Tre vittoriesi ed un marocchino, Emanuele Di Martino, 39 anni, Fabiola Busacca, 26 anni, Salvatore Giacchi, 28 anni, e Soufiane Et Taoufiq, 24 anni sono accusati di avere messo a segno una rapina ai danni di una gioielleria. I tre uomini sono pregiudicati, la ragazza, invece, non ha precedenti. Il nove febbraio, tre individui col volto coperto da passamontagna ed armati di taglierini ed una pistola erano entrati nella gioielleria e, sotto la minaccia delle armi, si erano fatti consegnare monili in oro per la somma complessiva di circa ventimila euro, per poi dileguarsi a bordo di un Fiat Fiorino rubato poche ore prima. Ai quattro si è arrivati a seguito di un’attività d’indagine con intercettazioni.
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Comiso, scontro auto-moto: ferito un diciassettenne
Incidente stradale, giovedì sera, in via Canicarao, a Comiso. Per cause che dovranno accertare gli agenti della Polstrada giunti sul posto, si sono scontrati un motorino Piaggio Liberty condotto da un 17enne ed una Nissan Almera. Lo scontro sarebbe stato frontale. Nell’impatto la peggio è toccata al centauro che ha riportato una prognosi di trenta giorni. Il sinistro è avvenuto alle 21,30.
Vittoria, mini serra di cannabis nella terrazza di casa: arrestato
Tre persone sono state arrestate dai carabinieri di Vittoria per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In un primo controllo è finito in manette Salvatore Conti Mammamica, 43 anni. Durante un controllo in un’abitazione di via della Resistenza, l’uomo è stato trovato in possesso di quattro piante di “Cannabis indica” dell’altezza di 1,60 metri. Erano coltivate in una piccola serra artigianale in terrazza. Poco dopo, in via Roma e in via Ricasoli altri due arresti: i tunisini Mohsen Essoufi di 30 anni e Anis Alì di 31 che avevano 5 dosi di eroina per complessivi 10 gr. e 600 euro, probabile provento dello spaccio.
BUFERA SULLA DITTA CHE RACCOGLIE I RIFIUTI A POZZALLO, DENUNCIATE VENTI PERSONE, TRA QUESTI NOVE FUNZIONARI PUBBLICI
Venti persone, tra le quali nove funzionari pubblici, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Modica dalla Guardia di Finanza a conclusione di un’indagine durata due anni sulla società Geo Ambiente di Belpasso (Catania), che gestisce la raccolta dei rifiuti a Pozzallo. Secondo quanto emerso, l’azienda non adempiva correttamente alle previsioni del capitolato d’appalto. Frode in pubbliche forniture, truffa, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale i reati contestati a vario titolo. L’attività d’indagine della Fiamme Gialle ha avuto inizio nel giugno del 2010. In particolare le anomalie riscontrate nel corso degli iniziali accertamenti, come spiegano i finanzieri, erano costituite da: trasferimenti improvvisi da parte di funzionari del Comune di Pozzallo che si occupavano della vigilanza e controllo sull’applicazione del capitolato speciale; cambio repentino di vari dirigenti del servizio ecologia; preventiva conoscenza, da parte dei responsabili della società aggiudicataria dell’appalto, delle ispezioni da effettuare per verificare il regolare svolgimento del servizio previsto dal capitolato speciale; pressioni e insistenti richieste, da parte di soggetti ricoprenti cariche istituzionali all’interno dell’amministrazione nei confronti di dipendenti del servizio ecologia per modificare a piacimento i calcoli riferiti alla raccolta differenziata, applicando formule diverse da quella nazionale; modificando le contestazioni e le sanzioni elevate nei confronti della società appaltante per i disservizi nell’esecuzione dell’appalto. La società Geo Ambiente era gestita formalmente dall’amministratore C.C.M., ma di fatto veniva gestita dal marito Giuseppe Guglielmino, il quale, risulta più volte controllato dalle forze di polizia in compagnia di soggetti pregiudicati e sorvegliati speciali per reati di mafia (in particolare con tale T.A., di Fiumefreddo di Sicilia, pluripregiudicato e sorvegliato speciale). Da una visura alla banca dati relativa all’anno 2007, è emerso che la moglie di T.A. aveva ceduto delle quote sociali della precedente Ital Service srl, poi divenuta la Geo Ambiente srl, all’attuale amministratore C.C.M.. Nel mese di ottobre 2010 il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Giuseppe Puleio, delegava la Guardia di Finanza di Pozzallo allo svolgimento di indagini tecniche, eseguite sulle utenze in uso ad alcuni dirigenti del Comune di Pozzallo e ai responsabili della società appaltante e conclusesi nel gennaio dell’anno 2011, indagini volte ad accertare l’eventuale commissione di reati nell’ambito della gestione della raccolta dei rifiuti. Sarebbe emerso che i soggetti intercettati, con la loro condotta, agevolavano la società Geo Ambiente, i cui responsabili non adempivano correttamente alle previsioni del capitolato speciale d’appalto, realizzando una serie di reati (dalla truffa aggravata alla frode nelle pubbliche forniture, mediante l’utilizzo di documentazione falsa). Oltre all’attività di indagine tecnica sono stati sentiti anche vari dipendenti del Comune addetti al servizio ecologia, nonché alla raccolta dei rifiuti, permettendo così di riscontrare gli elementi accusatori acquisiti. Al termine delle indagini, nel settembre dello scorso anno, era stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Modica una informativa di notizia di reato nei confronti di venti soggetti (nove dei quali appartenenti alla Pubblica amministrazione) per reati inerenti frode nelle pubbliche forniture, truffa, abuso d’ufficio continuato, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, rilevazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale continuata in concorso, abusiva attività finanziaria – ed indebita compensazione continuata in concorso relativamente all’anno 2008 per 392.000 euro, per l’anno 2009 1.870.000 euro, per l’anno 2010 1.206.000 euro e per l’anno 2011 2.300.000 euro. Il giudice per le indagini preliminari, Elio Manenti, ha confermato l’impianto accusatorio, disponendo nei confronti di Guglielmino e del coordinatore Corrado Corsico la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Pozzallo.
AGGREDITO CON L’ASCIA DA UN RAPINATORE
Un giovane ispicese, D.S., è stato trovato riverso in una pozza di sangue dai suoi genitori. Il ragazzo è in stato di coma da giovedì sera ed è vittima di una aggressione finalizzata alla rapina. La profonda ferita che ha riportato alla testa è stata inferta da un’ascia e l’aggressore avrebbe agito a scopo di rapina. I Carabinieri del Ris venerdì hanno eseguito i rilievi nel luogo in cui è stato rinvenuto il giovane esanime, nella cantina di una villa di campagna, in contrada Pozzo Fico ad Ispica (non lontano dal passaggio a livello, lungo la strada Ispica – Pozzallo). Il ragazzo è ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è stato trasferito giovedì sera, dopo essere stato trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore di Modica.
Ragusa, incendio in un garage
Una squadra operativa dei Vigili del Fuoco è intervenuta, nel tardo pomeriggio di giovedì, in via Garofalo per un incendio che ha interessato il garage di un edificio. I pompieri sono riusciti a circoscrivere le fiamme all’interno del garage colmo di suppellettili di ogni genere, evitando che le fiamme danneggiassero i piani superiori abitati. L’intervento è durato un paio d’ore.
OMICIDIO A VITTORIA SI E’ COSTITUITO IL PRESUNTO KILLER
Si è costituito in Questura a Ragusa, accompagnato dal proprio legale, il presunto assassino di Francesco Nigito ucciso con colpi di pistola in strada a Vittoria mentre sono rimasti feriti i due fratelli Giuseppe e Giancarlo. Polizia e carabinieri hanno arrestato altre tre persone – oltre alle altre tre fermate la notte scorsa – accusate di favoreggiamento personale per aver dato indicazioni contraddittorie sulla sparatoria agli inquirenti. L’uomo che si è costituito per l’omicidio di Francesco Nigito, morto mercoledì sera dopo alcune ore di agonia, è Massimo Interlici, 36 anni, che si era presentato negli uffici della questura per essere ascoltato dagli inquirenti. Il movente della sparatoria culminata con la morte di Francesco Nigito sarebbe un dissidio sulla gestione dei videogiochi: sia i Nigito sia Interlici, infatti, hanno interessi nella distribuzione dei videogiochi nei vari locali. Polizia e Carabinieri avevano già arrestato altre sei persone. I due fratelli Nigito, Gianluca e Giuseppe, entrambi feriti lievemente. In manette anche Giambattista Ventura, 54 anni, Rosario Greco, 30 anni, imprenditore, incensurato, Enzo e Francesco Giliberto, 54 anni e 30 anni, operatori ecologici, entrambi con precedenti penali. L’accusa, per loro, è quella di favoreggiamento. Secondo gli inquirenti tutti erano presenti all’atto della sparatoria: sono ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento personale per avere a vario titolo eluso le indagini fornendo versioni distorte, incomplete e in palese contrasto con quanto effettivamente ricostruito dalle Forze dell’ordine.
Ispica, sorprende i ladri in casa e viene colpito con un’ascia
E’ ricoverato in gravissime condizioni in ospedale, a Catania, un giovane di 23 anni di Ispica, a seguito di un’aggressione subita nella sua abitazione di campagna. Il ragazzo avrebbe sorpreso alcuni sconosciuti nell’immobile sito sulla strada Ispica-Pozzallo. Sembra che il 23enne sarebbe stato ferito gravemente con un colpo d’ascia alla testa.
Fermati due scippatori gelesi Avevano rubato una collana in oro ad un’anziana a Marina di Ragusa
Andrea Simone Romano, 20 anni, nato a Vittoria ma residente a Gela ed il 16enne gelese M.S., entrambi in trasferta nella località balneare del capoluogo il 18 luglio proprio per compiere degli scippi a bordo di un motorino, sono stati fermati dal personale della sezione Volanti della Questura di Ragusa, per il reato di furto con strappo. I due, dopo aver derubato la donna, mentre fuggivano ad alta velocità a bordo del motoveicolo, si sono scontrati con un veicolo che transitava in via Tomaselli. I giovani gelesi sono stati presto individuati come gli scippatori, proprio a causa della collisione che li ha bloccati in strada. Il giudice ha disposto la scarcerazione dei due giovani.
Traffico immigrazione Altri due arresti ad Andria
Gli agenti della Squadra Mobile di Ragusa hanno eseguito in collaborazione con i Carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Bari due arresti, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. I fermati sono Michele Di Bisceglie, 53 anni e il 20enne Antonio Di Bisceglie, entrambi di Bari, ritenuti responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione e di violazione delle disposizioni di legge in materia di immigrazione. I soggetti arrestati avrebbero agito in concorso con i 5 cittadini egiziani, arrestati lo scorso 7 giugno nell’ambito di questa inchiesta, organizzando, dietro il corrispettivo di 4 mila euro a persona, il viaggio a bordo di natanti di fortuna salpati dal porto di Rachid, in Egitto, di 51 cittadini extracomunitari di nazionalità egiziana e somala, favorendone l’ingresso clandestino nel territorio italiano. Successivamente approfittando dello stato di necessità in cui versavano i clandestini, li avrebbero condotti in un casolare di campagna per tenerli in stato di segregazione fino a quando, contattati i parenti e richiesto il pagamento di ulteriori somme di denaro per la loro liberazione con la minaccia che altrimenti sarebbero stati uccisi, non fosse stato versato il prezzo del riscatto. Fra i sequestrati anche un minorenne egiziano.
LA SPARATORIA DI VITTORIA – E’ MORTO FRANCESCO NIGITO
E’ morto poco prima delle 22 nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Guzzardi il maggiore dei tre fratelli Nigito vittime dell’agguato con sparatoria avvenuto nel pomeriggio di mercoledì, in via Adua. Francesco Nigito, 47 anni, ha ricevuto diverse trasfusioni di sangue ed è stato sottoposto a un lungo intervento e gli è stato asportato parte dell’intestino. Gli altri due fratelli invece sono stati dimessi poche ore dopo il ricovero, nel pomeriggio del 18 luglio, essendo stati feriti solo di striscio dai proiettili sparati dai sicari. La sparatoria di via Adua ha gettato nel terrore la città di Vittoria. Coloro che hanno crivellato di colpi Francesco Nigito e ferito lievemente Giuseppe, di 43 anni, e Gianluca di 41 anni, sono senza dubbio killer professionisti, che hanno agito in pieno giorno, incuranti dei passanti, della centralità della strada in cui è avvenuta l’imboscata, e soprattutto spinti da un forte movente, sul quale indaga la Polizia. Gli inquirenti sarebbero già sulle tracce degli autori dell’agguato, ma ancora nulla di ufficiale. I malviventi hanno sparato da un’auto e poi sono fuggiti ad alta velocità, lasciando in una pozza di sangue i tre uomini feriti. Poco prima della sparatoria i tre fratelli erano nel bel mezzo di una lite familiare. Negli anni ’90 la famiglia Nigito è stata fra i protagonisti della guerra di mafia con il gruppo malavitoso dei D’Agosta, il clan “Mamma santissima”. Fra l’altro i fratelli Nigito sono figli d’arte, se si pensa che la loro mamma Concetta Di Pasquale è tuttora in carcere con l’accusa di traffico di droga e ha un nomignolo di tutto rispetto: “mamma eroina”. Tutta la famiglia fu arrestata il 21 settembre del 1991 nell’ambito di una maxi operazione antimafia.
Modica, la Procura chiede rinvio a giudizio per imprenditrice
Nel 2002 aveva ottenuto 240.998 euro da parte del Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive. Tuttavia non avrebbe impiegato i fondi in altre attività imprenditoriali come prevede la legge. Per questo motivo la Procura della città della Contea ha chiesto il rinvio a giudizio di un’imprenditrice residente a Modica. L’accusa ipotizzata è di malversazione ai danni dello Stato.
Acate, litiga col vicino e dà fuoco al vigneto
Un bracciante agricolo di 87 anni è stato denunciato per aver appiccato le fiamme al vigneto del proprio vicino, causando danni per circa tremila euro. E’ stata la vittima, un acatese di 63 anni, a denunciare l’accaduto ai carabinieri. L’anziano è stato trovato nella zona del rogo in possesso di un accendino. Il gesto sarebbe stato dettato da cattivi rapporti di vicinato.
POZZALLO: ARRESTATO EXTRACOMUNITARIO CON 700 GRAMMI DI DROGA
Arrestato dalla Finanza al porto di Pozzallo un cittadino della Costa d’Avorio K. K. M. in partenza con il catamarano per l’isola di Malta. L’extracomunitario, con uno zaino nero sulle spalle è stato notato per i segni di nervosismo che dimostrava mentre aspettava il turno per imbarcarsi. Sottoposto ad ispezione, dentro una borsa di plastica che teneva in mano sono stati rinvenuti 26 ovuli di Marijuana, appositamente confezionata in pacchetti da 27 grammi per un totale di poco più di 700 grammi. Il Dottore Scollo, sostituto procuratore della Repubblica di Modica, ha disposto l’arresto del cittadino costavoriano, ma residente a Roma. La sostanza stupefacente sequestrata è stata inviata all’Azienda Sanitaria provinciale di Ragusa per stabiilire il principio attivo della sostanza.
Contrasto alla criminalità rurale La Polizia arresta due persone
Nel proseguo della attività di indagine che aveva portato al fermo di Vlad Nicusor, 24 anni, il rumeno indiziato di rapina in concorso, la Polizia di Vittoria ha individuato ed arrestato altri due complici: Bruno Guarnuccio, di 46 anni, e Carmelo Bottaro, di 57 anni. La rapina era avvenuta in contrada Macconi, dove il terzetto aveva rubato da una azienda – dopo avere minacciato un custode – un trattore, e dopo aveva razziato la casa dei proprietari l’azienda rubando beni per un valore di circa ventimila euro. I due, che annoverano diversi precedenti penali e pregiudizi di polizia, si trovano in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Confermata la custodia in carcere per Hamdi Abdelghani
Il Tribunale del riesame di Catania ha confermato l’ordinanza, emessa dal Gip presso il tribunale di Modica, sulla custodia cautelare in carcere per Hamdi Abdelghani, accusato di rapina aggravata e lesioni in pregiudizio di un giovane. La richiesta al Gip era stata inoltrata dal Procuratore della Repubblica di Modica Francesco Puleio.
Estate sicura, i carabinieri passano al setaccio il territorio ipparino
Una sfilza di denunce tra Chiaramonte, Acate e Vittoria da parte dei carabinieri. Tre le denunce a Chiaramonte: un giovane trovato in possesso di un coltello e di un bastone di genere vietato, un 47enne sorvegliato speciale perchè trovato fuori casa di sera. Una terza denuncia riguarda un chiaramontano che non aveva comunicato il trasferimento del luogo di detenzione di due pistole regolarmente detenute. Ad Acate un tunisino ha dato false generalità ad un posto di blocco, mentre un suo connazionale, che doveva consegnare il suo motorino confiscato in quanto senza assicurazione, lo utilizzava regolarmente. Un commerciante di Vittoria è stato denunciato per ricettazione: aveva un Iphone rubato. Una casalinga è stata segnalata per avere tolto i sigilli dal contatore del metano.
VITTORIA, SPARATORIA IN VIA ADUA: AGGUATO AI FRATELLI NIGITO
I sicari hanno sparato da un’auto e poi sono fuggiti ad alta velocità lasciando in una pozza di sangue tre uomini feriti e diffondendo terrore e panico fra i passanti, che si sono trovati nel mezzo di una sparatoria e che fortunatamente sono riusciti a schivare i proiettili. L’agguato in pieno giorno, mercoledì poco dopo le 14, a Vittoria,nella centralissima via Adua. L’imboscata aveva tre obiettivi precisi: i fratelli Nigito, Francesco, 37 anni e Giuseppe e Gianluca. Francesco è il più grave di tutti, per lui la prognosi è riservata. Il boss si trova nel reparto di Rianimazione. Anche gli altri due sono ricoverati nell’ospedale Guzzardi di Vittoria. Negli anni ’90 la famiglia Nigito è stata fra i protagonisti della guerra di mafia con il gruppo malavitoso dei D’Agosta, il clan “Mamma santissima”. Fra l’altro i fratelli Nigito sono figli d’arte, dato che la loro madre, Maria Concetta Di Pasquale, è tuttora in carcere con l’accusa di traffico di droga e ha un nomignolo di tutto rispetto: “mamma eroina”. Tutta la famiglia fu arrestata il 21 settembre del 1991 nell’ambito di una maxi operazione antimafia. Attualmente gli inquirenti ritengono che i Nigito detengano nella città ipparina il controllo dei videopoker e delle macchine da caffè.
RISSA A DONNAFUGATA
E’ dovuta intervenire la Polizia per una rissa scoppiata per futili motivi, e poi degenerata tanto che i litiganti se le son date con una tabella in metallo esposta in una gelateria. Dei bambini, figli di avventori dei locali pubblici che si trovano presso il Castello, per gioco pare avrebbero lanciato delle pietre contro le abitazioni della contrada. I proprietari delle case prese di mira, stanchi dai continui disturbi,hanno prima rimproverato i bambini e poi sono andati a cercare i loro genitori. Gli animi si sono agitati ed è nata la rissa con 8 persone – sia donne che uomini- coinvolte. Alcuni di essi sono proprietari delle abitazioni alle quali erano state lanciate le pietre, altri i gestori ed il personale di un locale ubicato in zona, oltre ai parenti della bambina che avrebbe lanciato le pietre. Le due fazioni erano così formati: 5 persone incensurate Ragusane di cui 2 uomini e tre donne; 3 persone incensurate di Vittoria di cui due uomini (suocero e genero) e una donna. Tutti i partecipanti, eccetto uno degli uomini del gruppo dei Ragusani, a seguito della rissa hanno dovuto far ricorso alle cure mediche e hanno riportato delle lesioni che vanno da un minimo di 2 giorni ad un massimo di 10 giorni. Verranno sentiti altri testimoni e continueranno le indagini finalizzate ad individuare eventuali ulteriori persone coinvolte nella rissa.
SEQUESTRO BAR MEDITERRANEO, INDAGATE DUE PERSONE
Sono due gli indagati nell’ambito dell’indagine svolta dai carabinieri, su delega della Procura, che hanno portato all’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza dell’hotel e del bar Mediterraneo. Nel registro degli indagati i nomi di due amministratori di società, uno di Ragusa uno del Ravennate. Fanno parte entrambi del gruppo societario che detiene la proprietà della struttura di via Roma. Il provvedimento della Procura deve essere convalidato dal gip. Il sequestro riguarda esclusivamente la proprietà, e non la gestione dell’hotel e del bar e quindi questi non chiuderanno e l’attività rimarrà aperta almeno sino al 21 settembre poichè l’esecuzione di sgombero dei locali emessa dal tribunale di Bologna su istanza di Unicredit è stata rinviata. I reati ipotizzati sono truffa e tentata truffa. Tra i lavoratori, grande l’apprensione.