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10/01/2016 -

Agricoltura/

TROMBA D’ARIA A SANTA CROCE

100_5272L’ennesima scure si abbatte sul territorio di Santa Croce flagellato, il giorno dell’epifania, da una violenta tromba d’aria che ha distrutto 45 mila metri quadrati di serre in produzione, in contrada Sughero, compromettendo i due terzi della produzione di melenzane, pomodoro e zucchine. L’ufficio provinciale all’ agricoltura e la condotta agraria sono al lavoro per raccogliere le segnalazioni delle aziende e trasmettere i documenti in assessorato a Palermo. “Nella giornata di lunedì i nostri funzionari faranno i sopralluoghi nelle aree colpite dalla tromba d’aria –spiega il dirigente dell’ufficio provinciale all’agricoltura, Giorgio Carpenzano -; gli uffici e il nostro personale è al lavoro per raccogliere qualunque tipo di segnalazione. Mi preme ricordare che gli eventi calamitosi, nel caso specifico la tromba d’aria, rientrano nella fattispecie del piano assicurativo nazionale. Dunque le aziende che hanno stipulato la polizza assicurativa potranno richiedere gli indennizzi”. La richiesta di  stato di calamità naturale potrà dare uno spiraglio alle imprese danneggiate? “Assolutamente no – aggiunge il dirigente dell’Upa -, per questo genere di fenomeni atmosferici, che rientrano nel piano assicurativo nazionale, non si possono attivare le istanze previste dalla legge 102 con il fondo di solidarietà nazionale”. “Il nostro invito alle aziende – continua Carpenzano – è di stipulare la polizza per gli eventuali danni che si potranno verificare nel futuro”. Il gruppo agricoltori parla di un fenomeno allarmante con buona parte della produzione distrutta. “I danni sono ingenti – commenta Guglielmo Occhipinti, portavoce del gruppo agricoltori di Santa Croce -, non solo le strutture danneggiate ma anche il mancato reddito in un momento clou per la raccolta degli ortaggi. Tante aziende hanno la struttura seriamente danneggiata con i teli in plastica strappati dalla furia del vento e le paline in legno distrutte. Le piantine e il pomodoro in produzione sonio rimasti schiacciate dal peso dell’impianto”. “La nostra proposta, come gruppo agricoltori, è semplice  – precisa  Occhipinti -: istituire un fondo di solidarietà, un capitolo cosidetto di emergenza, ritagliando una parte delle quote delle tessere associative delle organizzazioni agricole e destinarlo per le cosidette emergenze o calamità naturali. Si potrebbero, in poco tempo, risolvere due problemi: fare pagare le quote a tutti gli iscritti alle confederazioni e risarcire una parte dei danni subiti alle aziende”. “Una proposta operativa – conclude il portavoce del gruppo agricoltori  – che giriamo alle organizzazioni agricole, alla Coldiretti, alla Cia e Confagricoltura, e ai loro rappresentanti”.

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