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21/06/2018 -

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TRINGALI O CASSI’? LA SCELTA TRA L’UOMO DEBOLE E L’UOMO MITE

Pensiero pesante per chi è di sinistra. Votare il grillino, il virtussino, o astenersi? La terza via apre infinite possibilità di lamento verboso, bavoso, vecchio – lo sapevo, lo dicevo, come ci siamo ridotti, ahi povera Ragusa, si è perso il senso della politica – meglio allora valutare la realtà con cura mettendo sulla bilancia il piccolo Tringali e lo spilungone di Cassì – (il giudizio però non contempla altezza fisica) e misurare la consistenza morale e l’impressione complessiva del loro porgere. Oltre non si può andare. I 5 stelle inghiottiti dalla destra feroce sono indigeribili, e quelli nostrani che abbiamo avuto per 5 anni qui a Ragusa, mai una volta hanno provato a battere la strada della innovazione, piegando invece in un democristianume di sostanza e, riguardo la forma, in una arroganza e maleducazione che tranciava sul nascere ogni richiesta, ogni dubbio, ogni confronto. In effetti Tringali è stato sempre più garbato e ruffiano. Le frequentazioni giovanili nei partiti di massa, dai Ds a Forza Italia, unite allo stile da commerciante, gli hanno donato maggiore morbidezza che gli è servita anche nel  Movimento dove è stato scelto alla fine solo e soltanto per la sua natura poco irritante, non disturbante. Tringali insomma si è fatto strada in quell’ambiente non certo per le capacità intellettuali, o per fervore rivoluzionario, bensì per un ottimo livello di adattamento alla struttura. Un uomo spalmabile come la nutella e il philadelphia, che già era bello contento e soddisfatto quando poteva indossare la fascia tricolore che gli riempiva il corpo ed accendeva la fantasia. Ci è diventato a poco a poco, sindaco, Tringali, mentre il suo movimento spariva, mentre Piccitto – consapevole del fallimento di un progetto – si rifugiava in un furore intimo, mentre i consiglieri comunali chiedevano inascoltati la testa di Stefano Martorana, mentre l’entusiasmo si era trasformato in odio interno, lui, piccolo ma tenace, aveva compreso che il nulla premia. Non esiste più un pensiero cinquestelle che sia politico qui a Ragusa. Tutto il male del passato si è consolidato. I costruttori che contano stanno con i 5 stelle, i vincitori di appalto dell’epoca Dipasquale si sono rafforzati, quel che un tempo era inquietante sistema affaristico e paramafioso si è normalizzato. Una rivoluzione vera quella dei 5 stelle. Quello che era brutto e sporco, ora è pulito. Tringali è realmente la postpolitica. Per amministrare basta essere inclini alla debolezza e far fare senza intralci, così come vogliono i tempi, le mode, le poche menti attive. Tringali non è un inganno è solo un sipario oleografico. Poi c’è Cassì. Un uomo assai sagace e meravigliosamente pettegolo della nostra piccola città con malizia ha esclamato: “chi scegliere fra il nulla conclamato e il nulla blasonato?” Peppe Cassì anche lui è un senza partito, e quei 4 fascisti di Fratelli d’Italia per fortuna non avrebbero in nessun caso un consigliere comunale. Elemento assai confortante e non trascurabile per quelle anime moderate e caste che scegliessero di votarlo. L’unica cosa veramente incomprensibile di questa candidatura è come mai essendoci già un fior di candidato come Maurizio Tumino i conservatori abbiano sentito il bisogno di competere con un  altro uomo. Evidentemente non tutti i conservatori sfoggiano identiche qualità così come non tutti i progressisti godono delle medesime simpatie. Infatti Cassì ha sbaragliato, e Massari ha superato Calabrese. Ciò comprova che in questa orribile elezione diretta dei sindaci che trasforma il confronto in gara sportiva, il fattore umano ed empatico è importantissimo, ed è per questo che occorre misurare il peso molteplice dei due ballottanti essendo ormai evaporata la frazione partitica. Cassì ha dalla sua una affascinante mitezza e non vanta apparati. Si dirà che ha avuto dalla sua Ciccio Barone, indelebile emblema di Forza Italia, ma Cassì non lo ha messo in squadra e, se proprio dobbiamo essere sinceri, il principale erede – per amabilità, capacità di contatti, intraprendenza varia, tutte maniere che hanno fatto di Barone un esempio di virtù berlusconiane – è proprio Tringali che è una reincarnazione di Ciccio Barone. Cassì però non ha i costruttori al suo fianco ed ha invece Iacono che nella sconcertante giravolta da sinistra a destra si spera non abbia dimenticato almeno un valore dirimente ossia chi sono i nemici della comunità. Cassì ha un procedere elegante e parla un bell’italiano denso, corretto, piano, riconoscibile. E’ assai confortante la possibilità di incontrare un sindaco ed essere ascoltati e capiti, ed ottenere risposte invece che pacche e promesse da commessi viaggiatori. I 5 stelle di norma, a parte rarissime eccezioni, odiano l’italiano poiché è la lingua del pensiero complesso e profondo e loro non ammettono profondità. Cassì non ha mai amministrato e comunque la pratica forense è forse maggiormente valevole rispetto all’automatismo meccanico di un brillante fotocopiatore. Che brutto non avere un bravo compagno a cui dare il voto! Chiudere gli occhi e colpire e segnare a casaccio è veramente da disperati. Affidarsi… a cosa? Al cuore, all’istinto, alla simpatia, all’ispirazione del momento, all’aria che tira? No quella no. Tira un’aria rivoltante. Fatta di volgare propaganda, di offensiva semplificazione che offende memoria e storia. Proprio in questi ultime ore di campagna elettorale con l’arrivo di una Ministra a favore del candidato 5 stelle, Tringali ha dichiarato tutto contento che questo ministero per il sud prima non c’era. Cadono le braccia. Cambiava la dicitura, si chiamava ministero per il mezzogiorno. Hanno occupato quel dicastero gente del calibro di Taviani, Signorile, Donat Cattin, Pastore, Mancini, De Mita, Capria…. Una preghiera, per chi vince. Basta banalizzazioni. Ed ora scegliamo. La visione è spietata: votiamo e giudichiamo tutto, con un pizzico di compassione per loro e per noi.

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