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24/05/2017 -

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SALVATORE CORALLO E L’ACQUA NERA, CARA, AMARA

imagesAvevamo una fiducia fresca come la rugiada per questi cinquestelle, ispiravano un amore affascinato e senza riserve, ed ora una valanga di realtà ci scuote piantandoci davanti gli occhi i fatti. La cronaca di questi giorni è devastante: dalle concessioni edilizie alla gestione dell’acqua pubblica li vediamo nella loro natura di filistei: temono e rifuggono l’innovazione nella prassi burocratica e nella sostanza ideale. Ambiente e cemento, chi vede novità batta un colpo su qualche social; nel frattempo scopriamo cosa succede nell’acqua pubblica di Ragusa. In apparenza niente. Avete sentito qualche grillino comunicarci che ci sono problemi di qualche serietà? Mai. L’assessore Corallo e l’impresa appaltante La Ferla – il duo comisano- infondono tranquillità – il caro bolletta è solo un’appendice fastidiosa, una conseguenza necessaria e ineluttabile e che turba solo i poveracci dalle tasche vuote. L’importante è la piena funzionalità del sistema idrico. Alt, fermiamoci. Abbiamo le prove che da tempo una delle principali nostre fonti di approvvigionamento non viene  più immessa nella condotta idrica, ma scaricata direttamente nel fiume Irminio (un documento attesta che la chiusura è avvenuta il 20 febbraio scorso).  Il motivo? E’ lurida  e piena di sostanze chimiche che fanno tanto male. Pare che l’inquinamento venga dall’altra sorgente, l’Oro Scribano, che è andata. La prova dello scarico la si ha dando uno sguardo al fiume che si ammira nella sua limpidezza nel tratto a monte della sorgente mentre nello scorrimento successivo “nero nella valle il fiume appare” . Non è la prima volta che la Misericordia soffre di inquinamento. La ragione principale è sempre la stessa: gli allevamenti dell’altopiano e le vasche in cui vengono raccolte le deiezioni liquide e semiliquide del bestiame che non vengono svuotate e ripulite come si deve e il cui percolato inevitabilmente scende giù dal terreno e, dai e dai, finisce nelle falde acquifere. Un problema difficile da risolvere, talmente difficile che ogni qual volta vengono effettuati i controlli alla sorgente e le sostanze inquinanti eccedono, gli amministratori zitto tu e zitto io scaricano l’acqua nel fiume e buonanotte. Ma questa pratica a lungo andare non regge perché – sempre per il principio dei liquidi che camminano e si infiltrano- anche i pozzi da cui tiriamo su l’acqua a lungo andare perdono la loro immacolatezza. Ed infatti all’impianto San Leonardo da mesi gli operai hanno l’ordine dagli analisti chimici di immettere  biossido di cloro a manetta. Alcune domande. Come mai oggi 24 maggio il comune ha deciso di riaprire la Misericordia? Forse perché l’acqua inizia a scarseggiare al centro storico di Ragusa superiore e ad Ibla? Forse per far trascorrere una festa serena in occasione di San Giorgio senza dar problemi ai ristoratori ed ai locali? Benissimo, giustissimo. Ma il problema è veramente superato? Le sorgenti che si inquinano non rappresentano un fatto occasionale, accade costantemente e chiudere la sorgente è un rimedio ripetitivo non risolutivo. Andiamo ai cinquestelle. La trasparenza nella vita amministrativa vale anche per le acque? Essendo stati eletti, i cinquestelle, dopo un’estate terribile, quella del 2013,  non si ha memoria di quel patto ambientalista stretto con i cittadini ragusani che contemplava non solo l’abbondanza di acqua, ma la soluzione complessiva di una gestione che non era più soddisfacente, né rassicurante dal punto di vista della salute umana? Qual è il motivo per cui in una situazione delicata che si protrae da tempo non c’è – e i cinquestelle di pubblicità e propaganda se ne intendono eccome – traccia di confronto, convegno, dibattito, tavolo? “Aumma, aumma a sigaretta in bocca…” quant’è carino Corallo Salvatore, animo conservatore, rudezza inglese, fiuto per gli affari… Parla poco e niente, al popolo… ma con i costruttori è un bijou! Che c’entrano i costruttori con l’acqua?-si dirà. E invece c’entrano. Nel 2015 fu deliberato una nuova norma al regolamento edilizio per imporre accorgimenti contemporanei nelle nuove abitazioni per razionalizzare le risorse idriche e per riusare le acque refluee. Fu una norma fortemente voluta da Giovanni Iacono ed obbligatoriamente doveva essere inserita nelle nuove concessioni edilizie a venire. Ebbene, i tecnici del settore urbanistica, sempre retto da Corallo, sono in ambasce perché – guarda un po’ – si scordarono di inserire questa novità diventata legge nelle concessioni approvate negli ultimi due anni. Distrazione a catena, senza soluzione di continuità, per tutte le concessioni. I poveri costruttori che non hanno voglia di spendere soldini per vendere case adatte al futuro ora sbraitano e pretendono che qualcosa si cambi. Basta riavvolgere la pellicola, imbastire una variante… Sarebbe il colmo. Chi perde la faccia? Chi perde la speranza? Serve l’antico motto: Acqua ri ravanti e vientu r’arrieri, applicabile per tutte le parti che ormai non si capiscono.

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