19-04-2024
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Archivio della categoria: Sanità

RICOSTRUITO IL VOLTO DI UNA GIOVANE DONNA DOPO UN GRAVE INCIDENTE

E’ ancora ricoverata presso il reparto di chirurgia maxillo-facciale di Ragusa, la giovane donna ragusana vittima di un grave incidente stradale avvenuto, la scorsa domenica, durante un’escursione amatoriale in auto fuoristrada. Dalle testimonianze dei presenti, l’incidente è avvenuto in seguito a ribaltamenti multipli della vettura. La signora, M.F. le iniziali, ha riportato gravi conseguenze con trauma cranico, fratture vertebrali e fracasso facciale con fratture di tutte le ossa del massiccio facciale. Trasportata d’urgenza presso l’Ospedale “Guzzardi” di Vittoria è stata sottoposta alle suture delle ferite e ricoverata presso il reparto di chirurgia generale, dove i medici hanno stabilizzato le condizioni cliniche ed eseguito gli accertamenti per escludere lesioni cerebrali ed agli organi interni. La paziente è stata quindi trasferita nell’unità operativa accreditata di chirurgia maxillo-facciale, presso la Clinica del Mediterraneo di Ragusa, dove il dott. Corrado Toro insieme alla dottoressa Carnazza ed al resto dell’equipe di specialisti hanno sottoposto la paziente ad un complesso intervento per la ricostruzione del volto. Il dott. Toro, responsabile dell’unità di chirurgia maxillo-facciale ha spiegato il delicato intervento: “Il fracasso facciale è una grave condizione in cui, tutte le ossa del massiccio facciale, tra cui la mandibola, la mascella superiore e le orbite oculari, vengono fratturate in multiple piccole parti. Si tratta di ricostruire un puzzle di ossa che contengono delicate strutture di senso (come i nervi e gli occhi), che servono alle funzioni della masticazione, della respirazione, della fonazione e della deglutizione e che determinano le forme e quindi l’aspetto del volto umano”. Riguardo la giovane ragusana operata in seguito all’incidente, la direzione sanitaria della Clinica del Mediterraneo, ha comunicato che gode di ottime condizioni post-operatorie e che a giorni sarà dimessa. A poco più di un anno dal decreto dell’Assessorato regionale alla Salute che ha istituito a Ragusa l’unità operativa di chirurgia maxillo-facciale presso la Clinica del Mediterraneo, sono stati trattati chirurgicamente circa 40 casi di fratture facciali avvenuti per cause incidentali o per aggressioni.

Divieto di balneazione in due tratti di mare sciclitano

Il Commissario straordinario del Comune di Scicli, Margherita Rizza, ha emanato una ordinanza in cui vieta la balneazione in due tratti di mare sciclitano. Il primo, per una estensione di 550 metri, in corrispondenza del porto di Donnalucata, per consentire l’alaggio dei natanti. Il 2°, per un’estensione di 1100 metri, lungo la macchia foresta del Fiume Irminio, per preservare l’oasi.

IL MANAGER GILOTTA PARLERA’ DEGLI OSPEDALI DOPO LE ELEZIONI

Dopo le tante richieste – ritenute tra l’altro poco garbate da parte del direttore Asp Ettore Gilotta – per la convocazione di tavoli tecnici sull’assetto organizzativo dei vari presidi provinciali, il manager dell’azienda sanitaria spiega di ritenere “poco opportuna qualsiasi convocazione di tavoli tecnici riguardanti i vari nosocomi ricadenti nella sfera di competenza dell’Asp poiché stiamo entrando nel vivo del periodo elettorale per le elezioni amministrative del 6/7 maggio prossimi, e con grande senso di opportunità e responsabilità riteniamo – scrive Gilotta – che qualsiasi iniziativa riguardante uno qualsiasi degli ospedali provinciali potrebbe essere utilizzata come terreno di scontro elettorale. Chiediamo pertanto ad amministratori locali, parlamentari e rappresentanti dei vari comitati cittadini di concordare sulla necessità di rimandare qualsiasi incontro a dopo tale scadenza”.

NATI X CRESCERE

Si è costituita, il primo marzo scorso, a Comiso “Nati x crescere” associazione di genitori con sede presso il reparto di neonatologia dell’Ospedale Arezzo di Ibla. Nasce come Onlus che, ispirandosi alla convenzione internazionale dei diritti dei minori, si propone di collaborare con le unità di neonatologia e terapia intensiva delle locali aziende sanitarie e con enti pubblici e privati, affinché il neonato di oggi, giovane e adulto di domani, sia difeso e salvaguardato, fin dal concepimento, nel suo diritto alla salute fisica e psichica. Pensata da un gruppo di genitori che hanno vissuto l’esperienza della malattia dei loro figli nati prematuri, o con patologia alla nascita (anche se a termine), è stata accolta con entusiasmo da medici ed operatori che da anni nelle unità ospedaliere si confrontano con le difficoltà e i limiti di un sistema sanitario troppo spesso inadeguato a fronteggiare la complessità sanitaria e sociale. L’Associazione intende sostenere attività di organizzazione volontarie e un dialogo sempre più attento alle problematiche neonatali, prime fra tutte quelle legate alla prematurità e al trattamento precoce delle eventuali patologie. Particolare attenzione sarà rivolta poi a fornire sostegno psicologico qualificato ai genitori dei bambini con difficoltà.

La ragazza, in stato vegetativo, da due settimane è alla Suap Il padre di Sara ringrazia l’Asp

Sara Di Natale è una giovane che da cinque anni vive in stato vegetativo dopo aver ingerito una polpetta “farcita” di solfiti, sostante dannose per l’organismo. La sua storia è stata portata alla luce dal papà Luciano che, qualche anno, si batte per ottenere diritti per questi cittadini spesso “invisibili”. Raccolte di firme, interventi sulla stampa ed ogni utile iniziativa per riportare l’attenzione sull’assistenza che si deve a queste persone. A luglio è stata attivata la Suap, la speciale unità assistenziale permanente, in piazza Igea, con sei posti letto, anche se a breve dovrebbero essere aggiunti altri. “Ho ricoverato Sara alla Suap 15 giorni fa – racconta Luciano – perché, dopo più di cinque anni di permanenza a casa, io e mia moglie avevamo bisogno di un periodo di riposo (soprattutto di poter dormire la notte senza doverci alzare per assisterla). Abbiamo avuto delle titubanze prima di ricoverarla, ma adesso che lo abbiamo fatto siamo veramente contenti perché abbiamo avuto la sorpresa di trovare un reparto ben organizzato, con personale motivato e dotato di grande umanità. Sono sei i pazienti attualmente ricoverati. Sono – spiega Di Natale – pazienti in stato vegetativo che hanno avuto un grave insulto al sistema nervoso centrale ed hanno bisogno di un elevato impegno umano ed assistenziale. Per mobilizzare mia figlia, cioè alzarla dal letto, vestirla e metterla in carrozzella, ogni mattina un infermiere e due operatori socio sanitari impiegano una buona mezzora ed eseguono tale lavoro con dedizione e passione. Loro – continua la lettera – hanno capito che se prendi una persona e quando la lavi e la vesti non la tratti come un oggetto ma l’accarezzi, le parli e la stimoli allora le invii dei messaggi che vengono recepiti dal suo sistema nervoso. E se qualcuno di questi pazienti riprende coscienza è dovuto anche all’atto terapeutico e riabilitativo, ovvero al modo con cui vengono seguiti e curati. Una società civile che si definisca tale, e quella ragusana sicuramente lo è, deve sapere trovare le risorse per dare assistenza alle persone in stato vegetativo. La Suap di Piazza Igea – conclude – è sulla buona strada per dare un sostegno concreto alle famiglie”.

L’UGL INCONTRA LA DIREZIONE DELL’ASP 7

I responsabili dell’Ugl hanno avuto un incontro con la direzione dell’Azienda Sanitaria di Ragusa. Sono stati affrontati due problemi di grande rilievo del Comparto Sanità, ed in particolare la necessità di consolidare l’orario di lavoro degli attuali autisti assunti con contratto part time di 18 ore settimanali che, in atto, svolgono almeno altre 12 ore settimanali in più rispetto a quelle previste contrattualmente. Tutto ciò per far fronte ad acclarate esigenze di servizio riconducibili alla carenza di autisti. La rivendicazione avanzata dalla Ugl, come consolidamento delle ore in sovrappiù è, per altro, prevista dal contratto. La Direzione dell’Asp si è riservata di affrontare tale questione, anche perché gli ausiliari si trovano nella stessa condizione, ed a breve comunicherà all’Ugl la decisione assunta. Altro tema, affrontato nel corso dell’incontro è stato quello del Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Vittoria, i cui Dirigenti medici, 4 unità, devono far fronte alla grossa mole di lavoro che non consente loro il regolare riposo psico-fisico, “sottoponendosi a turni di reperibilità al limite dello stress”. L’impegno della direzione dell’Asp sarà quello di porre particolare attenzione a quanto evidenziato, anche se l’attuale pianta organica non dà possibilità di incrementare altre unità.

Convegno sulle malattie infettive

Il reparto Malattie infettive dell’ospedale civile di Ragusa, diretto dal dott. Nunzio Storaci, organizza per il 22 marzo, alle 9, a villa Di Pasquale, a Ragusa, il secondo congresso dal tema “Le infezioni difficili”. I lavori intendono tracciare le linee ed i percorsi diagnostici-terapeutici nelle infezioni più complesse quali osteomieliti, endocarditi, sepsi. Si parlerà inoltre dei microrganismi e delle resistenze agli antibiotici.

Ambulatori per immigrati Il sindaco di Vittoria chiede il ripristino

Il sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, ha inviato un’altra lettera al direttore generale dell’Asp di Ragusa, Ettore Gilotta, per chiedere la riapertura dell’ambulatorio per immigrati. “Dal marzo 2005 al 31 dicembre l’ambulatorio ha effettuato 32.468 visite solo a Vittoria, mentre sono state oltre 60.000 le visite eseguite nei cinque ambulatori della provincia Vittoria, Santa Croce, Scicli, – scrive l’amministratore comunale di Vittoria – Ispica e Acate”. Il sindaco ha sottolineato, ancora una volta, i disagi provocati dalla soppressione del servizio (primo fra tutti, il sovraccarico di lavoro al Pronto Soccorso dell’Ospedale Guzzardi) ed ha sollecitato il ripristino dell’ambulatorio “per garantire un adeguato livello di prestazioni sanitarie anche alla popolazione immigrata, in applicazione dei principi di eguaglianza e di diritto alla salute per tutti”.

 

PRECARI ASP, VERTENZA AL PALO

Il modo in cui l’Azienda sanitaria provinciale si è procurata negli ultimi tempi il personale, tramite la procedura dell’esternalizzazione dei servizi, è oggetto di una denuncia inoltrata dal sindacato Cgil all’Ispettorato provinciale per il Lavoro. Sul caso è stata aperta un’inchiesta che è ancora in corso. Questa denuncia è strettamente collegata alla vertenza del precariato Asp della provincia di Ragusa, dato che quasi 300 lavoratori hanno perso il lavoro da quando sono stati sostituiti da personale esterno. La vertenza dei precari da tempo è completamente bloccata. “Il passaggio dei lavoratori precari Asp alla Multiservizi sembra di colpo arenato – sottolinea il responsabile del dipartimento Sanità Cgil, Angelo Tabbì – senza alcuna spiegazione, se non le evidenti iniziative dell’Asp a non voler mantenere gli impegni presi prima nel tavolo della Presidenza regionale e poi con la task force regionale”. L’accordo che prevedeva la confluenza di tutti i precari dell’Asp provinciale alla Multiservizi regionale (che poi avrebbe dovuto sottoscrivere la convenzione con l’Azienda sanitaria), era stato stabilito e condiviso da tutte le parti il 20 maggio del 2011. A quell’incontro era presente il presidente della Regione, l’assessore alla Salute, il direttore generale dell’Asp di Ragusa, la Fp Cgil iblea e i rappresentanti dei lavoratori precari. Da quasi due mesi i sindacati hanno richiesto un incontro alla Regione, mai ottenuto, al quale avrebbero dovuto partecipare, oltre al Governo isolano, la Multiservizi e la direzione dell’Azienda sanitaria. “Oggi i circa trecento lavoratori precari, che da anni lavorano con l’Asp, si vedono sottrarre il lavoro da appalti ed esternalizzazioni – afferma Tabbì – e se non si interviene velocemente, rimarranno senza alcuno spiraglio occupazionale e tanto meno, senza una copertura sociale, quale è l’indennizzo della disoccupazione: sono trecento uomini e donne con le loro famiglie che sono ridotti in miseria”. In una nota Tabbì sottolinea come l’assenza dei precari fra il personale dell’Asp non comporta un risparmio, bensì un aumento della spesa pubblica, dato che appalti e esternalizzazioni costano di più.

UN SIT IN PER L’OSPEDALE DI COMISO

Rinviata alla prossima settimana ogni decisione in merito alle ulteriori azioni di difesa in favore dell’Ospedale Regina Margherita di Comiso. Dopo il sit in di protesta, lunedì, a Ragusa presso la sede dell’Asp, si attendono le decisioni della direzione generale sugli impegni assunti in merito alla piena funzionalità della struttura ospedaliera casmenea. Assente per motivi di salute il direttore generale dell’Asp Ragusa Ettore Gilotta, la delegazione dei manifestanti, costituita dal sindaco Giuseppe Alfano, dai deputati regionali Innocenzo Leontini, Giuseppe Digiacomo, Roberto Ammatuna e Orazio Ragusa, e dai rappresentanti del Comitato cittadino spontaneo a difesa dell’ospedale, è stata ricevuta dal dottor Granata e dalla dottoressa Sigona. Ai dirigenti sono stati richieste risposte precise da parte dell’Asp Ragusa sui tempi della nomina dei nuovi primari dei reparti di Chirurgia e Medicina presso il “Regina Margherita” – o almeno dei facenti funzioni – e, altresì, tempi certi sulla riconsegna dei locali in fase di ristrutturazione degli stessi reparti. Inoltre, si è richiesta chiarezza in merito al nuovo sistema operativo anche telematico e informatico dei reparti di Laboratorio Analisi e Radiologia ai quali si chiede una operatività H24. Nessun passo indietro in merito alla richiesta di garanzia circa l’operatività del Pronto Soccorso del “Regina Margherita”, compresa la dotazione di ambulanza con medico a bordo, finora annunciata ma non realizzata e sulla risistemazione delle unità semplici di Otorinolaringoiatria e Urologia, con l’assegnazione di posti letto ordinari a quest’ultima unità. E ancora, è stata sollecitata l’attivazione della mammografia digitale, la cui strumentazione è stata consegnata ma non è funzionante. E’ stato inoltre richiesta la dotazione della Tac.

Utilizzo del mezzo proprio del personale all’Asp 7: le contestazioni di Tabbì

ll responsabile provinciale dipartimento Sanità della Funzione pubblica Cgil di Ragusa, Angelo Tabbì, ha inviato una nota al direttore generale dell’Asp 7 di Ragusa Ettore Gilotta e al Prefetto di Ragusa con la quale contesta le disposizioni di servizio sull’utilizzo del mezzo proprio del personale comandato in servizio esterno e del correlato rimborso delle spese inerenti. “L’utilizzo del mezzo proprio da parte del dipendente per lo svolgimento di attività d’istituto legate alla necessità di assicurare i servizi, in un territorio come quello della provincia di Ragusa fortemente caratterizzato da linee di servizio pubblico frammentate e pressoché inesistenti, risponda, – scrive Tabbì – in linea con quanto argomentato dalla suprema Magistratura Contabile nella delibera del febbraio del 2011, ad esigenze funzionali dell’organizzazione del servizio ed abbia finalità proprie dell’amministrazione non conseguibili o più difficilmente conseguibili con diverse modalità organizzative”. Tabbì chiede che anche in favore dei dipendenti che non svolgono compiti legati a funzioni ispettive, di verifica e controllo, e nei casi di necessario utilizzo del mezzo proprio per lo svolgimento dei servizi comandati, venga riconosciuto il ristoro pari a 1/5 del prezzo del carburante”.

TICKET SANITARIO, LA REGIONE E’ PRONTA A MODIFICARE LA NORMA

“La legge regionale che ha modificato il sistema di esenzione è assolutamente in linea con quella nazionale. Condivido le perplessità che sono pervenute da più parti, ma ribadisco che non avevamo altra scelta, bisognava recepire la norma nazionale, altrimenti la Sicilia avrebbe perso quasi cento milioni di euro”. A dirlo è l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, che apre in tal modo al dialogo per un’eventuale modifica della normativa in materia di ticket sanitario. “Ho già dato la piena disponibilità in commissione sanità all’Ars ha detto ancora l’assessore Russo – per discutere eventuali modifiche e in ogni caso anche a livello nazionale, con il fondamentale apporto del ministro per la Salute Balduzzi, si sta valutando la possibilità di modificare alcuni punti della normativa”.

I precari dell’Asp contro le esternalizzazioni

Continua la raccolta di firme contro l’esternalizzazione dei servizi sanitari pubblici. Martedì mattina i precari dell’Azienda sanitaria provinciale, protagonisti di questa ennesima azione di lotta nei confronti delle scelte adottate dalla direzione aziendale dell’Asp iblea, hanno presidiato per alcune ore i due ospedali del capoluogo, il Civile e il Paternò Arezzo. “La nostra presenza è finalizzata innanzitutto a sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che sta accadendo nei nostri ospedali – spiega una precaria – dove molti servizi si stanno esternalizzando, qualcosa che si rifletterà negativamente sulle tasche di tutti i cittadini”. La raccolta è partita lunedì con un primo presidio attivato davanti l’ospedale Guzzardi di Vittoria: in una mattinata sono state fatte 600 sottoscrizioni. Mercoledì i precari si sposteranno all’ospedale Maggiore di Modica, giovedì al Busacca di Scicli e infine la settimana di presidi si concluderà venerdì prossimo, al Regina Margherita di Comiso, quando verrà chiusa la petizione. L’obiettivo fissato è quello di ottenere seimila firme. “Siamo convinti che riusciremo a superare il traguardo prefissato – spiega il responsabile del dipartimento Sanità Cgil, Angelo Tabbì – anche perché le adesioni che riceviamo dalla gente sono spontanee: ci aspettiamo molto anche da Comiso, dove, per l’attivazione della nuova residenza sanitaria assistita conclude Tabbì – si vogliono esternalizzare figure sanitarie professionali come gli infermieri e gli operatori della riabilitazione, qualcosa che non era mai accaduto prima”. Negli ultimi otto anni la sanità pubblica ragusana ha perso quasi 1000 posti di lavoro. Fra questi vi sono le centinaia di precari che hanno lavorato per un solo turno nel 2011.

Ortopedia Ragusa, record di vecchietti in sala operatoria

Se c’è un reparto che tocca con mano il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione ragusana, quello è senz’altro il dipartimento di Ortopedia dell’ospedale Civile di Ragusa. Nella sala operatoria i centenari che devono subire l’intervento al femore, non sono più una rarità, ma stanno diventando una consuetudine. Il paziente “grande anziano”, come viene chiamato in gergo medico chi ha superato i 65 anni, in questo reparto è sempre più spesso ultranovantenne. Lunedì mattina il primario Giorgio Sallemi, che ha iniziato all’età di 46 anni a dirigere l’unità del Civile, aveva programmato tre interventi a pazienti di 95 anni, 97 anni e a un signore di 101 anni. In realtà l’ultracentenario sarà operato nelle prossime ore, dato che è sopravvenuto uno stato febbrile. Gli infermieri che lavorano nel reparto da decenni non ricordavano un primato simile, cioè la coincidenza di pazienti quasi tutti vicini ai cento anni. “In realtà questa è ormai una cosa ordinaria – spiega il professore Sallemi – e ho una statistica ben precisa che posso citare, quella dell’anno 2011, che dà l’idea di come sia invecchiata la popolazione locale, come del resto quella nazionale. Nel corso dell’anno passato ho operato al femore 136 pazienti: un buon 20 per cento erano grandi anziani”. Cinque giorni fa, un signore di 98 anni, ha lasciato il reparto in buona salute, dopo aver subìto l’intervento per la frattura al femore, già iniziando a camminare, pronto quindi per il percorso di riabilitazione clinica. “Ho lavorato in Francia e poi 20 anni a Firenze; 6 anni fa sono venuto a Ragusa, e ho iniziato questa avventura – dice il dottor Sallemi – e voglio dire che l’ospedale Civile è un ottimo nosocomio. Per quello che riguarda la mia Unità, noi abbiamo rispettato la priorità che ci era stata dettata dall’assessore regionale alla Salute, che è quella di intervenire entro le 48 ore dal trauma: in questo senso abbiamo garantito l’organizzazione della gestione e rispettato questo timing ottimale”. Ciò significa che il paziente grande anziano, che è un soggetto fragile, solitamente affetto da più patologie, ha maggiori possibilità di ottenere una precoce deambulazione.

Raccolta di firme contro le esternalizzazioni ASP

Una massiccia campagna per una raccolta di firme contro le esternalizzazioni dei servizi e delle funzioni sanitarie è stata promossa dalla Cgil di Ragusa con la programmazione di una serie di presidi, nei luoghi sede di ospedali, che saranno operanti da lunedì 30 gennaio a venerdì 3 febbraio. Scrive il sindacato: “la sanità iblea negli ultimi otto anni ha perso nel comparto quasi 1000 posti di lavoro – commenta Angelo Tabbì, responsabile del dipartimento sanità Cgil -. Sono aumentate le esternalizzazioni senza che sia diminuita la spesa complessiva della sanità. Oggi centinaia di lavoratori precari rischiano di essere mandati a casa per far posto agli appalti. E’ un dovere firmare per far cessare questo stato di cose”. Un primo presidio per le firme, lunedì 30 dalle 9 alle 13.30 a Vittoria, martedì 31 a Ragusa.

Sciopero autotrasportatori ALLARME PER GLI ALIMENTI CHE SARANNO POSTI IN VENDITA

Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, lancia l’allarme sulla genuinità delle sostanze alimentari che saranno poste in vendita dopo la rimozione, anche parziale, dei blocchi stradali sulle strade siciliane. “Poiché sono ormai trascorsi oltre cinque giorni dall’inizio della protesta e per l’intero periodo di sospensione del trasposto i beni deperibili sono rimasti all’interno di autofurgoni privi di sistemi di congelamento o comunque con i refrigeratori spenti, si corre il serio pericolo che saranno poste in vendita sostanze alimentari non genuine. I consumatori rischiano quindi di acquistare alimenti pericolosi per la loro salute. E’ necessario, afferma Tanasi, che sia posta in essere una verifica accurata di tutti gli alimenti che andranno sui banconi dei supermercati. Tanasi chiede un’azione congiunta di Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) e Nas dei Carabinieri per un controllo alimentare capillare prima che le merci siano poste in vendita per scongiurare pericoli alla salute pubblica”.

TICKET, LE NUOVE NORME PER L’ESENZIONE

Entrano in vigore sabato 21, le nuove regole per l’esenzione dal ticket sulle prestazioni sanitarie, sia farmaceutiche che di specialistica ambulatoriale. La nuova legge regionale, approvata dall’Ars il mese scorso, è stata pubblicata venerdì 20 sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana e prevede che anche la Sicilia si adegui al sistema adottato in tutte le altre regioni italiane, basato sia sull’età degli utenti che sul reddito complessivo dei nuclei familiari. E’abolito, dunque, il sistema Isee. Saranno esentati dal pagamento del ticket i soggetti di età inferiore a 6 anni o superiore a 65 anni, appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36 mila 151,98 euro (codice E01); disoccupati e loro familiari a carico appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (E02); titolari di assegno sociale (ex pensione) e loro familiari a carico (E03); titolari di pensione al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. E’ prevista una fase transitoria, fino al 30 aprile 2012, in cui i soggetti che ritengono di rientrare tra le categorie esentate potranno ricorrere alla autocertificazione apponendo – all’atto della erogazione della prestazione sanitaria – una firma nell’apposito spazio della ricetta (cosa che non sarà più possibile dall’1 maggio). Gli utenti potranno accertare se il proprio nominativo è contenuto nell’elenco dei soggetti esenti sul Sistema Tessera Sanitaria, richiedendo la verifica al proprio medico di medicina generale (MMG) o pediatra di libera scelta (PLS) o rivolgendosi al distretto sanitario di appartenenza. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, per verificare le condizioni di esenzione del proprio assistito, dovranno utilizzare l’elenco disponibile sul sistema tessera sanitaria (portale Sogei) o richiedere l’elenco degli esenti all’Asp competente. Gli assistiti che non sono inseriti negli appositi elenchi, ma che ritengono di possedere i requisiti per beneficiare dell’esenzione, potranno rivolgersi agli uffici distrettuali dell’Asp muniti della propria tessera sanitaria per rendere una autocertificazione e ricevere il relativo tesserino.

I precari dell’Azienda sanitaria tornano a protestare

Dalla prossima settimana i precari della Azienda sanitaria iblea, circa 300 unità fra ausiliari, cuochi e operai specializzati, torneranno a protestare. Lo faranno con sit-in che verranno, stavolta, localizzati davanti ai presidi ospedalieri (nei mesi scorsi, il luogo simbolo della protesta, è stata piazza Igea, davanti il palazzo della sede degli uffici amministrativi dell’Asp). “La scelta di presidiare gli ospedali iblei è dettata dal fatto che nei nosocomi locali c’è carenza di personale ausiliario, come di infermieri – spiega il responsabile del dipartimento Sanità Cgil, Angelo Tabbì -. Eppure 300 persone, appunto i precari, che per anni e da anni hanno lavorato con continuità per l’Asp di Ragusa, restano a casa senza contratti. Nel frattempo alcuni reparti dei tre ospedali ragusani fanno fatica a garantire i servizi con il personale carente in organico”.

Italia dei Valori spiega le ragioni della solidarietà a Gilotta

Il coordinamento provinciale di Italia dei Valori è solidalmente a fianco del Direttore Generale dell’Asp, dr. Ettore Gilotta e rigetta ogni forma di violenza e di atto intimidatorio nei confronti di chicchessia. “Le ragioni della protesta in Sicilia e nel Paese ci sono tutte ma trasformare la legittima protesta in atti di intimidazione è inaccettabile e finora tutti i cittadini, imprese e lavoratori, che si sono ritrovati, dall’oggi al domani, senza lavoro, hanno civilmente e democraticamente protestato e quindi siamo fermamente convinti che ci troviamo dinanzi ad uno stupido atto individuale. La protesta collettiva – scrive Italia dei valori a proposito della lettera minatoria inviata al manager Gilotta – è ben altra cosa ed è civile. Italia dei Valori è sempre a fianco di tutti coloro che oggi pagano a causa di una cattiva politica e del malcostume che ha tolto alla Sicilia legalità e sviluppo, e in tutto questo vi sono responsabilità politiche gravissime a cominciare dall’attuale governatore Lombardo che è il più degno rappresentante del cuffarismo. Alle loro scellerate politiche e ai loro alleati – conclude Italia dei valori – bisogna rispondere democraticamente mandandoli definitivamente a casa attraverso il voto”.

SANITA’, INTESA REGIONE-SINDACATI PER L’ASSUNZIONE DEGLI LSU

Sembrava dovesse essere un Natale triste per i tanti precari dell’Asp 7 di Ragusa, invece, da Palermo sono arrivate buone notizie almeno per il personale ex Lsu. Si parla, infatti, di stabilizzazione per i lavoratori attualmente impegnati nelle aziende sanitarie siciliane con contratto quinquennale di diritto privato e in servizio già prima del 30 dicembre 2010. Un’intesa fra Regione e Sindacati ha portato all’assunzione a tempo indeterminato di queste persone entro il 31 dicembre del 2012 (personale di categoria A e B, ovvero commessi, operatori tecnici, etc.). Spetta adesso alle aziende sanitarie individuare i posti disponibili nelle piante organiche nel rispetto delle disposizioni finanziarie nazionali e regionali in materia di personale. Nei prossimi giorni i sindacati si confronteranno con i dirigenti delle singole aziende sanitarie e con l’istituto zooprofilattico sperimentale per individuare i posti disponibili fin da subito nelle rispettive dotazioni organiche, in modo da bandire i concorsi per titoli e prova pratica di idoneità. Il personale Lsu, inoltre, potrà fare istanza di assunzione anche per le altre aziende sanitarie ricadenti nello stesso bacino ed è previsto che si attinga dalle graduatorie anche nei casi in cui i posti di categoria A e B si renderanno disponibili in un secondo tempo. Si resta in attesa di notizie per la stabilizzazione di tutti gli altri lavoratori precari che operano nel settore della sanità all’interno delle aziende sanitarie siciliane e che da mesi protestano per avere certezze sul proprio futuro.

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