Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, personale della Squadra mobile della questura e della Compagnia Guardia di Finanza di Ragusa, a seguito di una serie di segnalazioni pervenute da diversi cittadini, ha effettuato il sequestro penale di una vasca di stoccaggio di percolato e reflui speciali con relativa attrezzatura, ubicata all’interno della discarica di Cava dei Modicani, a Ragusa. La vasta area di 10.000 mq, secondo gli inquirenti, veniva utilizzata illecitamente per lo smaltimento dei reflui nei terreni circostanti la discarica. La preoccupazione dei cittadini era dovuta alla presenza di percolato e reflui maleodoranti nei terreni circostanti l’area sottoposta a sequestro. Tra l’altro i terreni vicini alla discarica vengono utilizzati per il pascolo degli animali. “A seguito di un immediato intervento effettuato congiuntamente da poliziotti e finanzieri nei siti indicati, è stato riscontrato – si legge in una nota delle Forze dell’Ordine quanto segnalato dai cittadini, cioè lo sversamento nei terreni circostanti la discarica di percolato e reflui speciali di lavorazione dei rifiuti. Le sostanze nocive erano provenienti senza ombra di dubbio dalla discarica di Cava dei Modicani e precisamente da una delle vasche di raccolta del percolato”. Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti dei prelievi, con l’ausilio dell’Arpa, per consentire identificazione, caratterizzazione e provenienza dei rifiuti e dei responsabili delle violazioni di natura ambientale accertate. Un’informativa di reato a carico di un dipendente della società che gestisce la discarica è stata inoltrata alla Procura. Il Comune dovrà provvedere alla messa in sicurezza dell’area.
Telenova Ragusa
aggravata sette persone, tutte del posto. La lite, nata al bar a causa del conto per l’aperitivo è poi proseguita a casa di uno degli indagati e alla guardia medica. I militari a fatica sono riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti. Poco prima di cena, nell’orario dell’aperitivo, quattro amici vanno al bar. Due giarratanesi e due nipoti chiaramontani prendono l’aperitivo insieme. All’arrivo del conto non si sa chi dovesse pagare e per poco i due giarratanesi non vengono alle mani. I due chiaramontani ovviamente parteggiano per lo zio, quindi l’altro se ne va per evitare lo scontro fisico. I tre, evidentemente insoddisfatti dall’esito dell’happy hour vanno a cercare il quarto a casa ma, suonato il campanello, si ritrovano davanti il padre dell’amico scroccone. Dalle parole in pochi attimi si passa ai fatti e volano schiaffi, calci e pugni. Interviene a dar manforte anche il padre dei due fratelli chiaramontani e i padroni di casa sono in minoranza netta. Qualcuno (non si sa bene chi poiché stranamente nessuno ricorda) tira fuori un coltello e colpisce uno dei due fratelli causandogli una ferita al sopracciglio. Per gli strepiti interviene anche un vicino di casa che, dimostrando una forza e una determinazione straordinaria, rimette ognuno al proprio posto a suon di ceffoni e riporta – a modo suo – tutto alla calma. Risultato finale: due alla guardia medica, dove, allertati per il baccano, arrivano anche i carabinieri che iniziano a sentire i presenti. Ci è voluta tutta la notte per tirare fuori qualche versione attendibile dei fatti. Tutti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Ragusa per rissa aggravata: padre, figlio, zio, nipoti, cognato e vicino di casa.
Erano le prime ore di lunedi quando è arrivata una richiesta di aiuto al 113 per l’allontanamento da casa di una donna con probabili intenzioni suicide. La donna, modicana di 34 anni, aveva avuto una lite furibonda col proprio compagno ed era uscita di casa lasciando intendere di volersi togliere la vita. La Polizia ha inviato più pattuglie verso la zona dei ponti e in effetti al ponte San Vito c’era una Bmw parcheggiata e poco oltre una donna che si accingeva a scavalcare la ringhiera del ponte. Subito bloccata dai poliziotti, la donna è esplosa in un pianto liberatorio. E’ stata assistita, rassicurata e accompagnata al Pronto Soccorso dove è giunto il fidanzato. Dopo gli accertamenti clinici e le visite specialistiche esperite, la donna è stata ricoverata.
reato di molestie e disturbo delle persone. Pochi giorni fa, una studentessa minorenne stava andando a scuola, quando in via Zama si è accorta di essere seguita da un uomo. Questi, a tutti i costi, ha cercato di parlarla, ma lei cercava di allontanarlo. L’uomo, però, ha continuato ad importunarla. La ragazza si è diretta verso la scuola, ma il 32enne le ha bloccato l’ingresso. Per fortuna, però, la ragazza è poi riuscita a fuggire. La Polizia ha individuato il 32enne che ha ammesso tutto ed è stato denunciato: non potrà più tornare a Ragusa.
Sulla presunta emergenza sanità a seguito degli sbarchi, l’Asp sconfessa il sindaco di Modica, Ignazio Abate e quanti stanno sollevando il polverone su possibili problemi di ordine sanitario. “Negli ultimi sbarchi – si legge in una nota dell’Asp – non è stato notificato alcun caso sospetto di tubercolosi, mentre si è avuto riscontro di una donna Eritrea affetta da Aids. Dall’inizio dell’anno 2014, su un totale di circa 6.000 arrivi, sono stati diagnosticati 4 casi di tubercolosi in migranti (provenienti sia dal Centro di Primo Soccorso ed Accoglienza di Pozzallo e sia al Centro di Accoglienza Straordinaria di Comiso). Secondo questi dati, quindi, la prevalenza sarebbe bassa, tenendo principalmente conto anche dei paesi di provenienza e delle condizioni di viaggio. Vi sono dei casi che meritano attenzione, attualmente ricoverati a Modica: un caso di AIDS in una donna Eritrea (un caso su 6.000 arrivi), due casi sospetti di tbc – HIV: una persona di origine pachistana e una di origine siriana. Tutto questo sembra rappresentare una minima incidenza e infatti, e rapportiamo alla popolazione generale italiana, secondo l’istituto Superiore di Sanità: l’incidenza HIV è di sei su centomila, incidenza Aids due su centomila. Tra l’altro, interpellato il dott. Nunzio Storaci, Capo Dipartimento Medicina dell’Azienda Sanitaria e Direttore del reparto di Malattie Infettive di Ragusa, lo stesso ha precisato che: “I casi di tubercolosi accertati nei migranti, dall’inizio dell’anno 2014, sono attualmente quattro, mentre i casi notificati a fine aprile 2014, sono in tutto dodici. Di questi, quattro sono casi riguardanti i migranti e i restanti otto si riferiscono alla popolazione locale. Sono, inoltre, in corso di conferma 4 casi di persone affette da HIV, appartenenti sempre al gruppo dei migranti, ma si tratta di persone che sono, nel nostro territorio, già da più di sei mesi”. Vito Amato dichiara: “Vista la mole e l’impegno di lavoro espresso dal personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale e dai suoi dirigenti mi è sembrata fuori luogo l’esternazione e l’attacco del sindaco di Modica. Siamo consapevoli che la situazione, rispetto agli anni precedenti, richiede un’organizzazione più impegnativa ma, nonostante gli aumenti degli sbarchi, l’Azienda ha sempre garantito nelle proprie strutture l’assistenza necessaria ai migranti e alla comunità locale. Purtroppo con le forze in campo non si può continuare ad arginare un fenomeno che sembra crescere a dismisura e che ci trova sempre perplessi e ci costringe a vivere momenti di difficoltà dove solo con spirito di sacrificio si riesce ad ottenere dei risultati soddisfacenti. L’operazione Mare Nostrum, come dimostrato in questi mesi, ha consentito di soccorrere i migranti mentre sono in mare e di pianificarne la destinazione nei numerosi centri di assistenza e soggiorno, nati recentemente in tutta Italia. Questo tipo di operazione permette di anticipare gli sbarchi consentendo una maggiore ed efficiente organizzazione nei soccorsi”. L’Azienda invita “tutti alla calma evitando inutili strumentalizzazioni. Non bisogna, in alcun modo procurare allarme e non dimenticare che parliamo di persone meno fortunate di noi, che, nella maggior parte dei casi, fuggono da paesi in cui la loro vita è seriamente minacciata da guerre o da condizione di estrema povertà”.
minorenne, trovati in possesso di sostanza stupefacente. Le Volanti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria nel fine settimana hanno rinvenuto un consistente quantitativo di sostanza stupefacente, marijuana ed hascisc. Il primo rinvenimento e sequestro è avvenuto nel pomeriggio di sabato. Gli agenti hanno notato un ragazzo in atteggiamento sospetto dinanzi il portoncino di un’abitazione. Il sedicenne aveva in tasca due involucri con cinque grammi di marijuana, uno con hascisc ed uno spinello già pronto. La perquisizione, a quel punto è stata estesa anche all’abitazione sita nelle vicinanze. E mentre gli Agenti la eseguivano, il fratello del minorenne, un 19 enne, si allontanava di corsa e si richiudeva all’interno di una stanza. Il maggiorenne aveva, sotto gli slip, marijuana e hascisc. Tutto lo stupefacente è stato sequestrato ed i due fratelli segnalati alla Prefettura di Ragusa, avendo dichiarato di farne uso personale. L’altro controllo è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. In via Dei Mille la Volante controllava gli occupanti di un’autovettura Fiat Punto. C’erano tre ragazzi di 17, 19 e 20 anni. Il minorenne, residente a Chiaramonte, aveva 26 grammi di marijuana, il 19enne ne aveva 12. Anche il 20enne aveva 12 grammi della stessa sostanza insieme a 22 semi.
I Carabinieri della Compagnia di Vittoria hanno fatto irruzione in un’abitazione rurale in Contrada “Cappellaris” di Vittoria dove hanno tratto in arresto Giambattista Bosco, vittoriese di 62 anni. In casa sono stati trovati un fucile da caccia calibro 12 marca “Franchi” modello “712 light” semiautomatico con matricola abrasa e sei cartucce dello stesso calibro.
“Il problema è più serio di quanto pensassimo. E’ indispensabile intervenire subito. Marina è nel mirino dei vandali. E tutto ciò rischia di comprometterne seriamente l’immagine di località turistica”. Lo dice il consigliere comunale di Territorio, Angelo Laporta, dopo avere preso atto di un ulteriore atto vandalico, a distanza di pochi giorni, che ha devastato il tratto del lungomare “Andrea Doria” compreso tra le vie Sapri e del Tritone. “Occorre correre subito ai ripari – aggiunge Laporta – e per questo motivo chiederò al sindaco Federico Piccitto di creare un tavolo tecnico perché tutti assieme si possano studiare delle soluzioni, a questo punto lungo la via dell’intransigenza, per evitare che i soliti balordi rovinino l’immagine di Marina dal punto di vista turistico. Anche la notte scorsa, le fioriere sono state capovolte, i bidoni della spazzatura sono stati rovesciati per terra, tutto ciò che contribuisce a creare un minimo di decoro sul lungomare è stato utilizzato per rovinare l’immagine dello stesso. Siamo molto preoccupati. E’ il caso di attivarsi subito. Chiediamo altresì alle forze dell’ordine uno sforzo supplementare. Non è possibile che i vandali si facciano beffe di noi in questo modo. Tra l’altro a distanza di poche ore da un altro evento simile”.
“Le vicende di questi giorni riguardo l’aumento in modo esponenziale dei flussi di immigrati, oggetto dell’interlocuzione che ho avuto con il Ministro dell’Interno Angelino Alfano il quale, già sensibile alla questione, ha voluto sottolineare che è sempre alta l’attenzione al problema e che il Governo italiano si adopera, con ogni mezzo ed azione, per limitare i rischi e i disagi scaturenti dall’emergenza, ma è indubbio che a questo si aggiunge un altro problema, l’Europa, che deve agire con maggiore impegno in questa lotta umanitaria e contro la criminalità”. E’ quanto dichiara il deputato nazionale Nino Minardo il quale spiega che “Alfano ha voluto ribadire, riguardo l’emergenza a Pozzallo del sovraffollamento e nell’intento di arginare il fenomeno, che si opera per l’immediato trasferimento in altri presidi dei migranti proprio per non collassare i centri di accoglienza nei quali si creano poi condizioni difficili da gestire. Ma se da una parte si lavora alacremente per contrastare il traffico di esseri umani, si arrestano gli scafisti e mercanti di morte dall’altra siamo pressanti con l’Europa perché deve impegnarsi ed aiutarci”. Minardo aggiunge: “Proprio per quanto riguarda il problema sanitario ho allertato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che è intervenuta tempestivamente presso la Regione Siciliana affinché relazioni sulla situazione ed ha già predisposto interventi di vigilanza e controllo negli ospedali e nelle strutture ospitanti gli immigrati. Massima attenzione all’emergenza con forti azioni per contenere e contrastare l’immigrazione illegale nella sua interezza e complessità e sono sempre in contatto con i Ministeri dell’Interno e della Salute per monitorare in modo più incisivo e continuo l’evolversi della vicenda”.
l’inosservanza del divieto di transito di mezzi pesanti, eccedenti il limite previsto, sul ponte Onorio, a Comiso, la Polizia Stradale di Vittoria, al Comando del sostituto Francesco Vona, su direttive del Dirigente, Gaetano Di Mauro, ha predisposto nei giorni scorsi mirati servizi di appostamento. Con personale in borghese, giorno 30 aprile, nella mattina sono stati effettuati dei controlli, accertando che in effetti dei mezzi pesanti, con massa complessiva superiore al limite del ponte, che è di 100 quintali, transitavano sul ponte nonostante il divieto imposto con segnaletica verticale sullo stesso. In particolare è stato fermato un mezzo di una ditta catanese dopo che aveva attraversato il ponte in via Roma; gli agenti accertavano che il mezzo aveva una massa complessiva di 115 quintali (11,5 tonnellate) per cui procedevano alla contestazione della sanzione prevista dal codice della strada. Poco dopo transitava un altro mezzo pesante, questa volta di una ditta comisana, che aveva una massa complessiva di 440 quintali (44 tonnellate). Anche in questo caso è scattata la multa.
Giovanni Salerno, 36 anni di Vittoria, era già stato arrestato il 16 ottobre 2010 nell’ambito dell’operazione di Polizia denominata “Tsunami” che porto in carcere decine di presunti trafficanti di sostanze stupefacenti. Poi tornato libero è stato sottoposto alla sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza, per le persone pericolose e sospette di vivere abitualmente coi proventi di traffici illeciti. Salerno aveva svolto il ruolo di corriere all’interno del sodalizio capeggiato dal suocero, Pasquale Castellino, servendosi della sua attività di autotrasportatore per trasportare la droga ricevuta da corrieri di Milano. Nell’ottobre scorso è divenuta definitiva la sentenza della Corte di Appello di Catania che lo ha riconosciuto colpevole. Rintracciato presso la sua abitazione dagli agenti del Commissariato di Polizia di Vittoria, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Ragusa.
I militari carabinieri hanno attivato in provincia il primo dispositivo di monitoraggio a distanza controllato da un personal computer per il controllo degli arrestati e dei detenuti domiciliari. Il sistema è stato applicato alla caviglia del detenuto e una centralina elettronica è stata installata presso l’abitazione dove deve scontare la misura. La centralina, dialogando con il dispositivo di controllo a distanza, comunica alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri gli eventuali allontanamenti dall’abitazione della detenuta. Il braccialetto è stato applicato alla quarantunenne B. A., indagata per detenzione e spaccio stupefacenti, arrivata dalla Casa circondariale di Catania “Piazza Lanza” su ordine del Tribunale di Catania.
Pozzallo lo scafista accusato di avere pilotato un barcone con 327 eritrei giunti in porto giovedì. È, secondo l’accusa, Mouhamed Hassan Ali Fouda, un egiziano di 28 anni che aveva cercato di farsi passare come un altro migrante. Ma, trattandosi dell’unico egiziano del gruppo, è stato subito sospettato di essere uno degli organizzatori del viaggio. La conferma è venuta da alcuni eritrei i quali hanno raccontato di essere partiti dal porto di Bengasi dove erano stati tenuti per alcuni giorni sotto stretto controllo prima di essere ammassati su una barca di circa 20 metri. Ciascuno di loro ha pagato da 1600 a 1700 dollari. Alcune testimonianze hanno descritto le terribili condizioni imposte ai migranti. “Il capannone – ha raccontato uno di loro – era chiuso e non potevamo uscire in quanto era vigilato da libici armati di pistole e fucili”. Qualcuno ha aggiunto di avere sentito alcuni spari. “Il soggiorno – ha aggiunto un altro – è durato circa cinque giorni. Poi il 29 aprile, verso le due di notte, sono arrivati alcuni libici che ci hanno condotto a piedi lungo la strada”. Non si sono però allontanati di molto perchè il capannone, come poi hanno scoperto, si trovava vicino alla spiaggia. Lo scafista egiziano aveva 1000 dollari in tasca, che secondo gli investigatori servivano per le spese dopo lo sbarco, e un cellulare. Conteneva ancora gli sms scambiati con gli altri trafficanti libici. Dall’inizio dell’anno sono 30 con il giovane egiziano gli scafisti arrestati dalla polizia di Ragusa e di Modica.
controlli del territorio condotti per la festività del primo maggio, in via Roma, a Ragusa, una squadra Volante ha controllato tre uomini albanesi. Uno dei tre, un 23enne, con precedenti, aveva un coltello a serramanico, il cui porto fuori dalla propria abitazione è vietato in modo assoluto. Per lui è scattata la denuncia.
stato arrestato dai carabinieri a Marina di Ragusa nella giornata del primo maggio. Il giovane, Florin Ionescu, aveva rubato la bicicletta di un anziano. Il proprietario, accortosi del furto, ha tentato l’inseguimento a piedi ma evidentemente nulla ha potuto. Allora – proprio come nel capolavoro cinematografico di De Sica – s’è messo a urlare “al ladro, al ladro” con tutta la voce che aveva. E le urla hanno attirato l’attenzione di alcuni passanti, i primi due hanno tentato il placcaggio ma la mossa tardiva è stata vana. Un altro, poco più in giù, invece, pronto all’arrivo del ladruncolo ciclista, lo ha saldamente afferrato per il bavero e a nulla sono valsi gli spintoni del rumeno per tentare di rimettersi in fuga. La pattuglia dei carabinieri di Marina ero poco distante, intenta a controllare un arrestato domiciliare, così è potuta intervenire in tempi rapidissimi sul posto. E levare letteralmente da sotto le mani dei cittadini il ladro che, ammanettato e caricato in auto, è stato portato in caserma.
mozione per scongiurare il pericolo di chiusura del distaccamento di Polizia stradale di Vittoria. Il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà ha accolto con favore l’appello dei sindacati della polizia per scongiurare la manovra del governo, che chiama riordino quello che in realtà è solo un cinico e ragionieristico taglio lineare per fare quadrare i conti. “La prospettiva, nel caso che ciò realmente si avverasse, rischia di risultare catastrofica – scrive Sel di Vittoria -. E’ purtroppo innegabile la recrudescenza di fatti gravi sia nelle relazioni personali, familiari e sociali a causa dell’accresciuta complessità sociale, conseguenza sia del fenomeno immigratorio extracomunitario incessante e poco regolamentato sia dell’affluenza di lavoratori europei da paesi dell’est. La precarietà di una oculata e realistica politica di accoglienza aggrava la situazione di per sé insostenibile per il diffondersi di pratiche di lavoro nero o schiavistico, di sacche di povertà che non risparmiano neanche nostri concittadini. La presenza pure di forze malavitose organizzate, di storica e pervasiva infiltrazione negli strati sociali e in settori economici vitali, – scrive Sel di Vittoria – rende ancora più drammatica ed angosciante per i lavoratori onesti e per tutti i cittadini la diminuzione o la perdita di un presidio legale vicino, sito nel proprio territorio. Le forze dell’ordine sono necessarie per tutti coloro che vogliono, e debbono, continuare a fidarsi dello Stato. Tuttavia, pur essendo molto vicini alle forze dell’ordine, che con grande spirito di sacrificio, devozione ed impegno svolgono il loro lavoro non possiamo condividere il comportamento irresponsabile – scrive Sel di Vittoria – di quel sindacato di polizia (Sap) che applaude al comportamento di poliziotti condannati per manifesta violazione della legge contro i diritti dei cittadini ed esprimiamo piena solidarietà -scrive Sel di Vittoria – alla famiglia Aldrovandi per quanto accaduto. Sosterremo e saremo vicini alle forze dell’ordine in difesa del presidio di Polizia stradale con ogni altro intervento che si renderà necessario”.
i migranti, il governo non può e non deve rimanere sordo a questa esigenza perché l’emergenza sbarchi è ripresa e ci attende una stagione di gravi difficoltà”. Così il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Giovanni Mauro, di Forza Italia. “L’Aula del Senato – prosegue Mauro – ha respinto l’emendamento che proponeva di estendere il finanziamento attribuito al Comune di Lampedusa e Linosa per far fronte alla situazione di emergenza connessa all’accoglienza dei profughi anche ai comuni di Ragusa interessati dai flussi migratori. Capisco che il provvedimento è in scadenza e che la linea data è stata quella di non approvare modifiche, ma ancora una volta in questa Aula, succubi di tempi stretti, finiamo per non affrontare problemi importanti. Le regole d’ingaggio che si sono date nell’operazione Mare Nostrum devono servire al grande circo della politica vissuta mediaticamente. Le fregate che intercettano i migranti nel Mar Mediterraneo ormai da qualche mese fanno in modo che, anziché essere portati su Lampedusa o Linosa, che sarebbero le parti del nostro Stato geograficamente più vicine, questi vengano invece dirottati verso il porto di Pozzallo e il porto di Augusta, in modo che dal punto di vista mediatico forse qualcuno potrà gridare e farsi bello dicendo che a Lampedusa il problema non c’è più, ma questo significa proprio nascondere la polvere sotto il tappeto. C’è un problema serio e reale che l’Italia – dice il senatore Giovanni Mauro – fa bene ad affrontare dal punto di vista umanitario, ma andare a escludere dal finanziamento proprio i Comuni che sono più colpiti dal fenomeno e che subiscono maggior disagio per via di una scelta nazionale ed europea è veramente un’ingiustizia profonda. I territori di Ragusa, Pozzallo e Augusta non devono essere lasciati soli a gestire l’emergenza, così come non deve essere lasciata sola l’Italia ad affrontare un problema che era e rimane di tutta l’Europa” – conclude il senatore Giovanni Mauro.