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04/03/2016 -

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INCIUCIONISSIMO A 5 STELLE

ANTONIO-TRINGALI-938x535Il nuovo presidente del consiglio comunale di Ragusa è Antonio Tringali, grillino con sfumature azzurre- un tempo stava dalle parti di Forza Italia- votato da 12 colleghi cinquestelle e da sei dell’opposizione nelle persone di Mario D’Asta, Mario Chiavola, Maurizio Tumino, Giorgio Mirabella, Elisa Marino, Peppe Lo Destro. Il voto era segreto ma la verità è  comunque evidente: la formazione inedita è un Pd Insieme ai Cinquestelle. Un capolavoro di idiozia politica; stavolta i pentastellati hanno veramente toccato il fondo per imperizia, incultura governativa, presunzione, infantilismo. Non è poco riuscire a sfoggiare tutte queste qualità in un’unica sera, loro ce l’hanno fatta. In un colpo solo hanno rotto di fatto l’alleanza con Partecipiamo, offeso  la persona – Giovanni Iacono – che si era distinta in una battaglia nobilissima contro Nello Dipasquale, condiviso con l’acerrimo nemico una elezione, indebolito Piccitto. La cosa ancor più grave è che questa farraginosa operazione a perdere, a sentir loro, è una prova di maturità. Lo hanno persino comunicato all’aula: lo ha dichiarato la loro capogruppo, certa Nella Disca, che chissà cosa ha tastato per certificare alla città l’avvenuta maturazione che, osservando meglio, sembra proprio aver raggiunto un grado eccessivo al limite dello spappolamento. Volevano levarsi dalle scatole l’unico grillo sensato e parlante, Iacono appunto, che fra un rimbrotto, un suggerimento, e quel minimo di giustificabilissima alterigia – che ci sta tutta considerata la platea! –  aveva stressato i “ragazzi”. Raccontare la settimana di fuoco che ha preceduto l’elezione di Tringali è faticoso ed inutile, diciamo solo che si è innescata una eccitazione crescente, un insistente urlo per la presa totale, un dai che ce la facciamo anche da soli, un non ci ferma nessuno, che è stato attizzato a dovere da un’altra pulsione, quella di Tringali, primo degli eletti, che questo giro di valzer non se lo voleva perdere. E il sindaco in questo harakiri? Assente. Più volte ha ribadito la sua estraneità ai fatti. Spettatore innocente? No. Ha approfittato della gran confusione per placare la sua unica ossessione: il salvataggio di Stefano Martorana, non comprendendo che la tenuta dell’intera giunta ora traballa più di prima. Doveva essere Federico Piccitto a ricomporre il quadro imponendo alla sua maggioranza l’atto doveroso, utile ed elegante della rielezione di Iacono. Non c’è autonomia di consiglio che tenga, di fronte ad un’alleanza, e l’alleanza con Partecipiamo era la priorità assoluta e non solo in termini di immagine – l’unica esperienza cinquestelle in Italia di condivisione di governo – ma di sostanza. L’apporto di Martorana Salvatore è prezioso e saggio in giunta, e questa collaborazione oggi rischia di saltare. E’ stato miope il sindaco a non vedere oltre il suo cortile preferito – l’oratorio salesiano – provando ad allontanare il fastidio di quella richiesta che lo assilla da mesi – sostituire l’assessore al bilancio – piuttosto che affrontare con determinazione la questione Iacono. Piccitto ha pensato che dare in pasto ai consiglieri quella rigida poltrona – fra l’altro ben remunerata – li avrebbe tenuti lontani dal suo assessore preferito. Non è detto che ciò sia una certezza giacchè i consiglieri seppur sazi e in parte depotenziati – Tringali non potrà più essere parte attiva della fronda – possono tornare all’attacco. Come si fa – ci riferiamo al sindaco – a non considerare che l’operazione “prendiamoci tutto”  è funzionale allo spirito di vendetta di Nello Dipasquale? che infatti un minuto prima del voto ha telefonato a qualche consigliere di opposizione invitandolo a votare senza indugio Tringali pur di vedere Iacono messo alla porta da quelle cime dei cinquestelle. Piccitto ha sbagliato a fare il Ponzio Pilato: il gruppo consiliare senza regia, senza leader, ha solo prodotto questo orribile pasticcio. Non è bello per Tringali aver ottenuto i voti degli amici di Nello Dipasquale. Dalla votazione si scopre tutto. Non è un caso che Angelo La Porta, l’unico consigliere di Insieme a dichiararsi nemico giurato del’ex sindaco, abbia votato in modo tale che la scheda risultasse nulla; stessa cosa con votazione diversa – Iacono – per Giorgio Massari il cui intervento chiaro è servito a rimarcare la distanza tra lui e il Pd dipasqualiano, sottolineando il ruolo dell’opposizione e sputtanando i due lacchè che hanno obbedito immediatamente alla chiamata del deputato regionale per il prescelto cinquestelle. Brutta questa elezione di Tringali. Brutto essere eletti con quei voti di opposizione! Era nell’aria l’amorevole sostegno di Insieme e Pd, ed è stato ipocrita non cogliere la portata politica devastante di  questo appoggio. Non ha importanza se l’appoggio sia stato spontaneo o studiato da giorni: il dato politico è che l’onore grillino è stato irrimediabilmente violato. I sei voti a Tringali sono una macchia: gli hanno voluto mettere un timbro, l’hanno usato come un grimaldello per sfasciare, penetrare, insinuarsi, dare segnali, mostrare la debolezza di questa stupida conquista cinquestelle.  Cosa farà ora Giovanni Iacono?  Dipende dal sindaco spiegare se l’alleanza ha ancora un senso. Per il resto solo una gran delusione vedere i  cinquestelle impiastricciati con certi tipi, “truppe di complemento” – questa la azzeccata definizione di Massari.  Troppi maturi, ci son cascati come le pere.

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