26-04-2024
Ti trovi qui: Home » attualità » Legambiente Ragusa:”Continua il saccheggio  del territorio intorno al Riparo sotto Roccia a Fontana Nuova”

20/10/2016 -

attualità/

Legambiente Ragusa:”Continua il saccheggio  del territorio intorno al Riparo sotto Roccia a Fontana Nuova”

download-1Riceviamo e pubblichiamo questa nota di Legambiente: “In Sicilia la comparsa dell’antenato dell’uomo moderno (circa 25000 anni a.c.) è dimostrata dai manufatti in selce rinvenuti presso Fontana Nuova (Marina di Ragusa) in quel “Riparo sotto Roccia”  che è diventato il più importante sito della preistoria del Mediterraneo, paragonabile solo alla famosa grotta di “Lascaux” in Francia e a pochi altri siti importantissimi per la storia della comparsa dell’uomo moderno nel Mediterraneo. Questo sito oltre alla grandissima importanza storica era anche fino ad un paio di anni fa un luogo di straordinaria valenza paesaggistica, attestato come era su un costone di singolare bellezza con un bosco di macchia mediterranea ed una veduta  sul mare che si allargava su tutta la costa fino alle Isole di Malta. Il Riparo sotto Roccia di Fontana Nuova con il suo sito evocativo racconta al mondo la storia della comparsa dell’uomo nel Mediterraneo, dove tutto ha avuto inizio, un potenziale sito Unesco e una straordinaria opportunità di offerta turistica quanto e forse più delle nostre Cattedrali barocche e le tante cose incredibili che il nostro territorio può offrire e che ne hanno determinato il vertiginoso sviluppo turistico che è sotto gli occhi di tutti. Nel 2005 il Comune di Ragusa ha intrapreso un progetto di tutela e valorizzazione acquisendo il Sito direttamente interessato dal Riparo sotto Roccia e realizzando una strada ed un parcheggio per consentirne la fruizione. Purtroppo l’interesse iniziale è stato seguito prima dall’abbandono e dalla mancata manutenzione che ne ha di fatto impedito la fruizione ma poi, e cosa ben più grave, è stato tagliato fuori dal piano paesaggistico della Soprintendenza di Ragusa che avrebbe dovuto imporre un vincolo di tutela 3 di immodificabilità assoluta in tutta l’area di intervisibilità dell’importantissimo sito. Nè tanto meno si è dato seguito ad uno sforzo congiunto di Soprintendenza ed Amministrazione di Ragusa per farne uno straordinario Parco Archeologico. Ma all’abbandono da parte delle istituzioni del sito ha fatto seguito un interesse speculativo di alcuni privati che con l’apertura di una strada che devastava la macchia mediterranea ha pensato bene di realizzare in pieno verde agricolo una serie di villette. Prontamente denunciata da Legambiente e dalle altre associazioni ambientaliste Ragusane, l’operazione venne bloccata dalla Procura di Ragusa, mentre l’allora Soprintendente Alessandro Ferrara, messo sotto pressione dall’opinione pubblica annunciò l’imposizione di un vincolo che avrebbe salvaguardato definitivamente l’area. Nella realtà impose alla sezione archeologica un vincolo minimo, con la conseguente approvazione della strada di lottizzazione e delle villette che sono state, nel silenzio delle Istituzioni,  in questi due anni realizzate. Oggi a conclusione di questa storia di cattiva gestione e mancata tutela di un bene culturale così importante, apprendiamo che qualche giorno fa le ruspe hanno fatto la loro comparsa devastando migliaia di metri quadri di macchia mediterranea e rocce naturali a poche decine di metri dal Riparo sotto Roccia; si è avuta così notizia dell’approvazione con relativa concessione di alcuni immobili apparentemente “al servizio dell’agricoltura” per la realizzazione di una azienda olivicola che si estenderebbe su meno tre ettari (3 e non 300); ma la cosa clamorosa è che queste concessioni non sono state rilasciate dalle precedenti amministrazioni ben note per essersi rese responsabili della cementificazione del territorio ma da un’amministrazione 5 stelle che in teoria avrebbe dovuto bloccare il consumo di suoli, tutelare il territorio e valorizzare per una fruizione turistica siti straordinari come il Riparo sotto Roccia di Fontana Nuova, ma anche promuovere il parco degli iblei e bloccare definitivamente questo continuo degrado, trivelle petrolifere comprese,  che ha investito ormai da un decennio uno dei territori paesaggisticamente più importanti di Italia. Tutto ciò è accaduto perché non si è approvata o voluto approvare la variante all’art. 48 che avrebbe impedito un delitto culturale che grida vendetta. Le autorità preposte a seguito delle numerose proteste hanno risposto che non c’era nulla da fare e che i lavori sono realizzati con regolare concessione , ma con buona pace dei nostri amministratori ci occorre ricordare che il sacco di Palermo ad opera del famigerato Don Vito Ciancimino e dei suoi compagni di merende fu realizzato tutto con regolare concessione edilizia”.

 

Commenti chiusi.

Scroll To Top
Descargar musica