttore generale al sindaco – “prendersi cura delle persone in condizione di maggiore fragilità, non può lasciarci indifferenti. Una comunità attenta alle persone migranti è una comunità che si arricchisce e si sviluppa.” “Ho conosciuto un uomo delle istituzioni con uno sguardo carico di un’umanità straordinaria, mi sono complimentato per quello che sta facendo ed ho messo a disposizione – ha detto Aricò- l’Azienda per l’aiuto e conforto che potrà dara nella difficile situazione”. Il primo cittadino, visibilmente emozionato per l’attenzione e la sensibilità dimostrata dal dott. Aricò, ha raccontato: “l’esperienza degli ultimi giorni, la morte di 45 persone, ha segnato inesorabilmente la mia vita e quella degli 85 operatori che giorno dopo giorno, sbarco dopo sbarco assistono i migranti. Un grazie speciale va fatto ai vigili del fuoco che hanno lavorato con un impegno eccezionale. Donne, bambini e uomini che si imbarcano con una speranza che purtroppo in alcuni casi viene spezzata, perché finita come tante migliaia di vite perdute nel nostro mare o come queste ultime vittime morte per asfissia. Il sindaco, ha ancora sottolineato, concordando con il direttore generale che è necessario intervenire in aiuto delle comunità locali che accolgono i migranti. E’ reale la necessità che gli Stati, tutta l’Europa, accanto all’azione diplomatica, si dotino di politiche di accoglienza. La gestione di questa emergenza così vasta non può essere lasciata alle comunità locali, ma occorrono interventi strutturali. “Non possono essere lasciati soli a tenere viva la speranza di chi è in cerca di un futuro. È un compito troppo grande per questa piccola comunità” – dice Aricò.