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12/04/2016 -

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IL GOVERNO PICCITTO E LA STRADA GIUSTA

casaleggioOggi i ragazzi 5 stelle sono pieni di dolore per la morte di Casaleggio che da tutti in queste ore viene ricordato con il rispetto che si attribuisce ai grandi leader. Il fenomeno e la rete, vuoi o non vuoi, sono riusciti a mobilitare masse passive giunte persino al  governo, come qui a Ragusa. Il ritratto finale post mortem che ci viene consegnato è quello del sognatore, e noi vogliamo partire da questa inclinazione politica per una critica all’amministrazione e al movimento che guidano la città. Di cosa soffre la giunta di Federico Piccitto? di aderenza assoluta alla realtà ossia di adeguamento alle dinamiche storiche della città, una condizione che comporta il rifiuto del sogno e che ha creato questa lunghissima crisi a tratti incomprensibile, vaga, dai contorni sfumati, che si trascina stancamente come accade alle persone che per malattia o tortura sono costrette a rimanere sveglie. Tutta la scena del palazzo ormai ha assunto la dimensione preonirica: apparizioni fantasma di amministratori, mormoriii segreti, relazioni babeliane tra le parti che non arrivano mai ad una definizione certa di posizioni, opposizioni che gridano senza riuscire a emettere suoni percepibili e che si dannano per i muri di ovatta che impediscono rimbalzi significativi all’opinione pubblica che approssimativamente percepisce il disagio, e soprattutto consiglieri cinquestelle che non riuscendo a rappresentare bisogni collettivi sembrano dissolversi – non avendo dietro sé  una forza di partito, una forza lobbista, o una solida identità culturale e valoriale – nel loro piccolo ed intimo angolo di vita dove ci si rifugia con frustrazione individuale. Fra qualche giorno Piccitto dirà com’è formata la nuova squadra – la donna, Partecipiamo, l’ingresso salvifico di Giovanni Iacono- ma l’intera manovra assai misteriosa non è altro che la certificazione di una dimensione solitaria del potere che è assolutamente antitetica al sogno collettivo della democrazia dal basso. Il sistema Ragusa, però, è  marcio e malato a tutt’oggi, e non bastano certo gli  interventi oleografici – una bella pista ciclabile, una fantastica bilancia pesa rifiuti, le lavagnette multimediatiche nelle scuole -, serve un pesante reimpianto di democrazia. Ora siamo molto lontani da questa speranza. Qualche esempio. E’ di ieri la notizia che il Comune di Ragusa dovrà sborsare al costruttore Santo Tumino, per un esproprio avvenuto ai tempi di Solarino, – altro che lo slogan fai un regalo alla tua città!, un bidone di regalo ci ha lasciato! – 409 mila euro per un’area dove ora sorge la sopraelevata che collega la zona di piazza del Popolo con via Padre Anselmo. E’ una vera beffa che la legge imponga alla comunità, e quindi a  noi ragusani condannati a convivere con quella schifezza del  serpentone che si erge dietro viale Tenente Lena, di rimborsare un costruttore che ci devasta ogni giorno la vista. E la giunta Piccitto che ora deve correre e pagare – così come ha fatto, fra l’altro, per i 10 milioni di euro degli espropri degli anni 90 a Pianetti Serralinena dove iniziò il balletto orgiastico delle villette a schiera – cosa ha fatto per studiare o sognare un altro assetto urbanistico della città? Come minimo, il mostro di cemento, doveva occuparlo, tassarlo, requisirlo, abbatterlo, proporre a prezzi politici di affitto la riconversione in appartamentini solidali per giovani coppie…Niente, non c’è traccia per una contemplazione diversa dalla presa d’atto di realtà. Altra storia: l’elettrodotto Italia -Malta dove le scorrettezze, che vengono chiamate “sviste”, si amalgamano felicemente fino ad offrirci un superpasticcio di illegittimità farcito di ottimo sistema Ragusa. Regista l’ingegnere Scarpulla che individua il terreno per il punto d’approdo e “trasla” – geniale! lo scrive lui – l’intervento da un pezzo di terra già comunale, inviolabile perché straripante di sottoservizi (immaginiamo tubi, cavi, pompe, condotte, deposito riserve auree, passaggi segreti) a quello vicino. Il terreno serve come punto di approdo della condotta che partendo da Ragusa, via Pizzillo, scende a Marina e si tuffa nel Mediterraneo per giungere a Malta. Il terreno individuato ha più proprietari: uno di questi è Franco Civello funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Ragusa. Cosa non funziona? Tutto scorre bene e infatti Scarpulla è sereno in quanto gli atti filano liscio e il Comune non ha sborsato un euro, è vero; è stato fatto un bel giro, ed è  la società Ene Malta che lo compra. Si tratta di un capolavoro di antica costumanza. Il terreno è quello alla fine del lungomare dove c’era lo spiazzo delle giostre. Non ha mercato, pochissimi euro a metro quadrato, quasi nulla, è assolutamente inedificabile, e stava da decenni sul groppone ai proprietari che infatti ipotizzavano soluzioni varie: circoli velici, stabilimenti balneari… Sul valore equivalente a zero non c’è dubbio, e poi per avere un termine comparativo basti pensare che la migliore terra agricola, quella toscana, vale 25 mila euro ad ettaro che sono 10 mila metri. Andiamo avanti. Nel 2008 con un freschissimo Nello Dipasquale e un fidatissimo Ennio Torrieri, per fare Marina ancora più bella con ingressi e rotatorie, cosa fa il Comune di Ragusa invece di espropriare una parte del terreno? Lo compra per più di 57 milla euro e sono 1500 metri quadrati inedificabili. Arriviamo alla giunta Piccitto con prima l’assessore Campo, che per un po’ si occupò  di lavori pubblici, e poi con l’attuale Corallo. Cosa fa il Comune? Completa l’opera ed avendo il precedente del 2008 dice ai maltesi di acquistare altro terreno degli stessi proprietari che vendettero al Comune nel 2008. Il terreno poi verrà ceduto alla città di Ragusa. La cifra è ovviamente raddoppiata: 3300 metri sempre inedificabili vengono acquistati per 124 mila euro. Di esproprio manco a parlarne, se non valeva nel 2008 il principio dell’esproprio, figurati ora che sganciano i soldi i maltesi! Ed allora abbiamo, nell’ordine: Scarpulla che profuma di  innocenza  come un bimbo lavato e borotalcato; i proprietari che hanno chiuso un affare inimmaginabile, e noi ragusani? Fottuti su tutta la linea in quanto i soldi che Ene Malta ci doveva come rimborso per il disturbo, i danni e l’occupazione, 600 mila euro, sono già volati via (gli altri sono stati spesi per completare le opere di alcuni costruttori della zona). E  i grillini? Si sono dimenticati che doveva essere il consiglio comunale a stabilire cosa fare di quel rimborso per migliorare l’area in questione. Possibile che Piccitto, Campo, Corallo, non abbiano mai avuto dubbi sui percorsi tecnici e si siano fidati ciecamente dei loro apparati burocratici? E com’è allora ‘u fattu? Sono sospettosi a giorni alterni? Come si fa a pretendere la cura, a favore della collettività, negli atti amministrativi? Da chi prendere i buoni consigli? Il movimento non ha dirigenza, i partiti in città o non esistono più o sono dilaniati da lotte intestine, l’opposizione è cattiva, fa parte del passato e non va mai ascoltata, anche se alcune volte dice cose sacrosante – per l’elettrodotto Maurizio Tumino aveva dato in aula all’amministrazione e alla maggioranza la possibilità di fermarsi e di procedere dal giusto verso – e i consiglieri cinquestelle secondo il sindaco sono solo degli imbecilli. Vuole fare tutto da solo il sindaco?  Può darsi, tant’è che ha una giunta monca da mesi e procede sereno. Peccato che il movimento sia un’altra cosa, e peccato che vi abbiamo votato per un radicale cambiamento.  E qui torniamo a Casaleggio. La strada giusta parte da una visione innovativa che va coniugata con la legalità, la  tecnologia, la partecipazione, l’autonomia di pensiero. Ed invece siamo ancora qui a difendere l’operato ineccepibile di Scarpulla e la disgrazia che ci capitò con Santo Tumino. Urge rimpasto dei meccanismi mentali, morali, ideali. Altrimenti faremo la fine dei polli, così come vuole il Pd che pretende che tutto vada bene. Lunedì sera alle ore 20,13 da Palermo il governo Crocetta comunicava al popolo: “il presidente e gli assessori sono soddisfatti del rilancio economico e della crescita complessiva della Regione”. Benissimo. Congratulazioni a Crocetta e distinti saluti a Dipasquale che porti le nostre felicitazioni al suo carissimo Santo Tumino!

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