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10/05/2016 -

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FEDERICO PICCITTO, QUAGLIE E COLOMBI

downloadHanno occupato l’aula consiliare ed hanno pure fatto la cacca, a spruzzi, qui e là. Erano tre colombe che forse trovando una fessura aperta nella maestosa balconata di palazzo dell’aquila, sono entrate per farsi una svolazzata; poi si sono nascoste sul soffitto a cassettoni ed è successo un macello. Due mezzi dei vigili del fuoco, sette pompieri con pertiche e reti, tre vigili urbani, e  consiglieri comunali, assessori, funzionari, tutti nei corridoi in attesa della cattura avvenuta alle 18,40 del 9 maggio 2016. Si registrano danni. La cornice lignea dorata tutt’intorno alla sala è stata in molti punti sbeccata dai colpi inferti sul muro per  snidare gli uccellacci, e la salubrità del luogo non è per niente garantita: urgerebbe disinfestazione. Il segretario comunale si è concesso una superba battuta –  Per farli uscire bastava dare inizio ai lavori, se ne sarebbero andati-.  Che succede in questo zoo minore? Cosa sta avvenendo da quando si è persa la maggioranza e il sindaco si è rifatto la giunta? Siamo nel pieno delle conseguenze dell’amore ossia del prevedibile casino creato dal sindaco Piccitto che pur di salvare il suo assessore al bilancio Stefano Martorana non ha accettato l’azzeramento proposto da Iacono ed ha mortificato per due volte il suo movimento prima non riconoscendogli autorità politica alcuna e poi abbagliando i consiglieri prendendosene due per farli assessori. Da quel giorno si è sfasciato tutto. E’ una babilonia. E’ vero che il consiglio comunale decide poche cose, tuttavia costituisce il primo impatto visivo reale, raccontabile, osservabile, e trascurarlo e minimizzarne la funzione, come ha fatto il sindaco, si è rivelato un disastro. Entrare in quell’aula è come farsi un giro nella casa dell’oppio e toccare l’autodistruzione fisica e morale dei suoi inquilini. Il Movimento cinque stelle demotivato e destrutturato va a briglie sciolte e non essendoci una segreteria politica ognuno insegue i propri umori, e così accade che quel furbacchione dell’ingegnere Maurizio Tumino se la spassa e se li intorta come vuole. E’ inciucio? Proprio per niente. E’ minchioneria. Cosa sta combinando Tumino? Sta semplicemente approfittando della rabbia di alcuni consiglieri cinquestelle – Agosta, Stevanato e tutto il gruppo dei dissidenti- stanchi di non  essere ascoltati e considerati, e di una bruttissima atmosfera di menefreghismo e cinismo che ha preso l’anima di gran parte della maggioranza perduta (le 15 stelle), estraendo da questa massa inconcludente e complessa un po’ di succo che va ad  alimentare la sua posizione di consigliere alternativo al sistema Piccitto. Torna in mente la  volgarissima storiella della moglie che per castigare il marito infedele gli taglia il membro; ecco è un po’ la stessa storia con i cinquestelle ragusani i quali non comprendono che infliggere colpi a casaccio al sindaco che li ha snobbati, alla fine porterà ad autoevirazione del movimento. Non controllano più dove finisce la soddisfazione di una piccola vendetta o di un segnale all’amministrazione e dove inizia la figuraccia. La vicenda della tassa di soggiorno modificata da Tumino a cui si sono accodati quelle menti della maggioranza perduta fa veramente cadere le braccia e ci consegna un governo senza linearità e coerenza. Prima volevano liberarsi dell’osservatorio presieduto da Pinuccio La Rosa – il ristoratore che si sollazzoì alla chiesa di San Vincenzo Ferreri organizzando il festino chic –, poi dovevano punire Gianni Occhipinti fondatore di Insieme e uscire dal distretto turistico; nel frattempo avevano stabilito di non dare più un soldo all’aeroporto di Comiso, ed infine era stata ipotizzato persino la fine del sostegno alla chiesa per tenere aperte le chiese. Ed invece cosa hanno combinato? Tutto ribaltato: soldi all’aeroporto, soldi alla chiesa,  ancora più soldi per la Palomar casa di produzione del commissario Montalbano, insomma tutte le piccole soddisfazioni individuali, senza regia e senza senso, più quel che gli garbava a Tumino che saltellando come una quaglia ha disorientato i cervelli deboli e quelli incazzati ed ha trionfato. Inammissibile a nostro avviso dal punto di vista tecnico amministrativo un contributo ad un aeroporto in perdita di cui fra l’altro non si possiede neanche una azione societaria. Pietosa poi la neo assessora Nella Disca, rintanata in quella poltrona, il collo incassato e gli occhialoni come unica presenza vitale nel marasma dei meccanismi d’aula, lasciata lì sola a rappresentare l’esecutivo, incapace di intuire dove si stavano infilando i suoi colleghi e senza neanche riuscire ad ottenere un incontro con il sindaco per tentare di riprendere le redini del consiglio! Ingiustificabile poi l’assenza di Piccitto alla  prima seduta d’aula senza maggioranza. Si sapeva, dopo il fattaccio della Sigona, che la maggioranza era perduta e doveva esserci il sindaco a dare il via al valzer con Partecipiamo per trovare con Iacono una intesa. Era fondamentale organizzare per la “prima” della maggioranza perduta un miraggio di un lieve accordo con Partecipiamo per non dare la sensazione della deriva, ma non è stato fatto.  O sono deficienti o sono superficiali.  Come si fa a non capire che qualsiasi abbraccio con Tumino o la Migliore li distrugge come immagine e logora il loro fragilissimo apparato prepolitico? Come fanno a non capire che i due voti di Partecipiamo sono vitali? Ci diranno che loro, i  cinquestelle, non ragionano secondo i vecchi canoni della politica. Ah beh! Scusate, non volevamo offendere. Poi se ce lo volete spiegare come e con chi volete governare sarebbe istruttivo. Certo, è simpatico assai Maurizio Tumino, e scrive pure bene così non vi sforzate di stilare una paginetta di emendamenti…  Non riuscite ad elaborare niente di vostro, dovete per forza affidarvi a Tumino e Sonia Migliore? Volete sentirvi liberi  di trattare la cosa pubblica privilegiando gli umori di pancia, senza destra e sinistra? Gliela volete far pagare al sindaco che se ne fotte di voi? E’ una strada. Ci sarebbe anche quella di non andare in aula e costringerlo così ad un accordo politico, sarebbe sì una roba tosta, però un pizzichino più onesta. Ora stanno preparando un’altra robaccia, un documento “unitario” sull’utilizzo delle royalties, così gli levano lo spasso a Martorana e vaffanculo il tesoretto. E il sindaco? Tuba con Stefanuccio ed è felice e vincente. Poveri colombi, che brutta fine!

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