14-05-2024
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Archivio della categoria: Politica

RAGUSA, UN CAPOLUOGO CON UNA STAZIONE FS FANTASMA E BLINDATA

stazione ferroviaria ragusa

Nella storia dello smantellamento della stazione ferroviaria di Ragusa va aggiunta un’altra data miliare. E’ quella di un giorno imprecisato di gennaio 2013, quando la direzione regionale Fs ha fatto blindare le porte delle sale di attesa. A fare l’amara scoperta sono stati nella notte di questa “storica” giornata i barboni, che regolarmente utilizzavano la sala d’attesa della stazione Fs di Ragusa, come dormitorio notturno. A mezzanotte e mezza della stessa giornata anche i viaggiatori, che arrivano in stazione con l’unico treno in parte collegato con il “continente”, hanno dovuto prendere atto che da adesso in poi, a Ragusa, i pendolari devono aspettare le coincidenze con gli altri treni al freddo. Gli utenti si sono lamentati. Ma da parte della Fs non si torna indietro. Il motivo ufficiale per cui le sale di attesa sono state chiuse è appunto quello di evitare che di notte si trasformino in rifugi di senza dimora. Lo stesso motivo per cui qualche giorno fa, sempre la direzione regionale, ha fatto murare i locali nei quali erano situati degli impianti tecnologici. Se il decoro alla stazione di Ragusa è assicurato, dato che nessun senzatetto può più entrare, non si può dire lo stesso per la tutela della comodità degli utenti delle ferrovie. Adesso Ragusa ha una stazione blindata e fantasma.

 

AGUA VIVA

ragusa veduta2Ci vorrebbe l’estro dell’assessore regionale Zichichi che – non dimentichiamoci – è cittadino onorario di Ragusa, per cavare un po’di entusiasmo dall’avvilimento di questi tempi. Potrebbe raccontarci che l’acqua inquinata ci fa bene perché l’ammoniaca è composta da idrogeno e azoto che scekerati a dovere fanno l’atomica, e quindi potremmo sbattercene del Muos – superato -. Senza dire che sparando ai fratelli musulmani un po’ di urina di vacca ragusana – sì, niente di paranormale, è semplice pipì quella che si è infiltrata nei nostri pozzi – si metterebbero in fuga le teste calde della quarta sponda evitando l’avanzata islamica nel Mediterraneo. Ci siamo vicini: questa è scienza. In linea con la demenzialità al potere anche al comune di Ragusa si danno da fare per affrontare l’emergenza idrica. La signora commissaria, degnissimo prolungamento dell’onorevole trombetta, anzi megafono, ha chiamato a palazzo l’uomo del monte: il consulente delle acque dell’ex sindaco, Paolo Roccuzzo, farmacista, per la serie con Aspro tutto passa. C’è anche la cura alternativa, galenica, miscelata dal farmacista nel retrobottega: bicarbonato di sodio, acido tartarico, acido malico, tutto in bustina, e via con l’effervescenza: spunta l’idrolitina e il piscio annega nelle bollicine. La natura prima o poi chiede il conto e a Ragusa è suonato il gong. Chi si doveva chiedere come mantenere l’armonia tra i 120 mila abitanti – fra Ragusa e Modica – e i 75 mila capi di bestiame che vivono in questo piccolo territorio? O gli mettevamo il tappo negli orifizi o si meditava sulla zootecnia intensiva e il rapporto altopiano-uomo. Hanno preferito lavorare d’affare, di inganno e di illusione: agricoltura di “qualità”, turismo di eccellenza (peccato poi che gli alberghi abbiano gli sbocchi delle fogne a mare), artigianato tutto proiettato nella dimensione del sogno brianzolo rivelatosi un imminente fallimento. Appena è spuntata una prudente e dovuta riflessione pianificatoria, il piano paesaggistico, sono diventati – i politici dello sviluppo – isterici come le scimmie. Per capire che l’equilibrio tra città e campagna si è rotto, basta andare in Via Rumor a Ragusa. Si è colti da terrore e impotenza. E’lo sterminio del suolo, non è urbanizzazione. I corpi morti non si dilatano; se la città è morente la rianimazione deve avvenire nel cuore malato: non c’è respirazione extracorporea che regga. La cementificazione della periferia non è una dilatazione urbana, è un ammasso rurale di lusso, e la civiltà rurale è chiusa, sospettosa, refrattaria allo scambio di esperienze, insomma non è città. Dovevamo stringerci nella città, affastellarci ulteriormente, vivere dentro una conca urbana dove la differenza e il rispetto con la contigua campagna sono netti. L’intramontabilità di realtà urbane toscane o umbre, ancora ricche, ancora valide, è la linea esatta del fuori porta. Cosa rimane di Ragusa oltre la sua morte certificata dall’assenza di acqua? Ci saranno le inchieste, si scoprirà con ritardo che per due anni Nello Dipasquale se n’è strafottuto, e che nessuno ha voluto disturbare i massari per controllare le vasche e i letamai. Sappiamo di un controllo – c’era l’ex sindaco, ora onorevole, al comando – in una azienda “sospetta” per verificare la tenuta di un letamaio attraverso dei traccianti che colorano l’acqua. Arrivano i comunali, i vigili, i tecnici. Il massaro, furbo, chiede una firma da parte del Comune “nel caso di problemi” prima di autorizzare la prova. Panico, telefonate a Palazzo, imbarazzo, finisce che quelli del Comune se ne vanno e non si fa nulla. Dopo due anni era prevedibile che l’Irminio dove le schifezze delle sorgenti venivano scaricate non contenesse più l’inquinamento e così i pozzi sono saltati. Quale sarà la reazione dopo la consapevolezza di essere stati annientati dall’ignoranza, dal brodo di coltura delle cricche e degli interessi privati, che ci ha trasformato in un gioiello di piccola organizzazione sociale paramafiosa? Di certo il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle avrà una marcia in più degli altri, alimenterà e catturerà la rabbia e, sicuramente, non sarà invischiato in lobby alcuna. L’ambiente comunque sarà al centro della campagna elettorale e i cittadini – elettori – spettri della città morta lo vivranno come l’elemento dirimente di scelta politica e vitale. E’ evidente che in questa ottica posturbana, candidati come Ciccio Barone e Sonia Migliore – i primi che già sappiamo in lizza per non parlare di Giovanni Cosentini, sembrano appartenere alla preistoria, con le loro associazioni, i loro giovani, e il “parco” progetti: chincaglieria da rigattieri, attrezzatura da spettacolo. Concludiamo con l’ultima notizia della città dolente: si sono fregati i mascheroni della fontana di piazza Fonti. Si rubano i pezzi della Ragusa cadente, figlia della Ragusa grande di nuovo: dicono siano stati barbari, dell’est. Avviso ai sopravvissuti, autobotti in arrivo: agua viva.

RAGUSA, INTERVENTO DELL’ITALIA DEI VALORI SULLA SITUAZIONE IDRICA

giovanni-iacono“La Ragusa abbandonata e super commissariata si ritrova da oltre 2 settimane a subire le conseguenze dell’ennesimo inquinamento delle falde acquifere”. Inizia così un comunicato stampa del coordinatore provinciale dell’Italia dei Valori di Ragusa, Giovanni Iacono, che Tele Nova pubblica per intero. “Da oltre 10 giorni interi quartieri sono senza acqua e vivono in condizioni disagiate. E’ inaudito che dopo due anni le sorgenti Oro e Misericordia tornino ad essere inquinate e popolate da ‘salmonelle’ ed è altrettanto vergognoso che stiamo assistendo anche al vanificarsi dell’enorme lavoro di ripopolamento della trota macrostigma e alla moria della pregevole fauna ittica lungo il fiume Irminio. La Provincia Regionale di Ragusa e quindi i Cittadini Ragusani hanno speso centinaia di migliaia di euro in tutti questi anni per un ripopolamento che oggi viene distrutto. I Cittadini hanno il diritto e il dovere di richiedere i danni a chi ha provocato tutto questo. I Cittadini hanno il diritto e il dovere di sapere se quando esce qualche goccia d’acqua dal proprio rubinetto sia acqua potabile o no e bisogna fare chiarezza sui tanti casi di persone che segnalano malesseri intestinali. Perchè già 2 anni fa, da parte dell’amministrazione che è scappata, non si posero in atto le condizioni per impedire che le falde fossero di nuovo inquinate? Perchè l’attuale commissario non attiva subito una campagna di informazione ai cittadini sulle reali condizioni dell’acqua? Perchè il Comune non garantisce il quotidiano afflusso di acqua per buona parte della Città di Ragusa? Ritengo che i Cittadini costretti da giorni anche a non potersi lavare debbano associarsi per citare in danno gli amministratori che hanno permesso o prodotto il verificarsi di atti così gravi e dannosi e il gruppo di IdV penso si debba fare promotore di una civile ma determinata reazione in tal senso!”. Giovanni Iacono, coord. prov. Italia dei Valori Ragusa

BEPPE GRILLO E LO TSUNAMI TOUR

movimento5stelleBeppe Grillo arriva in Sicilia a 4 settimane dalle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013. Come prima tappa siciliana della campagna elettorale è stata scelta Ragusa. Beppe Grillo visiterà alle 16,30 la nuova sede del Movimento 5 Stelle Ragusa in viale Tenente Lena 3, inaugurata sabato 26. Da qui, Grillo e tutti coloro che volessero partecipare daranno avvio ad una passeggiata lungo via Roma per poi arrivare in piazza San Giovanni per l’incontro con i cittadini. Durante l’evento, che si terrà mercoledì 30 gennaio alle ore 17, verranno presentati i candidati prescelti per la Circoscrizione Sicilia 2 (cioè la Sicilia Orientale), Marialucia Lorefice e Filippo D’Amico attivisti della provincia di Ragusa.

RAGUSA, NASCE “PARTECIPIAMO”

mani alzateLunedì 21 gennaio si è costituita a Ragusa l’associazione politico culturale “Partecipiamo”, “libera associazione di donne e uomini – si legge nel comunicato di presentazione che vogliono contribuire all’unità e al rinnovamento della comunità nella quale operano per trasformare radicalmente metodi ed obiettivi della politica. Nel corso della riunione sono stati nominati il presidente e il portavoce dell’associazione e il Consiglio Direttivo. L’assemblea dei soci ha deciso, all’unanimità, di nominare come presidente Marcella Scrofani, avvocato, e come portavoce Maria Camillieri, dipendente del settore privato.

Lista Rivoluzione civile

rivoluzione civileSabato 26 gennaio alle ore 11, presso il centro studi Feliciano Rossitto (Ragusa- via Ducezio 13) presentazione dei programmi e dei candidati della lista Rivoluzione Civile. Parteciperanno: Anna Falcone, Orazio Licandro e Davide Guastella, candidati alla Camera dei Deputati. Interverranno Mimmo Cosentino, responsabile regionale di Rifondazione e Giovanni Iacono di Italia dei Valori.

APERTURA CAMPAGNA ELETTORALE DEL PD ALLA SCUOLA REGIONALE DELLO SPORT

pdVenerdì 25 alle ore 18, presso la Scuola Regionale dello Sport di via Magna Grecia a Ragusa, si aprirà ufficialmente la campagna elettorale del Partito Democratico. Saranno presenti il capolista del Senato Corradino Mineo, la capolista della Sicilia orientale Flavia Piccoli Nardelli e i candidati della provincia di Ragusa: Venerina Padua, Gigi Bellassai, Angela Barone e Gianni Battaglia per il Senato e Giuseppe Roccuzzo per la Camera. La manifestazione si aprirà con il saluto del segretario cittadino Giuseppe Calabrese. I due capilista saranno presenti sabato pomeriggio a iniziative nei comuni di Scicli, Modica, Comiso e Vittoria.

NELLO DIPASQUALE, SCIOGLIEVOLEZZA

nello dipasqualeE’ durata un mese l’avventura palermitana di Territorio. Nato a dicembre, morto a gennaio. Una storia brevissima, corta come il non pensiero del movimento. La grande burla non ha retto l’urto con la realtà e Nello Dipasquale -che di sopravvivenza è maestro- ha liquidato tutto in poche ore. E’ andato con Crocetta – dopo che lo aveva tradito all’indomani dell’elezione per l’ingordigia di farsi il “suo” gruppo nonostante fosse stato eletto nella lista del Presidente – si è arruolato infischiandosene dello sbigottimento che poteva creare nei poveri creduloni che avevano abbracciato ‘sto Territorio confezionato su misura addosso per consentirgli di presentarsi come futuro onorevole schifiato dalla vecchia politica. Cosa è successo a Palermo? Una cosa semplice che purtroppo conferma la “babbania” dei ragusani: si fici canusciri subito, subito, ma lì lo hanno inquadrato e recintato. Prima che lo sfiduciassero ha preferito giocare d’anticipo e ha optato per il rompete le righe. In realtà i suoi quattro deputati non lo reggevano più ed erano già pronti con la valigia in mano e dichiarazioni di fuoco dopo una serie di dissapori e malumori. Crocetta poi, che le situazioni difficili se li sbriga con piglio gelese, aveva già in mano il cartellino di sputtanamento, e si era ampiamente espresso sulla stampa regionale quando il nostro era sparito per settimane. Ha capito che l’aria che tirava non era quella tanto amata dei servi ragusani, e ha cambiato rotta. Salvo Andò, uomo capace, distinto, colto, è rimasto basito – lo ha detto testualmente – dalla scelta di Nello Dipasquale definita “incomprensibile”. Manco una telefonata gli ha fatto all’ex ministro. E pensare che il professore se l’era portato dietro in incontri e conferenze forse per ripulirlo dalla rozzezza strapaesana in cui è avvolto. Potrebbe anche darsi che questo tour di crescita intellettuale gli abbia rotto le balle all’onorevole che è riapparso a Ragusa con i vecchi panni da rais. Davanti a decine di persone al centro studi Feliciano Rossitto è sbottato contro un consigliere comunale del Pd: – Lei non sarà mai alla mia altezza! Se non c’ha potutu Andò a dargli n’affinata, a chi spetterà l’arduo compito di insegnargli, ora che è comunista a tutti gli effetti, che l’umanità è fatta di simili e pari? E’ inutile, la parte del compagno gli viene difficile. Infatti qualche giorno addietro ha impartito alle bassezze di quelli di Territorio la linea per le politiche. Alla Camera votate chi vi pare, al Senato Crocetta – anche perché aveva annunciato che forse in lista ci sarebbe stato lui, Sua Altezza. Giorni orribili; deve puntare tutto sulla velocità, rimarcare la fedeltà al Presidente e sperare che nessuno ricordi la linea di ieri: siamo equidistanti sia dalla destra sia dalla sinistra e sappiamo però che il nostro compito è portare l’autenticità e l’identità di Territorio all’Ars. Com’è finito Territorio? Nel peggiore dei modi, con la diffida. Nello Dipasquale ha dichiarato: “Il Movimento per il Territorio sono io e diffiderò chi intenda usarne il nome”. E’ chiaro che lo scioglimento del gruppo non è stato per niente pacifico, e che l’onorevole rais teme qualche fastidiosa conseguenza. Comunque vada, l’immagine se l’è bella e fottuta in tre mesi. Che gli importa? Lui è magliaro dentro, sa sempre come vendere ogni tipo di merce. Ora, fra l’altro, è avvantaggiato: c’ha il megafono. P.S.: Nel frattempo, si è saputo che Nello Dipasquale è stato ufficialmente sfiduciato con una lettera da parte dei deputati di Territorio, on. Alice Anselmo, on. Marcello Greco, on. Salvatore Lo Giudice, on. Gianfranco Vullo.

I DEPUTATI DI TERRITORIO SFIDUCIANO NELLO DIPASQUALE

assemble aregionaleL’accusa è autoritarismo. Questo l’articolo e le dichiarazioni apparsi sul giornale Sicilia Live: “I veleni della composizione delle liste producono da subito i loro effetti. Senza nemmeno dovere aspettare 24 ore, già questa mattina si sono registrate forti scosse di assestamento nello scenario politico regionale. Il caso riguarda il gruppo Territorio, dove si consuma una clamorosa scissione. A fare le valige, infatti, è il leader e capogruppo all’Ars, Nello Dipasquale, già sindaco di Ragusa, che lascia il gruppo, sfiduciato dai suoi compagni di movimento, e trasloca dalle parti della Lista Crocetta (…). La presidenza dell’Ars oggi ha chiesto al gruppo di cambiare denominazione. Ma gli altri deputati del gruppo, Alice Anselmo (vicecapogruppo), Marcello Greco, Salvatore Lo Giudice e Gianfranco Vullo rendono noto di avere inviato ieri una lettera di sfiducia a Dipasquale. “La vita del gruppo da più di un mese è caratterizzata da iniziative personali del capogruppo che non trovano riscontro nella volontà e nei disegni perseguiti dal gruppo – scrivono i deputati -. Il gruppo parlamentare non può muoversi ignorando l’esistenza di un movimento politico mai coinvolto nelle decisioni assunte a nome del gruppo”. Per i deputati “questo modo autoritario offende il metodo democratico e getta pericolose ombre su tutto il movimento ingenerando l’equivoco che lo scopo dell’esistenza del gruppo sia quello di elemosinare una qualche evidenza di governo o di rivendicare spoglie”(…). A scatenare la tensione nel gruppo, la composizione delle liste per le Politiche. A quanto si apprende, una parte del movimento sarebbe stata intenzionata a scendere direttamente in campo, magari aderendo al progetto del Centro democratico di Tabacci, senza però trovare una sponda in Dipasquale. Territorio, insomma, muore ancora in fasce. E bisognerà adesso capire quali saranno le mosse dei quattro superstiti, che comunque rimangono nell’alveo della maggioranza di governo. I quattro potrebbero passare al misto, visto che è improbabile che ottengano una deroga per mantenere in vita il gruppo slegato da partiti nazionali, oppure potrebbero guardarsi attorno per trovare un quinto uomo che aderisca al gruppo. “Passeremo al gruppo misto e con altri costituiremo un nuovo gruppo all’Ars – dice all’Ansa il deputato Marcello Greco -. Noi ribadiamo il sostegno al governo Crocetta. Non ho nulla contro Dipasquale, sono felice che finalmente otterrà quell’assessorato che gli era stato promesso da Crocetta – aggiunge Greco -. Il movimento esce da questa storia con le ossa rotte. Lavoreremo per la formazione di un altro gruppo e speriamo ora di poter fare politica piu serenamente”.

Ragusa, piano particolareggiato tutto da rifare

Un milione di euro e vent’anni di lavoro “buttati”. Se nulla cambierà, davvero il Piano particolareggiato passerà alla storia come uno strumento inutile. E magari col tempo si capirà se nei passaggi dell’iter per l’approvazione definitiva siamo stati commessi errori. Ma per far sì che quel piano, nei fatti “azzoppato” dall’indiscriminato via libero alle costruzioni che hanno saturato le aree finora verdi della città, diventi davvero operativo, si sta muovendo un gruppo “trasversale”. Conferenza stampa, ieri mattina, al “Feliciano Rossitto” con l’onorevole Giorgio Chessari, il “padre” della legge su Ibla. Insieme a lui l’avvocato Gaetano Barone, diversi consiglieri comunali, da Peppe Calabrese del Pd a Titì La Rosa del gruppo di Territorio. E c’era anche l’ex sindaco Nello Dipasquale. Il piano, com’è noto, è stato definitivamente approvato dalla Regione, ma non sono stati presi in considerazioni gli emendamenti apportati dal consiglio comunale. Il problema principale rimane quello dell’impossibilità ad unire insieme due corpi di fabbrica, due casette per intenderci, per realizzare un edificio che risponda alle esigenze di una famiglia. Un piano ingessato che nei fatti non servirebbe a nulla. Che fare allora? La strada apparsa più probabile è quella di un ricorso al Tar per chiedere che le indicazioni chiare del territorio, ossia gli emendamenti del consiglio comunale che prevedeva possibilità di ristrutturazione, rispettose del contesto ma allo stesso tempo tendenti a rendere gli edifici appetibili per chi vuole vivere in centro, vengano “calati” nel piano. Un ricorso che dovrebbe partire dall’ente pubblico, dal Comune, con una chiara indicazione del consiglio comunale, ma supportato anche da tanti cittadini. Per questo l’avvocato Barone si è messo a disposizione per occuparsi delle vicende legali, invitando i colleghi a supportare quei cittadini che volessero unirsi al ricorso. L’altra strada da percorrere, anche se l’una non esclude l’altra, è quella della riformulazione delle norme in materia, quindi con un intervento alla Regione. E’ stato Nello Dipasquale, oggi deputato all’Ars, a proporlo, spiegando che in questo modo si potrebbero inserire i piani di edilizia popolare anche in centro. In sala qualcuno gli ha però ricordato che si potevano fare anche prima, senza bisogno di dare il via libera alla cementificazione di altre aree.

Corso xxxv aprile Ragusa Ibla

Vanessa Ferreri chiede lo stato di calamità

vanessa ferreri newIn riferimento alla grandinata di martedì scorso che ha colpito violentemente il territorio costiero del ragusano, e quello del vittoriese in particolare, Vanessa Ferreri, cittadina eletta all’Ars per il Movimento 5 Stelle, mercoledì 16 ha presentato una mozione scritta (n. 17 Ristoro dei danni all’agricoltura nella zona compresa tra Marina di Acate e Alcerito, Rg) in cui si chiede lo stato di calamità per le zone comprese tra Marina di Acate e le contrade dell’Alcerito. L’intenzione della Ferreri è allertare l’Assemblea sulla grave condizione in cui versa da tempo la serricoltura vittoriese. La mozione verrà esposta dalla stessa Ferreri alla prima seduta utile.

ELETTRODOTTO SICILIA MALTA – LA STRANA OPPOSIZIONE DEL MOVIMENTO TERRITORIO – Legambiente Chiede un comitato di controllo sull’opera

Riceviamo e pubblichiamo:  “Come probabilmente molti altri, anche Legambiente Ragusa è rimasta colpita dalle vive proteste del Movimento Territorio dell’attuale deputato regionale Di Pasquale, contro l’elettrodotto Sicilia Malta. La sorpresa è evidentemente naturale: nella sua lunga vita politica il Di Pasquale non ha certo brillato per attenzione alle problematiche ambientali: anzi. Come non ricordare l’avversione viscerale al Piano Paesaggistico, cioè ad uno strumento fondamentale per difendere il paesaggio e la campagna iblea dalla speculazione edilizia? Oppure l’avversione all’inclusione della vallata dell’Irminio nel parco degli Iblei, compresa la foce che oggi si vorrebbe proteggere dall’elettrodotto? O la cementificazione di contrada Maulli che ha chiuso la Riserva dell’Irminio con un muro di cemento? Senza tralasciare la vicenda dei PEEP che ha cementificato 2 milioni di metri quadrati di territorio agricolo, i deludenti risultati della raccolta differenziata, l’inesistente salvaguardia delle risorse idriche (vedasi inquinamento delle sorgenti di Cava Misericordia). Increduli e preoccupati (un così tanto clamore da persone così provatamente insensibili faceva pensare a chissà quale disastro per il nostro territorio) abbiamo immediatamente consultato il progetto, e la relativa V.I.A. Le linee guida del Ministero dell’Ambiente sugli elettrodotti individuano nel paesaggio, nell’inquinamento elettromagnetico e nei danni agli ecosistemi conseguenti alla fase di cantiere l’eventuale impatto ambientale dell’infrastruttura. Qui la sorpresa è aumentata: l’elettrodotto Sicilia-Malta, dai dati del progetto, dalla Valutazione di Impatto Ambientale e dalle prescrizioni impartite dalla commissione V.I.A. del Ministero dell’Ambiente sembra avere un impatto modesto a terra. Infatti il tratto a terra dell’elettrodotto, dalla stazione elettrica di Ragusa al piazzale accanto al depuratore di Marina di Ragusa risulta interrato (!) utilizzando le strade provinciali (noti ecosistemi di pregio….) senza intaccare la campagna. Quindi l’impatto sul paesaggio è nullo (!). Con l’interramento dei cavi che risultano coibentati ad una profondità di 1,60 metri anche l’inquinamento elettromagnetico è da ritenersi modesto, sicuramente inferiore all’elettrodotto aereo. Questo per quanto riguarda le opere a terra. Ma passiamo al mare: per quanto riguarda i danni agli ecosistemi dovuti alla fase di cantiere solo l’ecosistema marino sembra infatti soggetto a rischio, ma le stringenti prescrizioni, se rispettate, dettate dalla Commissione V.I.A. del Ministero dell’Ambiente fanno ritenere limitati e reversibili gli eventuali danni alle praterie di Posidonia oceanica e di Cymodocea nodosa: il tratto interessato è estremamente limitato (circa 100 m quadrati per la Posidonia e circa 1063 metri quadri per la Cymodocea) ed il cavo, nell’area in cui c’è vegetazione verrà poggiato sul fondo e non interrato. Ovviamente tutto ciò è valido sempre che la direzione lavori e i soggetti istituzionalmente deputati al controllo facciano scrupolosamente il loro lavoro. Probabilmente è questo che desta il maggiore timore al movimento di cui sopra (ed anche nostro): essendo (stati) amministratori e ben conoscendo l’inefficienza dell’Ente pubblico probabilmente già sanno che i controlli sulle opere non saranno adeguati. Chiediamo quindi che si crei un ‘comitato di controllo’ sulle attività, che comprenda anche rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dei pescatori, delle associazioni di pescasportivi e subacquee che affianchino ‘strutturalmente’ gli enti nelle attività ispettive. Quindi anche per quanto riguarda il mare ci chiediamo: alla vegetazione acquatica fa più danno un cavo poggiato sul fondo o un mega porto turistico quale quello di Marina (ed infatti, ci informano i sub, con il porto e l’insabbiamento conseguente, la metà del posidonieto nell’area è scomparso)? Come mai il Di Pasquale ai tempi del porto non ha protestato contro sé stesso? E non ci rammentiamo neanche alcun suo intervento serio contro la pesca a strascico sottocosta, che ara i fondali distruggendo la prateria di Posidonia (gli unici ad intervenire su questo grave problema sono stati gli ambientalisti e la piccola pesca). Alla luce di ciò, se i rischi a mare in qualche modo ci sono, e ribadiamo che i controlli siano il più stringenti possibili, sembra eccessivo l’allarme sul grande impatto ambientale dell’opera lanciato da alcune forze politiche che in passato mai si sono distinte per un atteggiamento a difesa dell’ambiente. Certo si può sempre essere folgorati sulla via di Damasco come San Paolo, ma le conversioni improvvise destano sempre molti sospetti, soprattutto quando a convertirsi all’ambientalismo è l’ex sindaco di Ragusa”.  Legambiente Ragusalegambiente

PROTESTA INDIGENTI – VOGLIAMO IL LAVORO

La protesta degli indigenti continua perché molti di loro non si sentono come ex sussidiati, ma come lavoratori licenziati dal loro datore, in questo caso il Comune di Ragusa. Questa è la motivazione che i manifestanti di piazza Poste stanno spiegando in questi giorni a chi si ferma accanto alla tenda della Protezione Civile, che da 25 giorni è la loro casa e gli chiede: “Perché non ve ne andate a casa?”. “Noi rispondiamo – dicono che gli indigenti – che lottiamo per riavere il nostro lavoro”. La tenda è il luogo simbolo di questa protesta. In molti pensavano che il presidio sarebbe stato sospeso con la pubblicazione del nuovo bando per l’assegnazione dei sussidi, che non prevede prestazioni lavorative ma solo contributi economici per i più bisognosi. Invece, nonostante il bando e quindi la certezza che il Comune il prossimo mese erogherà sussidi sino alla distribuzione di tutte le risorse finanziarie disponibili (che in questa prima fase sono solo 60 mila euro), la protesta prosegue ad oltranza. “Noi chiediamo il lavoro e non il sussidio – spiega Alessio Virzì – e alcuni di noi stanno riflettendo sul da farsi. Io personalmente allo stato attuale, ritengo che non presenterò l’istanza che deve essere inoltrata entro il 31 gennaio, pur potendo rientrare nella graduatoria dato che sono sposato, disoccupato dopo essere stato licenziato e con un figlio minorenne. Ma il punto è proprio questo: non vogliamo l’elemosina chiediamo di riavere il lavoro che facevamo prima”.  Gli indigenti quindi non sono d’accordo con i bandi di lavoro affidati alle cooperative sociali. E per far vedere che fanno sul serio e non hanno intenzione di mollare hanno deciso di chiedere il montaggio di un’altra tenda, quella in cui, di notte, dormiranno anche le donne.Indigenti 2.1.13

Si punta alle primarie per scegliere il sindaco di Acate

I gruppi consiliari ex An, Pd, Rinascimento Acatese e Voce Popolare sostengono che la scelta del candidato a Sindaco del Comune di Acate va fatta coinvolgendo pienamente  l’elettorato passivo, con delle primarie, “che sono diventate uno sdandard per i partiti pluralisti ed a forte caratterizzazione democratica”.acate

SANTA CROCE, RICORSO ELETTORALE IL SINDACO IURATO RESTA IN CARICA

Il Tar di Catania ha respinto il ricorso elettorale presentato dal candidato Giovanni Barone. I giudici della quarta sezione del tribunale amministrativo regionale, relatore Francesco Bruno, presidente Cosimo Di Paola, terzo Pancrazio Savasta, non hanno riscontrato irregolarità tali da sovvertire l’esito elettorale. Il ricorso principale del candidato Barone è stato respinto, dichiarando, altresì, inammissibile il ricorso incidentale del sindaco Franca Iurato. È stato estromesso dal giudizio l’ufficio elettorale centrale, le spese di verificazione dovranno essere sostenute dal Govanni Barone e le spese dei legali, Giovanni Mania difensore di Franca Iurato e Alessia Giorgianni del candidato Giovanni Barone, equamente distribuite tra i due contendenti. Un risultato elettorale, quello dello scorso 8 maggio, che ha sancito la vittoria di Franca Iurato per una manciata di voti: 1225 voti (il 22,99% di preferenze) contro i 1222 di Barone (22,93%). Il Tar di Catania, dopo il ricorso presentato da Barone, ha deciso di procedere al riconteggio di alcune schede contestate previa nomina di un ufficiale verificatore. Ieri la sentenza definitiva. “Il ricorrente aveva il semplice onere di effettuare verifiche e conteggi di tipo aritmetico – si legge nella sentenza del Tar – attraverso l’analisi di verbali già acquisiti, che avrebbero potuto evidenziare se ed in cosa si fosse annidato l’errore o la omissione che lo hanno fatto soccombere nel confronto elettorale. In altre parole, non emergono in questo caso quelle difficoltà di acquisizione di dati ed elementi di valutazione che, invece, connotano le ipotesi in cui si intende contestare la regolarità delle singole manifestazioni di voto allorquando si discute di elementi (le operazioni di spoglio delle singole schede) che non ricadono sotto l’immediata e diretta sfera conoscitiva del ricorrente. L’unico punto in cui il ricorrente manifesta un interesse diretto – spiegano i giudici nella motivazione – riguarda la contestazione dei voti attribuiti e poi corretti mediante l’uso del bianchetto nella sezione numero 2 ai candidati alla carica di sindaco di Santa Croce. In primo luogo, si deve rilevare che l’irregolare attribuzione dei voti si fa discendere dal confronto con un documento informale ed irrituale (i dati diffusi dal comune), che evidentemente non è idoneo a scalfire la forza probatoria privilegiata attribuita ex lege ai verbali”.
franca iurato

Pozzallo, l’ex consigliere Asta si rivolge al Tar

Pino Asta ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale per chiedere l’annullamento delle deliberazioni della civica assise che lo hanno poi portato a decadere dalla carica di consigliere comunale. Asta ha anche chiesto un risarcimento danni pari a 500.000 euro. La giunta municipale ha approvato un atto con il quale si autorizza il sindaco a resistere in giudizio, nominando avvocato per seguire l’iter al Tar di Catania l’avvocato Luigi Piccione del Foro di Modica.
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Mozione in Aula di Assenza: “Dismettere l’Arsea, ente inutile uguale spreco”

“Ottocentomila euro all’anno, dal 2006 a oggi, sperperati per un ente inutile”. È il commento del deputato del Pdl Giorgio Assenza sulla discussione in Aula all’Ars su una sua mozione (altri firmatari i colleghi di gruppo Caputo, Germanà e Fontana) con la quale si chiede la chiusura dell’Arsea. “Stranamente la vicenda sta diventando più articolata di quanto non meriti a causa di una disposizione di Giunta che ha emesso un atto per il reperimento di 90 dipendenti da utilizzare presso questo ente che da 6 anni è semplicemente inattivo, e questo dopo che il presidente Crocetta ne aveva comunque annunciato la chiusura, annoverandola al capitolo sprechi. A oggi – stigmatizza Assenza – l’attività unica dell’Arsea è consistita nel cambio del dirigente generale: da Ugo Maltese, a Claudio Raciti, avvenuto lo scorso giugno”.
giorgio-assenza

NELLO DIPASQUALE E IL VALORE DELLA RINUNCIA

Crocetta l’altro ieri è apparso infastidito e stupito nel dichiarare che da settimane non aveva notizie dell’onorevole Dipasquale: “E’ scomparso, non risponde neanche al telefono, forse è in ferie”. Negli stessi giorni della sparizione, il nostro deputato, annunciava – la stampa nel frattempo aveva sottolineato che almeno i grillini lo stipendio se lo sono tagliato davvero – che da febbraio una parte della sua indennità di carica andrà in beneficenza. Questa doppia meraviglia creatasi in poche ore intorno al personaggio, che da una parte si smaterializza e dall’altra riappare sguainando una furia caritatevole, merita una riflessione sull’interdipendenza dell’ignoranza reciproca che ha fatto la fortuna di Dipasquale, qui a Ragusa, e che però a Palermo non attacca perché il copione risultato valido per le masse ragusane – per ben sei anni – è inutilizzabile con altra platea, ad esempio il Presidente della Regione. L’ex sindaco, ora onorevole, abituato ogni inizio d’anno a trascorrere le sue due – tre settimane in luoghi incantevoli e esotici, non ha messo in conto l’ipotesi che nel nuovo ruolo deputatizio (per di più alla vigilia di una campagna elettorale dove è regola essere sempre presenti nei giochi tattici di posizionamento) qualcuno si accorgesse della prolungata assenza e facesse intuire con un velo di irritata incomprensione, così come ha fatto Crocetta, l’inopportunità della vacanza. Dipasquale è ancorato ad un modello di spazi sociali ermeticamente separati: da una parte lo spazio privilegiato del politico, dall’altro il cittadino passivo che deve essere riempito dalla propaganda. Per questo è un conservatore e lo rimane anche se è saltato dentro l’area dei progressisti. Quando per anni abbiamo sottolineato la smania del sindaco per i viaggi, non lo facevamo ritenendo il gossip sui potenti un diritto – e lo è nella cultura dell’occidente democratico – ma per denunciare l’inganno che Dipasquale alimentava negando il suo stile di vita, a volte assai lussuoso, nettamente in contrasto con l’immagine dell’uomo dedito giorno e notte alla cura della città senza interruzioni, senza necessità pratiche, addirittura senza una normale vita familiare e affettiva. Anche la campagna elettorale che lo ha fatto onorevole si è imperniata su questo messaggio dove ritorna il primo Berlusconi con il dovere di governare, stavolta per salvare Ragusa e la Sicilia. E così, quando il nostro onorevole è partito dopo capodanno per spassarsela chissà dove, dopo essersi intascato lo stipendio di dicembre -10 mila e settecento euro e prossimamente anche quello del mese in corso sempre per intero, tralasciando l’urgenza di salvare Ragusa e l’intera isola, si è sentito in deficit d’immagine in paragone ai grillini che hanno celebrato il restitution day, ed è intervenuto a gamba tesa. Lui, politico nuovo, farà beneficenza; purtroppo il messaggio è scivolato nel ridicolo per la mole di vaghezza e la palese falsità di ciò che ha detto. Dipasquale scrive che darà una parte del suo stipendio in beneficenza, omettendo di riportare quanto ha intascato né quanti euro darà ai poveretti. La vaghezza in effetti ci sta tutta quando si tratta di elemosina (un gesto intimissimo che solo se si è sbruffoni diventa motivo di vanto) però qui se l’azione voleva essere spacciata come scelta politica servivano i numeri, la cifra. Ciò che più sconcerta nell’annuncio di rinuncia è questo passaggio: “ho anche rinunciato all’indennità integrativa di presidente del gruppo parlamentare”. Non è vero perché all’Ars non esiste quella voce, è una bugia; non può rinunciare ad una indennità che non c’è: i soldi sono previsti per il gruppo non per il presidente, e Dipasquale, fra l’altro, il gruppo di Territorio l’ha voluto eccome. Ecco cos’è il gioco maligno della reciproca ignoranza che scatta per incomunicabilità tra le parti. Dipasquale punta sull’inviolabilità del suo compartimento stagno a prova di conoscenza e continua a credere che i cittadini abbiano dei limiti fortissimi nell’appropriarsi delle tante verità a loro nascoste. In questo è conservatore Dipasquale: non ha fiducia nella auspicabile crescita intellettuale delle masse. Quando Crocetta è sbottato contro il nostro deputato che si permette, di questi tempi e ad inizio attività, una lunga vacanza mentre gli occhi di tutta l’Italia sono puntati sulla Sicilia del nuovo presidente e della sua maggioranza che vuole rivoluzionare il sistema, deve essere stato un colpo durissimo per l’Ego del nostro onorevole, tanto che ha cominciato – è tornato da tre giorni – a emettere continui comunicati per dimostrare la solita grinta, il falso movimento. Si è sparato persino un affondo contro il governo che non ha previsto contributi per la manifestazione A tutto volume, continuando nella propaganda, nella ricerca dell’effetto. Questa manifestazione non ha mai avuto un euro dalla Regione e quindi non c’è scandalo alcuno se non risulta inserita nell’elenco dei contributi. La questione, al momento, per la Regione, non è inserire manifestazioni bensì tagliarle. E’ solo un po’ confuso, il nostro onorevole, deve trovare il timbro giusto per trattare i suoi pari che son tutti furbi quanto e più di lui. Riguardo la rinuncia occorre che Dipasquale faccia due calcoli: rinunciare alle vacanze non può, rinunciare alla poltrona nemmeno, rinunciare al popolo credulone è impossibile. C’è comunque il rischio che debba rinunciare al gruppo: si dice che un deputato, Marcello Greco, sia pronto a tornare con Crocetta. Visto che succede se la vacanza non è autorizzata! NELLO E CROCETTA

INDIGENTI, IL COMUNE DI RAGUSA PUBBLICA IL BANDO

E’ stato pubblicato il bando da sessantamila per l’assegnazione di contributi economici a favore di famiglie in situazione di disagio socio-economico. Sono destinatari degli interventi tutti i cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari che abbiano i requisiti e le condizioni indicate nell’art. 4 del bando. Devono essere residenti a Ragusa da almeno due anni, gli stranieri devono avere carta di soggiorno o permesso di soggiorno di durata almeno di un anno. La situazione reddituale, relativa all’anno 2011 e riferita all’intero nucleo familiare, deve essere pari o inferiore a 5.772 euro (equivalente al minimo vitale Inps). Il limite di reddito 5.772 euro include oltre l’Isee anche i redditi esenti Irpef quali: pensioni di invalidità civile, cecità, sordomutismo, indennità d’accompagnamento, pensione sociale o assegno sociale, rendita Inail, borse di studio, pensioni estere e altre entrate a qualsiasi titolo. Ed ancora: i cittadini che sono in possesso di Isee superiore all’importo sopra indicato, possono documentare eventuali variazioni di reddito, per motivi sopraggiunti in data successiva alla redazione della suddetta certificazione (ad esempio licenziamento, riduzione o sospensione temporanea della pensione, variazione del numero dei componenti il nucleo familiare). Inoltre non devono essere beneficiari di altre prestazioni e servizi erogati dall’Ufficio Servizi Sociali. Infine non devono possedere nessun altro immobile se non la casa di residenza. Le istanze ed i documenti da allegare (modello Isee relativo all’anno 2011, fotocopia del documento di riconoscimento in corso di validità, verbale di invalidità rilasciato dalla competente commissione medica che ne attesti il grado, carta di soggiorno o permesso di soggiorno), dovranno essere presentate su apposito modello di domanda prestampato disponibile presso lo sportello di segretariato di piazza San Giovanni entro il 31 gennaio. Sulla base delle istanze verrà poi emanata la graduatoria.
Comune-di-Ragusa

Modica, si dimette il vice sindaco

Il vice sindaco Giorgio Cerruto ha rimesso, giovedì mattina, al sindaco la delega assessoriale. Nella nota di dimissioni si motiva la scelta: “Mi corre il dovere di puntualizzare che l’invito, sostanzialmente condizionante, da Lei posto agli assessori dell’Mpa, partito dal quale sono stato indicato e sostenuto, di dissociarsi dalle posizioni politiche dello stesso, non può essere da me accolto per ovvi motivi di coerenza politica”.
Giorgio_Cerruto

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