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11/10/2016 -

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M5S, Di Maio: “L’Anci cambi o noi usciamo”

downloadAnche il nostro sindaco Federico Piccitto ha partecipato all’incontro dei sindaci cinquestelle riunitisi a Roma. Pubblichiamo l’analisi di Federico Capurso apparsa su La Stampa. “Potremmo uscire dall’Anci. La minaccia avvolta nell’ipotetico, lanciata dai sindaci Cinque stelle, di abbandonare in blocco l’associazione che riunisce più di settemila comuni italiani è diventata un’arma buona per tutte le stagioni politiche. Una leva già utilizzata nel tentativo, fallito, di evitare l’elezione di un presidente spiccatamente renziano. Ora che nella linea di successione alla guida dell’Anci è stato scelto il sindaco di Bari Antonio Decaro, targato Partito democratico e vicino a Maria Elena Boschi, la lancia sullo scudo viene battuta dai grillini per provare a dettare condizioni sulla linea programmatica della prossima presidenza. “Doveva essere un sindacato dei Comuni per difendersi dai tagli governativi ai servizi essenziali. Si è trasformato in un club del Pd. Se non cambiano le cose, i 37 Sindaci 5 Stelle se ne vanno”, scrive su Facebook Luigi Di Maio, che ha partecipato alla riunione di oggi a Montecitorio con i sindaci pentastellati. La scadenza per effettuare il «tagliando» sarà a breve termine, entro il prossimo gennaio. «Allora valuteremo», dichiara più prudentemente la sindaca di Roma Virginia Raggi. Segno che non tutti i sindaci sono così convinti di tagliare i ponti con l’associazione dei comuni italiani. Tanto che la delegazione dei sindaci del Movimento ha annunciato che sarà presente a Bari, dove si terrà dal 12 al 14 ottobre il congresso per l’elezione del nuovo presidente. Si asterranno dal voto, ma una eventuale loro assenza avrebbe dato il senso di uno strappo ben più concreto della fiducia negata a Decaro. Le condizioni poste dai cinque stelle si incentrano sulla richiesta di una maggiore trasparenza, l’eliminazione degli sprechi e un approccio di «non sudditanza» nei confronti del governo. È atteso nei prossimi giorni il documento nel quale saranno elencati i problemi individuati all’interno dell’associazione. «Nell’Anci ci sono delle società partecipate, delle consulenze e altri settori nei quali si annidano forti sprechi e dove è difficile effettuare un controllo delle spese», anticipa il sindaco di Livorno Filippo Nogarin. E rispetto alle quote associative, che per alcuni comuni raggiungono centinaia di migliaia di euro (come per Roma, che paga 446mila euro l’anno) si vorrebbe scorporarle dal costo previsto per l’erogazione di alcuni servizi, come gli studi settoriali o la riscossione tributaria. Altrimenti, adieu. Forse”.

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