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22/04/2016 -

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GOVERNO PICCITTO, NASCE LA GIUNTA DELLE STELLE CADENTI

DSCF0531Peccato che il nostro giovane sindaco -nonostante qual lampo verde dei suoi occhi che sa di genio e di avventura – non si sia lanciato in una battaglia di passione e di talento per ricordare ai ragusani una  diversità folle e feconda a cui eravamo disposti a credere pur di continuare a sentirci protagonisti e anticipatori del rinnovamento votato due anni e mezzo fa. Sei mesi di crisi, la delusione di Iacono che  sbatte la porta comunicando un certo disgusto, ed alla fine ecco spuntare la banalità, il Cencelli, la mossa di ripiego tutta interna al Palazzo: il gruppo consiliare che prima si contorce in lancinanti sofferenze e infine  sceglie, pur di mantenere la specie governativa grillina, di sdoppiarsi e di gemmare i nuovi assessori: Nella Disca e Giancluca Leggio che vivranno una doppia vita mantenendo il ruolo in aula e la poltrona nell’esecutivo. L’obbrobrio non è solo questa possibilità offerta dalla legge  (è l’intero sistema di elezione diretta il vero cancro della democrazia territoriale che porta i sindaci a farsi sceriffi e dittatorelli), ma il crollo verticale dall’altrapolitica, che speravamo, alla peggio politica che, invece, torna. Federico Piccitto ha vinto: Stefano Martorana rimarrà al suo fianco e i consiglieri ribelli sono annientati e zittiti. Li ha presi per logoramento, il sindaco; quando ormai la situazione era divenuta insostenibile e paradossale si è presentato con piglio decisionista chiedendo alla svelta due nomi fra di loro. E’ vero che il primo cittadino avrebbe preferito – escludendo la donna che risponde alla logica “any woman” tradotto “cu e’ gghiè” insomma una tale Disca va benissimo – un fedelissimo come Filippo Spadola che comunque non ha riscosso le simpatie del gruppo riportando solo due voti, ed è vero che si è dovuto sorbire il consigliere più coraggioso ed aspro nella battaglia condotta per riportare il governo nei canoni pentastellati, tuttavia la giunta nella sua immagine esterna e nella sua qualità intima ne esce a pezzi. Aveva ragione Federico Piccitto nel ritenere i dissidenti  – “robetta” – epperò quel che non ha capito è quanto potesse risultare contagioso il suo sentimento rivoluzionario declinante. La passione si era spenta – per concretezza, per ambizione, per incultura- da entrambe le parti. E’ riduttivo dire che i consiglieri sono cascati nella trappola che il primo cittadino gli aveva teso, no, non è così. Il gruppo era sfinito perché non trovava una dimensione politica, non riusciva a coinvolgere l’elettorato in questa oscura protesta, non era capace di descrivere ai dirigenti nazionali del movimento la fine dello slancio vitale del governo ragusano, ed allora si è piegato illudendosi che da dentro la squadra assessoriale si controlla e si cambia rotta. Una fesseria. L’assessorato è da sempre un posto ad alto contenuto anestetico: tutto scorre liscio mentre stai lì orizzontalmente posizionato sotto il sindaco. Gianluca Leggio sarà sepolto dagli affanni burocratici, il gruppo tirerà a campare, si spera solo che la Disca non sia chiamata a sfoggiare le sue virtù da infermiera di rianimazione auscultando il polso della squadra che purtroppo non coglie i segni di alcuna patologia, mentre grandi problemi della città sono irrisolti: dal destino dell’urbanistica ai rapporti con il clan dei catanesi – porto turistico e parcheggi. Bastava, ai cinquestelle, conoscere il passato e ricordare il mercato di un tempo, quello fra Nello Dipasquale e i consiglieri, quando l’ascesa assessoriale era una volgare regalia in cambio di silenzio ed ossequio, per rifiutare l’ingresso. Cosa rimane del furore cinquestelle nella nostra città oltre una ventina di appassionati di facebook che con faccine e “mi piace” credono di poter cambiare il mondo? Dov’è questo movimento? che dia un segnale. Ora è solo assoluta identificazione con il sindaco non più portavoce – non c’è voce cinquestelle – e dunque ci troviamo nuovamente con l’uomo solo alla guida della città. Federico Piccitto, il ragazzo con il lampo verde negli occhi vivaci, cosa sente nel cuore? Vorremmo incrociarlo e come si fa con i figli che sfuggono fermarlo, interrogarlo senza spaventarlo, misurare la sua saggezza per sentirci rassicurati, constatare che non abbia perso la testa, che sia quel bravo ragazzo di una volta che ardiva portarsi una intera città sulle spalle… Ma non riusciamo a trattenerlo, dobbiamo accontentarci di sguardi veloci, di apparizioni…  E’ molto carino ed accattivante nelle decine di fotografie sfornate ogni giorno dagli operatori della comunicazione. Il book è vincente, la passerella è assicurata. Che la scena non si chiuda mai, luci sempre accese e dirette: il sindaco incanta e sorride.

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