23-04-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

Marina di Ragusa, arrestato ladro di biciclette

Un 25enne rumeno, sottoposto all’obbligo di dimora a Vittoria, èfoto-bici stato arrestato dai carabinieri a Marina di Ragusa nella giornata del primo maggio. Il giovane, Florin Ionescu, aveva rubato la bicicletta di un anziano. Il proprietario, accortosi del furto, ha tentato l’inseguimento a piedi ma evidentemente nulla ha potuto. Allora – proprio come nel capolavoro cinematografico di De Sica – s’è messo a urlare “al ladro, al ladro” con tutta la voce che aveva. E le urla hanno attirato l’attenzione di alcuni passanti, i primi due hanno tentato il placcaggio ma la mossa tardiva è stata vana. Un altro, poco più in giù, invece, pronto all’arrivo del ladruncolo ciclista, lo ha saldamente afferrato per il bavero e a nulla sono valsi gli spintoni del rumeno per tentare di rimettersi in fuga. La pattuglia dei carabinieri di Marina ero poco distante, intenta a controllare un arrestato domiciliare, così è potuta intervenire in tempi rapidissimi sul posto. E levare letteralmente da sotto le mani dei cittadini il ladro che, ammanettato e caricato in auto, è stato portato in caserma.

 

Comiso, minorenne arrestato per spaccio

carabinier_640Studente e pusher. Un comisano di 16 anni è stato arrestato dai carabinieri al Parco Ippari nella giornata del primo maggio. Il ragazzo, che fino ad ora non avuto problemi con la giustizia, è stato trovato in possesso di 22 grammi di marijuana. Aveva con sé anche 155 euro, probabile provento dello spaccio. Il 16enne è stato accompagnato in un Centro di Prima Accoglienza di Catania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria etnea davanti la quale dovrà rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Vittoria, No alla chiusura della polizia stradale

Il Consiglio comunale di Vittoria ha approvato all’unanimità unaPolizia Stradale mozione per scongiurare il pericolo di chiusura del distaccamento di Polizia stradale di Vittoria. Il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà ha accolto con favore l’appello dei sindacati della polizia per scongiurare la manovra del governo, che chiama riordino quello che in realtà è solo un cinico e ragionieristico taglio lineare per fare quadrare i conti. “La prospettiva, nel caso che ciò realmente si avverasse, rischia di risultare catastrofica – scrive Sel di Vittoria -. E’ purtroppo innegabile la recrudescenza di fatti gravi sia nelle relazioni personali, familiari e sociali a causa dell’accresciuta complessità sociale, conseguenza sia del fenomeno immigratorio extracomunitario incessante e poco regolamentato sia dell’affluenza di lavoratori europei da paesi dell’est. La precarietà di una oculata e realistica politica di accoglienza aggrava la situazione di per sé insostenibile per il diffondersi di pratiche di lavoro nero o schiavistico, di sacche di povertà che non risparmiano neanche nostri concittadini. La presenza pure di forze malavitose organizzate, di storica e pervasiva infiltrazione negli strati sociali e in settori economici vitali, – scrive Sel di Vittoria – rende ancora più drammatica ed angosciante per i lavoratori onesti e per tutti i cittadini la diminuzione o la perdita di un presidio legale vicino, sito nel proprio territorio. Le forze dell’ordine sono necessarie per tutti coloro che vogliono, e debbono, continuare a fidarsi dello Stato. Tuttavia, pur essendo molto vicini alle forze dell’ordine, che con grande spirito di sacrificio, devozione ed impegno svolgono il loro lavoro non possiamo condividere il comportamento irresponsabile – scrive Sel di Vittoria – di quel sindacato di polizia (Sap) che applaude al comportamento di poliziotti condannati per manifesta violazione della legge contro i diritti dei cittadini ed esprimiamo piena solidarietà -scrive Sel di Vittoria – alla famiglia Aldrovandi per quanto accaduto. Sosterremo e saremo vicini alle forze dell’ordine in difesa del presidio di Polizia stradale con ogni altro intervento che si renderà necessario”.

Immigrati, Giovanni Mauro: “Il governo allarghi alla Provincia di Ragusa l’intervento comunitario”

“Urge allargare alla Provincia di Ragusa l’intervento comunitario peron giovanni mauro i migranti, il governo non può e non deve rimanere sordo a questa esigenza perché l’emergenza sbarchi è ripresa e ci attende una stagione di gravi difficoltà”. Così il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Giovanni Mauro, di Forza Italia. “L’Aula del Senato – prosegue Mauro – ha respinto l’emendamento che proponeva di estendere il finanziamento attribuito al Comune di Lampedusa e Linosa per far fronte alla situazione di emergenza connessa all’accoglienza dei profughi anche ai comuni di Ragusa interessati dai flussi migratori. Capisco che il provvedimento è in scadenza e che la linea data è stata quella di non approvare modifiche, ma ancora una volta in questa Aula, succubi di tempi stretti, finiamo per non affrontare problemi importanti. Le regole d’ingaggio che si sono date nell’operazione Mare Nostrum devono servire al grande circo della politica vissuta mediaticamente. Le fregate che intercettano i migranti nel Mar Mediterraneo ormai da qualche mese fanno in modo che, anziché essere portati su Lampedusa o Linosa, che sarebbero le parti del nostro Stato geograficamente più vicine, questi vengano invece dirottati verso il porto di Pozzallo e il porto di Augusta, in modo che dal punto di vista mediatico forse qualcuno potrà gridare e farsi bello dicendo che a Lampedusa il problema non c’è più, ma questo significa proprio nascondere la polvere sotto il tappeto. C’è un problema serio e reale che l’Italia – dice il senatore Giovanni Mauro – fa bene ad affrontare dal punto di vista umanitario, ma andare a escludere dal finanziamento proprio i Comuni che sono più colpiti dal fenomeno e che subiscono maggior disagio per via di una scelta nazionale ed europea è veramente un’ingiustizia profonda. I territori di Ragusa, Pozzallo e Augusta non devono essere lasciati soli a gestire l’emergenza, così come non deve essere lasciata sola l’Italia ad affrontare un problema che era e rimane di tutta l’Europa” – conclude il senatore Giovanni Mauro.

ESODO BIBLICO

Foto sbarco del 15.08.2013Oltre trecento martedì sera, un migliaio nella giornata di oggi. Sono numeri da esodo biblico quelli che si registrano a Pozzallo e che riguardano l’arrivo di migranti soccorsi in mare. In mattinata due sbarchi, uno da 328 e l’altro da 202. Nel pomeriggio uno ancora più consistente, con l’arrivo di 424 persone. I migranti arrivano a bordo di imbarcazioni della Marina Militare nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. E sono ore frenetiche in prefettura per individuare i luoghi dove ospitare questa enorme massa di disperati. Intanto tre presunti scafisti dello sbarco di martedì sera sono stati arrestati dalle Forze dell’ordine.

 

UN ARSENALE NELL’IPPARINO

ARMI E MUNIZIONIUn mini arsenale in casa. La scoperta fatta dai carabinieri di Vittoria nell’abitazione di Paolo Varcalli, 70 anni, originario di Reggio Calabria, residente in contrada Bosco Rotondo. I carabinieri hanno trovato un fucile da caccia monocanna cal.16 marca “Beretta” con matricola abrasa, perfettamente funzionante ed in buono stato di conservazione; un fucile da caccia a canne sovrapposte cal. 12 marca “Beretta”, anche questo perfettamente funzionante, un sacchetto in plastica contenente 91 cartucce cal. 12 vario tipo (a palla, a granuli, a pallettoni) e 20 cartucce cal. 16. Nel corso delle operazioni di perquisizione, il 70enne aveva cercato di eludere il controllo, cercando di nascondere un fucile. Nel corso dell’operazione, in un casolare abbandonato in contrada Salmè, i militari fanno trovato altre armi: un fucile semiautomatico cal.12 marca “Benelli” modello “Raffaello” con matricola abrasa, perfettamente funzionante ed in buono stato di conservazione, una pistola a salve marca “Kimar” modello 92, parzialmente modificata con innesto di una canna in acciaio cal. 8; 85 cartucce cal.12 vario tipo; 14 cartucce 38 special vario tipo (blindata, piombo, wadcutter); 3 cartucce cal.7,65 palla piombo. E’ assai verosimile che le armi possano essere state utilizzate in qualche azione delittuosa commessa di recente nel territorio di Vittoria o comuni limitrofi. L’armamentario sequestrato verrà inviato al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per un’attenta perizia specialistica.

 

Rapina in una gioielleria di Comiso

Sarebbero due giovani i rapinatori che hanno messo a segno il rapina1“colpo” ai danni di una gioielleria di corso Vittorio Emanuele a Comiso nel pomeriggio di lunedì. Uno dei due era armato: con la pistola in pugno ha intimato al gioielliere di consegnargli i monili, del valore di circa 30mila euro. Subito dopo i due sono fuggiti a bordo di una Mercedes. Indagini in corso da parte dei carabinieri.

 

Occupa alloggio popolare, denunciato

Un 23enne ragusano, sottoposto all’obbligo di dimora a Ragusa, è20140427_115048 stato denunciato per avere occupato abusivamente un immobile di proprietà comunale in corso Mazzini. Ci aveva messo anche la targhetta con il nome proprio e della sua convivente. Agli agenti ha anche detto di avere ricevuto l’ok da parte di un impiegato comunale, ma in realtà l’alloggio risultava assegnato ad un 68enne di origini vittoriesi, che per qualche giorno si trovava in una casa di riposo. Il 23enne è stato denunciato per il reato di violazione di domicilio.

 

“Con quale coltello vuoi che ti ammazzi?” : DUE RUMENI AGGREDISCONO CONNAZIONALE

Sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e condotti inPENA Dumitru logo carcere, presso la casa Circondariale di Ragusa, due romeni che nel corso della notte tra domenica e lunedì hanno mandato in ospedale, con un orecchio quasi tranciato, un loro connazionale. La chiamata alla sala operativa del Commissariato di Polizia di Vittoria è giunta alle 7 del mattino, quando presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale si è presentato un rumeno di 25 anni sanguinante, con evidenti ferite al volto. Sottoposto alle cure mediche, gli sono statePETRAS Adrian logo riscontrate ferite da taglio al collo ed altre ferite sempre da taglio con perdita di tessuto del padiglione auricolare. Le indagini della Polizia sono scattate immediatamente e sono state raccolte informazioni dal ferito che ha raccontato come egli, assieme ad altri connazionali, la sera prima si trovasse in località Brugalegi, una contrada tra Vittoria e Scoglitti a bere e mangiare. C’era andato da solo, con il suo motociclo. Alle 4 circa del mattino, uno dei romeni presenti chiedeva in prestito il mezzo della vittima per andare a prendere un altro connazionale. Poco dopo erano di ritorno e l’ultimo arrivato, vedendo il proprietario del mezzo, si è ricordato che alcuni anni prima avevano avuto profondi rancori per questioni di donne. Preso nuovamente dall’ira, assieme all’altro connazionale che lo aveva portato e che sino a quel momento era stato “amico” della vittima, gli si sono scagliati contro a pugni e testate, facendolo stramazzare a terra. Quando il 25enne tentava di riprendersi il motociclo per andare via, veniva minacciato e costretto ad allontanarsi a piedi, ma di fronte alle sue rimostranze ha subito un nuovo assalto e stavolta mentre un romeno lo teneva bloccato a terra, l’altro entrava in casa, prelevava un set di coltelli da un contenitore e mostrandoli all’aggredito gli diceva: “Con quale vuoi essere ammazzato?”. A nulla sono servite le implorazioni della vittima, l’energumeno ha preso il coltello più grosso, quello a forma di mannaia e con decisione gli ha scagliato un fendente al collo provocandogli una ferita. La vittima è riuscita tuttavia a scappare, ma subito dopo è stata raggiunta e colpita nuovamente con un altro fendente che gli ha reciso parte del padiglione auricolare. Infine è riuscita a fuggire e dopo avere percorso a piedi diversi chilometri ha chiesto aiuto ed è stata soccorsa nei pressi del distributore di carburanti alle porte di Scoglitti. La Polizia poco dopo è riuscita ad individuare i due aggressori: Dumitru Pena, 22 anni, e Adrian Petras, 25, entrambi senza fissa dimora. I due avevano anche tentato di estorcere 300 euro alla vittima per riconsegnarle il motorino.

 

Ibla, giovane arrestato per produzione di droga

Marijuana a Chilometro zero. Un 29enne ragusano, Giuseppe SCRIBANO Giuseppe cl.85Scribano, è stato arrestato dai carabinieri di Ibla durante un controllo in casa. Il giovane aveva in casa delle piantine che stava facendo crescere, ma non ortaggi o fiori, bensì canapa indiana: nove piccole piante, evidentemente seminate da pochi giorni. Nel perquisire l’abitazione, i militari e il cane antidroga hanno trovato anche un barattolo di vetro contenente 13 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e un trita erba o grinder (una scatoletta cilindrica che serve a sminuzzare le foglie di cannabis).

 

DROGA DA NAPOLI ALLA SICILIA, INDAGATE QUARANTANOVE PERSONE

Vasta operazione dei carabinieri di Ragusa che coinvolge 49 personecarabinieri005 accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e concorso in detenzione di armi e droga. I militari hanno notificato un provvedimento di “informazione di garanzia e avviso alla persona sottoposta alle indagini di chiusura delle indagini preliminari”, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. L’inchiesta, denominata “Pentagono”, avviata dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Modica, ha consentito di scoprire una pericolosa gang criminale a Scicli inserita a pieno titolo in una più vasta e articolata rete del narcotraffico che operava tra la provincia di Ragusa, Catania e Napoli. Gli investigatori hanno ricostruito collegamenti, ruoli e funzioni di capi e gregari di una vera e propria organizzazione militare dedita allo smercio di ingenti quantitativi di hashish e cocaina sequestrati in varie operazioni dei Carabinieri sin dal 2007.

 

IMPRESA DI RAGUSA A SCHIO / LO SCUDETTO ORA E’ VICINO

10170892_621108381313129_8125946098493061047_nLa Passalacqua Ragusa si aggiudica gara 3 dei play off scudetto di basket femminile, portandosi sul 2 a 1, praticamente ad un passo dalla possibilità di scucire alle campionesse uscenti il tricolore, evenienza che potrebbe verificarsi a Ragusa, se la Passalacqua dovesse vincere gara 4 al Palaminardi il prossimo giovedì 1′ maggio. Esattamente dopo 25 anni dal 3 maggio 1989, quando a Ragusa (al Palazama) fu assegnato lo scudetto di basket femminile al Priolo che dovette giocare la finale nella nostra città, si potrebbe ripetere una festa scudetto, stavolta con Ragusa protagonista. Gara tre, giocata
lunedì sera in Veneto al Palacampagnola, si è conclusa con il punteggio di 56 a 68 per le ragazze del coach Nino Molino, che si sono portate avanti perfino di 23 punti, durante il terzo quarto.

RAPINA A SCOGLITTI: TRE ARRESTATI

Sono durate poche ore le indagini da parte dei Carabinieri dellacarabinier_640 Stazione di Scoglitti per far luce su una rapina avvenuta sabato notte ai danni di un cittadino tunisino residente ad Acate. La vittima si era presentata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vittoria, dopo essere stato trasportato da alcuni connazionali i quali lo aveva trovato riverso a terra in Contrada “Vecchio Carrubbo” di Scoglitti. All’arrivo dei militari, il malcapitato aveva dichiarato di essere stato, poco prima, aggredito da due soggetti albanesi nella frazione rivierasca, dove avrebbe dovuto incontrarsi con una cittadina rumena. Infatti, arrivato in Via dei Cipressi, il tunisino era stato ripetutamente colpito con un martello e una tavola di legno, per essere successivamente caricato su una Golf Volkswagen abbandonato in campagna, e derubato del portafogli con 500 euro. Grazie al parziale numero di targa fornito dalla vittima, i Carabinieri sono risaliti al proprietario dell’auto e successivamente ai due complici, i quali venivano rintracciati nel primo pomeriggio di sabato e tratti in arresto con l’accusa di rapina e sequestro di persona in concorso. I tre, tutti incensurati, sono: Sinjari Gramos, albanese, nato nel’70, Sinjari Kosta, albanese, nato nel ’68, Vizitiu Mihaela, rumena, nata nel ’71. La donna è stata posta ai domiciliari, gli altri sono in carcere. Inoltre, nel corso delle perquisizioni, i Carabinieri hanno rinvenuto all’interno dell’autovettura utilizzata per commettere il reato un martello da carpentiere presentante una piccola macchia ematica sul manico. Il cittadino tunisino dopo le cure da parte dei sanitari è stato dimesso e giudicato guaribile in 9 giorni per trauma cranico, ematoma al volto, contusione al labbro con 5 punti di sutura.

Controlli di polizia nel fine settimana

Sono state controllate complessivamente 115 persone, contestatevolante polizia new 53 infrazioni, 131 punti decurtati. Una persona coinvolta in un incidente stradale a Scicli è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Ragusa per essersi rifiutato di sottoporsi ai controlli alcolemici e tossicologici. A Comiso un neo patentato è stato trovato con un tasso alcolemico pari a 0,57 per cui è stato verbalizzato per un importo di 163,00 con decurtazione di 10 punti dalla patente. Durante i servizi espletati sulla Ragusa Catania, sono state ritirate 3 patenti per sorpassi in curva. In contrada Castiglione è stato fermato un camionista modicano il quale aveva installato una calamita sul cronotachigrafo, strumento obbligatorio, per legge, su ogni camion, che registra tutti i dati relativi alla circolazione dei mezzi: dalla velocità media ai tempi di guida e riposo degli autisti. Spesso l’obiettivo delle aziende che si occupano di trasporti è quello di abbattere i costi, facendo viaggiare il più a lungo possibile i camion, incuranti delle rigide regole su orari e tempi di sosta obbligatoria. Un modo per risparmiare che, ovviamente, può avere tragiche ripercussioni perché, dopo ore di guida senza il riposo necessario, i riflessi possono essere più lenti ed il rischio di incidenti aumenta. Al conducente è stata ritirata la patente e comminata una sanzione che va da 1682 euro a 6732 euro. Alla ditta verrà contestato un ulteriore verbale che va da 808 a 3234 euro. Sulla Ragusa mare è stato effettuato un servizio di controllo della velocità con Telelaser, che ha portato alla contestazione di 9 infrazioni, con ritiro di tre patenti per aver superato il limite consentito di oltre 40 km orari. I controlli verranno intensificati il 1 maggio.

RISSA IN PIAZZA DEL POPOLO Arrestati a Vittoria i tunisini Marouane Hechkel e Kamel Mazroui

Era appena l’alba quando si è scatenata una una rissa in Piazza delHECHKEL Marouane Popolo. La Volante della Polizia è intervenuta mentre tre persone colluttavano violentemente. Gli Agenti hanno sedato la rissa e prima che identificassero i tre autori, questi gli si sono scagliati violentemente contro, colpendoli con calci e pugni. Poi i tre sono repentinamente fuggiti in diverse direzioni. I poliziotti li hanno rincorsi e dopo una fuga di 300 metri sono riusciti a bloccarne due, collaborati in questa azione anche dall’importante contributo di una guardia giurata in servizio. Acciuffatti hanno continuato a menare i poliziotti, ma sono stati immobilizzati e ammanettati. Non sempliceMAZROUI Kame la loro identificazione I due magrebini sono Hechkel Marouane, tunisino di 20 anni, in regola con le norme sul soggiorno, e Mazroui Kamel, 22 anni, tunisino, la cui posizione sul territorio nazionale è in corso di valutazione. Entrambi, ubriachi, sino ad ieri erano incensurati. Gli Agenti e la Guardia Giurata sono dovuti ricorrere alle cure dei medici del Pronto soccorso del Guzzardi. I due arrestati sono in carcere a Ragusa, un terzo uomo è ricercato.

Rompe costola all’ex convivente Algerino violento arrestato

BETTABGHORI Carabinieri di Ragusa Ibla hanno arrestato Rachid Bettabghorun di 39 anni per aver malmenato per l’ennesima volta una sua ex. Dopo l’ennesimo caso i militari lo hanno sottoporlo agli arresti domiciliari presso l’abitazione della sorella, nella parte superiore di Ragusa, quindi abbastanza lontano da Ibla dove abita l’ex convivente. I carabinieri di Ibla sono riusciti a ricostruire l’intera storia e forse non sarebbero arrivati all’arresto – con un concreto rischio per la vita della donna se lui fosse rientrato in casa – solamente grazie al provvidenziale intervento di un’autoambulanza della Croce Rossa Italiana, mandata a casa della donna dal 118. La pattuglia dei carabinieri, visto passare il mezzo di soccorso e capito che c’era qualcosa di grave in ballo, lo ha seguito scoprendo tutta la vicenda. Questo quel che è accaduto. L’uomo, il 39enne algerino Rachid Bettabghor, personaggio da tempo noto ai carabinieri e residente da anni in Italia, incontra per caso l’ex convivente in giro per Ibla. Non la vede da fine gennaio quando i carabinieri, su ordine del giudice, gli notificano la misura cautelare dell’allontanamento da casa, scaturita dopo diversi interventi operati dai militari nella casa della coppia dove la donna era ripetutamente vittima delle angherie e delle violenze dell’uomo. I due chiacchierano e lui riesce a convincerla ad andare a casa da lei. Una volta arrivati i toni si fanno accesi. Non sono ben chiari i motivi, sebbene pare si trattasse di un debito di lui verso lei. L’uomo, forse messo verbalmente alle strette dalla donna, passa alle maniere forti e la prende a calci e pugni. Pare che in questa occasione lui le abbia sferrato il calcio al costato che poi porterà i medici a riscontrare la frattura. Lei comunque riesce a buttarlo fuori dalla porta. Lui, evidentemente furibondo, sale dal pluviale ed entra dalla finestra aggredendola nuovamente. A questo punto, svegliati dalle urla dei due in piena notte, i vicini sono tutti alle finestre e in strada e qualcuno chiama la polizia. Agli agenti, arrivati in fretta e furia, però la donna nasconde la ferita e omette di riferire d’esser stata picchiata, riducendo tutto a una lite con l’ex. Quest’ultimo viene allontanato e tutto ritorna alla normalità. Ma poco dopo la donna si sente male e non riesce a respirare, chiama quindi il 118. Ed è a questo punto che i militari, vista l’ambulanza, si accodano e arrivano sul posto. La donna, evidentemente ancora psicologicamente succube del suo carnefice, ribadisce la versione delle difficoltà respiratorie ma i paramedici insistono per accompagnarla al pronto soccorso e infine ci riescono. Nel frattempo i carabinieri raccolgono le testimonianze dei vicini ma soprattutto trovano nei paraggi il Bettabghor e lo fermano. In ospedale i medici notano le ammaccature della poveretta e scoprono che ha una costola fratturata, quindi la ricoverano con una prognosi superiore ai venti giorni. I militari hanno arrestato l’algerino. Si trova ai domiciliari. Forse sarà espulso dal territorio per motivi di sicurezza pubblica.

Arrestata dopo sbarco a Pozzallo famiglia di scafisti egiziana / Il più piccolo degli scafisti ha 14 anni

egizianiLa Polizia ha tratto in arresto Ibrahim Ahmed di 19 anni, Saad Hameda di 53 anni,  Neema Mouhamed Selim di 23 anni, Ibrahim Abo Scahin di 18 anni e Omar Hameda di 21 anni e denunciato due minori di 14 e 17 anni, per illecito ingresso nel territorio italiano di più di 274 migranti siriani ed egiziani. Alle ore 19.25 del 25 aprile, nell’ambito dell’operazione denominata “Mare Nostrum”, la nave Aliseo della Marina Militare Italiana avvistava un natante di circa 15 metri carico di passeggeri. Le operazioni di soccorso si sono concluse in nottata con il recupero di tutti i 281 soggetti presenti sull’imbarcazione, di cui 167 uomini (90 minori), 38 donne e 76 bambini, compresi anche neonati. La nave militare lasciava alla deriva il natante clandestino e giungeva nel porto di Pozzallo alle ore 15.00 del 26 aprile. Dalle risultanze investigative è emerso che il viaggio verso le coste italiane era stato organizzato sia da cittadini libici che egiziani ed il ruolo predominante era quello della famiglia Hameda che, aiutata da altri tre soggetti, ha potuto speculare sulla vita dei migranti, operazione che se non fossero stati arrestati avrebbe fruttato loro centinaia di miglia di euro. Il comandante del peschereccio, unitamente al figlio più grande, era già stato in Italia ed aveva avuto problemi di varia natura con la legge italiana, circostanza che lo ha indotto a dire agli altri arrestati: “non vi preoccupate tanto in Italia non c’è legge e non si paga nulla. Io in Italia ho commesso di tutto e solo una volta sono andato a finire in carcere rimanendovi per pochi giorni, poi mi hanno mandato in Egitto”. Ma adesso la Procura della Repubblica di Ragusa potrà chiedere la punizione dei colpevoli ed il  giudice potrà infliggere una pena fino a 15 anni di reclusione in carcere e 25.000 euro per ogni migrante fatto entrare clandestinamente in Italia.

INCIDENTE MORTALE A RAGUSA

incidente 26.4Sabato mattina si è verificato, all’incrocio tra via Epicarmo e via la Pira, un sinistro che ha coinvolto tre auto. Ha perso la vita in pensionato di origini chiaramontane, Giambattista Dimartino, inteso Giovanni Emilia, di 74 anni, che guidava una Ford Fiesta. Il mezzo si è scontrato con una Nissan Micra, condotta dal ragusano S. J. di 24 anni, e una Citroen C1 condotta dal giarratanese C. S. di 70 anni, che ha riportato ferite guaribili in 60 giorni, con a bordo la moglie.

La testimonianza di un migrante

DSC_0022Uno dei migranti sbarcato il 25 aprile a Pozzallo ha raccontato alla Polizia: “Ho lasciato la Siria unitamente alla mia famiglia da un anno e mezzo a causa dei disordini ancora in atto, sono entrato in Libia, ho preso in affitto una piccola abitazione dove è nato il mio terzo figlio che oggi ha 3 mesi. Ho quindi pazientemente atteso fino a quando non ho accumulato la necessaria somma che era di 5.000 dollari USA per il trasferimento clandestino di tutta la mia famiglia. Mi hanno fatto alloggiare in un’abitazione fatiscente ove erano presenti tre famiglie siriane e una donna di nazionalità tunisina. Appena ho fatto ingresso in quella struttura ho dovuto corrispondere la somma pattuita per il viaggio. Nessuno di noi poteva uscire dalla casa così come avevano ordinato gli organizzatori ed eravamo sempre vigilati. Bastava poco per far si che gli addetti alla vigilanza si scagliassero violentemente contro di noi ed in particolare contro di me. Sin dal mio arrivo nella struttura mi hanno picchiato solo perché ho guardato la donna tunisina mentre questa lasciava definitivamente la casa. Mi hanno picchiato ancora perché ho chiesto di poter lasciare la casa in quanto non volevo più partire per l’Italia e mi hanno risposto ‘chi entra qua non esce più’. Finalmente il 24 aprile alle 4 del mattino, nella casa giungeva uno degli organizzatori che faceva salire me e tutta la mia famiglia, nonché un’altra famiglia composta da 6 soggetti, di cui 4 bambini, sulla sua grossa auto per portarci in un capannone. Il capannone era di notevoli dimensioni e all’interno di esso vi erano stati concentrati tutti i soggetti che dovevano imbarcarsi alla volta dell’Italia che mi dicevano di essere li da settimane. La partenza dal capannone avveniva poco tempo dopo. A bordo di furgoni siamo stati portati su una spiaggia dove si trovava un grosso gommone sul quale, a gruppi, venivamo fatti salire per raggiungere un peschereccio. L’affollamento sul peschereccio era incredibile: eravamo messi uno sopra l’altro e faticavamo a muoverci. Inizialmente le condizioni del mare erano buone, poi, con il passare del tempo, le stesse peggioravano fino a raggiungere livelli tali da rappresentare pericolo di vita per tutti quanti noi ed io temevo per i miei figli. Il viaggio aveva una durata di circa 22 ore ed intorno alla ventesima ora i due scafisti hanno chiesto soccorso. Il peschereccio imbarcava acqua a causa di una falla allo scafo. Dopo circa 3 ore dalla richiesta di soccorso su quel punto di mare giungeva una nave militare italiana sulla quale tutti quanti venivamo trasbordati. A bordo del peschereccio vi era solo dell’acqua niente cibo. A nessuno di noi è stato distribuito da mangiare! Non vi erano dei mezzi di salvataggio a bordo del peschereccio, tranne per chi aveva pagato di più per averli, era un servizio aggiuntivo”!

Il video di uno dei migranti permette alla Polizia Giudiziaria di arrestare i 2 scafisti

EL FARIATI Aziz 20.09.1995 MaroccoEL MESHRI Haitem 01.01.1988 Tunisia

La Polizia di Ragusa unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha eseguito il fermo di Haithem El Meshri, tunisino di 26 anni, e di Aziz El Fariati, marocchino di 19 anni. I due magrebini sono accusati di essersi associati  con altri soggetti presenti in Libia per l’ingresso clandestino in Italia di cittadini extracomunitari di varie nazionalità. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone, perchè è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro,  per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre perché gli immigrati sono stati sottoposti a trattamento inumano e degradante. Gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di oltre 400 migranti di origini siriane ed eritree. Tra i migranti vi erano 60 donne, 80 minori e 20 neonati. Alle ore 15.15 di giovedì 24 aprile una nave della Marina Militare italiana soccorreva un’imbarcazione in legno di 15 metri circa che stava imbarcando acqua. Nel corso delle operazioni di avvicinamento il personale della Polizia Giudiziaria notava che uno degli occupanti il natante in legno gettava in mare un navigatore GPS che veniva prontamente recuperato. Dopo aver soccorso ed assistito i migranti, la Polizia di Stato iniziava le procedure di identificazione e di intervista insieme ai mediatori. Gli operatori di Polizia individuavano gli scafisti che erano di nazionalità diversa rispetto agli altri immigrati. Uno dei due arrestati era in possesso di centinaia di euro ed un telefono cellulare sul quale veniva riscontrato che tra gli sms in arrivo alcuni erano inerenti il pagamento elettronico di quasi 15.000 euro per l’avvenuto approdo. Fondamentale l’acquisizione di un video girato con uno smartphone da parte di uno dei migranti dove viene ripreso il giovane magrebino mentre timona il peschereccio e da ordini in lingua araba ai passeggeri. Dal filmato si evince come questi parlasse anche la lingua italiana.

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