16-05-2024
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Archivio della categoria: Cronaca

La Polizia di Stato ha realizzato a Ragusa una stanza a misura di bambino per le audizioni protette

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La Polizia di Stato con il contributo dei Club Service Soroptimist di Ragusa e Vittoria ed il patrocinio dell’Unicef ha realizzato una stanza per poter mettere quanto più a proprio agio il bambino che viene a testimoniare o ancora quando deve essere ascoltato poiché vittima di gravi fatti reato. La stanza realizzata dalla Polizia di Stato permetterà quindi di creare meno traumi ai piccoli che saranno ospitati dalla Squadra Mobile e dall’Ufficio Minori. L’elemento che distingue questo progetto si identifica nella possibilità di mutare la stanza in base alle esigenze operative. Un sistema di tende avvolgibili in meno di un minuto rende l’ufficio fruibile dagli investigatori per l’ascolto di donne vittime di violenza o in generale di vittime di crimini efferati, con particolare riguardo ai delitti che si consumano tra le mura domestiche. La stanza è inoltre dotata di un impianto per la videoregistrazione dei colloqui quando richiesto ed autorizzato dall’Autorità Giudiziaria. E’ dotata di impianti audio che permettono di far dialogare lo psicologo con i magistrati e gli investigatori presenti nella stanza adiacente dove è anche installato un monitor per la visione delle immagini ed altri sistemi di ascolto delle conversazioni.

LE PAROLE DEL VESCOVO AL FUNERALE DI LORIS

funerale loris“Come si può uccidere un bambino? Solo un folle, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato”. Queste le parole del vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso, all’omelia delle esequie di Loris Stival, celebrate oggi pomeriggio nella parrocchia di San Giovanni Battista a Santa Croce Camerina. “Dalla sera di sabato 29 novembre sgomento e speranza hanno abitato il nostro cuore”, ha esordito il presule, ricordando quando ha ricevuto la notizia. “Una notizia tremenda. Un fatto assurdo. Un gesto disumano”. “Le morti – ha osservato – non sono tutte uguali. C’è chi muore dopo un lungo percorso di vita e chiude così serenamente il proprio cammino perché è arrivato al capolinea. C’è chi muore, bambino, giovane o adulto, perché aggredito da una prepotente e impietosa malattia… Ma un bambino no. Un bambino non può morire perché un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita”. “Quando ciò avviene – ha aggiunto -, la nostra umanità si ribella e le domande insorgono e s’inseguono. Non solo quelle rivolte agli uomini, ma anche quelle rivolte a Dio. Perché? Perché Dio non è intervenuto? Perché non ha bloccato la mano omicida? Se Dio è Padre, come può permettere che un bambino, innocente e indifeso, sia ucciso e buttato in un canalone?”. Da mons. Urso la risposta con “le parole della fede, le uniche che possono consolare il cuore, pur nella consapevolezza che la morte, e la morte di un bambino per violenza, rimane sempre avvolta da un’ombra di mistero”. “Non sono in grado – ha riconosciuto – di rispondere in maniera compiuta alle tante domande che la tragedia, che qui ci vede riuniti, suscita in noi. Posso dirvi, però, che Dio non è insensibile di fronte alla morte e alla sofferenza che essa provoca. Dio è accanto a chi muore e a chi soffre. Un giorno cadrà il velo che copre i nostri occhi e capiremo”. E ha concluso: “Noi non siamo nati per morire. Siamo nati per vivere e vivere per sempre”. “Davanti al corpo senza vita di Loris, noi proclamiamo la nostra fede e la nostra speranza. La nostra fede nel Dio che ci ama, la nostra speranza nella vita senza fine”.

OPERAZIONE ALTA TENSIONE

rumeniL’alto prezzo del rame ha causato un sempre maggiore interesse per il riciclaggio di questo metallo. In effetti il rame è molto adatto ad essere riciclato per almeno due motivi: il primo, e il fondamentale, è che esso ha una struttura chimico-fisica che lo rende capace di sopportare  numerosi cicli di lavorazione senza che perda le sue capacità meccaniche; il secondo è che il rame ha alti costi di estrazione e bassissimi costi di riciclaggio, contrariamente a quello che avviene con altre sostanze. Queste caratteristiche hanno indotto un manipolo di criminali a perpetrare innumerevoli furti del prezioso materiale utilizzato soprattutto per la distribuzione dell’energia elettrica. Moltissime le aziende e utenze che in questi mesi sono state colpite con danni enormi per le attività e la vita quotidiana. Molte, infatti, le aziende zootecniche e agricole del territorio ibleo che, pur di poter continuare a lavorare, sono state costrette ad affidarsi a dispendiosi generatori alternativi di corrente elettrica. L’organizzazione criminale sgominata questa notte dalla Polizia aveva trovato la sua base operativa nei dintorni di Comiso ma con ramificazioni anche nel territorio di Catania e Messina dove qualche mese fa sono stati effettuati sequestri di rame per migliaia di chilogrammi. Le indagini hanno permesso di accertare che i soggetti, tutti di etnia rumena, pianificavano attentamente i furti effettuando sopralluoghi attenti delle zona ove agire; l’interesse principale era dedicato alle campate dell’alta tensione.Le intercettazioni hanno permesso di accertare che, vista la elevata remunerazione prevista, i vertici dell’organizzazione ricevevano richieste di “lavoro” da parte di persone che chiamavano direttamente dalla Romania e si proponevano di venire in zona per partecipare ai furti. Il danno che è stato lamentato da parte dell’Enel nelle denunce presentate è stato stimato in oltre 1.500.000 euro, solo per i furti che sono stati riscontrati a dispetto di decine di migliaia di euro di guadagno per l’associazione criminale oggi disarticolata. La Polizia ha arrestato per furto 17 soggetti e ne ha denunciati 12 in particolar modo per ricettazione. Questi i nomi degli arrestati domiciliati nella provincia di Ragusa: Adar Marius,  Ciobanu Vasile, Ciubataru Marius inteso “Baluba”,Trandafir Marius Florin inteso Shampoo, Tudoran George Alexandru,  Zlatea Ioan Georgel.

Incidente mortale sulla statale 514: perde la vita un ragazzo di 23 anni

giangregori todaro 18.12.14Un ragazzo di 23 anni di Vizzini, Giangregori Todaro, è morto in un incidente stradale sulla statale 514 Ragusa – Catania  mentre si trovava a bordo di una Panda che si è scontrata con una Laguna condotta da un vittoriese di  53 anni rimasto ferito. Per il 23enne non c´è stato nulla da fare nonostante i soccorsi. La strada è rimasta chiusa al traffico per diverse ore.

Vittoria, arrestato “topo” d’appartamento  

Giannone Alessandr cl.1986Stava rientrando a casa dopo aver concluso la sua giornata di lavoro quando, nel tardo pomeriggio di lunedì, all’altezza di via Brescia, a Vittoria, un maresciallo dei Carabinieri, in servizio presso il locale Comando di Compagnia, ha notato uno strano movimento vicino ad un’abitazione privata. Insospettito, ha accostato la propria autovettura e si è avvicinato quanto basta per non destare sospetto, ma nel contempo per poter osservare meglio il comportamento di un giovane che continuava a guardarsi intorno e a fare cenni verso il balcone dell’appartamento. Non appena il militare ha visto che dal balcone è uscito un altro uomo che indicava al ragazzo di salire su, non ci ha pensato due volte, ed è piombato addosso al ragazzo, bloccandolo, mentre l’altro complice gettandosi dal balcone è riuscito a fuggire. Nel frattempo una pattuglia della locale Stazione, giunta sul posto, si è subito messa a ricercare il fuggitivo che aveva fatto perdere le proprie tracce dileguandosi per alcune vie limitrofe. La proprietaria dell’appartamento, accortasi che aveva ladri nell’abitazione, si è messa ad urlare dal balcone cercando di far attirare l’attenzione dei passanti: è stata subito confortata dalla presenza dei Carabinieri che, oltre a comunicarle l’immediato arresto del ragazzo, hanno anche constatato in sede di sopralluogo che si trattava di un tentativo di furto, non essendo riusciti a portare via nulla dalla casa. Il 28enne, Giannone Alessandro, già noto alle Forze dell’Ordine e con precedenti penali specifici, è stato immediatamente condotto presso la caserma di Via Giuseppe Garibaldi di Vittoria da dove, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea, dinanzi alla quale dovrà rispondere del reato di tentato furto aggravato in concorso. Grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza di alcuni istituti pubblici e privati della zona, e alle indicazioni fornite da alcuni passanti che avrebbero assistito al movimento nei pressi dell’abitazione, i Carabinieri sono già riusciti ad acquisire utili e validi spunti investigativi per assicurare alla giustizia anche l’altro complice fuggito: le indagini sono suscettibili di ulteriori sviluppi.

Il sindaco Nicosia sull’omicidio Brandimarte: pretendiamo di sapere che ci facesse a Vittoria un esponente della ‘ndrangheta

omicidioAll’indomani dell’omicidio di Michele Brandimarte, esponente della ‘ndrangheta ucciso domenica pomeriggio a colpi di pistola all’incrocio tra Via Roma e Via Carlo Alberto, il sindaco, Giuseppe Nicosia, chiede di fare luce sulle ragioni della presenza della vittima a Vittoria. “Ieri la nostra città – dichiara il primo cittadino – ha vissuto un’esperienza terribile. Proprio nei giorni che precedono il Natale, con Via Cavour illuminata e addobbata a festa, e con le famiglie a passeggio, è accaduto un fatto gravissimo, che poteva creare enormi pericoli per la gente che si trovava lì in quel momento. Che ci faceva nella nostra città un esponente dell’organizzazione criminale più pericolosa del nostro Paese? Di lui si sa che aveva precedenti per associazione mafiosa e traffico di droga, ma pretendiamo di sapere chi frequentava a Vittoria, che attività era venuto a svolgere qui, quali erano i suoi contatti in loco e perché si è ritenuto più facile o simbolico compiere l’omicidio nella nostra città. Vittoria – ricorda il sindaco Nicosia – è stata in passato al centro delle attenzioni della criminalità organizzata, ed è stata teatro di sanguinose faide tra Stidda e Cosa Nostra. Abbiamo pagato un tributo pesantissimo al crimine, e ora non possiamo diventare terra di conquista per la ‘ndrangheta. Chi sa, parli, collabori con le forze dell’ordine, denunci”.

Lorys, Andrea Vecchio: “Ho abbracciato Veronica

424530_119907244847765_795034077_nIl parlamentare Andrea Vecchio è andato a trovare nel carcere di piazza Lanza, a Catania, Veronica Panarello, la 26enne accusata dall’omicidio del figlio Lorys. Nella sua pagina facebook, che riportiamo di seguito, racconta quell’incontro. “Nel reparto delle donne ho incontrato Veronica Panarello, la madre accusata dell’uccisione del figlio, il piccolo Loris. Si trovava in una cella spoglia, guardata a vista attraverso un cancello di ferro chiuso a chiave da una guardia carceraria, una donna. Ci ha aperto la porta di ferro, la direttrice ha chiesto alla reclusa se permetteva che entrassimo per un colloquio, mi ha qualificato e lei ha accettato la visita. Ai miei occhi, su una brandina addossata al muro con addosso una coperta di lana giaceva un corpicino tremante e rannicchiato. Ha sollevato la coperta e ha fatto cenno di alzarsi, sotto la coperta indossava i vestiti, una maglietta, un pullover e un paio di pantaloni. Ai piedi indossava un paio di calze a righe orizzontali. Le ho chiesto di rimanere seduta. Capelli lisci, quasi sulle spalle, due labbra esili serrate, due grandi occhi scuri, quasi neri, sbarrati nel vuoto, a tratti rivolti a noi. Le prime parole che ha pronunciato sono state: “Sono qua dentro, innocente. Nessuno mi crede, nessuno mi vuole credere. I giornali non riportano tutta la verità. Io sono innocente ma nessuno mi vuole credere”. A quel punto la direttrice la interrompe dicendo che nei colloqui con i parlamentari non può parlate dei motivi per i quali si trova rinchiusa. Annuisce e si zittisce. Io le chiedo: “Come stai, come ti senti?” Lei di rimando: “Come posso stare qua dentro con il peso che ho?” “Fai un sorriso”, le chiedo. Mi zittisce: “Come posso sorridere con il peso che ho?” Non so se coscientemente o no sente addosso a sé l’enorme peso della tragedia che l’ha colpita, nella quale si trova imbrigliata. “Sei andata a scuola? Cosa hai studiato?” “Ho frequentato la scuola d’arte, al secondo anno mi sono fermata. So disegnare, mi piace molto disegnare.” Chiedo alla direttrice se posso inviare un album da disegno, delle matite, dei colori. All’unisono la direttrice e il comandante delle polizia Penitenziaria mi rispondono: “Sì, purché la matite e i colori siano con il corpo di legno”. Rivolgendomi a Veronica chiedo se le farebbe piacere ricevere un album da disegno e dei colori. A quella mia richiesta fa un cenno di assenso, gli occhi si illuminano e accenna un timido sorriso, gli occhi si spalancano ancora di più. Io dico: “hai visto che hai sorriso”. La bocca si chiude, le labbra si serrano, il sorriso si trasforma in una smorfia di dolore. Le chiedo: “Ti posso abbracciare?” La direttrice annuisce, è permesso abbracciarla, lei dice: “sì, grazie”. L’abbraccio, la stringo a me, tento di trasmettere quel poco di calore umano del quale sono capace. Il suo corpo vibra, trema. L’abbraccio è veloce, la saluto, le stringo la mano, le dico: “Coraggio, fatti forza!” Che coraggio può trovare chiusa tra quatto mura. Il momento più drammatico, più angosciante, lo vivrà nel momento in cui il giudice gli comunicherà l’incriminazione o il prosciglimento. Lei si professa innocente. Io non so cosa pensare. Se innocente speriamo che venga subito prosciolta, non sarebbe una conquista un innocente in galera e un assassino libero. Meglio cento colpevoli liberi che un innocente in prigione. Se è colpevole che sconti la sua pena sperando che sia trasferita in un carcere che abbia la stessa umanità che ho trovato nel carcere di Catania. Speriamo che faccia un percorso rieducativo che la metta a confronto con le realtà dure e amare della vita. L’ho lasciata, le mani tese quasi a chiedermi: portami con te. Negli occhi una grande tristezza e una speranza, la speranza che i giudici, che l’avevano trattenuta in stato di fermo ma non ancora incriminata le credessero. Drammatico sarà il momento nel quale i giudici, che si prevede, nel pomeriggio di oggi si recheranno al carcere per notificarle l’incriminazione o il proscioglimento. Quel tenue filo di speranza che la lega alla sua ostinata dichiarazione di innocenza verrà reciso tutto crollerà intorno a sé”.

Si costituisce il presunto killer di Brandimarte  

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Si è costituito al Commissariato di Polizia di Gioia Tauro il presunto killer di Michele Brandimarte, il 53enne ucciso domenica pomeriggio in pieno centro a Vittoria. Crivellato con sette colpi di pistola, l’esponente di spicco dell’omonima famiglia ritenuta legata alla cosca della ‘ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro è morto sul colpo. Il presunto omicida, un calabrese, braccato dagli inquirenti, si è presentato al Commissariato portando con sé l’arma che sarebbe stata utilizzata per il delitto. L’omicidio sarebbe maturato nell’ambito della gestione del traffico internazionale di droga. Risulterà importante capire cosa l’uomo ci facesse a Vittoria.

Tragico incidente sulla strada per San Giacomo: muore un giovane

4448_AMBULANZAUn 28enne originario di Modica, ma residente a Ispica, ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto lungo la strada che da San Giacomo conduce a Frigintini. La vittima si chiamava Andrea Cerruto. Il sinistro è avvenuto domenica, alle 17. Il giovane era a bordo di un’Alfa 147. Secondo la prima ricostruzione, il giovane si sarebbe spostato sul lato sinistro della carreggiata per scansare un trattore fermo al lato della strada. In quel momento, però, sopraggiungeva un’altra auto. A seguito del violento impatto il 28enne ha riportato gravi ferite: è morto durante il trasporto in ospedale. Venti giorni di prognosi per la conducente dell’altra auto, una donna residente a San Giacomo. Sul posto, per i rilievi, i carabinieri.

Omicidio in via Roma a Vittoria: ucciso a colpi di pistola Michele Brandimarte

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Due i killer che sono scappati mentre i passanti fuggivano terrorizzati. L’uomo è morto sul colpo. La vittima è  Michele Brandimarte un calabrese di 53 anni. E’ stato raggiunto dai proiettili all’angolo tra via Roma e via Carlo Alberto. L’omicidio è avvenuto domenica, intorno alle 18. L’uomo era noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali. Non si sa il motivo per cui si trovasse a Vittoria.  I killer erano a bordo di un motorino e dalla prima ricostruzione dei fatti gli inquirenti propendono a ritenere i due dei professionisti. Si sono avvicinati all’uomo che passeggiava con un amico,  poi uno è sceso dal motorino e l’altro ha atteso col motore acceso. Brandimarte è stato raggiunto alla testa e alla schiena da svariati colpi di pistola. Poi l’omicida è saltato in sella al motorino sfrecciando via tra i passanti presi dal panico, in quel momento, infatti, erano molti i vittoriesi a spasso per le vie del centro per le compere natalizie. Michele Brandimarte era ritenuto  esponente di spicco dell’omonima famiglia, legata alla cosca di ‘ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro.  Brandimarte aveva precedenti per 416-bis, associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga e altri reati. La sua famiglia è stata coinvolta, negli anni scorsi, in una faida con i Priolo, altra famiglia imparentata con i Piromalli. Lo scontro andato avanti per alcuni anni ha provocato cinque morti e un ferito grave, Giuseppe Brandimarte, fratello della persona uccisa domenica a Vittoria. La faida ebbe inizio nel 2011 con l’uccisione di Vincenzo Priolo, di 29 anni, da parte di Vincenzo Perri (28), nipote di Brandimarte, cui seguì, sempre nello stesso anno, il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele. Poi, nel dicembre 2012, in pieno centro a Gioia Tauro, venne ucciso Giuseppe Priolo, di 52 anni, zio di Vincenzo e, successivamente, a gennaio 2013 si verificò l’omicidio di Vincenzo Bagalà (22), amico di Vincenzo Priolo. Due fratelli di Brandimarte, Antonio e Alfonso, vennero arrestati l’estate scorsa nell’ambito dell’operazione “Puerto liberado” condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria e che ha portato alla luce l’esistenza di un gruppo dedito all’importazione di cocaina dal Sudamerica attraverso il porto di Gioia Tauro.

Loris, la mamma: “Voglio andare ai funerali”

960877c6e44cc9e4e3809b572d01c902-025-kzZB-U430503943873830rC-593x443@Corriere-Web-Sezioni“Sono innocente, non ho ucciso Loris”. Sono le parole di Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris Andrea Stival, scomparso e poi trovato morto lo scorso 29 novembre nel ragusano. A riportarle è l’avvocato difensore Francesco Villardita che sabato mattina in carcere, a Catania, ha incontrato la donna, sua assistita, che è scoppiata a piangere dopo avere appreso della decisione del gip di Ragusa che ha convalidato il fermo e disposto nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio del figlio Loris. Il legale ha riferito che la donna si sente “sotto attacco mediatico”. “Anche la famiglia non mi crede – ha dichiarato Veronica Panarello -. Ai miei cari dico: non mi abbandonate». Poi, ha espresso il desiderio di volere andare ai funerali del figlio. Ma l’avvocato ha escluso l’ipotesi che possa essere concesso un permesso per partecipare alle esequie, probabilmente in programma la prossima settimana. La mamma del piccolo Loris, ha riferito l’avvocato, avrebbe detto anche di non avere ricambi d’abito e di essere stata aiutata dalla solidarietà delle altre detenute. Inoltre, ha ribadito sempre la stessa versione dei fatti, cioè di avere accompagnato il figlio a scuola.

Calci e pugni per tentare la rapina

112 carabinieri nuovoÈ successo sabato sera intorno alle 21.30, a Ispica, in Contrada Giummarelle, due malviventi con volto travisato si sono prima introdotti in un’abitazione e, quindi, hanno aggredito, con calci e pugni, i due occupanti nel tentativo di rapinarli. Infatti, i due malviventi, dopo essersi introdotti nell’abitazione, hanno colpito violentemente, con dei calci e pugni, il proprietario e un’altra persona con lui residente e, nel mentre, gli intimavano di consegnare gioielli e denaro. Alla risposta negativa delle vittime, un uomo e una donna, i due malviventi hanno cominciato a rovistare per tutta la casa mentre continuavano a malmenare i due. Tuttavia, la donna riusciva a sottrarsi all’aggressione e si chiudeva in una stanza dell’abitazione da dove contattava i Carabinieri sull’utenza 112. I malviventi, pertanto, non trovando nulla da asportare, dopo essere usciti dall’abitazione, danneggiavano i veicoli delle vittime parcheggiati nel giardino per poi darsi alla fuga per le campagne circostanti. Poco dopo, intervenivano sul posto due pattuglie dei Carabinieri che, dopo aver accertato quanto accaduto, comunicavano alla Centrale Operativa i primi elementi descrittivi raccolti e, pertanto, venivano allertate tutte le pattuglie presenti sul territorio in modo da chiudere le eventuali vie di fuga. Sul posto, inoltre, interveniva una ambulanza del 118 poiché, a seguito dell’aggressione, le due vittime sono state condotte presso il pronto soccorso di modica ricevendo rispettivamente, l’uomo 30 giorni di prognosi mentre la donna 8 giorni. Presso l’abitazione sono intervenuti anche i Carabinieri del Nucleo Operativo che hanno provveduto ad effettuare i rilievi di eventuali tracce lasciate dai malviventi che, successivamente, saranno inviate al Ris di Messina per gli accertamenti.

Loris, comunicato stampa della Procura

tribunale ragusa

Nella tarda mattinata di oggi, la Procura ha diffuso un comunicato stampa a firma del procuratore, Carmelo Petralia, e del sostituto, Marco Rota. Ecco il testo integrale:

“La drammatica gravità dei fatti oggetto delle accuse mosse a Veronica Panarello impongono sobrietà e rispetto per i sentimenti di dolore e pietà che la vicenda suscita. Con questo comunicato stampa la Procura della Repubblica di Ragusa si limita pertanto a riepilogare – nell’ottica di una corretta informazione – i soli dati attinenti al procedimento giuridicamente ostensibili senza pregiudizio per le indagini tuttora in corso. Come è già noto, con ordinanza pronunciata ieri 12 dicembre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha convalidato il fermo di Veronica Panarello e applicato alla stessa la misura cautelare della custodia in carcere. I reati allo stato ascritti alla donna sono quelli di omicidio volontario aggravato in danno del proprio figlio Andrea Loris Stival e di occultamento del cadavere. Gli elementi principali posti dall’accusa a sostegno della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e largamente condivisi e valorizzati dal giudice possono riassumersi in ciò che segue:

– Il “pedinamento elettronico” effettuato dalle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti sul territorio comunale di Santa Croce Camerina che ha attestato in modo obiettivo gli spostamenti di Veronica Panarello la tragica mattina del 29 novembre, con particolare riferimento al passaggio dell’autovettura a lei in uso in quel frangente, per ben due volte, in estrema prossimità al luogo di successivo rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l’ora del decesso, come determinato in sede di consulenza medico legale, sia con l’azione di occultamento del corpo esanime

– L’assoluta inconciliabilità di tali obiettive risultanze con le dichiarazioni rese più volte dalla stessa innanzi alla Polizia Giudiziaria e ribadite anche in sede di interrogatorio da parte del Pubblico Ministero e del Giudice per le Indagini Preliminari

– La compatibilità del mezzo di produzione della morte, per dimensione e forma, con le fascette stringicavo presenti nell’abitazione della Panarello e dalla stessa consegnate, con implausibile giustificazione ed anomala tempistica, alle maestre di Loris

– Il fragile quadro psicologico della donna non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine quale possibile concausa della determinazione omicida.

Si ritiene utile precisare, anche al fine di scongiurare un’enfatizzazione tragica di una vicenda già di per sé molto triste e dolorosa, che l’esito degli esami istologici effettuati ha escluso qualsivoglia traccia anche labile, recente o risalente, di abuso sessuale. Sebbene le investigazioni continuino incessanti al fine di acquisire tutti i possibili ed ulteriori elementi di ricostruzione e valutazione della vicenda, va manifestato sin d’ora un grande apprezzamento all’Arma dei Carabinieri ed alla Polizia di Stato di Ragusa per l’attività svolta con l’insostituibile collaborazione del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Roma e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma ed il supporto del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo e Catania, che hanno consentito di pervenire, in brevissimo tempo, ad un risultato investigativo la cui validità è stata confermata in prima sede giurisdizionale”.

ACATE, USAVA IL MURETTO DELLA RECINZIONE DI CASA COME DEPOSITO PER LA DROGA: ARRESTATO

cc acateI Carabinieri hanno arrestato un 21enne che aveva creato una rete di clienti piuttosto fitta, specie tra i giovani del luogo. L’andirivieni di diversi ragazzi nei pressi del sua abitazione, sia a piedi che con motorini, aveva destato qualche sospetto negli inquirenti che, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, hanno rinvenuto oltre 44 grammi di hashish, suddivisi in 12 stecche, e oltre 21 grammi di marijuana, divisa in 5 involucri, nascosti in diversi punti del muretto di cinta della sua abitazione. Il giovane è stato condotto presso la caserma di via Galileo Galilei e, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, dottor Gaetano Scollo, dinanzi al quale dovrà rispondere del reato di spaccio. Ora, al vaglio degli investigatori, che stanno proseguendo le indagini, la posizione del ragazzo, per accertare l’eventuale complicità di altri criminali locali e per verificare il canale di provenienza della droga.

 

Respinto ricorso per Cassazione. Arrestato Scribano, deve scontare 12 anni per omicidio.

SCRIBANO Francesco 6.8.75La Polizia di Stato – Squadra Mobile – appena rigettato il ricorso per Cassazione presentato da Francesco Scribano, nato a Vittoria nel 1975 e residente a Comiso, ha proceduto alla sua cattura accompagnandolo presso il carcere di Ragusa. Nel 2010 in C.da Giardinello, Scribano di professione avvocato ha commesso il delitto di omicidio ai danni di un suo cliente, Giuseppe Licitra. Scribano, che confessava il delitto commesso con una pistola di proprietà del padre, avrebbe ucciso il suo assistito perché si sentiva minacciato. Licitra, a più riprese, aveva criticato l’operato del suo legale, pare gli rimproverasse scarso impegno nella causa di separazione dalla moglie e si era espresso con toni pesanti e minacciosi nei suoi confronti, e nei riguardi della famiglia, della moglie e del figlio.  A conclusione del processo, Scribano era già stato condannato, ma in seguito aveva presentato ricorso per Cassazione.

Loris, il Gip: “Veronica ha mentito”  

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Veronica Panarello avrebbe “mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola il 29 novembre scorso”. Per il Giudice delle indagini preliminari, Claudio Maggioni, che ha convalidato il fermo disponendo la misura cautelare per la donna accusata dell’omicidio del figlio, non è “ragionevole ritenere che di fronte alla tragica situazione di un figlio di 8 anni ucciso in un modo così brutale si rifiuti ostinatamente di raccontare la verità”. Il “silenzio” della donna per il magistrato sarebbe dettato dal fatto che “lei stessa è la responsabile del grave delitto”. Il gip di Ragusa sottolinea la “cinica condotta tenuta” da Veronica Panarello e la “evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze” con “un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e prima del più elementare senso d’umana pietà”. Il magistrato non sembra avere dubbi sulla ricostruzione dei fatti che farebbe emergere un “quadro indiziario di rilevante gravità” per “l’omicidio del figlio Loris”. L’assenza di elementi per comprendere il movente, secondo il giudice Maggioni “non assume rilevanza”. L’ordinanza di custodia, spiega ancora il Gip, è giustificata con un “fondato pericolo di fuga” della donna e per “l’estrema gravità del reato”. Nell’ordinanza, il Gip argomenta che la donna ha “avuto il tempo e l’occasione per uccidere il figlio strangolandolo, presumibilmente, con una fascetta stringicavo in plastica della quale aveva disponibilità”. Poi, aggiunge il giudice, ha “avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato” nel pomeriggio del 29 novembre scorso. Secondo il giudice oltre al pericolo di fuga, che giustifica la convalida del fermo, c’è anche quello che la Panarello possa “commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede”. La decisione del Gip , presa nella serata di venerdì, alla giovane donna viene notificata oggi, in quanto – essendo in isolamento al carcere di piazza Lanza – di sera non può vedere nessuno. Il suo avvocato, Francesco Villardita, ha già fatto sapere che presenterà ricorso al Tribunale dei Riesame contro la decisione del Gip. Intanto emerge un particolare sugli esami autoptici. Il bambino non avrebbe subito alcuna violenza, né il giorno in cui è stato ucciso né in precedenza.

 

Incidente sulla statale 115

Ss 115Una donna di 25 anni, residente a Vittoria, ha riportato ferite guaribili in 40 giorni a seguito di un incidente autonomo accadutole venerdì pomeriggio, intorno alle 15, sulla strada statale 115 al chilometro 313+500 mentre guidava, in direzione Ragusa , un Atvc Doblò.

La mamma di Loris resta in carcere – Convalidato dal Gip l’arresto

veronica panarello e loris stival

Il gip di Ragusa, Claudio Maggioni, ha valutato “compatibile la ricostruzione dell’accusa” sull’omicidio di Loris Stival fatta dai magistrati. La giovane madre, 26 anni, rinchiusa da tre giorni nel carcere catanese di Piazza Lanza, giovedì era stata interrogata per quasi 4 ore . Intanto una svolta nelle indagini sull’omicidio del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce in Camerina. È stato infatti sequestrato dagli inquirenti di Ragusa un telefono cellulare con utenza intestata a un’amica di Veronica Panarello ma che sarebbe stato in effetti usato per alcuni giorni dalla madre del piccolo Loris. Sarebbe questo il telefonino “segreto” di cui si era parlato nei giorni scorsi, e che ora è all’esame degli investigatori. A rivelare di aver usufruito di quel telefonino sarebbe stata la stessa mamma di Loris parlando con gli investigatori. Accertamenti sull’apparato telefonico sono in corso per verificare i giorni in cui Veronica Panarello lo ha avuto in uso e a chi ha telefonato. Intanto la polizia postale di Catania ha già eseguito controlli su uno smartphone che era in uso al piccolo Loris e sta eseguendo l’analisi del telefonino della donna, dandone prima avviso ai legali della mamma di Loris, perché sia un atto irripetibile.

IL SINDACO DI RAGUSA: “NESSUNA RESPONSABILTA’ DEL COMUNE PER IL GUASTO ALLA BILANCIA PESA RIFIUTI”

federico-piccittoIn merito al persistente guasto riscontrato da alcuni giorni nella bilancia pesa-rifiuti del Centro Comunale di Raccolta, l’Assessore all’ambiente Antonio Zanotto dichiara: “Da oltre due settimane la ditta che gestisce il sistema informatico ci rassicura sulla pronta soluzione di un problema che riguarda, secondo quanto relazionato dalla stessa società, la sostituzione di alcuni pezzi della bilancia. Invece, ancora oggi, riscontriamo, con profondo rammarico, l’assenza di qualsiasi tipo di soluzione definitiva, con conseguenti disagi per i cittadini e potenziali danni per il sistema virtuoso e dagli ottimi risultati in termini di adesione che avevamo avviato dallo scorso mese di settembre. Un atteggiamento intollerabile, che ci costringe, al momento, ad una forzata sospensione del servizio fino a riparazione avvenuta, senza alcuna responsabilità da parte del Comune”. “Non è accettabile – aggiunge il Sindaco Piccitto – che si accumulino tali ritardi senza nemmeno una spiegazione, con il Comune costretto a ricevere le giuste lamentele dei cittadini, senza avere però alcuna responsabilità per il disservizio subito. A questo punto ho già chiesto una relazione dettagliata all’Ufficio competente per le valutazioni del caso, per le conseguenti eventuali azioni risarcitorie a carico della ditta responsabile.”

RUBA CORRENTE ELETTRICA DAL 2009: DENUNCIATO UN INSOSPETTABILE

cc corrente elettricaBolletta quanto mi costi! Non è certo la frase che pronunciava un insospettabile coltivatore, S. G., 42enne di Acate, che è stato denunciato dai Carabinieri di Vittoria per furto di energia elettrica. Durante una perquisizione all’interno di un’azienda agricola in C.da Pezza di Fico, i carabinieri hanno notato delle anomalie nel contatore della corrente elettrica. Dopo l’intervento dei verificatori Enel, che hanno constatato delle manomissioni, è stato riscontrato che il prelievo irregolare di energia elettrica risaliva al 2009, per un totale di oltre 45.600 Kwh sottratti illecitamente, con un evidente grave danno economico per l’azienda erogatrice del servizio. L’incensurato è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, dinanzi alla quale dovrà rispondere di furto di energia elettrica aggravato, mentre l’area e la linea elettrica sono state messe in sicurezza. Controlli di tale natura, finalizzati a reprimere i reati di natura predatoria, specie nelle aree di campagna, predisposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa, proseguiranno nei prossimi giorni in tutta la provincia.

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