29-04-2024
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Risultati per la ricerca: Oltre al fronte

Ragusa, tornano le bollette pazze

“Settore idrico in crisi non solo per la mancanza d’acqua ma anche per carenza di personale. E gli uffici continuano ad essere affollati”. E’ il senso della denuncia fatta da Alessandra Sgarlata, delegata del quartiere Centro del Pd di Ragusa. “Da qualche giorno, infatti – spiega Sgarlata – sono arrivate, a tutti gli utenti del servizio idrico di Ragusa, le bollette relative al consumo d’acqua per il periodo compreso tra dicembre 2011 e dicembre 2012. Al solito, gli errori presenti in bolletta risultano essere puntuali come un orologio svizzero. Gli utenti, alle prese con le “bollette pazze”, iniziano, a questo punto, il loro calvario perché, giustamente, si recano all’ufficio idrico per chiedere chiarimenti. Inutile dire che ci si trova di fronte a file interminabili, apertura dello sportello solo per alcune ore alla settimana, con esattezza il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12 e il giovedì dalle 15,30 alle 17. Tutto chiuso, invece, – denuncia il Pd di Ragusa – il martedì. E’ chiaro che la pazienza tende ad esaurirsi. Ecco perché, come Pd, intendiamo lanciare una richiesta. Facciamo appello al commissario straordinario del Comune di Ragusa affinché intervenga per incrementare il personale relativamente a questo periodo di maggiore afflusso dell’utenza oppure per aumentare le ore d’ufficio dedicate al pubblico. Inoltre, ci risulta che fornendo una foto del contatore di casa propria, rendendo possibile l’accertamento immediato dell’errore, è possibile la rettifica dell’importo della bolletta da parte dello stesso ufficio di competenza, evitando ricorsi lunghi e costosi dei cittadini. Sarebbe opportuno pubblicizzare al meglio tale procedura” – conclude Alessandra Sgarlata del Pd di Ragusa.

sgarlata

NELLO DIPASQUALE E LA CORSA NELLA PRATERIA

nello furboCome definire la Ragusa di Nello Dipasquale? La sintesi migliore ci viene da una descrizione sulla Russia eltsiniana: plutocratica, economicamente selvaggia, politicamente ibrida, moralmente libertina. Questo è valso per più di sei anni ed ha lasciato una città stremata, annebbiata, instupidita, inconsapevole del disagio. Abbiamo convissuto con Dipasquale con lo stesso incantato intontimento con cui si ammira la Maria De Filippi: si sa che devasta, ma c’è, e pare non si possa prescindere da questa rappresentazione. E’ proprio questo dominio assoluto della scena che ha permesso a Nello Dipasquale il triplo salto mortale con doppio avvitamento che prima lo ha catapultato dalla destra a Crocetta, ed ora con mirabili salti a zig zag lo rituffa fra l’Udc e quel che resta del Pdl. Dopo il no alle primarie – un errore strategico non averle accettate perché sarebbe stato il suggello della conversione – Dipasquale sta operando affinchè tutte le forze politiche si pieghino al candidato unico, trasformando Cosentini – che nasce democristiano e pacifante – in una specie di Kim il sung nostrano che ce lo rende goffo e ancora più ingombrante e quindi sospettabile di feroci appetiti. In queste ore il Pdl sta dibattendo al suo interno sulle condizioni di resa a Dipasquale: andarci in blocco senza chiedere niente oltre l’assessorato – questa è la linea del fronte Minardo e Occhipinti – oppure pretendere un’intesa più larga – come sostiene Giorgio Assenza – che coinvolga Comiso. Non deve lasciare stupiti questa mancanza di dignità del Pdl ibleo: qui si va a fiuto inseguendo la possibilità di affari o la concretizzazione di posizioni, e la proposta di Cosentini va benissimo; è quasi la raffigurazione plastica di quello spirito. Il segnale di ascesa a candidato del pensiero unico, Cosentini lo ha dato quando ha chiesto l’aiuto a Franco Poidomani: una mossa tesa a tranquillizzare i costruttori angosciati dalle mode radicali e green che attraversano il Paese e che impongono alla voce cemento il volume zero, mentre loro sono aggrappati alle ultime lottizzazioni. Altro segnale, stavolta ideato da Nello Dipasquale che ad ogni campagna elettorale viene preso dalla smania di impossessarsi dei simboli ordinando di appiccicare bolli nei comitati elettorali, è stato quello di affiggere lunedì sera il simbolo di Megafono; una mossa che ha avuto come conseguenza oltre al silenzio imbarazzato di Crocetta la frantumazione della lista del presidente con il simpatico Claudio La Mattina che in un impeto liberatorio si è dichiarato da qui all’eternità uomo di sinistra. Tutto quel che sta accadendo era prevedibile; Nello Dipasquale frantumando in più parti i partiti – tutti quelli che ha incrociato nel suo cammino, Pdl, Udc, Pid, Megafono – si è però distratto da una visione complessiva della città. La folle corsa non contempla, abbiamo detto, sguardi ai margini, mentre è proprio qui che il disagio inconsapevole è divenuto irritazione e rabbia. La proposta alternativa che Dipasquale ha sbranato anzitempo entrando a gamba tesa dentro l’area del Pd, ossia un’alleanza unitaria delle sinistre, l’unica vincente, è svanita. La catena di ambiguità che ha fatto deputato l’ex sindaco ha travolto il Pd. Un segretario regionale che non ha avuto la forza di mettere limiti alla campagna acquisti di Crocetta, e questi che non può rinunciare all’appoggio dei deputati trasformisti, e tutto il passato filoLombardo di Lumia e Cracolici che hanno annientato la storia di un glorioso partito, sono gli elementi che hanno ridotto anche il Pd ragusano ad uno stato confuso e timido. La partita non è chiusa: oltre la prateria c’è la città che bolle di rabbia contro la cattiva politica. Il Pd da solo, con Calabrese o qualsiasi altro, può recuperare consenso, e altrettanta forza, se non maggiore, avrà il candidato ingegnere del movimento 5 stelle. Dipasquale ha già indivuato nei ragazzi grillini il nemico: li apostrofa con disprezzo e tronfio del solito egocentrismo rimarca la sua abilità nel gestire Ragusa. E’ proprio questa vanteria nel maneggiare la città che potrà risvegliare gli elettori. Piace gente fresca e nuova. La sapienza di Cosentini per le antiche e solite cose non solo non funziona, ma manda in bestia i cittadini. E non c’è trucco che tenga. Per dirla alla Bersani: Non è che se a Cosentini gli metti il giubbotto nero ti diventa Renzi! Ah dimenticavamo l’alternativa, sì Sonia Migliore. Qualcuno glielo spieghi che si chiama continuità.

Architetti, forum sulla riforma della professione

architetti foto di gruppoLa riforma della professione di architetto ha raggiunto la sua fase conclamata con il dpr 137 del 2012. Questo l’oggetto del forum promosso dall’Ordine degli architetti della provincia di Ragusa e tenutosi domenica nella sala conferenza della Cna di Ragusa. I lavori, introdotti dal presidente provinciale Giuseppe Cucuzzella, hanno visto la presenza del vicepresidente nazionale dell’Ordine, Rino La Mendola, e del componente del Consiglio nazionale, Raffaello Frasca, che ha relazionato sulla materia. “Si tratta di una riforma – ha detto Cucuzzella – che introduce una serie di elementi condivisibili, mentre altri lo sono meno perché rischiano di appesantire i già gravosi costi di gestione delle attività professionali. Tutto ciò in un momento in cui i professionisti soffrono una crisi senza precedenti, almeno dal dopoguerra, e sono sottoposti ad un sistema fiscale – ha detto ancora lo architetto Cucuzzella – che non ha eguali in Europa. Abbiamo pensato a questo forum per avere l’opportunità di un confronto con tutti gli iscritti e di approfondimento su tematiche di sicuro impatto per la categoria”. Tra gli elementi ritenuti positivi, l’obbligo del contratto che costituisce un elemento di garanzia per ambo le parti, sia per il committente, quanto per il professionista. “In seno al contratto – ha spiegato La Mendola – vanno inseriti alcuni dati, primo tra tutti i compensi che vengono calcolati dal professionista con il metodo che lo stesso riterrà più opportuno purché ne sia consapevole la committenza. Inoltre, dovranno pure essere indicati, a far data dal 15 agosto, gli estremi di una polizza di responsabilità civile. Anche questo è un elemento di garanzia nel caso in cui si verificassero errori durante la prestazione professionale resa. Altre novità riguardano la pubblicità. E’ stato superato – ha detto ancora La Mendola – il vecchio e stantio divieto di promozione del proprio studio professionale. La pubblicità non deve, naturalmente, essere ingannevole e, soprattutto, deve essere rispettosa della concorrenza, altrimenti si rischiano sanzioni da parte della competente Autorità e procedure disciplinari da parte dell’Ordine”. Novità importanti anche per quanto concerne la formazione. “Che nasce – ha aggiunto La Mendola – come principio nobile, in quanto è opportuno che l’architetto sia sempre aggiornato. E’ altrettanto vero, però, che i costi sul fronte formazione possono diventare notevoli in un momento in cui il professionista ha visto abbattere il proprio fatturato di circa il 30% su scala nazionale, mentre nel Sud, in Sicilia in particolare, queste cifre sfiorano, e in alcuni casi, superano il 50%. Dobbiamo essere bravi noi, Consiglio nazionale e Ordini provinciali, a fare sì che tutto possa essere reso più facile. Ecco perché stiamo immaginando di attivare una piattaforma informatica grazie a cui, attraverso l’acquisizione di specifici pacchetti, possano essere tenuti corsi on line a costi notevolmente ridotti”, ha concluso La Mendola.

VITTORIA: SCOPERTA EVASIONE DA DUE MILIONI DI EURO

La Guardia di Finanza ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società comisana operante nel settore dell’edilizia. La società, nell’arco di tre anni, ha sottratto all’Erario redditi per oltre due milioni di euro. L’attività di verifica fiscale si inquadra nel filone di indagine svolto nei confronti di imprese edili da parte dei finanzieri. Particolare attenzione è stata rivolta alla corretta tenuta della contabilità. L’ausilio delle banche dati, ha consentito l’incrocio da una parte degli elementi in possesso all’Amministrazione Finanziaria e dall’altra dei dati desunti dalle attività ispettive. Si è così appurato che sono state poste in essere gravi violazioni inerenti la presentazione delle dichiarazioni annuali delle imposte sui redditi e sull’Iva. In particolare, secondo quanto constatato dai finanzieri della Tenenza di Vittoria, la ditta nel 2009, nel 2010 e nel 2011 ha compiuto diversi illeciti; infatti non ha istituito il libro degli inventari, il libro giornale ed il registro dei beni ammortizzabili, né ha presentato la comunicazione annuale ai fini Iva e la dichiarazione annuale dei redditi. L’imprenditore S.V., cinquantenne di origini ragusane ma residente a Comiso, è riuscito a sottrarre a tassazione oltre 2 milioni di euro, evadendo Iva per circa 210.000 euro. I militari si sono trovati di fronte ad un caso di vero e proprio evasore totale.
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Emergenza idrica a Ragusa Il Movimento 5 stelle accusa Nello Dipasquale di omessa prevenzione

movimento5stelleA distanza di quattro mesi dalla chiusura di alcuni pozzi per la fornitura idrica nel capoluogo, gran parte della città è ancora senza acqua ed è costretta a rivolgersi alle autobotti private, non riuscendo quelle comunali, a far fronte al perdurare della penuria. “Eppure dai recenti incontri del deputato regionale, già sindaco di Ragusa, con il suo successore, il commissario Rizza – scrive in una nota il Movimento 5 Stelle Ragusa – era parso che, come per miracolo, con il finanziamento di un milione di euro per scavare nuovi pozzi, tutta la vicenda si fosse risolta. In sostanza un voler far credere alla collettività che il problema era risolto (quando non lo era) e poter guardare oltre, come se niente fosse successo. Troppo semplice! Troppo facile! E del danno arrecato alla città chi ne risponde? L’ex sindaco di Ragusa invece di passare il tempo, in nome della continuità, a tessere alleanze con questo o quel partito, o spezzone di partito, ad affannarsi a dare, o negare, la sua investitura a questo o quel candidato a sindaco e altre amenità del genere, venga a spiegare ai cittadini perché, pur essendo a conoscenza della gravità dell’inquinamento delle due sorgenti Oro e Misericordia (già da alcuni anni, ed in modo oggettivo dall’ottobre 2010, nella sua qualità di sindaco, prese parte, insieme ad esperti ed ai partiti di maggioranza e di opposizione a delle riunioni), non si preoccupò di avviare le adeguate iniziative per eliminare le fonti d’inquinamento, già conosciute, e così evitare, il disastro ambientale di una delle cave più belle? Ancora una volta il costo dei danni, per omessa prevenzione, dovrà essere posto a carico dei cittadini che li hanno subìti? Oppure dovranno risponderne gli amministratori, dirigenti e quant’altro, che pur avendo avuto, per tempo, conoscenza della gravità della situazione omisero di adottare gli adeguati provvedimenti?”. Il Movimento Cinque stelle invita i cittadini che sono costretti a ricorrere al servizio di autobotti private a farsi sempre rilasciare adeguata fattura. Inoltre, chiede all’amministrazione comunale di Ragusa di utilizzare il milione di euro ricevuto dalla Regione per un intervento di bonifica della Cava Misericordia al fine di recuperare al più presto le sorgenti e i pozzi. Infine il Movimento 5 stelle Ragusa sollecita l’utilizzo di parte del milione di euro per svuotare la vasche di raccolta dei liquami ed evitarne lo sversamento nei terreni.

Calcio, il punto sulla Prima Categoria

calcioIn attesa dell’ultimo turno del campionato di Prima Categoria, girone G, è possibile fare il punto sulla situazione. L’Or.Sa. è ormai salva grazie ai 31 punti messi finora in carniere. La squadra oratoriana affronterà in casa la seconda della classe, la Nuova Kamarinense. La gara sarà seguita a distanza con grande interesse da parte della New Team. L’undici caro al presidente Vitale, infatti, sarà impegnata sul campo della Per Scicli, al momento fanalino di coda del girone con 20 punti. La New Team non può prendere alla leggera l’impegno per diversi motivi: il Per Scicli non è ancora condannato alla retrocessione (il Pachino è penultimo a 22 punti, 2 in più rispetto agli sciclitani, e sarà impegnato con il Città di Canicattini che è quarto in classifica a + 2 della New Team); conquistare 3 punti significherebbe rimanere in corsa per l’accesso ai play off per la Promozione; perdere significherebbe rinunciare al sogno dell’ingresso nella roulette promozione. Inoltre, l’Or.Sa., uscita sconfitta di misura nel derby con la New Team giocato sabato 30 marzo, potrebbe regalare il pass per i play off ai cugini ragusani: se dovesse pareggiare o vincere con la Nuova Kamarinense, il gap in classifica fra la Nuova Kamarinense stessa e la New Team scenderebbe sotto i dieci punti e consentirebbe alla squadra di Daniele Vitale e compagni di disputare i play off. A vincere il campionato è stato lo Sporting Priolo, matematicamente promosso in Promozione grazie ai 55 punti conquistati e al + 4 sulla Nuova Kamarinense. Lo Sporting Priolo vanta finora la migliore difesa del campionato (soltanto 20 reti subite), mentre il miglior attacco ad un turno dalla fine del campionato è quello della New Team con 46 reti all’attivo. Fine stagione tutta da seguire per gli appassionati di calcio.

NELLO DIPASQUALE E GIOVANNI COSENTINI: DALLA GROSSA COALIZIONE ALLA RITIRATA

nello e cosentiniL’unica certezza di queste ore è il sicuro rimpianto che sentirà Nello Dipasquale per la anarchia di Forza Italia e di quel partito delle libertà abbandonato per divenire deputato. Per la prima volta, dopo anni di dominio politico incontrastato, il suo ego si è dovuto adattare al confronto, accettarlo e poi subirlo, ed uscire piegato dalla riunione regionale con i vertici del centrosinistra. La corsa folle di Territorio, il lancio di Cosentini, gli accordi già chiusi con la sua cricca dei soliti noti affaristi, il patto con Nino Minardo, la promessa della vicesindacatura a Giovanni Occhipinti, la fissità nel trattare Ragusa ed i ragusani come preda facile, trattabile, sensibile ad ogni tipo di illusionismo, si sono schiantati, a Palermo, di fronte ad un ostacolo che Dipasquale non aveva mai messo in conto: le regole. Poche, semplici, chiare: rispettare la cornice che regge il governo regionale e distinguersi dal Pdl, ossia presentarsi all’elettorato con le tre sigle, Megafono, Udc, Partito democratico, e scegliere il candidato attraverso le primarie. Ha lottato Dipasquale per divincolarsi, tuttavia alla fine ha dovuto accettare con una stretta di mano il percorso di coerenza individuato che porta al ritiro della candidatura di Cosentini da sottoporre poi alla competizione delle primarie di coalizione. Non è scontato che l’intesa o meglio la resa di Nello Dipasquale sfoci nella ritirata di Cosentini; sono molteplici le scappatoie per sottrarsi all’accordo di Palermo; all’ex sindaco onorevole basterebbe riferire che Cosentini non si schioda neanche se Crocetta con la sua splendida dentatura gli strappa tutti i cartelloni. La maggioranza di centrosinistra ha però messo fine alla bugia sull’onnipotenza del deputato che proprio perché vincolato, suo malgrado, (ricordiamoci che la formazione del gruppo Territorio all’Ars è durata l’espace d’un matin) alla lista Megafono, non può più permettersi di giocare con la sua destra, che ancora lo riconosce come punto valido di riferimento nella gestione di un sistema di potere servile e connivente che ha annientato la dignità e le speranze della piccola Ragusa. Sentire, l’altro ieri, dall’amico Mario Papa, il candidato Giovanni Cosentini che incitava al trasversalismo, alla grossa coalizione, tratteggiando la città come una comunità che niente ha da invidiare alle tante e graziose città europee, non è stato irritante, solo patetico. I due, Dipasquale e ora Cosentini, sono talmente lontani ed estranei dalle idealità e dal parlare del centrosinistra che tirano fuori solo ciò che li fa sentire maggiormente puliti e a posto nel loro opportunistico trasloco, ossia quel “non c’è più destra nè sinistra”, che rincuora i qualunquisti, che spiana le differenze, che giustifica ogni sorta di ambiguità e nostalgia. Nello Dipasquale l’accordo con il Pdl l’aveva non solo chiuso, era andato oltre: aveva garantito che la maggioranza che governa la Regione lo avrebbe accettato senza battere ciglio, forte della sua costante frequentazione con le segreterie regionali che lo accredita, nonostante il suo passato, come un riferimento qui in periferia. Dipasquale era convinto che nessuno potesse mandare a gambe per aria il suo progetto; era certo di spiazzare tutti e di prendersi, per sfinimento e consunzione, molte delle altre sigle di partito. Era, fra l’altro, un’operazione che faceva il paio con la spaccatura – irrilevante nelle quantità ma ben gonfiata nella comunicazione – in atto nel Partito democratico locale architettata da Gianni Battaglia. Ed infatti sino a qualche ora fa sia il Pd che il Pdl apparivano stremati, confusi, incapaci di risolversi e forse destinati a confluire spinti da invisibili e percepibili entità verso il primo attore, o meglio verso il burattinaio di tanto caos. Di botto la macchina perfetta di Dipasquale lo ha lasciato col culo per terra: crollati gli sportelli, parafanghi a terra, e motore in fumo. Va dato atto a Giovanni Mauro del suo nobile contributo: un colpo di genio il sì a Mallia, che è risuonato nel Pdl come un gancio da ko. Minardo, Mallia, Occhipinti, sono stati costretti ad uscire allo scoperto, senza più riuscire a contenere il patto, non più segreto, di grassissima coalizione; ed è stata proprio questa verità non più celabile che ha indotto il Pd regionale a piantare i paletti di identificazione e la tabella di vietato accesso al Pdl, in conformità con la linea di Bersani. Sono ore difficilissime e nervose per Nello Dipasquale. Cosentini tratta con il Pdl affinchè questo rinunci al simbolo e si proponga sotto false spoglie, con la solita lista civica di convenienza, ma questo sotterfugio non garantisce la vicesindacatura ad Occhipinti perché squadre e programmi in caso di primarie sono da azzerare e riformulare in base a quella cornice, Pd, Megafono, Udc. Un successo irto di pericoli e colmo di amarezze, per Calabrese, l’annuncio di ritirata di Cosentini che, dalle notizie che circolano in queste ore, non sembra propenso alla sfida delle primarie. Difficile portare quell’elettorato a votare due volte; e comunque, nel caso Cosentini accettasse, la partita sarebbe aperta, fermo restando l’assurdità della condizione in cui versa il Pd costretto a misurarsi con quel che è ancora visceralmente il fiorfiore della destra berlusconiana qualsiasi nuova strada o nome essa abbia imboccato. Questo è il risultato della virata a sinistra di Nello Dipasquale, questo è lo sporco sentiero che si deve attraversare col pugnale tra i denti. Cosa farà dunque Cosentini? Si sa che è uomo docile, e obbedirà a quel che gli comanderà Dipasquale. E tutti gli altri? Sulla carta il candidato di Grillo si rafforza perché le tortuosità di questo pasticciaccio che è la maggioranza regionale eccitano gli animi dei 5 stelle che mietono consensi. La sinistra radicale è anch’essa soddisfatta, per la serie “l’avevamo detto che sono una cosa sola”. Il Pd s’è presa una bella soddisfazione per la lezione data al nuovo arrivato. In stato di angoscia: Occhipinti e Minardo. Barone come sempre felice. Battaglia corrucciato. Mauro godurioso con un velo di ansia. Antoci nelle mani di Dio. Sonia Migliore garrula. Iacono e Platania in adorazione di se stessi perchè hanno sempre ragione. Quelli che fanno pena sono Dipasquale e Cosentini: gli sembrava facile fare i comunisti!

Alunni di Scoglitti visitano la sede dei Carabinieri

Venerdì 22 marzo SONY DSCuna rappresentanza delle quinte classi elementari dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”, diretta dal Dirigente Scolastico Professoressa Giuseppina Spataro, ha visitato la sede della Compagnia Carabinieri di Vittoria di Via Garibaldi. Sono state illustrate le dinamiche di funzionamento del pronto intervento, ovvero come viene gestita una chiamata al 112 da parte di un cittadino in difficoltà, nonché dell’apparato di prevenzione e repressione. Gli studenti hanno inoltre appreso il funzionamento dei mezzi tecnici a disposizione dei Carabinieri per effettuare i rilievi foto-dattiloscopici, nonché dei loro mezzi per fronteggiare l’emergenza.

COMUNE DI RAGUSA EMERGENZA IDRICA LA RIZZA: “NIENTE PANICO, SPERIAMO DI REVOCARE L’ORDINANZA”

margherita_rizza_2Sono stati appaltati nei giorni scorsi e sono iniziati mercoledì i lavori di realizzazione dell’allaccio alla rete idrica principale dell’Asi e quelli concernenti il completamento del pozzo Bruscè. Secondo le previsione dell’Ufficio Tecnico Comunale entrambi gli interventi dovrebbero concludersi entro venti giorni. Sulla questione dell’emergenza idrica il Commissario straordinario dr.ssa Margherita Rizza ha dichiarato: “Il Comune di Ragusa, con la chiusura dei due pozzi risultati inquinati, si è trovato a fronteggiare una difficile situazione. Ci rendiamo conto che l’emergenza ha causato e sta provocando non pochi problemi a centinaia di famiglie. Ci stiamo adoperando per limitare al massimo i disagi mettendo in campo tutte le risorse che l’apparato amministrativo e tecnico dell’Ente è in condizioni di fornire. Da diverse settimane sono sotto pressione ed al lavoro i tecnici dell’ufficio idrico e quelli della Protezione Civile Comunale che hanno svolto e continuano ad svolgere un encomiabile lavoro di squadra. Nella prima fase dell’emergenza, abbiamo potuto contare anche sulle autobotti e sul personale messo a disposizione – spiega la Rizza – sia dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, sia dall’Ispettorato Ripartimentale Foreste. Ad entrambe le istituzioni non possiamo che rivolgere il nostro ringraziamento per la preziosa collaborazione fornita. Diverse sono le tipologie d’intervento che sono state programmate per cominciare a dare una soluzione a questa annosa problematica. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Regione Siciliana – spiega la Rizza – un finanziamento di un milione di euro, accordatoci dal Governo che fa capo al Presidente Crocetta, per avviare così diversi fondamentali interventi, primi tra tutti la perforazione di tre nuovi pozzi nella zona a monte della città. Il fatto poi che abbia deciso di firmare un’ordinanza sulla non potabilità dell’acqua della rete idrica comunale che decorrerebbe dal 2 aprile prossimo, a seguito dell’apertura dei due pozzi “incriminati”, non vuol dire assolutamente che allo stato attuale – spiega la Rizza – sia immessa nella rete idrica acqua non potabile. Per questo motivo quindi i cittadini stiano tranquilli. Dobbiamo inoltre tenere presente che i lavori in atto di allaccio alla rete idrica dell’Asi e quelli del completamento del nuovo pozzo di Bruscè, lasciano ben sperare sulla possibile ipotesi di revoca dell’ordinanza da me già firmata. I due interventi – spiega la Rizza – infatti consentirebbero di sopperire in buona parte al mancato prelevamento dell’acqua dai due pozzi inquinati che resterebbero pertanto chiusi. Non dobbiamo inoltre trascurare poi il fatto che il milione di euro della Regione Siciliana ci consentirà di potere mettere mano ad un piano più ampio, utile a determinare una situazione di maggiore tranquillità per la città in materia di approvvigionamento idrico. Invito pertanto tutti – conclude la Rizza- a non creare situazioni di panico ed allarme”.

Aspd No al doping

OLYMPUS DIGITAL CAMERAOltre alla garetta parrocchiale svoltasi sabato 16 marzo, gli atleti si sono distinti nella 19° Maratona di Roma con Tidona che ha fermato il crono in 3 ore 49 minuti e 4 secondi e poi via via, Sanzone 3 ore 50 min. e 7 sec., Occhipinti con 3 ore 56 min. 58 secondi, Lo Presti debuttante nella maratona capitolina con 4 ore 12 min. e 59 secondi. Altro fronte la martonina Blu Jonio dove si sono presentati ai nastri di partenza, Giaccone, tagliando il traguardo con 1 ora 26 minuti e 30 secondi, e Rosano, 1 ora e 30 min. e 45 sec, e infine Flavio Sortino con 1 ora 35 min. e 37 secon. Adesso la “No al doping” si prepara per la prova in pista nella distanza 1500mt, che si svolgerà sabato 23 marzo al Petrulli di Ragusa in preparazione del Gran Prinx provinciale.

ADICONSUM RAGUSA: “NO ALL’ACQUA NON POTABILE”

adiconsum_logoContinua la carenza idrica a Ragusa. Nonostante siano trascorsi oltre due mesi dalla chiusura dei due pozzi, ad oggi non c’è risoluzione al problema, nonostante ne siano interessati il Comune, la Prefettura, l’Asp ed altri organismi”. Adiconsum ricorda che il problema sta causando disagi anche economici, specie nelle famiglie monoreddito. Scrive Adiconsum: “Apprendiamo della decisione dell’Amministrazione di immettere nella rete l’acqua di uno dei due pozzi inquinati e dichiararla non potabile; riteniamo questa soluzione un rimedio peggiore del male in quanto anche quando non si dovessero correre seri rischi per la salute umana, si verrebbero a creare delle giustificate paure da parte dei cittadini, anche perché non si avrebbe la certezza che l’acqua riceva il giusto pretrattamento e pensiamo alle scuole, ai ristoranti, agli alberghi e tutte le strutture ricettive oltre che alle famiglie stesse. Come Adiconsum – scrive l’associazione dei consumatori – siamo contrari a questa soluzione che, riteniamo, serva solo a spostare il problema; non chiediamo una soluzione tampone ma chiediamo di conoscere la fase progettuale che l’Amministrazione sta mettendo in atto per la soluzione definitiva del problema e della prevenzione per far sì che in futuro situazioni del genere possano essere fronteggiate in modo sicuro e idoneo. Intanto nell’immediato chiediamo che l’Amministrazione – scrive Adiconsum – si adoperi affinché tutti i cittadini abbiano l’approvvigionamento idrico necessario senza dover affrontare ulteriori spese che incidono fortemente sul bilancio familiare. Auspichiamo che la decisione di immettere acqua non potabile nelle conduttore sia ponderata attentamente, e che la soluzione non metta in pericolo la salute pubblica ne che possa creare una psicosi che di certo è da evitare. Sempre, nelle more di una soluzione definitiva, si potrebbe pensare a requisire dei pozzi privati o utilizzare l’Acqua della Diga di Santa Rosalia. Resta comunque – scrive Adiconsum – il problema dei rimborsi ai cittadini per l’acqua acquistata; rimborsi che devono essere posti a carico dell’Amministrazione o in conguaglio con le prossime fatturazioni”.

FISCHI E TROMBE PER GIOVANNI COSENTINI

ragusa ibla bnNon è stato raccontato dai giornali e neanche i siti di informazione locale hanno riportato la dura cronaca di domenica sera accaduta a Giovanni Cosentini al PalaMinardi: un’onda di fischi e di vattene a casa ha travolto il candidato che nel momento dell’ascesa delle ragazze della Passalacqua si è gettato anch’egli in campo convinto che quel clima festoso e trionfale dovesse coinvolgerlo per empatia e che quell’entusiasmo per la vittoria fosse benedicente e trasferibile alla sua persona. Tutto lo stadio di botto è esploso quando si è accorto che l’imponente ex vicesindaco spuntava sul parquet. E’ stato un boato collettivo, uno scherno da commedia plautina, una fischiata liquidatoria al personaggio che incarnava – e assai bene – la politica che non cala più. Si è acconciato la giacca sulle spalle ed è andato via, Giovanni Cosentini. E’ grillismo strisciante? Anche, e se è così si tratta di un moto liberatorio che ci allinea al sentimento di stanchezza che contagia il Paese e che netta Ragusa da quel velo di malefica e persiana liscezza che ha aiutato i potenti a mantenersi tre metri sopra il cielo. E’ questa l’atmosfera spietata dell’elezione amministrativa che ci accingiamo a vivere e quel 40 per cento preso dal Movimento 5 Stelle non solo non è esaurito ma spinge gli animi ad un atteggiamento irriverente e comunque pieno di possibile freschezza. L’incertezza di queste ore nelle alleanze e nelle candidature è la conseguenza di questa imprescindibile e travolgente realtà, e la paralisi che attraversa la sinistra ragusana è una mesta presa d’atto dell’inadeguatezza di ogni proposta, persino della più seria, di fronte alla rabbia dei cittadini. Solo Cosentini e il suo boss Nello Dipasquale sanno che devono rifiutare l’evidenza dei tempi perché il loro sistema di potere si basa sulla verticalità assoluta di una classe dirigente chiusa e inespugnabile, una congrega dove regna lo scambio di favori e di fedeltà e dove “la cortesia a titolo personale” è il culto dominante nella rete di connivenze e favori reciproci; devono recuperare i clienti, i servitori, le lobby, e ricordargli che il motto del Gattopardo sull’immutabilità della Sicilia è sempre valido e conveniente nella piccola Ragusa di ieri, di oggi e di domani. Poco importa se Dipasquale da abile trasformista si sia buttato con successo con Crocetta perché qui, nel suo territorio, mantiene la primitiva natura. Cosentini era il sapiente plenipotenziario di Totò Cuffaro, e Dipasquale per sei anni ha imposto al nostro sguardo, nella sala giunta del Comune, la foto che lo ritraeva a fianco di Angelino Alfano: quelli erano i loro riferimenti politici, etici, culturali coltivati e usati per decenni, e gli ultimi sei mesi non sono né conversione né convinzione ma solo opportunismo e sopravvivenza. I ragusani hanno coscienza che il duo Dipasquale-Cosentini è roba vecchia – da qui i gran fischi dell’altra sera – epperò il salto dell’ex sindaco, ora onorevole, nelle braccia di Crocetta spiazza i tradizionali avversari. Megafono, che è solo un’accozzaglia di transfughi, teoricamente sta a sinistra, già cede. Nei fatti non può disconoscere che Dipasquale, all’Ars, dopo il flop di Territorio, è passato con tromba e rivoluzione, così come non si può trascurare l’apporto ragusano dato dallo stesso Dipasquale all’elezione di Lumia che costituisce titolo di incasso e riconoscenza anche sotto l’era di Crocetta, perché la politica in Sicilia funziona ancora così. Per Dipasquale rimane vitale mantenere il protettorato su Ragusa e va promettendo, approfittando dello stato attonito della sinistra, assessorati, consulenze, vicesindacature. Traffica con Sonia Migliore che si è ritrovata coordinatrice dell’Udc lo stesso giorno in cui Casini decretava la fine del partito – figuratevi perciò quanto conti questo ruolo -, e, traffica, Dipasquale, soprattutto con le frange insoddisfatte del Pdl, in testa Giovanni Occhipinti. L’annuncio quindi di Megafono, poi smentito, dello appoggio a Cosentini è il risultato sì della tessitura di Nello Dipasquale ma è soprattutto la riprova che i vari Bertolone – un tipo che stava con Rotondi, poi con i Forconi, e che ritiene Cosentini il buon passato da riconfermare – sono gli attori di questa rappresentazione. Il Pd con il segretario Calabrese è la grande vittima di questo caos; viene guardato con sospetto e alterigia da coloro che soffrono di purezza parossistica – Iacono si è già sfilato -, e non può raccontare dei guai combinati a Ragusa dal divo Crocetta perché sarebbe stridente e incomprensibile lamentare il disorientamento da 8 settembre creatosi in città con l’acquisto di Dipasquale voluto dal governatore la cui figura viene percepita dalle masse, tutte le sere, in tutte le Tv, come quella di un oracolo che risponde sul miracolo siciliano. La situazione di Calabrese che per sei anni, da solo, ha tenuto testa al peggior berlusconismo ed affarismo è resa ancor più difficile da Gianni Battaglia che non si capisce se voglia solo sfasciare il partito per sfogarsi dell’onta subita, ossia la sconfitta alle primarie, o se ha in mente qualcosa di meno personale che lo possa spingere oltre la “vendetta”. In questo panorama, con una città depressa, violentata dal governo Dipasquale (basterebbero le negligenze per l’acqua inquinata a decretare l’impresentabilità di Cosentini), intrappolata da relazioni malate fra partiti e società, il M5S avrà partita facile. Cosentini non reggerà l’impatto, e i fischi del Pala Minardi saranno niente in confronto a quel che potranno combinare quattro ragazzi usciti dal nulla.

VISITA SCUOLA BUFALINO AI CARABINIERI DI VITTORIA

SONY DSCUna rappresentanza delle classi quinte elementari dell’Istituto Comprensivo “Gesualdo Bufalino” di Pedalino, diretta dal dirigente scolastico, prof.ssa Giovanna Campo, hanno visitato la sede della Compagnia Carabinieri di Vittoria di Via Garibaldi. Gli studenti hanno preso cognizione da vicino dei luoghi in cui si svolge la quotidiana attività dei Carabinieri. Sono state illustrate loro le dinamiche di funzionamento del pronto intervento, ovvero come viene gestita una chiamata al 112 da parte di un cittadino in difficoltà, nonché dell’apparato di prevenzione e repressione. Inoltre, gli studenti hanno appreso il funzionamento dei mezzi tecnici a disposizione dei Carabinieri per effettuare i rilievi foto-dattiloscopici, nonché dei loro mezzi per fronteggiare l’emergenza.

RAGUSA, MIRABELLA DICE LA SUA SULLA SITUAZIONE IDRICA

giorgio_mirabella_ottobre_2012“Tenuto conto delle decisioni assunte stamani in Prefettura a Ragusa, ossia di non procedere all’apertura dei pozzi, in quanto sempre inquinati, l’emergenza diventa ancora più onerosa da sostenere”. E’ quanto dichiarato da Giorgio Mirabella, capogruppo Pid Cantiere Popolare al Consiglio comunale di Ragusa. “A questo punto si deve essere consapevoli che il Comune di Ragusa – ha dichiarato ancora Mirabella – non è più nelle condizioni di poter sostenere questa situazione di emergenza che perdura da oltre due mesi. Mancano le possibilità economiche per supportare la distribuzione dell’acqua tramite autobotti, mancano gli stessi mezzi che sono in riparazione, perdura la situazione di inquinamento dei pozzi e i cittadini sono allo stremo. Chiedo dunque al Commissario straordinario Margherita Rizza di investire del problema in modo più incisivo la Protezione Civile – ha dichiarato ancora Mirabella -, affinché chieda un intervento immediato alla Protezione Civile regionale. Gli uffici regionali della Protezione Civile potrebbero venire incontro alle esigenze del territorio ragusano, magari trasferendo in sede, pro tempore, i mezzi necessari. Oggi si gestisce a Ragusa l’approvvigionamento idrico basandosi su poco più di cinque autobotti, a fronte delle nove iniziali, e i cittadini – ha dichiarato Mirabella – continuano a lamentare problemi e difficoltà. Ciò dimostra come tutti gli sforzi messi in campo hanno soltanto tamponato l’emergenza, ecco perché sarebbe auspicabile un intervento più massiccio che consenta un approvvigionamento idrico strutturato e non a macchia di leopardo e saltuario”.

Formazione professionale, gli enti salesiani protestano contro i “tagli”

La decisione, annunciata dal Presidente della Regione, di “silurare” la Formazione professionale, ed in particolare chi si occupa di corsi per l’assolvimento dell’obbligo formativo, gli “Oif”, suscita una levata di scudi anche in provincia. A Ragusa e Modica ci sono due scuole, la prima retta dai Salesiani la seconda dalle Figlie di Maria Ausiliatrice (ramo femminile della Famiglia salesiana). In totale hanno oltre 320 ragazzi, tutti giovani – spiegano i responsabili dei due enti, Cnos Fap a Ragusa e Ciofs a Modica – che rischiano, se non proseguiranno i corsi, di aumentare la dispersione scolastica in Sicilia. Un’eventualità che preoccupa, considerato che anche gli ultimi dati hanno indicato nell’Isola il tasso più alto di ragazzi che abbandonano la scuola troppo presto. A Ragusa su undici corsi professionali dieci sono “Oif”, proprio perchè i Salesiani hanno deciso di puntare, come prevede il carisma del loro santo fondatore, sui ragazzi. Soprattutto quelli in difficoltà, quelli che nelle aule delle scuole non ci vogliono più andare dopo la terza media. E poi ci sono anche quelli che – assicurano i formatori – in altre scuole ci sono andati, ma dopo uno o due anni hanno deciso di lasciar perdere. La Formazione professionale, quindi, rappresenta una valida occasione di crescita per questi giovani. “Tanti di loro, non appena concluso il ciclo di studi – spiegano i formatori dell’Istituto di Ragusa – trovano un lavoro, perchè hanno acquisito esperienze professionali elevate. Basti ricordare che almeno il 50% delle ore che si fanno nei corsi Oif sono di laboratorio. La decisione di chiudere questi corsi non andrebbe di certo nella direzione di aiutare i ragazzi. Anzi. Molti di loro, come avveniva anche prima, si iscriveranno ad un Istituto scolastico solo per rispettare l’obbligo dei 16 anni e poi lasceranno perdere, rimanendo senza un diploma e senza alcuna qualifica”. A Modica le classi sono in tutto sette, a Ragusa, come detto, dieci. Nella città della Contea ci sono circa 140 iscritti, a Ragusa 180. Nel capoluogo c’è una significativa presenza di ragazzi di origine straniera, molti vengono da altre città della provincia, a dimostrazione di come ci sia una precisa volontà, da parte dei giovani e delle famiglie, di puntare su questi corsi. Nelle due scuole operano 42 formatori, ai quali se ne aggiungono altri a contratto. C’è impressione che la “mossa” di Crocetta sia più indirizzata a salvaguardare i posti dei precari della scuola che a dare un diploma, peraltro a tutti i costi, agli studenti. Il ragionamento che starebbe alla base della scelta di Crocetta e che qualcuno sussurra è il seguente: la chiusura della Formazione obbligherebbe comunque i ragazzi a iscriversi alle scuole superiori, almeno fino a sedici anni. Salterebbero circa mille posti che operano nei corsi “Oif”, ma si ripescherebbero alcuni precari delle scuole statali per far fronte all’aumento di iscritti.

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Cna di Vittoria: “Basta con la sindrome di Fort Apache”

Il presidente Cna Vittoria Giuseppe SantoconoLa sindrome di Fort Apache. E’ questa la metafora che forse descrive al meglio l’atteggiamento degli istituti bancari della città di Vittoria. E’ quanto denunciano il presidente della Cna territoriale, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Al di qua della palizzata – dicono in un documento – i buoni, gli investimenti finanziari. Fuori i cattivi, i nemici, le imprese che cercano credito per fare investimenti, per pagare le tasse o per pagare i dipendenti. Le banche si sono chiuse a riccio, non concedono credito e a chi è in difficoltà viene chiesto senza tanti scrupoli di rientrare immediatamente. Questo atteggiamento – dice la Cna di Vittorua – sta costringendo molte imprese locali alla chiusura o peggio al fallimento. L’accesso al credito in questa città è diventato un sogno. Viene negato anche davanti alla garanzia di un consorzio fidi. In quei pochi casi, quando viene erogato il rating, quel giudizio insindacabile sulla capacità di far fronte agli impegni, impone quasi sempre tassi d’interesse sostanziosi. Un atteggiamento – dice la Cna di Vittoria – che riesce a fiaccare anche quelle imprese determinate a resistere. L’economia di Vittoria rallenta giornalmente. In dieci anni le imprese attive del settore artigianato sono passate da oltre 1.000 a meno di 700 (685 al 2 febbraio 2013). La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, in provincia di Ragusa (e quindi anche a Vittoria) è schizzata passando dal 23,3% del 2010 al 41,45% del 2011, quella complessiva (forza lavoro di età compresa fra 15-64 anni) è di poco oltre il 40%. La criminalità, in tutte le sue forme, si è riaffacciata gestendo nei fatti la crisi con i suoi metodi. Davanti a questo scenario – dice la Cna di Vittoria – gli istituti bancari, oltre a gestire i risparmi raccolti nel territorio, sono le uniche imprese che hanno ricevuto prestiti a tassi bassissimi dalla Bce e aiuti di Stato, ma queste somme, in buona parte, sono utilizzate nei giochi finanziari. Ferisce e indigna vedere come questi soldi non siano impiegati per rimettere in moto l’economia locale. L’autoritarismo gestionale di capitali non propri, ma di cui però si dispone a proprio grado e piacimento, è diventato inconcepibile e fastidioso. E’ venuto il momento di dirlo forte e chiaro: gli istituti finanziari devono rimettere nel circuito economico sano le somme che hanno ricevuto altrimenti su di essi – conclude la Cna di Vittoria – ricadranno le responsabilità della desertificazione economica”.

RAGUSA SENZ’ACQUA E SENZA AUTOBOTTI

A 43 giorni dell’inizio dell’emergenza idrica, la situazione va tutt’altro che a migliorare. Cittadini ormai esasperati e costretti a far fronte di tasca propria per acquistare l’acqua con le autobotti. Se nei primi giorni dopo la chiusura dei pozzi B e B1, si era approntato un sistema di distribuzione idrica con autobotti che vedeva in campo nove automezzi, ad oggi le risorse a disposizione sono calate in modo esponenziale. Da nove a tre autobotti a disposizione, tant’è che la Protezione Civile, nella giornata di ieri, ha utilizzato i mezzi a disposizione solo per strutture particolari come le case di cura. I nove mezzi a disposizione erano stati “racimolati” in questo modo: due dei Vigili del Fuoco, due della Forestale, due di privati (con la somma urgenza precettati e pagati dal Comune), e tre del Comune. Quelle di proprietà dell’Ente, però, si sono deteriorate a tal punto da doverle fermare per interventi di manutenzione. Da qualche giorno anche una delle due messe a disposizione della Forestale si è fermata, perchè pare che il Corpo Forestale non abbia le risorse necessarie per garantire i turni del personale che deve guidare il mezzo. Le due dei privati non vengono più impiegate perchè, a quanto pare, sono terminati i soldi stanziati nella fase iniziale. Risultato? Ci sono soltanto tre autobotti in circolazione: due dei vigili del fuoco e una della Forestale. La situazione, già drammatica con l’utilizzo di nove mezzi, non può che peggiorare. Le tre autobotti del Comune saranno aggiustate, c’è stato anche uno stanziamento di 7.619,49 euro, ma non si sa quando saranno nuovamente fruibili. E in ogni caso, aggiunte alle tre a disposizione ad oggi, il numero risulterà sempre enormemente inferiore alle richieste di prezioso liquido. L’acqua che arriva dall’Asi è quasi ininfluente, e la possibilità che la soluzione arrivi – ossia che i pozzi vengano riaperti – è sempre più lontana. Si parla di un nuovo incontro tra Comune e Asp, alla fine della prossima settimana. Le telefonate con richiesta d’aiuto continuano ad arrivare alla Protezione civile, che tuttavia non può dare risposta alcuna non avendo i mezzi e, come detto, dovendosi limitare a inviare quelli a disposizione nelle strutture che ospitano categoria protette. “Se nell’arco di una decina di giorni la situazione non sarà rientrata alla normalità e se non ci diranno, soprattuto, qual è la reale situazione, consegneremo i nostri certificati elettorali al Comune”. Monta la protesta tra le migliaia di cittadini senz’acqua da un mese e mezzo. Giovanni Tumino abita in via Cesare Terranova, una delle zone più colpite dall’emergenza idrica. “Fino alla settimana scorsa – spiega – qualche autobotte del Comune arrivava. Poca cosa, 6-7 mila litri d’acqua per 14 famiglie. Da una settimana non arriva nemmeno quella. Siamo quindi costretti ad acquistare l’acqua due volte a settimana, per un costo di 160 euro. Ne abbiamo già comprate sette. Chi ci rimborsa queste spese? Non solo dobbiamo subire questo gravissimo disagio, e per giunta nessuno ci dice quanto ancora dobbiamo aspettare, come si risolverà questa situazione. Noi aspetteremo fino al 10 – 12 marzo, poi faremo questa azione di protesta”. Martedì, alle 17,30, alla sala Avis, ci sarà un incontro sul tema, dal titolo “Acqua di casa mia. Quello che dobbiamo sapere (e che possiamo fare)”. L’iniziativa è promossa dal Movimento “Città”. Interverranno esperti in idrogeologia e chimica, oltre ai rappresentanti del Movimento.

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Ragusa, acqua con Partecipiamo

partecipiamoSono circa 15.000 le persone che da due mesi vivono nel disagio a causa dell’emergenza idrica ed è da oltre un mese che Comune, Protezione Civile, Forestale, Vigili del Fuoco e imprese private effettuano il servizio di rifornimento idrico a mezzo autobotte che, peraltro, a causa dell’enorme domanda è assolutamente insufficiente. Partendo da questi presupposti e dopo una fase di studio volta a cercare di capire il problema, l’associazione Partecipiamo ha deciso di passare alla proposta chiedendo un incontro col Commissario straordinario per illustrare un intervento che consentirebbe almeno di fronteggiare la situazione d’emergenza. Il presidente dell’associazione Marcella Scrofani e la portavoce Concetta Camillieri hanno spiegato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso i locali dell’associazione a Ragusa in via U. Giordano, i contenuti della proposta consistente nel richiedere il montaggio alla sorgente di unità mobili di potabilizzazione che consentono la potabilizzazione delle acque inquinate in 48 ore. “Riteniamo che l’Amministrazione Comunale, consapevole del perdurare dello stato di crisi, avrebbe dovuto trovare soluzioni all’emergenza tali da riportare la situazione alla normalità in tempi brevi – ha dichiarato il presidente Marcella Scrofani -. Chiediamo al Commissario di adottare ciò che viene utilizzato nel mondo in casi anche più gravi di quello di Ragusa e cioè l’utilizzo di unità mobili di potabilizzazione. Sistemi, questi, particolarmente adatti alle situazioni di emergenza idrica in caso di calamità naturali o indotte. Le unità mobili di potabilizzazione hanno una elevatissima o totale capacità di depurazione di materiali in sospensione, polvere, cloro, solventi, colore, batteri come i protozoi riscontrati nell’inquinamento a Ragusa, financo contaminazioni radioattive. Il trattamento di purificazione – spiega l’associazione Partecipiamo – è completo e grazie all’ultrafiltrazione su container entra a regime in 48 ore. Perché il Comune di Ragusa non ha utilizzato il sistema di Unità Mobili di Potabilizzazione che avrebbe eliminato il disagio di questi 2 mesi ad oltre 4.000 famiglie e 15.000 persone?”. La portavoce della associazione Concetta Camillieri è passata all’esame dei costi raffrontandoli a quelli già sostenuti dal comune di Ragusa per l’emergenza idrica. “Una unità di potabilizzazione mobile ha un costo di noleggio annuo che si aggira tra i 120 e i 140 mila euro e può trattare una sorgente/pozzo – ha spiegato Concetta Camillieri. Per capire la convenienza di questo intervento, basti pensare che il Comune con due determinazioni a distanza di 15 giorni ha affidato il trasporto idrico con autobotti a due soggetti privati per fare fronte all’emergenza idrica per un costo totale di 40.000 euro. A questo aggiungasi altre determinazioni, una per complessivi 28.000 euro per acquisto di prodotti chimici e una altra di 5.000 euro. In soli 15 giorni il Comune ha speso 73.000 euro e perdurando l’emergenza, volendo ragionare per difetto, andrebbe a spendere – sostiene l’associazione Partecipiamo – per il trasporto in autobotte dell’acqua la cifra di 50.000 euro al mese. Senza dire che l’ente comunale non riesce ad approvvigionare 4000 famiglie. Tutto questo solo per non avere ritenuto di spendere mediamente 10.000 euro al mese per il noleggio mensile di una unità mobile di potabilizzazione”. Il presidente dell’associazione Partecipiamo va oltre con l’esame dei costi. “Se invece di una unità mobile che effettuerebbe il trattamento per una sorgente si noleggiassero due unità mobili per due sorgenti, il Comune spenderebbe 20.000 euro a fronte di 250 mila euro mensili attuali tra spese proprie e spese dirette dei Cittadini. Il costo per due sorgenti potabilizzate con unità mobili ha un rapporto di costi mensili che, confrontato a quello che il comune andrebbe a sostenere affrontando il problema come ha fatto finora, è di 1 su 12,5. Rapportato all’anno il Comune spenderebbe 240.000 euro per due pozzi potabilizzati e ne risparmierebbe 600 mila direttamente”.

VITTORIA, SCOLARESCA IN VISITA ALLA COMPAGNIA CARABINIERI

Proseguono gli incontri dei carabinieri con gli studenti. Giovedì mattina è toccato alle terze medie dell’Istituto Comprensivo “F. Traina”, sede ex G. Marconi Agli studenti sono stai illustrati le dinamiche di funzionamento del pronto intervento (come viene gestita una chiamata al 112 da parte di un cittadino in difficoltà) e l’apparato di prevenzione e repressione. Inoltre, hanno appreso il funzionamento dei mezzi tecnici a disposizione dei Carabinieri per effettuare i rilievi foto-dattiloscopici, nonché dei loro mezzi per fronteggiare l’emergenza.

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RAGUSA, PROTESTA DEI DIPENDENTI COMUNALI

comune di ragusa 2Non c’era la tenda dei sussidiati, ma la presenza è stata così massiccia da bloccare l’attività di Palazzo dell’Aquila. Adesione quasi totale, si parla di oltre l’80%, dei dipendenti comunali all’azione di protesta proclamata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl per chiedere il pagamento del salario accessorio. “Dai conti che abbiamo fatto – spiega Aldo Mattisi, segretario dell funzione pubblica Cgil – si parla di una cifra che si aggira intorno ai tre milioni di euro. In pratica non vengono corrisposte queste somme ai dipendenti addirittura dagli ultimi mesi del 2010”. Venerdì i dipendenti sono scesi in piazza ed hanno manifestato davanti al Comune con un affollato sit-in. “Siamo fortemente preoccupati – spiega una dipendente -. Ognuno di noi deve ricevere somme importati. Ma quello che ci preoccupa di più è capire il futuro, vogliamo sapere se ci finirà come in altre città che attendono gli stipendi da mesi. Per le somme arretrate, che ovviamente variano dal tipo di mansione, si può anche aspettare, anche se in momenti di crisi, quei soldi, farebbero comodo in famiglia, ma è il futuro che ci preoccupa”. Su questo fronte, il commissario Rizza ha spiegato, alcuni mesi fa, che non ci saranno problemi. Ma questa rassicurazione non è sufficiente a fugare i legittimi timori. “Per il mese di febbraio – spiega Mattisi – problemi non ce ne saranno, a quanto abbiamo appreso. Ma per il futuro vogliamo che ci sia maggiore chiarezza. Ovviamente il bilancio noi non lo conosciamo, ma ci stiamo rendendo conto che c’è una situazione non facile. Non vogliamo in alcun modo fare allarmismi né pretendiamo che le somme vengano date tutte in una volta e subito. Stiamo però cercando, insieme agli altri sindacati, di trovare una strada comune con l’amministrazione. Perchè c’è il rischio che i dipendenti procedano con i decreti ingiuntivi, e in quel caso si aggraverebbero i costi per il Comune”. Insieme alla delegazione trattante, presieduta dal segretario generale dell’Ente, è emersa una disponibilità a pagare, per il futuro, il salario accessorio il mese successivo a quando è stato maturato. Per il pregresso le strade sono da studiare. Si parla di pagare metà premio di produttività del 2011, pari a circa 25.000 euro, entro febbraio. L’altra parte non si sa quando, ma con fondi che entreranno dai trasferimenti di Regione e Stato e con le tasse dei cittadini. La prossima settimana si terrà un nuovo incontro, ma la situazione appare assai difficile e i dipendenti non sembrano disposti a mollare.

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