Gli attestati di solidarietà sono stati molteplici. All’indomani della lettera anonima, con minacce di morte, recapitata a casa dell’architetto Mariangela Mormina, dirigente dell’ufficio tecnico di Santa Croce, la città e le forze politiche si stringono attorno alla famiglia Mormina. “Siamo vicini al responsabile dell’ufficio tecnico dopo i tristi avvenimenti – dice il segretario cittadino di Sel, Vitaliano Pollari – riteniamo opportuno affidarci alle autorità compententi che possano far chiarezza sull’accaduto”. I gruppi di minoranza in consiglio comunale parlano di un episodio increscioso. “Sono gesti vergognosi e incivili aggiunge Rosario Pluchino, consigliere comunale – che comunque non vanno sottovalutati e sui quali, mi auguro, si faccia al più presto piena luce. Da autentica e apprezzata professionista, l’architetto Mormina, non si farà certo intimidire da fatti inqualificabili e continuerà a svolgere il suo lavoro come finora ha fatto nel rispetto delle regole e nell’interesse generale del nostro comune”. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti i progetti in itinere dell’ufficio tecnico: dai piani di recupero, alla riqualificazione dell’ex caserma della finanza al piano alberghi che, dopo lo stop imposto dalla regione, dovrà essere rivisitato.
Telenova Ragusa
La Polizia di Ragusa ha denunciato tre pluripregiudicati catanesi di 37, 44 e 48 anni, per porto di armi ed oggetti atti ad offendere e possesso ingiustificato di chiavi o grimaldelli. Alle ore 15.00 di venerdì 4 aprile una delle Volanti in servizio nel centro cittadino, notava in Viale Tenente Lena un’auto con tre uomini a bordo che guardavano verso la banca. Identificati i tre, tutti pregiudicati, sono stati trovati in possesso di uno “spadino”, strumento utilizzato per forzare le serrature, un taglierino e del nastro adesivo da imballaggio solitamente utilizzato per immobilizzare temporaneamente le vittime durante le rapine. Il Questore di Ragusa ha predisposto per i tre catanesi un foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno nella città iblea per tre anni.
Poco prima delle due di notte, due squadre operative dei Vigili del Fuoco, con al seguito tre autobotti, sono intervenute in contrada Maiorana a Ragusa, dove si era sviluppato, in due punti distinti, un incendio di autocarri che ha coinvolto 4 autofurgoni della ditta Tumino, completamente distrutti, un autocarro, parzialmente distrutto, della ditta Mnt e 3 autocarri della ditta Gsgc.
Si era allontanata da casa senza dare proprie notizie e i familiari, preoccupati, si sono rivolti ai Carabinieri, denunciandone la scomparsa. La Centrale Operativa della compagnia Carabinieri di Modica ha tentato di rintracciarla mediante il sistema 112 Nue che permette la localizzazione delle utenze telefoniche in caso di emergenza. Venerdì mattina i Carabinieri hanno trovato la donna mentre, disorientata ma in buone condizioni di salute, passeggiava per dei campi della frazione Cava d’Aliga.
Venerdì pomeriggio, una volante di Polizia si è recata in via Bixio allertata da una anziana signora che aveva visto due persone che armeggiavano intorno alla sua Moto Ape 50 parcheggiata dinanzi l’uscio per rubare il carburante dal mezzo. Alla vista della donna i due ladri sono fuggiti, ma la donna è riuscita a descrivere uno dei due che è risultato essere il pregiudicato vittoriese Giuseppe Sauna di 27 anni, attualmente sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di Vittoria. L’uomo è stato rintracciato all’angolo di via Bari con via Gaeta. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria Sauna è stato condotto presso la sua abitazione dove deve rimanere in regime di arresti domiciliari.
Minacce di morte contenute in una lettera anonima fatta recapitare nella residenza del dirigente dell’ufficio tecnico di Santa Croce, Mariangela Mormina. Un esplicito riferimento all’attività dell’amministrazione con particolare attenzione ai progetti in itinere sui piani di recupero, la riqualificazione dell’ex caserma della finanza e il piano alberghi che, dopo lo stop imposto dalla regione, dovrà essere rivisitato. La regione ha stoppato una massiccia speculazione edilizia, si prospettavano più di 20 alberghi, pianificati dalla passata amministrazione. Nella missiva si invita il dirigente a non “perseguire con la sete di giustizia che non le compete, ad ogni costo, come le iene, e sta rovinando economicamente decine e di decine di poveri concittadini vanificando quanto hanno realizzato a fronte di innumerevoli sacrifici economici”. Poi le minacce di morte. Il dirigente ha presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri di Santa Croce che avranno il compito di avviare le indagini. L’architetto Mariangela Mormina non ha smesso di lavorare. L’amministrazione comunale, con il sindaco Franca Iurato e la giunta, e il presidente del consiglio comunale Mariula Zisa, respingono intimidazioni e violenze. “Stiamo lavorando, come ufficio tecnico – dice il sindaco Iurato – per un piano regolatore più contenuto che eviti il consumo del suolo. Il piano alberghi è stato notevolmente ridotto da 23 strutture a 8 sul la fascia costiera e gli abusi edilizi vengono perseguiti. Auguriamo grande forza d’animo all’architetto e alla sua famiglia: l’amministrazione comunale sarà sempre al suo fianco”.
Nella prima serata di giovedì, a Ragusa, una Squadra della Sezione Volanti, a seguito di un controllo a bordo di una Ford Fiesta, ha trovato due grammi di marijuana. In auto c’erano tre uomini, tra i 30 ed i 36 anni. Uno di loro, che fa uso di droghe, è stato segnalato in prefettura.
Sicurezza alimentare degli alimenti di origine animale: esiste un piano regionale che permetterà di raggiungere gli standard europei di controllo basati sull’analisi del rischio. Anche a Ragusa i controlli sono stringenti. E’ stato scoperto l’uso di additivi nella carne fresca, nel caso particolare solfiti, che venivano immessi da un macellaio di Modica per rendere appetibile la carne in vendita al pubblico. A scoprire l’illecito, i tecnici della Prevenzione del Servizio Veterinario nel corso di un’operazione di vigilanza nelle macellerie della provincia di Ragusa, che si sono insospettiti osservando il colore troppo rosso vivo della carne macinata, esposta sul bancone per la vendita al pubblico. Per cui prelevatane alcuni campioni, li hanno avviati alle analisi ufficiali che hanno confermato la presenza di solfiti. Il titolare delle macelleria è stato denunciato per commercio di sostanze alimentari nocive, utilizzo illecito di additivi e frode in commercio. L’uso del solfito sul prodotto fresco conferisce all’alimento trattato un colore rosso vivo, appetibile, ed è vietato in quanto maschera i processi di alterazione e distrugge una vitamina importante della carne quale la tiamina. Il fatto accertato fa tornare in mente una vicenda simile accaduta ad una ragazza di Ragusa, Sara, in coma dall’età di 22 anni, che il 7 febbraio 2006 mentre era a Catania per i suoi studi universitari, accusò uno shock anafilattico dopo aver consumato una polpetta di carne contenente solfiti.
della circostanza che il luogo dove era depositato il materiale non era sorvegliato, i tre uomini stavano per caricare i tubi nel loro autocarro, ma sono stati sorpresi e bloccati da una pattuglia della Polizia, allertata da un passante che ha chiamato il 113. Il gruppetto, composto da parenti, è stato denunciato in stato di libertà.
della Sezione Volanti hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di furto aggravato, ai danni di un noto ristorante-pizzeria di Marina di Ragusa, tre noti pregiudicati per aver asportato merce deperibile – in particolare, svariate confezioni di alimentari e prodotti ittici, ancora congelati. Erano le 22.15 quando un poliziotto, libero dal servizio, notava – parcheggiato nei pressi di via Sirene – un furgone Fiat Ducato di colore bianco, solitamente in uso al noto pregiudicato ragusano Luigi Politino. Il poliziotto si è insospettito ed infatti, di lì a poco, notava nelle immediate vicinanze del furgone due individui fermi nei pressi di una recinzione alta circa un metro che caricavano diversi scatoli ed un grosso bidone con la scritta “Algida”. Con loro un terzo uomo all’interno della recinzione. Quest’ultimo – dopo l’operazione di scarico – scavalcava il muretto e si dirigeva con gli altri due verso il furgone dove infilavano la merce. Appena sono
partiti in direzione donnalucata, il poliziotto ha chiamato la Sala Operativa. Nel giro di pochi minuti una pattuglia era già all’inseguimento del mezzo. Il furgone è stato fermato sulla S.P. 25. Alla guida del veicolo c’era Politino ed insieme a lui vi erano Samuele Giudice e Salvatore Barrera, tutti noti ai poliziotti per gravi precedenti penali in materia di reati contro il patrimonio. Nel bottino svariati chili di bresaola e prosciutti, diverse confezioni di formaggi, pasta fresca e una copiosa quantità di pesce (scampi, gamberetti, tonno, polipo, filetti di spigola, pesce spada, chele di gamberi), tutto appositamente sistemato all’interno degli scatoloni; mentre all’interno del bidone c’erano ortaggi freschi, 3 Kg di pasta fresca, 5
Kg patatine fritte, 2 kg di sorbetto di limone ed ancora prodotti ittici, ancora congelato. In alcune confezioni della refurtiva era riportata la dicitura riferita all’acquirente, titolare della ditta. La titolare del locale è stata subito contattata; il cancello del ristorante era stato forzato. La merce è stata immediatamente riconsegnata anche se in parte non è più consumabile. Il danno ammonta a 2.500 euro. I tre si trovano agli arresti domiciliari.
Marina di Ragusa. Il titolare Saro Rovetto ringrazia le forze dell’ordine che sono riuscite ad arrestare gli autori del furto. “Un plauso al lavoro delle forze dell’ordine per la brillante operazione compiuta – spiega – siamo riusciti a recuperare tutta la merce che era stata trafugata. C’era stato un primo tentativo di furto, lunedì scorso, ma non era andato a segno. Mercoledì, alle 20, giornata di chiusura del locale, hanno forzato la porta d’ingresso del locale portando via quasi tutta la merce, ma un poliziotto libero dal servizio che transitava in zona, grazie all’esperienza e all’intuito, ha chiamato i colleghi ed i ladri sono stati presi”.
Sono state eseguite in queste ore dalla Polizia di Stato le ordinanze di applicazione della misura cautelare in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di 21 soggetti, ritenuti inseriti, a vario titolo, in un’articolata organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana. L’associazione, composta sia da cittadini italiani che da albanesi, importava dall’Albania ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, per poi rivenderli, al dettaglio, nella provincia di Ragusa. In particolare, l’organizzazione aveva la propria base logistica a Comiso, ma operava anche nei comuni di Scicli e Santa Croce Camerina. Tra i membri dell’associazione, vi sono diversi soggetti, dediti alla pastorizia, che utilizzavano espressioni in codice nelle conversazioni. In particolare, la parola “agnello” corrispondeva ad un chilogrammo di sostanza stupefacente. Le indagini, avviate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e successivamente coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sono state condotte dalla Squadra Mobile di Ragusa con la collaborazione del Commissariato di Polizia di Comiso. Il periodo delle indagini va dal giugno 2011 al luglio 2012. Le intercettazioni sia telefoniche che ambientali e i servizi di video ripresa hanno consentito di ricostruire l’organigramma dell’organizzazione, composta non solo da uomini ma anche da due donne (mogli di due degli indagati), nonché il modus operandi. Il gruppo si riforniva di droga in Albania e poi, disponendo di una vasta rete di rivenditori al dettaglio, la immetteva sul mercato della provincia iblea. Le modalità dello spaccio prevedevano la consegna, in piccole dosi, ai “clienti” direttamente presso le loro abitazioni o il ritiro della sostanza presso le abitazioni di alcuni degli indagati. Addette, in questo caso, alla consegna, erano proprio le due donne che simulavano di consegnare ai clienti delle buste della spesa, che invece contenevano marijuana. Le indagini hanno anche fatto emergere singolari espedienti per eludere i controlli della Polizia: infatti, in alcuni casi, le partite di droga, provenienti dall’Albania, sono state nascoste all’interno di veicoli, che erano stati appositamente danneggiati dai componenti del gruppo e trasportati, tramite carro attrezzi, nei luoghi dove veniva conservata la droga.Nel corso delle indagini la Polizia di Stato, in particolare nel 2011, ha sequestrato oltre 130 chili di marijuana. Lo stupefacente sequestrato era confezionato in involucri di plastica del peso di un chilo ciascuno e nascosto sottoterra nell’azienda vivaistica di proprietà di uno degli arrestati. Due destinatari dei provvedimenti di custodia sono ancora ricercati.
L’incendio sarebbe partito dal retro, dove si trova il locale cucine, creando enormi danni alla struttura che si trova sul mare. A distanza di tredici anni, un nuovo rogo ha devastato il locale “Pata Pata” di Sampieri. Nel 2001, infatti, era stato appiccato un rogo nella struttura che era stata realizzata due anni prima. Dopo il rogo la ripresa, ma ora il nuovo incendio sulle cui cause stanno lavorando le forze dell’ordine: appare assai probabile la natura dolosa. A domare le fiamme i vigili del fuoco. Ed un altro incendio ha interessato un locale pubblico. A Modica bassa le fiamme hanno creato danni al ristorante “La Fenice”. Si è ripetuto quanto avvenuto una settimana fa: ignoti, di notte, hanno cosparso la porta di liquido infiammabile.
Una squadra operativa della sede centrale di Ragusa è intervenuta lunedì mattina sulla Comiso-Chiaramonte Gulfi, all’altezza del distributore di Coffa, per un incidente fra un’auto ed un’autocisterna che trasportava liquidi infiammabili. Per cause in corso di accertamento la vettura ha urtato l’autocisterna sul serbatoio di carburante della motrice. Il conducente dell’auto, un uomo di 46 anni, di Comiso, è stato trasportato in ospedale, mentre i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza dell’area, provvedendo a staccare le batterie dei mezzi ed a delimitare la zona con nastro bicolore. Sul posto si sono recati personale dei Carabinieri e della Polizia Provinciale per i rilievi di competenza.
I militari della Stazione Carabinieri di Marina di Ragusa hanno arrestato un settantenne mazzarinese d’origine triestina per aver fornito false generalità. L’uomo è accusato anche di altri reati. Un’autopattuglia della stazione carabinieri di Marina di Ragusa, impegnata in un posto di controllo sul lungomare nei pressi del porto turistico, ha notato un Suv grigio metal con una strana targa, simile a una targa estone. Imposta la paletta, i militari hanno fatto fermare il veicolo. L’auto riportava sulle fiancate le bandiere della Germania e delle scritte relative a un istituto oceanografico. A bordo un uomo in uniforme con sulle spalline i gradi da Ammiraglio. Il capo servizio gli richiede – in italiano – la patente e la carta di circolazione. Inizialmente l’uomo afferma di non capire bene e di parlare poco l’italiano. Esibisce comunque i documenti richiesti che a prima vista ai militari appaiono poco credibili e decidono quindi di approfondire. Ne esce una singolare storia di una probabile truffa tentate. Il sedicente alto ufficiale germanico, capo della flotta oceanografica di stanza in Sicilia, si stava recando al porto turistico di Marina di Ragusa per saldare il conto dell’ormeggio di un veliero germanico oceanografico battente però bandiera maltese. L’uomo, Giovanni Rapotez, 70enne d’origini triestine, titolare di un documento d’identità farlocco in cui era presentato come Admiral Johannes Rapotez, è stato arrestato per false attestazioni sulla propria identità e sulle proprie qualità personali. È altresì indagato per i reati di falsità materiale commessa da privato, uso di atto falso e usurpazione di titoli o di onori. Il veicolo, privo di copertura assicurativa e co
n carta di circolazione “di fantasia” è stato sottoposto a sequestro unitamente alla pseudo tessera militare e ad altra documentazione, carta intestata, lettere e timbri, di cui uno a secco, rinvenuti presso l’abitazione dell’uomo a Mazzarino, dove è stato poi posto agli arresti domiciliari. Il 70enne era già noto alle cronache poiché alcuni anni or sono, nel corso di una visita ufficiale di un Ammiraglio Ispettore delle Capitanerie di Porto a Mazara del Vallo, s’era presentato spontaneamente e avrebbe anche chiesto i previsti onori militari al picchetto presente. L’intervento dei carabinieri di Mazara aveva risolto la situazione. Ancora da accertare con precisione l’origine del veliero, originariamente immatricolato alla Capitaneria di Civitavecchia e poi depennato e iscritto a Malta: risulta oggi depennato pure dai maltesi e quindi di fatto non iscritto in alcun registro. Sono pertanto in corso ulteriori accertamenti dei Carabinieri di Marina di Ragusa sull’imbarcazione.