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15/05/2017 -

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Scicli non vuol fare la fine della Val d’Agri in Basilicata. Il nostro oro sono i beni culturali e non il petrolio

 

notrivIl circolo Legambiente “ Il Carrubo “ di Ragusa e Il circolo Legambiente “ Kiafura “ di Scicli nello scorso mese di aprile hanno presentato ulteriori osservazioni all’istanza di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto di “rilievo geofisico 3d Scicli” nell’ambito del permesso di ricerca “Scicli” da parte della societa’ petrolifera Irminio. La riapertura dei termini per la presentazione delle osservazioni  si è resa necessaria a seguito dell’obbligo disposto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo  alla Irminio srl di produrre la relazione paesaggistica riguardante tutta l’area interessata dalle attività della stessa società sul territorio comunale di Scicli. L’assenza della relazione paesaggistica  era stata segnalata da Legambiente circa un anno fa. L’associazione ambientalista in una nota scrive: ” Ora anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha riconosciuto che la società Irminio dimostra una certa superficialità al rispetto del Piano Paesaggistico e all’attenzione verso i beni culturali. Ma nonostante l’invito rivolto dal Ministero ad essere precisi, Legambiente ha riscontrato che la “Mappa delle aree prive di operazioni e delle strade percorse dal vibroseis” presentata dalla Irminio srl risulta avere un’estensione inferiore rispetto alla “Planimetria con fasce di rispetto relative ai beni archeologici e architettonici“ nella quale sono inserite le aree con vincolo archeologico, aree di interesse archeologico, areali d’interesse e relative fasce di rispetto. Stesso situazione si riscontra confrontandola con la Tav 26.6 del Piano Paesaggistico. Non vogliamo chiamarla “allergia da Piano Paesaggiastico”, ma risulta comunque evidente che questa incoerenza sia poco giustificabile soprattutto verso una comunità, come quella di Scicli , che sta scommettendo tutto il suo futuro sui beni culturali e non vuol sentire parlare di impianti di rifiuti che trattano le acque di strato dei pozzi petroliferi e di trivellazioni”.

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