16-04-2024
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Archivio della categoria: Storia

Svelato un nuovo tassello sugli omicidi dei ragusani Tumino e Spampinato

IMG_7973Un documento inedito, conosciuto dalla Procura di Ragusa: una lettera anonima, battuta a macchina, indirizzata nel 2008 alla famiglia Spampinato e alla magistratura ragusana, in cui si fa il nome del presunto autore del delitto dell’ingegnere e antiquario Angelo Tumino. Si indica la «gelosia» come movente e si descrive nei particolari la dinamica dell’omicidio avvenuto la sera del 25 febbraio del 1972 a Ragusa. Un altro frammento da unire al complesso intreccio che lega il delitto dell’antiquario a quello del giornalista ragusano Giovanni Spampinato, ucciso sette mesi dopo. La lettera è stata presentata al pubblico e analizzata in occasione di “Spampinato43”, l’incontro del 29 ottobre patrocinato dal Comune di Ragusa per il 43° anniversario dell’omicidio del giornalista. Una giornata di riflessione e studio in cui si è cercato di allargare l’obiettivo su un “caso” che a distanza di oltre quattro decenni continua a far discutere e suscitare polemiche. Nella sala del cinema Ideal a Ragusa si è svolto un confronto alla presenza di Salvatore Spampianto, fratello di Giovanni, introdotto dalle note di Stefano Meli e da un ricordo di Giovanni Meli, amico fraterno del cronista ucciso. I giornalisti Carlo Ruta e Luciano Mirone, insieme a Vincenzo Cascone, autore del  docufilm “L’Ora di Spampinato” hanno rispolverato i tasselli di una vicenda che ancora oggi resta coperta da tentativi di insabbiamento e depistaggio. Le domande sono le stesse di 40 anni fa: chi ha ucciso Tumino? Perché nell’istruttoria non si è fatta piena luce sul ruolo di Roberto Campria, figlio dell’allora presidente del Tribunale di Ragusa e reo confesso dell’omicidio Spampinato? Il giornalista, nel rigoroso e coraggioso esercizio della sua professione, aveva toccato fili pericolosi, e nel farlo, aveva messo a nudo le inadempienze della magistratura. Inadempienze che oggi risultano «chiare ed evidenti» anche all’attuale procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, intervenuto durante l’incontro. «Campria – ha detto il procuratore – era la prima persona da sospettare, da interrogare in maniera pressante. Messo sotto torchio avrebbe potuto, se non confessare le proprie responsabilità nel delitto Tumino, quantomeno fornire degli elementi importanti. Tutto ciò non è accaduto».

CONFERENZA SU SALVATORE FIUME

 

comisani“Salvatore Fiume a cento anni dalla nascita. Pittore della fede, cantastorie siciliano e altre spigolature…”. Questo il tema di una conferenza promossa e organizzata dal Rotary Club Comiso per questo venerdì alle 19.30, presso la Basilica di Maria SS. Annunziata di Comiso. Amici, critici e giornalisti ricorderanno il grande artista che ha saputo essere cittadino del mondo pur evidenziando le sue origini comisane proprio nella chiesa che è stata più cara all’artista comisano. Interverranno il presidente del Rotary Club Comiso avv. Giuseppe Alfano, il parroco della chiesa dell’Annunziata don Giuseppe Cabibbo, il sindaco di Comiso dott. Filippo Spataro. La conversazione sarà animata da mons. Giovanni Battaglia, dalla prof.ssa Tina Vittoria D’Amato, dalla prof.ssa Rita Pierro, dall’on. Dott. Pippo Digiacomo, dal prof. mons. Salvatore Burrafato e il contributo del critico d’arte moderna prof. Luciano Marziano.

Antonia, la figlia di Vitaliano Brancati, sarà la prima cittadina onoraria di Pachino

 brancatiantoniaAd Antonia Brancati, figlia dell’illustre cittadino pachinese Vitaliano e dell’attrice Anna Proclemer, verrà conferita la cittadinanza onoraria. La cerimonia di conferimento si svolgerà martedì 3 novembre, alle 18,30 nella struttura dell’ex Palmento Di Rudinì a Marzamemi, nell’ambito di un consiglio comunale in seduta aperta. «Abbiamo fortemente voluto – ha dichiarato il sindaco, Roberto Bruno – che la prima cittadinanza onoraria della storia di Pachino fosse conferita alla figlia del nostro cittadino più illustre, Vitaliano Brancati, ritenendo di interpretare i sentimenti di riconoscenza della cittadinanza nei confronti dello scrittore. Ma anche per rafforzare sempre più il legame tra Brancati e la propria città natale». Il 3 novembre i festeggiamenti inizieranno alle 16,30 in piazza Vittorio Emanuele, in cui è prevista la “Camminata Brancatiana”, un itinerario lungo i luoghi di vita e di ispirazione di Vitaliano Brancati. La tappa successiva sarà nei locali della Pinacoteca comunale di via Unità, in cui è stata allestita la mostra fotografica dedicata alla vita dello scrittore. Alle 18,30, al Palmento Di Rudinì, si svolgerà la cerimonia ufficiale di conferimento. «Una scelta importante – spiega l’amministrazione di Pachino – che servirà a sanare definitivamente quella frattura tra Vitaliano Brancati e il suo ricordo nella memoria collettiva dei pachinesi. La cittadinanza ad Antonia, assieme alle altre iniziative organizzate per ricordare lo scrittore e le sue opere, come il Festival Brancatiano, servirà anche a suscitare nei più giovani l’interesse a conoscere meglio l’autore e l’importanza, dal punto di vista culturale e sociale, che hanno avuto i suoi scritti nel ‘900 italiano. Brancati, nell’immaginario del paese, è sempre stato lontano. Con questa cerimonia lo riportiamo un po’ a casa, ravvivando un senso di appartenenza e di spirito collettivo».

Assassinato a Ragusa il giornalista comunista Giovanni Spampinato – 27 ottobre 1972

1972 09 giovanni spampinatoMartedì 27 ottobre, a 43 anni dalla morte di Giovanni Spampinato, andrà in onda alle ore 14.30, 18, 21, 24 e mercoledì 28 alle ore 8, per la puntata n. 1059 di Come Eravamo, il film-documentario “L’Ora di Spampinato” di Vincenzo Cascone e Danilo Schininà, prodotto da Extempora nel 2012. Nel docufilm, che racconta la storia del coraggioso giornalista ragusano “assassinato perché cercava la verità”, sono contenute anche immagini fornite da Tele Nova.

Il 23 ottobre 1915 nasceva a Comiso Salvatore Fiume

Fiume.BufalinoIl sindaco Filippo Spataro lo ricorda, annunciando anche iniziative ed eventi legati alla memoria del grande artista comisano. “ Sono le micro storie di ogni personaggio che si è speso nella sua vita che, inserite nella macrostoria di una società, di una regione, di una intera nazione, ci rendono orgogliosi di essere conterranei e compaesani di celebrità come Salvatore Fiume – ha dichiarato il sindaco Filippo Spataro -. Un uomo e un artista poliedrico che ha colorato con pennellate di nobile arte tutte le discipline legate alla letteratura, alla pittura, alla scultura, all’architettura e alla scenografia. Non c’è stata una generazione in passato, che non abbia letto, almeno nelle parti più salienti, il celeberrimo romanzo di Fiume, Viva Gioconda, spaccato perfetto del paese e delle tradizioni che Fiume stesso ha conosciuto molto bene. Romanzo molto apprezzato anche da Dino Buzzati che, oltre a stimarlo come pittore, apprezzava molto le opere letterarie di Fiume. Buzzati pubblicò spesso i suoi racconti nell’edizione pomeridiana del Corriere della Sera e per l’insieme della sua opera letteraria (romanzi, commedie, racconti e poesie), nel 1988 Salvatore Fiume ricevette una laurea in Lettere Moderne, honoris causa, dall’Università di Palermo. Ma Fiume non avrebbe bisogno di essere raccontato – ha continuato il primo cittadino di Comiso – tuttavia non posso, non possiamo privarci di parlare di lui almeno nel giorno del suo “ centesimo compleanno”. Parlarne come un amico, come qualcuno che è sempre qui in mezzo a noi, come di fatto lo è. I suoi quadri sono in molte case di Comiso, le sue testimonianze pittoriche sono anche dentro la Basilica della Madonna Annunziata, il quartiere in cui ha vissuto, la scuola in cui ha studiato fino a 16 anni. Salvatore Fiume è dunque uno di quei figli di questa terra, di questo paese e, pur andando via, non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la sua gente”.

I garibaldini di Spaccaforno

LOCANDINA 15 OTTOBREFervono i preparativi in città per la solenne conclusione dei festeggiamenti per il 150esimo anniversario della fondazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi” fondata nel 1865 dai Garibaldini tornati a Spaccaforno dopo l’impresa dei Mille. La cerimonia in programma giovedì 15 ottobre, data dell’atto di fondazione, prenderà il via alle 16 in chiesa Madre con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò. Alle 17, sempre in chiesa Madre, sarà presentato il libro di Francesco Fronte “La Società Operaia Garibaldi(1865-2015) 150 anni di Solidarietà e Mutualità”.  Relatore il professoren Emilio Franzina ordinario di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Verona, importante studioso di Garibaldi e del Risorgimento Italiano. A seguire un annullo filatelico predisposto proprio per celebrare i 150 anni del sodalizio. Tra l’altro gli storici locali del sodalizio furono set nel 1961 di alcune scene del film “Divorzio all’italiana”.

Rai Storia, documentario su Giovanni Spampinato

salvatore peppino e giovanni spampinatoMercoledì 14 ottobre alle 21.30 andrà in onda su Rai Storia un documentario sulla storia del giornalista ragusano Giovanni Spampinato. All’appassionato e scrupoloso cronista, corrispondente da Ragusa del quotidiano palermitano “L’Ora”, che a 26 anni venne ucciso con sei colpi di pistola, è dedicata la puntata di “Diario Civile” dal titolo “Il rumore delle parole” di Fabrizio Marini. Nel dopoguerra, a Ragusa vengono trovati giacimenti di petrolio che rappresentano una fonte di prosperità per la popolazione. Spampinato segue la crescita della sua città che diventa centro di sviluppo del malaffare economico della Sicilia, crocevia di traffici di armi e droga, rapporti con la mafia, e anche luogo nevralgico dell’eversione di destra degli anni Sessanta, con campi di addestramento di stampo paramilitare delle organizzazioni neofasciste. Quando nel 1972 viene ucciso, il giornalista sta indagando sull’omicidio dell’antiquario Angelo Tumino, seguendo una pista che porta a collusioni e insabbiamenti con il coinvolgimento delle più alte cariche cittadine. “Assassinato perché cercava la verità”: questo il titolo che, il giorno dopo, “L’Ora” dedica al giovane giornalista di Ragusa. Il documentario è stato realizzato anche con il contributo di Tele Nova, che ha fornito al regista immagini e foto d’epoca.

Incidente sul lavoro a Ragusa, 60 anni dopo

SebastianoOcchipintiIl 26 Settembre 1955 accadde il tragico incidente che è costato la vita a Sebastiano Occhipinti: mentre era intento a lavorare al cantiere per l’edificazione della Banca d’Italia di Ragusa, all’età di ventinove anni,  ha perso la vita, lasciando in quel cantiere i suoi sogni e le sue speranze. Le nipoti Valentina e Alessandra Spadaro ricordano Sebastiano Occhipinti, Stella al Merito del Lavoro “Alla Memoria ” con titolo di ” Maestro del Lavoro “, che è stato riconosciuto dalla Presidenza della Repubblica, quale “simbolo” delle morti bianche.

VITA E MORTE ALLA TABUNA – CONFERENZA A CAMARINA IL 4 AGOSTO

notte-museiMartedì 4 agosto 2015 alle ore 20 nell’ambito della manifestazione “Kamarina sotto le stelle” si terrà un incontro dal titolo “Vita e morte a Tabuna” con Giuseppe Iacono e Gianni Iurato. Il primo è stato testimone in prima persona della più grave tragedia sul lavoro avvenuta a Ragusa. In contrada Tabuna, nel maggio del 1962, quattro lavoratori (picconieri e carrettieri) morirono sotto la roccia improvvisamente staccatasi dal costone della cava in lavorazione. Il secondo è il nipote omonimo di una delle vittime. Un video di cinque minuti degli anni ‘30 e foto d’epoca serviranno a rendere ancora più esplicito il racconto di una tappa fondamentale della storia e dell’economia ragusane.

Sul portale dell’Archivio degli Iblei la storia di Giovanna La Cognata,  “colonnella” durante il fascismo

Giovanna La Cognata in divisa con alcuni gerarchi fascisti e allievi in una scuola rurale, 1942 (Archivio Laura Barone)Storie di famiglia, autobiografie e biografie,  scritte dai protagonisti o da chi ha avuto uno stretto rapporto di parentela con la persona di cui è tracciata la storia di vita, sono contenute in un nuovo percorso del portale dell’Archivio degli Iblei che si arricchisce adesso con la storia di Giovanna La Cognata, la maestra “colonnella” delle Giovani Italiane durante il regime fascista.  Non era una “donna illustre”, come sottolinea  la figlia Laura Barone nella premessa del suo racconto, ma come molte storie individuali apre  spiragli significativi su aspetti della vita sociale, economica e politica  che interessano l’intera comunità. La storia di Giovanna mostra per esempio come anche nell’angolo più estremo della Sicilia, quello degli Iblei, i processi di modernizzazione e  di emancipazione femminile sono stati sostenuti da individui e famiglie che hanno assegnato all’istruzione un valore altissimo: quello di essenziale risorsa in vista dell’obiettivo della mobilità sociale. Anche il fascismo, non senza contraddizioni, giocò un ruolo fondamentale in questo processo: irreggimentò  le donne, sin da bambine, nelle organizzazioni del PNF assegnando loro il compito di prolifiche fattrici di una “nuova stirpe italica”, e a tal fine le spinse a praticare gli sport per irrobustire la razza e a uscire fuori casa  per partecipare alle attività previste dalle diverse organizzazioni del partito fasciste. Fuori dallo stretto controllo dei genitori, appariva un modo per  assaggiare quel po’ di libertà fino ad allora preclusa, come racconta  la stessa anziana maestra nel 2006  in un’intervista rilasciata nell’ambito di un progetto del Circolo Didattico Palazzello, pubblicata in appendice  all’articolo di Laura Barone. Racconti e aneddoti, spesso con risvolti umoristici, della vita della madre e della famiglia. I racconti  ambientati alla fine degli anni Trenta lasciano emergere quelle piccole crepe rispetto all’adesione totale al fascismo che poi, nel corso dei disastri della guerra, si sarebbero tramutate in voragini,  confermando così le tesi di quegli storici che individuano il fallimento principale  del fascismo nell’incapacità di raggiungere l’obiettivo di costruire una nazione di “veri fascisti”: si trattava di un “totalitarismo imperfetto” al quale molti aderirono fin quando era conveniente farlo, ovvero più strumentalmente che idealmente. Fra gli altri contributi un’intervista video rilasciata  nel 1990 a Franco Portelli per il programma Rotonova dell’emittente  Tele Nova e un ricco album di famiglia che inizia con le antiche foto dei genitori di Salvatrice Guastella, madre di Giovanna La Cognata e ostetrica diplomata.

 

72 ANNI DALLO SBARCO IN SICILIA, IL RICORDO A PUNTA BRACCETTO

sbarcoL’associazione Per Punta Braccetto onora e ricorda il 72°anniversario dello sbarco in Sicilia. La cerimonia si è svolta a Punta Braccetto, presso la Piazza dei Tramonti, alla presenza delle Autorità militari e di tanti cittadini.  A prendere la parola il presidente dell’Associazione Per Punta Braccetto dottor Emilio Tasca, promotore dell’iniziativa che ha espresso il proprio ringraziamento ai presenti rimarcando l’importanza di rendere vivo il ricordo di questa giornata. A seguire il Vice Comandante della Guardia di Finanza maggiore Sergio Cerra ha ricordato come proprio in questo luogo, morirono  i due finanzieri Antonino Carnemolla e Salvatore Tribastone. Lanciata in mare una corona di fiori a simbolo di tutti coloro che in questo mare 72 anni fa persero la vita, indipendentemente dalla divisa indossata.

Sbarco in Sicilia, deposta una corona d’alloro al Posto di Blocco 452 e a Camemi    

20150710_175814Anche quest’anno, la Sezione di Ragusa dell’Associazione Culturale Lamba Doria, la Sezione di Scicli dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori e la Federazione Provinciale di Ragusa dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, hanno reso omaggio ai valorosi Caduti del “Posto di Blocco 452” e del “Caposaldo di Case Camemi”. La cerimonia, itinerante, si è svolta in due momenti: prima tappa presso l’agriturismo “La Masseria – Al Posto di Blocco 452”, dove sorgeva l’omonimo posto di blocco e in cui oggi una stele commemorativa ricorda il soldato Giuseppe Rinaldi e i Fanti del 383° battaglione costiero, e seconda tappa presso la Casamatta-Monumento del villaggio Camemi. Una cerimonia sobria ma ricca di significato, quella di ieri, a cui ha preso parte anche il figlio del soldato Rinaldi che ha deposto una corona d’alloro ai piedi della stele che ricorda il padre mai conosciuto.

COMISO ACCOGLIE 5000 PROFUGHI ALBANESI

bimbiL’arrivo nel maggio 1999 dei profughi dal Kosovo nell’ex base Nato di Comiso viene documentato nella puntata n. 1021 di Come Eravamo, in onda su Tele Nova mercoledì 8 luglio 2015 alle ore 14.30, 18, 21, 24 e giovedì 9 alle ore 8. La disponibilità della comunità iblea fu poi ripagata dal governo D’Alema con la riconversione dell’ex base in aeroporto civile. Nella puntata le commoventi immagini dell’arrivo delle famiglie scappate dalla guerra, accompagnate dall’alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Laura Boldrini, oggi presidente della Camera dei Deputati, la vita nei primi giorni del campo, le interviste al ministro dell’interno Rosa Russo Jervolino, al presidente della Regione Angelo Capodicasa, al capo della protezione Civile Franco Barberi, al sindaco di Comiso Giuseppe Di Giacomo. Nel reportage anche le immagini di un matrimonio tra due coppie di profughi celebrato il 15 maggio 1999 nell’ex Base missilistica.

COME ERAVAMO: COMISO ACCOGLIE 5000 PROFUGHI ALBANESI

TELENOVAL’arrivo nel maggio 1999 dei profughi dal Kosovo nell’ex base Nato di Comiso viene documentato nella puntata n. 1021 di Come Eravamo, in onda su Tele Nova mercoledì 8 luglio 2015 alle ore 14.30, 18, 21, 24 e giovedì 9 alle ore 8. La disponibilità della comunità iblea fu poi ripagata dal governo D’Alema con la riconversione dell’ex base in aeroporto civile. Nella puntata le commoventi immagini dell’arrivo delle famiglie scappate dalla guerra, accompagnate dall’alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite Laura Boldrini, oggi presidente della camera dei deputati, la vita nei primi giorni del campo, le interviste al ministro dell’interno Rosa Russo Jervolino, al presidente della Regione Angelo Capodicasa, al capo della protezione Civile Franco Barberi, al sindaco di Comiso Giuseppe Di Giacomo. Nel reportage anche le immagini di un matrimonio tra due coppie di profughi celebrato il 15 maggio 1999 nell’ex Base di Comiso.

 

 

Il contributo dei siciliani alla Liberazione al centro di un convegno

 
Partigiani“Il contributo dei siciliani alla Liberazione”. È il titolo di un convegno organizzato in occasione del 70° anniversario della Liberazione dalla Federazione dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti di Siracusa-Ragusa, in collaborazione con la Federazione provinciale dell’Associazione nazionale partigiani italiani di Ragusa, che si terrà a Modica, Scicli e Siracusa dal 29 al 31 maggio.  Tre giornate di studi dedicate alla memoria dei tanti siciliani antifascisti, partigiani, internati militari e deportati nei campi di concentramento nazisti, per ricordare l’importante contributo dato dalla Sicilia alla Resistenza e alla lotta per la Liberazione. La manifestazione si aprirà a Modica venerdì 29 alle ore 16,30 a Borgo Don Chisciotte (località Bugilfezza, s.s. Modica-Ispica) dove si terrà la presentazione al pubblico e alla stampa del convegno, con gli interventi di Orazio Càrpino e di Renato Accorinti, sindaco di Messina. I lavori entreranno nel vivo sabato 30 dalle ore 9,30 nella Casa delle Culture in Corso Mazzini a Scicli con un ricco programma mattutino e pomeridiano che prevede gli interventi di Maria Chiara Acciarini, Giorgio Càsole, giornalista, autore con la figlia Cecilia di una biografia di Giuseppe Motta, perseguitato politico sotto il fascismo e sindaco di Augusta nel dopoguerra; Maria Malesani, scrittrice e saggista; Teodoro La Monica, Roman Herzog documentarista, autore di un audio-documentario sui campi fascisti in Africa; Graziano Motta, giornalista, autore del libro “La Resistenza nella zona etnea: I Fatti di Pedara e Mascalucia nel 1943”. Saranno ricordate, in particolare, le figure di partigiani siciliani che contribuirono alla liberazione delle città del nord, come Pompeo Colajanni (nome di battaglia “Barbato”), Vincenzo Modica (“Petralia”) Luigi Briganti (“Fortunello”) e altri; ma anche antifascisti come il messinese Francesco Lo Sardo; i catanesi Peppino Sapienza e Concetto Marchesi, rettore dell’università di Padova; l’archeologo siracusano Giuseppe Agnello; fino a Carmelo Salanitro e Graziella Giuffrida, l’uno morto  in un lager nazista, l’altra assassinata a Genova dai tedeschi. Infine, domenica 31 alle ore 9,30 nella Sala “Corrado Ventaglio” in Viale Cadorna a Siracusa si terrà la giornata conclusiva con,  fra gli altri relatori, gli storici Luigi Amato e Salvatore Santuccio. Sarà infine presentato il “Premio della Resistenza” -“Borse di studio dell’Antifascismo siciliano-Vittime della mafia e del terrorismo”, riservato agli studenti delle Scuole di ogni ordine e grado delle province di Siracusa e Ragusa, che prevede l’assegnazione di 20 borse di studio e viaggi premio nei luoghi delle stragi nazifasciste o nelle isole di confino.

Giuseppe, Giovanni e Filippo Lupis protagonisti dell’antifascismo ibleo

giannoneNel quadro delle iniziative per la celebrazione del 70° anniversario della Liberazione, mercoledì 29 aprile, alle 18, nei locali del Centro Studi “Feliciano Rossitto”, Via Ducezio n. 13 a Ragusa, il Prof. Giuseppe Miccichè, presenterà la ricerca della Dott.ssa Giorgia Loredana Giannone dal titolo: “Giuseppe, Giovanni e Filippo Lupis protagonisti dell’antifascismo ibleo”. Interverrà l’autrice.

La storia di Modica nell’Ottocento e nel Novecento  

Giuseppe BaroneSabato 18 aprile alle ore 17.30 a Palazzo Grimaldi (Corso Umberto I, 106), nell’ambito del ciclo d’incontri sulla storia di Modica nell’Ottocento e nel Novecento organizzato dalla Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e dall’Unitre, lo storico Giuseppe Barone terrà una lezione dal titolo “Modica città italiana (1861-1880). Scuola, cultura, società”.

Commemorazione vittime 9 aprile 1921

A_piazza_San_Giovanni_si_terranno_alcuni_eventi_della_sagraDomenica 12 aprile, alle 12 in piazza S. Giovanni a Ragusa verranno commemorate le vittime della violenza fascista del 9 aprile 1921, quando squadracce fasciste si scagliarono contro i contadini che assistevano a un comizio socialista, uccidendone 4 e ferendone molte decine. Una corona di fiori verrà posta sotto la lapide che ricorda i braccianti assassinati; subito dopo seguiranno brevi interventi da parte degli organizzatori.

Fortini e trincee da tutelare  

Una postazione difensiva della seconda guerra mondiale nel Ragusano

“Ci terremmo a capire che fine ha fatto l’impegno che l’Amministrazione comunale aveva assunto nei confronti del Consiglio a proposito dell’attivazione degli interventi tesi a una maggiore tutela e valorizzazione di alcuni siti di particolare interesse storico con riferimento, soprattutto, al recupero delle postazioni difensive (fortini, trincee e quant’altro) della Seconda guerra mondiale presenti sul territorio”. E’ quanto rileva il consigliere comunale Angelo Laporta rivolgendosi, in particolare, all’assessore al ramo, evidenziando che, con delibera dell’11 settembre 2014, il civico consesso aveva impegnato formalmente la Giunta municipale ad adottare specifiche iniziative. “Purtroppo, ancora oggi – continua Laporta – dunque a distanza di mesi, non si registrano interventi”.

 

SOLO CAMMINANDO POSSIAMO ANDARE AVANTI – 11 marzo ricordo di Giovanni Rossino

ATT_1395665466092_Attachment-1 (1)A un anno dalla sua scomparsa Tele Nova dedica al dirigente comunista la puntata n. 935 di Come Eravamo che andrà in onda mercoledì alle ore 14.30, 18, 21, 24 e giovedì 12 marzo alle ore 8. Verrà trasmessa, in particolare, un’intervista del 24 febbraio 1989 all’on. Rossino in occasione del 19’ congresso provinciale del Pci e immagini e altri servizi realizzati dalla nostra emittente tra il 1986 e il 1996. Sempre mercoledì 11 marzo, a un anno dalla scomparsa di Giovanni, familiari, compagni e amici lo ricorderanno nella sua Scicli, alle ore 17, presso i locali della ex Camera del Lavoro, in Via Nazionale 31. Nell’occasione sarà anche proiettato il video realizzato da Tele Nova, foto e articoli scritti da Giovanni Rossino per il giornale “L’Opposizione di sinistra”, tra cui uno sullo sciopero generale del 19 novembre 1969 che si concludeva con la frase  “Solo camminando possiamo andare avanti”.

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