29-04-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

Parto gemellare di due muli

103_1143E’ stata una vera sorpresa per chi, mercoledì mattina, li ha visti nascere. Un evento raro e straordinario con un parto gemellare di due muli frutto di un incrocio tra una cavalla e un asino ragusano. Nel ranch “Seaj” di Luciano Burderi, in contrada Biddemi, lungo la provinciale Marina di Ragusa – Santa Croce, è un via vai di amici e conoscenti che vogliamo immortalare la cavalla e due piccoli nascituri. “La gravidanza gemellare negli equini è un fatto unico con percentuali di sopravvivenza pari allo zero –spiega il medico veterinario Giorgio Lo Magno – ci sono delle palesi difficoltà di insufficienza circolatoria nell’utero e a livello placentario. Un fatto raro, soprattutto perchè i due muli sono riusciti a sopravvivere alla gravidanza e alle prime, delicate, fasi successive al parto. La gravidanza gemellare a livello equino è un evento indesiderato, soprattutto per la salute della madre che può avere problemi seri. Si possono verificare una serie di anomalie. L’aborto dell’animale con la perdita di uno dei due feti – aggiunge il medico veterinario – le difficoltà di crescita dei due nascituri, con uno dei due puledri che non riesce a sopravvivere, oppure, nel terzo caso, evento molto raro, la buona riuscita della gravidanza come nel caso della puledra del signor Burderi”. Nel caso in cui la gestazione vada a buon fine, la madre farà molta fatica a riprendersi e i puledri raramente cresceranno sani e forti ed è proprio per questo motivo che tanti allevatori preferiscono evitare il parto gemellare. “E’ stata una piacevole sorpresa seguire gli ultimi minuti di questo parto – racconta Luciano Burderi, titolare del Ranch “SeaJ” – i due muli, animali molto rari utlizzati nel dopoguerra come animali da trasporto, faranno parte della nostra grande famiglia con un corso di addestramento specifico per passeggiate a dorso o per il traino del calesse. Il nostro Ranch avrà due graditi ospiti in più per la gioia dei bambini che potranno ammirare questi due meravigliosi animali”.

Arrestati i due scafisti responsabili della morte di 45 migranti

DSC_0162Le operazioni di estrazione dei cadaveri hanno avuto termine alle ore 5.30 di mercoledì. Le indagini proseguono per identificare i cadaveri; 611 i migranti a bordo del peschereccio che hanno pagato in media 1.500 dollari. All’organizzazione quasi un milione di euro. La Polizia Giudiziaria ha eseguito il fermo di Maron Oussman nato e Ibrahima Conte  nato in Gambia organizzatori del tragico viaggio. Gli stessi risponderanno del reato di sequestro di persona, poiché i migranti deceduti venivano fatti accedere al momento della partenza nella stiva adibita solitamente alla conservazione del pesce senza alcuna possibilità di poter accedere alla zona sopra coperta che avrebbe permesso loro di rimanere in vita. I poveri migranti provenivano da paesi del centro Africa e dalla Siria. I cadaveri, 45, si trovavano tutti sul fondo della stiva della imbarcazione, locale attiguo alla sala macchine e da dove si poteva accedere solamente da una piccola botola ed è per questo che i corpi sono stati recuperati solo quando la nave è giunta a Pozzallo. I deceduti erano tutti uomini. Le salme sono state tutte trasferite presso un centro polivalente della Protezione Civile per favorire le operazioni dei medici legali e della Polizia Scientifica, così come il riconoscimento dei cadaveri da parte dei partenti e compagni di viaggio. Per estrarre dalla stiva dell’imbarcazione tutti i cadaveri si rendeva necessario anche un lungo intervento del personale dei Vigili Del Fuoco, che provvedeva a tagliare parte dell’imbarcazione.

Arrestati due sciclitani per droga

guardiafinanza1La  Guardia di Finanza di Modica ha tratto in arresto due giovani sciclitani, Gianni Raimondo di anni 24 e Gianfranco Mansueto di anni 27, con precedenti specifici, perché trovati in possesso di complessivi grammi 135 di marijuana, già suddivisa in confezioni destinate allo spaccio. Alla vista dei finanzieri, i due malviventi, a bordo di un’autovettura “Lancia Y” parcheggiata nelle adiacenze di un piazzale di via Pietro Nenni di Scicli, hanno cercato di disfarsi della droga, gettandola dai finestrini dell’auto. I finanzieri hanno perquisito le abitazioni dei due trovando un  ulteriore quantitativo di stupefacenti, già frazionato e confezionato in dosi pronte per la vendita, nonché un bilancino di precisione. Tutta la droga rinvenuta ed il bilancino sono stati sottoposti a sequestro; a  carico dei due l’Autorità Giudiziaria ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Due pluripregiudicati arrestati

carabinieri_volante1I Carabinieri di Acate, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno notato ai i bordi della carreggiata di una strada in Contrada Scalonazzo una Fiat Uno abbandonata ed hanno quindi disposto di rimuoverla. Mentre attendevano il carro attrezzi  si sono accorti di due uomini, uno dei quali scappava per la campagna. Si trattava di Salvatore Fidone, residente a Gela, pluripregiudicato e sottoposto alla Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno in Gela. Lo hanno rintracciato dopo sei ore a Gela ed è stato arrestato.  Altro arresto a Scoglitti dove un uomo sfrecciava con un motorino per le vie della frazione rivierasca. I carabinieri hanno riconosciuto Gaetano Tonghi pluripregiucato e sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel Comune di Vittoria. Anche questi è stato arrestato e condotto ai domiciliari.

MALTRATTA LA MOGLIE: MISURA CAUTELARE PER UN RUMENO

VIOLENZA DONNEI Carabinieri della Stazione di Scoglitti hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa emessa dal Gip a carico di una 47enne rumeno, ritenuto responsabile di reiterati atti di violenza, avvenuti tra le mura domestiche, ai danni della moglie. L’intervento dei Carabinieri è avvenuto a seguito della segnalazione della donna che, al termine dell’ennesima lite, ha contattato i militari presentando anche un referto medico di tre giorni, emesso dal presidio d’emergenza di Scoglitti. A seguito dell’applicazione della misura, all’uomo è stato prescritto l’allontanamento dal tetto coniugale, non potrà avvicinarsi inoltre ai luoghi frequentati dalla moglie. Il 43enne deve rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia.

 

 

Quei morti sono nostri fratelli!

sbarcoIl direttore della Caritas diocesana di Noto, Maurizio Assenza, ha diffuso una nota con una riflessione sul tragico sbarco di martedì. Questo il testo: “Nella banchina del molo di Pozzallo, dove nel pomeriggio e nella serata del 1° luglio sono stati accolti gli immigrati drammaticamente morti nel barcone di appena venti metri che trasportava seicento persone, c’era molta commozione. Soprattutto quando lo sguardo si posava sulle difficili operazioni di recupero dei corpi, quando qualcuno diceva che c’erano anche bambini, quando si intravedeva lo stato dei cadaveri o si raccontava delle testimonianze dei superstiti, delle violenze da loro subite … Ad accogliere i corpi degli immigrati c’erano uomini delle istituzioni (Prefettura, Procura, Questura, Comune), le Forze dell’ordine, la Protezione civile, il personale medico, la Chiesa di Noto (rappresentata da don Michele Iacono, che ha benedetto le salme, e dalla Caritas diocesana, in costante contatto con il Vescovo e il Vicario generale), l’Iman (che anche lui ha innalzato una preghiera all’Altissimo), Medici senza frontiere, Libera. C’era soprattutto grande dolore! Che la gente semplice ha interpretato con il gesto più umano: il pianto! E veniva da pensare che quei morti, i cui familiari non sappiamo dove siano, con la loro muta presenza ci hanno ricordato che – prima e oltre la famiglia “naturale” – c’è la comune famiglia umana. E quando arrivavano telefonate con la preoccupazione di meglio accogliere i “minori non accompagnati” per cui le parrocchie di Pozzallo hanno messo a disposizione dei locali, veniva da pensare che la famiglia umana è vera solo se nessuno resta “non accompagnato”. E allora, ci si diceva: i morti reclamano giustizia, i vivi solidarietà! Per questo – osservava un giovane – non si tratta di fare questo o quest’altro, ma di diventare umanità diversa da come siamo diventati, con il nostro egoismo, con la nostra distrazione e insensibilità. C’è un mondo da cambiare, e ognuno può farlo a partire da se stesso. C’è un Europa da rendere sensibile, e auspichiamo che il semestre italiano diventi attenzione al Mediterraneo e al movimento di popoli. Esso può restare un evento distante, con il fastidio di migliaia di morti e decine di migliaia di arrivi, o può essere letto come un esodo in cui tutti quanti avvertiamo la chiamata ad uscire dall’Egitto dell’egoismo per entrare nella terra promessa di un’umanità solidale. Ed è stato spontaneao pensare che come Chiesa di Noto esprimeremo sabato sera un segno a Pozzallo con una fiaccolata (alle 21) ed una veglia che sarà presieduta dal Vicario generale alle 21,30 in chiesa madre: sarà anche un momento penitenziale, per chiedere perdono di quanto non abbiamo fatto per rendere più umano il mondo; sarà un momento di ascolto del Signore per cogliere le “cose del Padre” – nascoste ai sapienti e ai dotti – ma rivelate ai piccoli, alla gente semplice da cui impariamo a vivere questi momenti con pietà e con desiderio di maggiore impegno per la giustizia, l’accoglienza, la pace”.

 

MORTI SUL BARCONE, IL BILANCIO SALE A 45 VITTIME

SBARCO 2Le operazioni di recupero sono state difficilissime. Ma alla fine il triste bilancio iniziale è aumentato. Sono 45 i morti all’interno del peschereccio rimorchiato a Pozzallo dalla nave Grecale. Tutti uomini, verosimilmente maggiorenni, e dell’Africa centrale. E’ il bilancio definitivo dopo il recupero delle salme. La prima stima era di una trentina di migranti deceduti. Le salme sono state portate in una sala frigorifera di Pozzallo, messa a disposizione dalla Protezione civile. I due medici legali incaricati dalla Procura hanno avviato i rilievi autoptici esterni, e poi eseguiranno le autopsie. Le vittime erano in un peschereccio dove sono state fatte salire 600 persone, più del doppio di quelle che poteva contenere. I migranti sono stati trovati nella sala ghiacciaia, dove sono morti, si ipotizza, per schiacciamento e asfissia. “Accatastati l’uno sull’altro, come all’interno di una fossa comune, che ricorda Auschwitz”. Sono le parole del capo della squadra mobile della questura di Ragusa, Antonino Ciavola, dopo avere osservato da vicino i corpi dei migranti all’intero del peschereccio. Disperato il racconto dei superstiti. “Abbiamo provato a salvarli appena ci siamo resi conto, abbiamo fatto di tutto ma purtroppo era tardi, sembrava dormissero”. Ed un altro: “E’ stata tutta colpa loro – riferendosi agli organizzatori della traghettata -, ci hanno messo li dentro come le bestie e non potevamo neanche uscire perché sopra era tutto pieno, non ci potevamo muovere”, ha accusato uno dei profughi. Abbiamo chiesto di tornare indietro perché eravamo troppi e rischiavamo ma non c’è stato nulla da fare, ci hanno detto ormai siete qui e dobbiamo arrivare in Italia”. La Polizia avrebbe già individuato i presunti scafisti.

 

PARTITI DA COMISO CON DUE VOLI PER MILANO 246 MIGRANTI

migranti 5 agosto 2013Su richiesta del Prefetto di Ragusa, il Ministero dell’Interno ha organizzato un ponte aereo che ha reso possibile il trasferimento, nella giornata di martedì, di 246 migranti, già presenti nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Pozzallo, con due distinti voli da Comiso per Milano Malpensa. Considerato che nel pomeriggio di lunedì erano giunti a Pozzallo altri 353 migranti, il Prefetto ha avuto assicurazione da parte del Ministero di ulteriori trasferimenti, nei prossimi due-tre giorni, in strutture ubicate in altre Regioni fino alla copertura di 615 posti. In merito all’arrivo delle salme al porto di Pozzallo, presumibilmente trenta, ed alla questione relativa alla loro custodia, in ragione della specifica competenza di natura giudiziaria, la Procura della Repubblica di Ragusa si è attivata per l’adozione dei necessari provvedimenti.

Eliminate dal mercato vittoriese altre 130 dosi di “eroina”

tre pucher 30.6.14La recente operazione antidroga condotta dai Carabinieri di Vittoria che ha portato all’arresto di 3 maghrebini nel trascorso fine settimana, ha “bloccato” lo spaccio di 30 grammi di droga, già suddivisa in dosi e pronta alla vendita. Il valore del principio attivo di Thc (Delta-9-Tetraidrocannabinolo) è risultato essere pari al 16,7 %. Nel frattempo Necib Lanouer, Slimeni Bilel e Ben Haj Zakariai si trovano presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea davanti alla quale dovranno rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di droga.

Smantellata a Modica gang di ragazzi

gang modicanaI Carabinieri hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Ahmed Tami, marocchino di 21 anni, e tre misure dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria nei confronti di Giovanni Salsetta, modicano di 20 anni, Ahmed Chagar, marocchino di 24 anni e Mohamede Taouli, marocchino di 22 anni. Tami si è reso responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver ceduto marijuana a un minore e, in concorso con gli altri ragazzi, del reato di estorsione degenerata in rapina aggravata poiché, prima con minaccia e poi con violenza, si rivolgevano ad altri giovani minorenni, costringendoli a consegnare loro soldi e telefoni cellulari di ultima generazione. Il giorno della scorsa Pasqua si presentarono dai Carabinieri alcuni minori, accompagnati dai genitori, per denunciare che la sera prima erano stati rapinati da un gruppo di giovani che, dopo averli minacciati e picchiati, gli sottraevano i propri telefoni cellulari. Dall’attività investigativa condotta dai militari dell’Arma di Modica, è emerso come ci fosse un collegamento tra le attività di spaccio di stupefacenti della gang e le rapine subite dai minori denuncianti. Infatti, Ahmed Tami, negli scorsi mesi di marzo ed aprile, aveva ceduto della sostanza stupefacente del tipo marijuana ad un minorenne e, in un’occasione, incontrandosi con quest’ultimo, lo accusava di essere il responsabile di un asserito suo arresto e, pertanto, gli avrebbe dovuto consegnare circa 200 euro per le spese legali, minacciandolo con degli schiaffi. Qualche giorno più tardi alcuni amici del minorenne, mentre si trovavano a passeggiare di sera nei vicoli di Modica bassa, venivano avvicinati dalla gang e, dopo essere stati accerchiati e minacciati, con violenza, venivano costretti a consegnare i propri telefoni cellulari e, come giustificazione della rapina, sostenevano che era il prezzo da pagare in quanto il loro amico minorenne aveva causato l’arresto del Tami. I giovani, molto spaventati dall’episodio, avevano raccontato ai propri genitori di aver smarrito i propri telefoni cellulari ma, quest’ultimi, poco convinti dalle versioni dei fatti raccontate dai figli, dopo un po’ di insistenza, riuscivano a convincere i ragazzi a raccontare la realtà dei fatti.

Lasciano il figlio in auto e fanno una passeggiata, denunciati

CARABINIERIHanno lasciato il proprio figlio di appena otto anni addormentato all’interno della propria autovettura, per andarsi a fare una passeggiata. E’ quanto constatato dai Carabinieri di Vittoria che, a seguito di segnalazioni sul numero di emergenza 112 da parte di alcuni cittadini, nella serata di lunedì sono intervenuti nella frazione di Scoglitti. Verso mezzanotte, i militari hanno trovato un bambino in lacrime all’interno di un’auto. Il bambino ha detto ai militari di non sapere dove fossero mamma e papà. Non si trovavano neppure nei paraggi. Solo dopo mezz’ora di telefonate, li hanno rintracciati. Si sono scusati dicendo che ogni tanto andavano a controllarlo. Alla luce di quanto accertato, i due coniugi 36 e 39 anni,residenti a Vittoria ed incensurati, sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Ragusa: dovranno rispondere del reato di abbandono di persone minori, con la contestuale segnalazione all’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Vittoria per l’adozione di idonei provvedimenti a tutela del minore.

 

ACCOGLIENZA AL COLLASSO

sbarcoOltre novecento, 919 per l’esattezza. Uomini, donne e bambini sbarcati a Pozzallo nelle ultime 24 ore. E altri trenta sono arrivati morti, per asfissia. La situazione si fa sempre più critica. Sono finite anche le celle per conservare i cadaveri dei migranti morti durante la traversata. “Un’emergenza che non possiamo affrontare da soli – dice il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna -. Le due uniche celle frigorifere del cimitero ospitano già i corpi di due migranti, per i quali non è stata disposta la sepoltura. Dove metteremo le nuove 30 vittime di questa atroce tragedia?”. “Ci giungono notizie che migliaia di migranti sono pronti a partire diretti verso le nostre coste. È il momento di fare in modo che altri porti vengano interessati, e non parlo solo della Sicilia, ma di tutta l’Italia”. Lo afferma il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè. “Era prevedibile. – ha aggiunto Vardè – Lo sapevamo che con l’arrivo dell’estate, il numero degli sbarchi sarebbe cresciuto notevolmente”.

 

Controlli della Polizia stradale

Polizia StradaleDurante il fine settimana personale della Polizia Stradale di Ragusa ha elevato 26 contestazioni per violazioni al codice della strada e sequestrato due veicoli perchè senza copertura assicurativa. Lunedì è stato effettuato un controllo nella zona del mercato di Vittoria: 35 le violazioni contestate, tre i mezzi sequestrati.

 

Evade dai domiciliari, arrestato catanese

ZUCCARA' Massimo, 28.02.1972 CataniaUn catanese di 43 anni, Massimo Zuccarà, è stato arrestato dalla Polizia stradale per evasione dagli arresti domiciliari. L’uomo è stato fermato nel corso di un controllo in contrada Gerardo, in territorio di Chiaramonte. Dai controlli al terminale, è emerso che il 43enne era stato arrestato a Catania per furto e che era ai domiciliari.

 

Carabinieri cercano i proprietari dei mazzi di chiavi sequestrati

carabinieri newDai carabinieri di Marina di Ragusa rimangono in “giacenza”  oggetti sequestrati a seguito di arresti, in particolare dieci mazzi di chiavi. I militari lanciano un appello a tutti i cittadini, che ancora potrebbero non essersi accorti dell’ammanco in casa, affinché verifichino se qualche chiave nella foto consultabile sul sito www.carabinieri.it  sezione home oggetti rinvenuti potesse assomigliare a una delle loro. In caso affermativo, il proprietario della chiave (o presunto tale) è pregato di contattare il comando stazione carabinieri di Marina di Ragusa al n. 0932-239095.

“Stalkizza” la moglie, denunciato e allontanato

violenza-sulle-donneI carabinieri di  Ragusa Ibla hanno denunciato per stalking un comisano, marito separato legalmente di una donna ragusana residente a Ibla. L’uomo, N.D. 39enne comisano, è ritenuto un soggetto piuttosto pericoloso alla luce delle pregresse condanne per furto, rapina, estorsione e lesioni nonché per i ripetuti arresti e  atti persecutori nei confronti della moglie . Per un certo periodo dall’ottobre 2012 al novembre 2013 la donna aveva avuto un po’ di pace poiché il suo persecutore era stato ospite delle patrie galere a seguito di una importante operazione antimafia. Poi, lo scorso 12 giugno, i carabinieri di Ibla erano dovuti intervenire in ausilio della donna nuovamente perseguitata. Non avevano potuto arrestarlo non avendolo beccato in flagranza, ma lo avevano denunziato a piede libero e contestualmente lo avevano proposto per un’adeguata misura cautelare. A seguito di pedinamenti, telefonate, messaggi sms, la donna non ce la faceva ormai più e i militari hanno tentato di fornire il loro contributo per riuscire in qualche modo almeno a tenerlo lontano dalla vittima. Il giudice per le indagini preliminari, dott. Giovanni Giampiccolo, concordando con il pubblico ministero dott.ssa Monica Monego, sulle esigenze cautelari, ha emesso un ordinanza di divieto di avvicinamento alla vittima. Qualora dovesse violarlo, anche solo fisicamente e senza commettere altri reati, potrà essere colpito da custodia cautelare in carcere o domiciliare.

Vittoria, 3 pusher maghrebini  in manette

????????Le continue segnalazioni degli abitanti della zona, esasperati dal continuo andirivieni di giovani a tutte le ore del giorno e della notte, hanno permesso ai carabinieri di  Vittoria di organizzare una serie di servizi finalizzati ad individuare i soggetti invischiati nello spaccio di sostanze stupefacenti. Nel trascorso fine settimana, i militari  sono intervenuti presso un’abitazione del centro del capoluogo ipparino, dove  hanno tratto in arresto Necib Lanouer, tunisino di 30 anni,  bracciante agricolo, con precedenti di polizia, risultato, fra l’altro, destinatario di un ordine di espulsione dal territorio nazionale, Slimeni Bilel, tunisino di 28 anni, bracciante agricolo, pregiudicato per reati specifici, e  Ben Haj Zakaria, libico di 26 anni, incensurato. Avevano 30 grammi di eroina suddivisa in dosi, oltre al  materiale vario atto al confezionamento della sostanza per lo spaccio. Salgono così a 35, le persone tratte in arresto, solo quest’anno, nell’ambito della lotta alla droga nella giurisdizione dei carabinieri di Vittoria.

NUOVA TRAGEDIA NEL CANALE DI SICILIA

Sbarco eritreiAltri morti nel Canale di Sicilia. Sono una trentina i migranti deceduti lungo l’ennesimo viaggio della speranza. Sarebbero morti per asfissia a bordo di un barcone che è stato soccorso nella notte tra domenica e lunedì dalla Marina Militare e scortato fino al Porto di Pozzallo. Nel piccolo natante circa seicento persone. Ai soccorritori è stato impossibile, vista la posizione, recuperare i cadaveri al momento del soccorso in mare. Solo un paio sono stati portati sulla nave della Marina Militare, insieme a due donne incinte subito trasportate in ospedale per controlli. Domenica è stata un’altra giornata intensa di soccorsi per gli uomini e le unità del dispositivo Mare Nostrum. Da venerdì – a parte l’intervento della scorsa notte – le navi della Marina militare e della Guardia costiera hanno soccorso sette barconi e hanno salvato complessivamente 1.654 persone partite dalle coste africane.

 

VITTORIA, FILIPPO MOTTA TORNA IN CARCERE

MOTTASi riaprono le porte del carcere per il pluripregiudicato di 38 anni, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. Un anno fa, terminata di scontare una lunga pena per una condanna per tentato omicidio, era tornato libero. Nonostante i limiti impostigli dalla misura di prevenzione, la Polizia lo aveva sorpreso con monete da collezione rubate da un’abitazione del centro, ed è stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione per furto in abitazione aggravato, guida senza patente e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale di P.S. Dopo alcuni mesi di detenzione Filippo Motta è stato posto agli arresti domiciliari, con divieto di allontanarsi dall’abitazione e di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano. Più volte, però, gli agenti lo hanno sorpreso in casa con altri soggetti e, nel pomeriggio di domenica scorsa, i poliziotti lo hanno trovato fuori dalla sua abitazione, sul lato opposto della strada, intento a parlare con un altro pregiudicato. Il Tribunale di Ragusa, ritenendo integrarsi una violazione rilevante che determina la revoca obbligatoria degli arresti domiciliari, ha ripristinato la custodia in carcere.

DENUNCIATO RAGUSANO PER MALTRATTAMENTI E VIOLENZA PRIVATA AI DANNI DELLA EX MOGLIE

 foto_6O. G., 49 anni, incensurato, è stato denunciato in stato di libertà dagli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico per maltrattamenti in famiglia e violenza privata, reati consumati ai danni della ex moglie, una vittoriese di 42 anni. A seguito dei continui maltrattamenti subìti, la donna aveva avviato le pratiche per la separazione coniugale dal marito con cui aveva contratto matrimonio nel settembre 2009, andando via da casa per rifugiarsi presso la propria famiglia di origine. Nel pomeriggio di giovedì la donna, recatasi nell’abitazione comune di viale Europa, a Ragusa, trovava affisso un cartello al portone di ingresso ove O. G. comunicava che si era visto costretto a cambiare le serrature dell’immobile e dell’autorimessa, ivi compreso il codice di allarme dell’appartamento. Gli uomini della Squadra Volante, intervenuti su richiesta della donna, riuscivano a contattare l’uomo il quale, una volta sui luoghi, consentiva alla donna di fare ingresso dentro l’appartamento per prelevare, alla presenza della Polizia, i propri effetti personali.

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