Una squadra operativa dei Vigili del Fuoco è intervenuta, nel tardo pomeriggio di giovedì, in via Garofalo per un incendio che ha interessato il garage di un edificio. I pompieri sono riusciti a circoscrivere le fiamme all’interno del garage colmo di suppellettili di ogni genere, evitando che le fiamme danneggiassero i piani superiori abitati. L’intervento è durato un paio d’ore.
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OMICIDIO A VITTORIA SI E’ COSTITUITO IL PRESUNTO KILLER
Si è costituito in Questura a Ragusa, accompagnato dal proprio legale, il presunto assassino di Francesco Nigito ucciso con colpi di pistola in strada a Vittoria mentre sono rimasti feriti i due fratelli Giuseppe e Giancarlo. Polizia e carabinieri hanno arrestato altre tre persone – oltre alle altre tre fermate la notte scorsa – accusate di favoreggiamento personale per aver dato indicazioni contraddittorie sulla sparatoria agli inquirenti. L’uomo che si è costituito per l’omicidio di Francesco Nigito, morto mercoledì sera dopo alcune ore di agonia, è Massimo Interlici, 36 anni, che si era presentato negli uffici della questura per essere ascoltato dagli inquirenti. Il movente della sparatoria culminata con la morte di Francesco Nigito sarebbe un dissidio sulla gestione dei videogiochi: sia i Nigito sia Interlici, infatti, hanno interessi nella distribuzione dei videogiochi nei vari locali. Polizia e Carabinieri avevano già arrestato altre sei persone. I due fratelli Nigito, Gianluca e Giuseppe, entrambi feriti lievemente. In manette anche Giambattista Ventura, 54 anni, Rosario Greco, 30 anni, imprenditore, incensurato, Enzo e Francesco Giliberto, 54 anni e 30 anni, operatori ecologici, entrambi con precedenti penali. L’accusa, per loro, è quella di favoreggiamento. Secondo gli inquirenti tutti erano presenti all’atto della sparatoria: sono ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento personale per avere a vario titolo eluso le indagini fornendo versioni distorte, incomplete e in palese contrasto con quanto effettivamente ricostruito dalle Forze dell’ordine.
Ispica, sorprende i ladri in casa e viene colpito con un’ascia
E’ ricoverato in gravissime condizioni in ospedale, a Catania, un giovane di 23 anni di Ispica, a seguito di un’aggressione subita nella sua abitazione di campagna. Il ragazzo avrebbe sorpreso alcuni sconosciuti nell’immobile sito sulla strada Ispica-Pozzallo. Sembra che il 23enne sarebbe stato ferito gravemente con un colpo d’ascia alla testa.
Fermati due scippatori gelesi Avevano rubato una collana in oro ad un’anziana a Marina di Ragusa
Andrea Simone Romano, 20 anni, nato a Vittoria ma residente a Gela ed il 16enne gelese M.S., entrambi in trasferta nella località balneare del capoluogo il 18 luglio proprio per compiere degli scippi a bordo di un motorino, sono stati fermati dal personale della sezione Volanti della Questura di Ragusa, per il reato di furto con strappo. I due, dopo aver derubato la donna, mentre fuggivano ad alta velocità a bordo del motoveicolo, si sono scontrati con un veicolo che transitava in via Tomaselli. I giovani gelesi sono stati presto individuati come gli scippatori, proprio a causa della collisione che li ha bloccati in strada. Il giudice ha disposto la scarcerazione dei due giovani.
Traffico immigrazione Altri due arresti ad Andria
Gli agenti della Squadra Mobile di Ragusa hanno eseguito in collaborazione con i Carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Bari due arresti, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. I fermati sono Michele Di Bisceglie, 53 anni e il 20enne Antonio Di Bisceglie, entrambi di Bari, ritenuti responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione e di violazione delle disposizioni di legge in materia di immigrazione. I soggetti arrestati avrebbero agito in concorso con i 5 cittadini egiziani, arrestati lo scorso 7 giugno nell’ambito di questa inchiesta, organizzando, dietro il corrispettivo di 4 mila euro a persona, il viaggio a bordo di natanti di fortuna salpati dal porto di Rachid, in Egitto, di 51 cittadini extracomunitari di nazionalità egiziana e somala, favorendone l’ingresso clandestino nel territorio italiano. Successivamente approfittando dello stato di necessità in cui versavano i clandestini, li avrebbero condotti in un casolare di campagna per tenerli in stato di segregazione fino a quando, contattati i parenti e richiesto il pagamento di ulteriori somme di denaro per la loro liberazione con la minaccia che altrimenti sarebbero stati uccisi, non fosse stato versato il prezzo del riscatto. Fra i sequestrati anche un minorenne egiziano.
LA SPARATORIA DI VITTORIA – E’ MORTO FRANCESCO NIGITO
E’ morto poco prima delle 22 nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Guzzardi il maggiore dei tre fratelli Nigito vittime dell’agguato con sparatoria avvenuto nel pomeriggio di mercoledì, in via Adua. Francesco Nigito, 47 anni, ha ricevuto diverse trasfusioni di sangue ed è stato sottoposto a un lungo intervento e gli è stato asportato parte dell’intestino. Gli altri due fratelli invece sono stati dimessi poche ore dopo il ricovero, nel pomeriggio del 18 luglio, essendo stati feriti solo di striscio dai proiettili sparati dai sicari. La sparatoria di via Adua ha gettato nel terrore la città di Vittoria. Coloro che hanno crivellato di colpi Francesco Nigito e ferito lievemente Giuseppe, di 43 anni, e Gianluca di 41 anni, sono senza dubbio killer professionisti, che hanno agito in pieno giorno, incuranti dei passanti, della centralità della strada in cui è avvenuta l’imboscata, e soprattutto spinti da un forte movente, sul quale indaga la Polizia. Gli inquirenti sarebbero già sulle tracce degli autori dell’agguato, ma ancora nulla di ufficiale. I malviventi hanno sparato da un’auto e poi sono fuggiti ad alta velocità, lasciando in una pozza di sangue i tre uomini feriti. Poco prima della sparatoria i tre fratelli erano nel bel mezzo di una lite familiare. Negli anni ’90 la famiglia Nigito è stata fra i protagonisti della guerra di mafia con il gruppo malavitoso dei D’Agosta, il clan “Mamma santissima”. Fra l’altro i fratelli Nigito sono figli d’arte, se si pensa che la loro mamma Concetta Di Pasquale è tuttora in carcere con l’accusa di traffico di droga e ha un nomignolo di tutto rispetto: “mamma eroina”. Tutta la famiglia fu arrestata il 21 settembre del 1991 nell’ambito di una maxi operazione antimafia.
Modica, la Procura chiede rinvio a giudizio per imprenditrice
Nel 2002 aveva ottenuto 240.998 euro da parte del Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive. Tuttavia non avrebbe impiegato i fondi in altre attività imprenditoriali come prevede la legge. Per questo motivo la Procura della città della Contea ha chiesto il rinvio a giudizio di un’imprenditrice residente a Modica. L’accusa ipotizzata è di malversazione ai danni dello Stato.
Acate, litiga col vicino e dà fuoco al vigneto
Un bracciante agricolo di 87 anni è stato denunciato per aver appiccato le fiamme al vigneto del proprio vicino, causando danni per circa tremila euro. E’ stata la vittima, un acatese di 63 anni, a denunciare l’accaduto ai carabinieri. L’anziano è stato trovato nella zona del rogo in possesso di un accendino. Il gesto sarebbe stato dettato da cattivi rapporti di vicinato.
POZZALLO: ARRESTATO EXTRACOMUNITARIO CON 700 GRAMMI DI DROGA
Arrestato dalla Finanza al porto di Pozzallo un cittadino della Costa d’Avorio K. K. M. in partenza con il catamarano per l’isola di Malta. L’extracomunitario, con uno zaino nero sulle spalle è stato notato per i segni di nervosismo che dimostrava mentre aspettava il turno per imbarcarsi. Sottoposto ad ispezione, dentro una borsa di plastica che teneva in mano sono stati rinvenuti 26 ovuli di Marijuana, appositamente confezionata in pacchetti da 27 grammi per un totale di poco più di 700 grammi. Il Dottore Scollo, sostituto procuratore della Repubblica di Modica, ha disposto l’arresto del cittadino costavoriano, ma residente a Roma. La sostanza stupefacente sequestrata è stata inviata all’Azienda Sanitaria provinciale di Ragusa per stabiilire il principio attivo della sostanza.
Contrasto alla criminalità rurale La Polizia arresta due persone
Nel proseguo della attività di indagine che aveva portato al fermo di Vlad Nicusor, 24 anni, il rumeno indiziato di rapina in concorso, la Polizia di Vittoria ha individuato ed arrestato altri due complici: Bruno Guarnuccio, di 46 anni, e Carmelo Bottaro, di 57 anni. La rapina era avvenuta in contrada Macconi, dove il terzetto aveva rubato da una azienda – dopo avere minacciato un custode – un trattore, e dopo aveva razziato la casa dei proprietari l’azienda rubando beni per un valore di circa ventimila euro. I due, che annoverano diversi precedenti penali e pregiudizi di polizia, si trovano in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Confermata la custodia in carcere per Hamdi Abdelghani
Il Tribunale del riesame di Catania ha confermato l’ordinanza, emessa dal Gip presso il tribunale di Modica, sulla custodia cautelare in carcere per Hamdi Abdelghani, accusato di rapina aggravata e lesioni in pregiudizio di un giovane. La richiesta al Gip era stata inoltrata dal Procuratore della Repubblica di Modica Francesco Puleio.
Estate sicura, i carabinieri passano al setaccio il territorio ipparino
Una sfilza di denunce tra Chiaramonte, Acate e Vittoria da parte dei carabinieri. Tre le denunce a Chiaramonte: un giovane trovato in possesso di un coltello e di un bastone di genere vietato, un 47enne sorvegliato speciale perchè trovato fuori casa di sera. Una terza denuncia riguarda un chiaramontano che non aveva comunicato il trasferimento del luogo di detenzione di due pistole regolarmente detenute. Ad Acate un tunisino ha dato false generalità ad un posto di blocco, mentre un suo connazionale, che doveva consegnare il suo motorino confiscato in quanto senza assicurazione, lo utilizzava regolarmente. Un commerciante di Vittoria è stato denunciato per ricettazione: aveva un Iphone rubato. Una casalinga è stata segnalata per avere tolto i sigilli dal contatore del metano.
VITTORIA, SPARATORIA IN VIA ADUA: AGGUATO AI FRATELLI NIGITO
I sicari hanno sparato da un’auto e poi sono fuggiti ad alta velocità lasciando in una pozza di sangue tre uomini feriti e diffondendo terrore e panico fra i passanti, che si sono trovati nel mezzo di una sparatoria e che fortunatamente sono riusciti a schivare i proiettili. L’agguato in pieno giorno, mercoledì poco dopo le 14, a Vittoria,nella centralissima via Adua. L’imboscata aveva tre obiettivi precisi: i fratelli Nigito, Francesco, 37 anni e Giuseppe e Gianluca. Francesco è il più grave di tutti, per lui la prognosi è riservata. Il boss si trova nel reparto di Rianimazione. Anche gli altri due sono ricoverati nell’ospedale Guzzardi di Vittoria. Negli anni ’90 la famiglia Nigito è stata fra i protagonisti della guerra di mafia con il gruppo malavitoso dei D’Agosta, il clan “Mamma santissima”. Fra l’altro i fratelli Nigito sono figli d’arte, dato che la loro madre, Maria Concetta Di Pasquale, è tuttora in carcere con l’accusa di traffico di droga e ha un nomignolo di tutto rispetto: “mamma eroina”. Tutta la famiglia fu arrestata il 21 settembre del 1991 nell’ambito di una maxi operazione antimafia. Attualmente gli inquirenti ritengono che i Nigito detengano nella città ipparina il controllo dei videopoker e delle macchine da caffè.
RISSA A DONNAFUGATA
E’ dovuta intervenire la Polizia per una rissa scoppiata per futili motivi, e poi degenerata tanto che i litiganti se le son date con una tabella in metallo esposta in una gelateria. Dei bambini, figli di avventori dei locali pubblici che si trovano presso il Castello, per gioco pare avrebbero lanciato delle pietre contro le abitazioni della contrada. I proprietari delle case prese di mira, stanchi dai continui disturbi,hanno prima rimproverato i bambini e poi sono andati a cercare i loro genitori. Gli animi si sono agitati ed è nata la rissa con 8 persone – sia donne che uomini- coinvolte. Alcuni di essi sono proprietari delle abitazioni alle quali erano state lanciate le pietre, altri i gestori ed il personale di un locale ubicato in zona, oltre ai parenti della bambina che avrebbe lanciato le pietre. Le due fazioni erano così formati: 5 persone incensurate Ragusane di cui 2 uomini e tre donne; 3 persone incensurate di Vittoria di cui due uomini (suocero e genero) e una donna. Tutti i partecipanti, eccetto uno degli uomini del gruppo dei Ragusani, a seguito della rissa hanno dovuto far ricorso alle cure mediche e hanno riportato delle lesioni che vanno da un minimo di 2 giorni ad un massimo di 10 giorni. Verranno sentiti altri testimoni e continueranno le indagini finalizzate ad individuare eventuali ulteriori persone coinvolte nella rissa.
SEQUESTRO BAR MEDITERRANEO, INDAGATE DUE PERSONE
Sono due gli indagati nell’ambito dell’indagine svolta dai carabinieri, su delega della Procura, che hanno portato all’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza dell’hotel e del bar Mediterraneo. Nel registro degli indagati i nomi di due amministratori di società, uno di Ragusa uno del Ravennate. Fanno parte entrambi del gruppo societario che detiene la proprietà della struttura di via Roma. Il provvedimento della Procura deve essere convalidato dal gip. Il sequestro riguarda esclusivamente la proprietà, e non la gestione dell’hotel e del bar e quindi questi non chiuderanno e l’attività rimarrà aperta almeno sino al 21 settembre poichè l’esecuzione di sgombero dei locali emessa dal tribunale di Bologna su istanza di Unicredit è stata rinviata. I reati ipotizzati sono truffa e tentata truffa. Tra i lavoratori, grande l’apprensione.
RAGUSA: CACCIA AL PIROMANE
Sarebbe stata identificata l’auto sospetta che è stata vista allontanarsi, domenica pomeriggio, da uno dei punti in cui è divampato il rogo che ha mandato in fumo cento ettari di vallate, da Scassale fino a Tabuna, con roghi anche nella zona del Lidl e della Quasimodo. E’ il Corpo forestale a seguire le indagini. Che dietro i roghi ci sia un piromane è ormai quasi certo. Bisogna capire se ad agire sia stata una sola persona o più di una. Anche perchè i roghi sono stati appiccati in otto punti. Gli inquirenti sarebbero sempre più convinti di presenze decisamente sospette nelle zone colpite dai fuochi, soprattutto lungo la vecchia strada che collega Ragusa a Modica e nella vicina contrada Tabuna. Gli uomini di Forestale e Vigili del Fuoco, domenica hanno avvistato un mezzo che si muoveva di continuo nell’area in cui sono divampati gli incendi. Gli agenti del Corpo forestale hanno in mano l’identificazione del mezzo ed anche alcune ipotesi per arrivare a chiudere il “cerchio”. Ci sono indizi, qualche pista e la consapevolezza di essere sulla buona strada per individuare chi ha fatto scempio del territorio ibleo. In fumo sono andati numerosi pini, una vasta area di macchia mediterranea, ma grazie al massiccio intervento di uomini e mezzi, i danni, soprattutto a Cava Misericordia, sono stati circoscritti.
FAMIGLIA TORNA DA PELLEGRINAGGIO NEL FURGONE LA STATUA DI PADRE PIO, FUCILI E MUNIZIONI
Una famiglia di comisani in viaggio di ritorno pare da San Giovanni Rotondo è finita in manette per detenzione di armi e munizioni. Si tratta di nove persone arrestate perchè nel furgone che avevano noleggiato per recarsi in pellegrinaggio, un Fiat Ducato, c’era celato un aresenale: un fucile mitragliatore tipo kalashnikov di produzione cinese con due serbatoi e una carabina semiautomatica “Jager” modello Ap74, con matricola abrasa e quindi arma clandestina, entrambe in ottimo stato e funzionanti, nonchè 39 munizioni e sei bozzoli esplosi sono stati sequestrati dai carabinieri lunedì sera. Un posto di blocco dei militari della stazione di Comiso e della stazione di Chiaramonte Gulfi ha intimato l’alt al furgone a bordo del quale c’erano 9 adulti e quattro bambini. Nel corso della perquisizione del bagagliaio i carabinieri hanno trovato, accanto ad una statua del santo di Pietrelcina, ancora imballata, e insieme alle valige e agli effetti personali delle persone a bordo, anche un borsone contenente le armi e le munizioni. I cinque uomini sono stati tradotti in carcere, mentre le quattro donne sono agli arresti domiciliari; tutti devono rispondere del reato di detenzione e trasporto di armi comuni da sparo e da guerra. In manette il padre, Emanuele Giannì, operaio pregiudicato, il figlio Simone Giannì, incensurato, Giuseppe Guastella pluripregiudicato, Salvatore Servo originario di Palagonia, ma residente a Comiso anche lui pluripregiudicato e Walter Cosentini nato a Catanzaro, ma residente a Vittoria, incensurato. Ai domiciliari la Lucia Corallo, pregiudicata e le figlie, Barbara, Samantha e Miriana tutte e tre incensurate. I carabinieri hanno inviato le armi al Ris per un ulteriore riscontro balistico, cioè affinchè una verifica approfondita possa stabilire se le armi scovate nel furgone siano già state utilizzate. Come è stato sottolineato durante la conferenza stampa che ha illustrato i particolari dell’operazione denominata “Ak-47”, negli ultimi mesi in provincia di Ragusa si sono verificati degli atti intimidatori ai danni di commercianti con colpi esplosi da kalashnikov.
DENUNCIATO RAGUSANO PER RICETTAZIONE, FURTO DI ENERGIA ELETTRICA E SPACCIO DI DROGA
Controllo del territorio e controllo sulle persone con precedenti penali, un servizio necessario e fruttuoso. La Squadra Mobile ha infatti effettuato una perquisizione domiciliare nei confronti di D. M. D., pluripregiudicato ragusano di anni 35, da diverso tempo orbitante nel mondo degli stupefacenti. I poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato diversi contenitori con hashish, cocaina e marjuana nonché due bilancini di precisione, e due casse acustiche sicuramente rubate. Dai numeri seriali delle casse, i poliziotti hanno avuto la certezza che si trattasse di materiale trafugato il 7 gennaio dalla chiesa della “Beata Maria Vergine di Lourdes” di San Giacomo. E’ stato rintracciato il sacerdote della frazione che ha riconosciuto come sue le casse acustiche. Ma le sorprese di questa perquisizione non erano finite. Un agente si è accorto che il contatore Enel della casa era staccato, pur essendoci le luci accese. A seguito di una più accurata verifica si riscontrava che al contatore erano collegati dei fili elettrici provenienti dall’esterno. Il tutto veniva puntualmente confermato dai verificatori dell’Enel, fatti intervenire sul posto, i quali hanno rimosso il collegamento abusivo, sequestrando i conduttori di rame usati dal malvivente. D. M. D. è stato quindi deferito alla locale autorità giudiziaria per i reati di ricettazione, furto di energia eletrica, detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.
POZZALLO: SEQUESTRO DI 15.600 EURO A LIBICO PROVENIENTE DA MALTA
Le Fiamme Gialle in stretta collaborazione con l’Agenzia delle Dogane nel Porto di Pozzallo hanno sottoposto a controllo un cittadino libico B.R. in arrivo da Malta con il catamarano. L’uomo è stato trovato in possesso di denaro in contante per un importo pari ad euro 15.600 senza aver provveduto alla prevista dichiarazione di trasferimento di denaro in contante di importo pari o superiore ai 10.000 euro. Il cittadino libico è stato sanzionato ai sensi del Decreto Legislativo 195/2008. La materia è stata recentemente modificata e aggiornata portando il limite a 10.000 euro. La dichiarazione è obbligatoria per chi trasporta denaro contante da un paese straniero in Italia, quindi anche da tutti i paesi dell’Unione. In occasione delle vacanze estive i controlli sono stati potenziati.
RAGUSA: SEQUESTRATO L’HOTEL MEDITERRANEO
Un simbolo per la città di Ragusa, il Mediterraneo. E’ stato la città che rinasceva dopo la dittatura e la guerra, il luogo di ritrovo di più generazioni, lo spazio che identificava il centro storico di Ragusa superiore. Oggi nella devastata via Roma sono arrivati i carabinieri per porre i sigilli del sequestro per una indagine che riguarda la proprietà dell’intero complesso. Adesso il provvedimento deve essere convalidato dal gip del tribunale del capoluogo. Il sequestro riguarda esclusivamente la proprietà, e non la gestione dell’hotel e del bar e quindi questi non chiuderanno e l’attività rimarrà aperta. Il procuratore della repubblica Carmelo Petralia chiarisce che il provvedimento scaturirebbe da un reato al momento ipotizzato come truffa e tentata truffa nell’ambito di una vicenda assai complessa di passaggi societari e di acquisizioni considerati poco chiari. A ciò si aggiunge un decreto ingiuntivo da parte del tribunale di Bologna sempre indirizzato nei confronti della proprietà ossia una società di Ravenna che ha recentemente dato in gestione l’immobile ad una società di Ragusa che cura l’albergo.