I Carabinieri di Ragusa hanno ritrovato un giovane dato per disperso venerdì notte. Verso le tre un uomo ha chiesto aiuto al 112 poiché il figlio di 26 anni, uscito a bordo della sua auto, era scomparso da diverse ore e non era più raggiungibile sul telefonino dalle sette di sera. Sono così scattate le ricerche del giovane con autopattuglie dell’Arma della Compagnie di Modica, Vittoria e Ragusa, su tutto il territorio della provincia iblea, e sono state allertate anche le compagnie limitrofe di Caltagirone, Palagonia, Noto e Gela. Nel frattempo la Centrale Operativa del Comando Provinciale di Ragusa richiedeva l’intervento del mezzo del 12° Nucleo elicotteri Carabinieri di Catania – Fontanarossa e un’unità cinofila del Nucleo cinofili di Catania – Nicolosi. Un carabiniere, mentre percorreva la statale tra Ibla e Modica in contrada Lusia, ha notato un’autovettura verde scuro uguale a quella dello scomparso. Verso le 11 il giovane è stato trovato vivo. Era però incastrato tra il fiume Irminio e un dirupo di cinquanta metri e non riusciva a divincolarsi dalla vegetazione né a uscire da nessuna parte. E’ giunta sul posto una squadra dei Vigili del Fuoco di Ragusa che si sono calati in “corda doppia” lungo la parete raggiungendo il giovane. Lo stesso, illeso ma molto spaventato, dopo diverse ore da solo e disorientato, non riusciva a uscire dalla boscaglia ed è infine rimasto fermo ad aspettare i soccorsi. I Vigili e i militari lo hanno quindi accompagnato fuori dalla boscaglia fino all’ambulanza che lo ha condotto al pronto soccorso per un check up. Fortunatamente non s’era fatto niente. Venerdì sera s’era avventurato lungo una mulattiera. Colto dal buio e caduto su dei rovi, aveva perso l’orientamento ed era andato in panico, decidendo che forse sarebbe stato meglio aspettare i soccorsi. Peraltro nella zona il telefonino non aveva campo.
Telenova Ragusa

Durante le operazioni d’imbarco i libici ci picchiavano violentemente spingendoci verso l’acqua per farci salire sul gommone. Quasi tutti avevano dei grossi bastoni che usavano per colpirci anche nel momento in cui mettevamo piede sul gommone. Siamo stati ammassati sul natante che hanno poi spinto verso il largo e siamo partiti. Alle prime luci dell’alba mi sono accorto che uno dei miei compagni di viaggio, che era vicino a me, credo fosse eritreo, era privo di vita. Non mi sono accorto prima del suo decesso in quanto lo stesso assumeva sul gommone la posizione supina, tanto da farmi capire che si era addormentato appena dopo essere salito sul gommone. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di toccarlo e l’abbiamo lasciato dov’era, anzi alcuni sono stati costretti a sedersi sopra le sue gambe perché non c’era spazio sul gommone. Abbiamo continuato la navigazione fino al primo pomeriggio, quando siamo stati soccorsi e trasbordati su una nave della Marina Italiana. In Libia sono stato condotto presso un capannone, dove trovavo altra tanta gente ad aspettare; durante la permanenza in quel capannone i libici erano soliti picchiarci anche per futili motivi con grossi bastoni, il mangiare era scarso come del resto anche l’acqua. Sono stato prelevato con una macchina insieme ad altri miei connazionali, però poi siccome c’era tanto traffico sulla strada, per paura che la polizia Libica ci fermasse per dei controlli, i libici ci hanno fatto scendere e fatto incamminare per svariati chilometri per poter raggiungere la spiaggia. Arrivati su quella spiaggia ad attenderci vi erano già pronti due gommoni, ed altri personaggi libici: gli stessi hanno cominciato a metterci in fila per uno per farci imbarcare su uno di questi gommoni già pronti. Ad un tratto senza spiegazioni i libici cominciavano a picchiarci con dei bastoni per affrettare le operazioni di imbarco. Durante queste operazioni vedevo che un ragazzo veniva colpito violentemente al collo, cadendo all’interno del gommone, ma non mi rendevo conto delle sue condizioni. Sul gommone venivo sistemato a poppa, in prossimità del motore dove vi si trovavano circa 5 o 6 bidoni di benzina che servivano per il viaggio. Durante il viaggio lo scafista mi diceva di prendere un bidone di benzina per proseguire il viaggio, ma il bidone si è aperto e mi è cascata la benzina addosso, per questo ho parte dell’addome bruciato. E’ anche possibile che parte della benzina sia cascata addosso al ragazzo che giaceva immobile vicino a me. Abbiamo navigato per circa 14-15 ore senza avere nè cibo nè acqua, poi ho notato un elicottero che ci aveva avvistato e ci sorvolava sopra, prima di questo avvistamento notavo che chi conduceva il gommone usava degli strumenti tipo la bussola per mantenere la rotta, ed un telefonino che usava per chiamare aiuto, in lingua inglese alle autorità italiane”. Testimonianza rilasciata alla Polizia per le indagini sulla morte di un giovane eritreo
della Compagnia di Siracusa, ha svolto alcune attività di contrasto al traffico di stupefacenti. I controlli sono stati eseguiti su oltre 350 soggetti, ponendo a sequestro complessivamente 81 grammi di hashish. I due pastori tedeschi, Aquila e Primo, hanno per ore passato al setaccio bagagli e passeggeri dell’Aeroporto di Comiso, dove hanno in diverse occasioni segnalato la presenza di sostanza stupefacente. I controlli più approfonditi sono stati effettuati dagli uomini della Tenenza di Vittoria: i cani, grazie all’efficace fiuto, hanno segnalato la presenza di sostanza stupefacente anche se i passeggeri non ne detenevano ma erano semplicemente venuti in contatto con esse in paesi esteri. Le Fiamme Gialle a quattro zampe hanno continuato i loro controlli a Vittoria, dapprima in alcuni call center di Piazza Daniele Manin, e in un secondo momento presso un fabbricato rurale nell’agro di Vittoria. Al termine dell’attività sono stati sottoposti a sequestro 81 gr. di hashish, suddivisi in mezzo panetto da 46 grammi e una trentina di stecchette pronte per essere spacciate.
Nel corso della costante sorveglianza del territorio per la prevenzione e repressione dell’attività venatoria illegale, agenti della Polizia provinciale hanno denunciato S.V. di 73 anni di Vittoria, per tentato furto venatorio e per mancanza di licenza di caccia. Gli agenti hanno rinvenuto all’interno del terreno del S.V., in contrada Fondo Monaci nel comune di Vittoria, ben 14 gabbie, costruite in legno e rete metallica, oltre a 5 tubi in pvc di c. 40, tutti con esca a base di frutta, posizionate per intrappolare conigli selvatici. Per evitare sofferenze ai conigli selvatici eventualmente catturati, le trappole e i tubi sono stati immediatamente sequestrati e trasportati negli uffici della Polizia provinciale a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Carabinieri di Ragusa hanno denunciato il ragusano D.F. di 30 anni per furto e danneggiamento in danno del padre, ristoratore. Alcuni giorni fa la dipendente di una nota pizzeria del capoluogo ha chiesto l’aiuto dei carabinieri sul 112 poiché giunta al lavoro era stata insultata dal figlio del titolare che se ne stava andando adirato. Entrata nel locale aveva trovato un disastro. Documenti buttati in terra, mobili rotti, tavoli, sedie, un pc sfasciato, tutto a soqquadro. Mentre i militari constatavano l’accaduto, scattando alcune foto, il giovane ritornava e se la prendeva nuovamente con la donna, anche in presenza dei carabinieri. Inveiva contro suo padre, reo, a suo dire, di non mantenerlo. I militari, quindi, sentiti due testimoni e ricevuta la denuncia del padre, hanno riscontrato, oltre al selvaggio danneggiamento di tutto ciò che era capitato sotto mano, anche il furto di alcuni oggetti. Hanno pertanto denunciato il trentenne oltre che per danneggiamento, anche per furto.
Ha un nome l’eritreo di 25 anni morto durante il viaggio della speranza per le ferite riportate in Libia dove, al momento dell’imbarco sul gommone, sarebbe stato picchiato da trafficanti di vite umane e poi calpestato dalla ressa. La giovane vittima è stata identificata. Il riconoscimento è stato fatto da un suo compagno: erano partiti dallo stesso villaggio e si erano ritrovati in Libia. Poi al momento della partenza erano stati fatti salire su due gommoni diversi che sono stati poi soccorsi dalla nave Scirocco, che due giorni fa li ha portati a Pozzallo, nel Ragusano. Una volta a bordo dell’imbarcazione della marina militare italiana il migrante ha saputo della morte di un eritreo e ha voluto vedere la vittima, e lo ha riconosciuto. La sua deposizione è stata raccolta dalla polizia di Stato, che avrebbe già fatto avvisare i familiari della vittima. Intanto la squadra mobile di Ragusa ha fermato altri due scafisti, originari del Gambia, che sono accusati di essere stati alla guida del gommone con 110 migranti, quello dove si trovava l’eritreo che è sopravvissuto. Il reato contestato è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
A seguito dell’arresto di Florin Ionescu, la Polizia di Stato ha effettuato alcune perquisizioni nell’abitazione del giovane rumeno. Gli agenti hanno trovato alcuni oggetti musicali, tra cui mixer e casse stereo di ingente valore, ed anche una bicicletta ritenuti rubati. Adesso si cercano i proprietari.
Continua l’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti ad opera dei Carabinieri. I militari della Compagnia di Vittoria, con il supporto dell’unità Cinofila del Nucleo di Nicolosi, nella mattinata di giovedì hanno effettuato l’ennesimo blitz che ha portato all’arresto di Malcome De La Motte, 25 anni. Il giovane è stato trovato in possesso di complessivi 173 grammi di hascisc, suddivisi in 2 panetti e 11 dosi già confezionate. In arresto anche Bartolo La Gristina, 32 anni, gestore di un autolavaggio, poiché, all’interno della sua attività commerciale, è stato trovato in possesso di complessivi 72 grammi di hascisc.
altri quattro uomini era stato arrestato dalla Polizia per un furto di cavi elettrici all’interno dell’ex base Nato a Comiso. Il rumeno, dopo essere stato recentemente scarcerato, era stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Comiso con divieto di allontanarsi dall’abitazione dopo le 21. Ionescu non ha rispetta gli obblighi imposti ed ha commesso un altro furto a Marina di Ragusa per il quale era stato arrestato in flagranza e rimesso in libertà. Il Gip ha quindi deciso di revocare la misura dell’obbligo di dimora all’uomo aggravandola con la custodia cautelare in carcere. La Polizia di Comiso mercoledì sera lo ha ricondotto in carcere.
I Carabinieri di Ragusa hanno denunciato due fratelli, entrambi pregiudicati, per inosservanza delle prescrizioni ad essi imposte dal magistrato. I militari sono intervenuti nei pressi dell’abitazione vicina a piazza del Carmine, dopo una segnalazione al 112, di un presunto furto in abitazione. La casa non era stata violata ma vicino c’era uno dei due fratelli, il sorvegliato speciale, che però poteva uscire dall’abitazione. I militari lo hanno fatto rientrare in casa per effettuare un controllo dato che l’altro fratello è sottoposto agli arresti domiciliari per un’accusa di rapina ed estorsione. Dentro casa c’era un noto pluripregiudicato ragusano d’origini palermitane. I due fratelli, uno per la sorveglianza speciale, l’altro per i domiciliari, hanno entrambi il divieto di frequentare pregiudicati, e quindi sono stati denunciati per la violazione degli obblighi.
territorio in città e nelle zone limitrofe. I controlli hanno interessato in special modo alcune strade ritenute strategiche: la SS 514 contrada Dicchiara, direzione Catania, la SP 25 Zona industriale, la SS 115 per Modica, spingendosi fino a Chiaramonte Gulfi, contrada S. Marco-Coffa e rispettivi centri urbani. Nel corso dei controlli sono state elevate cinque contravvenzioni.
La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – a seguito di una delicatissima indagine ha eseguito una misura cautelare a carico di A.G. di 57 anni, residente a Ragusa ma di origini modicane. La richiesta della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento ai luoghi di lavoro della moglie era stata chiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa ed è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari sulla base del lavoro di ricostruzione dei fatti da parte della Sezione specializzata in reati contro la persona della Squadra Mobile di Ragusa. L’uomo è accusato di aver reiterato manifestazioni di aggressività fisica e psicologia, con ripetute umiliazioni, offese e minacce, anche di morte. Reiterate anche le condotte persecutorie e vessatorie, maltrattava la moglie, dalla quale è legalmente separato. La moglie ed i figli erano stati costretti anche a lasciare la loro casa per andare a vivere dai genitori di lei per cercare di sfuggire all’uomo. Il marito
Agghiaccianti i particolari emersi grazie al racconto di alcuni migranti I libici sin da quando si trovavano nei capannoni in più di 500, li picchiavano senza alcun motivo, neanche il più stupido. Violenza inaudita e senza alcuna spiegazione, ammesso che la violenza possa mai avere una “giustificazione”. Durante le fasi di trasferimento dal capannone alla spiaggia i libici continuavano a picchiare tutti comprese le donne, ed i colpi inferti con dei grossi bastoni in legno erano indirizzati alla testa, al collo, alle gambe in ogni parte del corpo. Quando i migranti salivano a bordo del gommone venivano picchiati tutti con i bastoni in legno per mantenere quello stato di terrore così da farli viaggiare senza poter avanzare istanze ai due scafisti preposti alla conduzione del natante. Nel salire a bordo uno degli eritrei, il 25enne poi arrivato morto, veniva colpito violentemente alla nuca e cadeva esanime al centro del gommone; nel contempo arrivavano tutti gli altri e lo calpestavano per raggiungere il posto indicato dagli scafisti. Completato l’imbarco avveniva in tutta fretta la partenza ma dopo pochi minuti di navigazione qualcuno si accorgeva che il loro compagno di viaggio non stava dormendo ma era morto e chiedeva agli scafisti di fermarsi e tornare indietro. I due criminali si opponevano dicendo per tutta risposta di gettarlo in mare. Ma i migranti sono rimasti compatti e non hanno voluto. Ma qualcuno, dal momento che il barcone era stracarico, ha dovuto sedersi sul corpo del giovane ammazzato dagli scafisti.
un istrice con mezzi non consentiti e in periodo di divieto generale. E’ accaduto a Cava Martorina, in territorio di Modica, dove c’ea un’auto con a bordo tre persone in tenuta verde mimetico e un trasportino per cani. Al controllo della macchina venivano rinvenuti due cani da caccia di razza meticcia di piccola taglia (per statura e forma tipici cani da tana), un sacco di plastica di colore bianco con all’interno un istrice sanguinante morto da pochissimo tempo e due bastoni intrisi di sangue. Di conseguenza i tre sono stati invitati ad esibire i documenti e venivano identificati per A.G. di anni 51 e D.F. di anni 32, ambedue di Modica e V.F. di anni 23 di Scicli. Il porcospino è un animale protetto rientrante nella categoria delle specie d’interesse comunitario.
20 anni, entrambi con pregiudizi di polizia, intenti a rubare in un’abitazione del quartiere San Paolo. A dare l’allarme un residente del luogo che, poco dopo la mezzanotte, insospettito dalla presenza di due uomini aggirarsi tra i vicoli bui, ha ben pensato di telefonare al Commissariato fornendo la descrizione dei due soggetti. I poliziotti della Volante hanno individuato una casa, tra i vicoli, disabitata dalla morte della proprietaria, ma ancora interamente arredata con mobili e suppellettili. Il portone era sfondato e si sentiva del rumore. Gli agenti hanno fatto irruzione all’interno bloccando i due con le mani nel sacco.
I Carabinieri di Ragusa hanno denunciato tre persone per aver rubato un binario ferroviario. Erano le quindici e trenta di martedì quando un cittadino ha telefonato al 112 segnalando un furto in atto presso la vecchia stazione ferroviaria di Contrada Genisi, sulla linea ferrata Ragusa-Comiso, tra la stazioni di Ragusa e quella di Donnafugata. Immediatamente un’autopattuglia s’è recata sul posto. I ladri avevano già caricato un binario sul cassone del camion ma, visto il testimone, se l’erano data a gambe. I militari con un pizzico di fortuna sono riusciti comunque a raggiungere e bloccare il mezzo, a bordo del quale c’erano tre rumeni, due noti fratelli I.B. e N.B. di 27 e 36 anni e il loro amico 32enne V.B. Nel cassone del camion c’era un binario, oltre che un vecchio bidone arrugginito e una mountain bike, insomma un cumulo di ferraglie. Si è scoperto che i tecnici delle ferrovie tempo addietro avevano smontato un vecchio binario morto e avevano accantonato sei binari nei pressi della stazione ferroviaria di Genisi. I tre, che probabilmente erano intenzionati a far sparire tutti e sei i binari, si sono dovuto accontentare del solo primo binario caricato. Peraltro avevano fatto pure una discreta fatica poiché il binario pesa circa 250 kg, che a diciotto centesimi il chilogrammo vale 45 euro. I tre rumeni, tutti residenti a Ragusa, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per furto aggravato in concorso. Il furto dei metalli sta diventando una piaga. Bande specializzate, specie di rumeni, raccolgono e strappano tutto quel che trovano in giro. I carabinieri di Ragusa hanno in un solo mese effettuato pe questo reato già sei arresti.
Il Presidente del Consiglio Comunale di Ragusa, Giovanni Iacono, in merito al sequestro di una vasta area all’interno della Cava dei Modicani dichiara: “Finalmente, dopo anni e anni di interrogazioni, denunce formali, conferenze stampa e interviste da parte del sottoscritto sullo scempio continuo a Cava dei Modicani, sento il dovere di fare un grande plauso alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato per l’azione effettuata. Auspico – dice Giovanni Iacono – che si faccia presto, e definitivamente, luce su anni e anni di mancato trattamento del percolato assolutamente percebile dal nauseante odore da chiunque abbia transitato dalla SP 10 in questi anni, e sullo scempio ambientale dell’immondizia trasportata dal vento in tutti i terreni circostanti e nella vicina riserva forestale. Attenzione poi merita, ovviamente, l’eventuale rischio infiltrazioni per la presenza delle falde acquifere in zona ed anche la mancata bonifica della vasca 1 di Cava dei Modicani dove sono presenti migliaia di carcasse animali”.
soccorsi effettuati nel mare Mediterraneo nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Uno dei migranti era già morto quando militari lo hanno trasbordato. Il decesso sarebbe dovuto agli stenti del viaggio. Tutti i migranti sono stati trasferiti nel porto di Pozzallo.