Scivola per terra a causa di uno scalino sconnesso, e chiede al Comune di Ragusa un maxi risarcimento. Si rivolge al Tribunale di Ragusa che condanna Palazzo dell’Aquila a pagare 36.335 euro in favore della malcapitata e 9.462,81 euro per le spese processuali. I fatti. La signora aveva avviato la causa nel 2008 dinanzi al Tribunale di Ragusa per l’incidente avvenuto due anni prima. La signora, camminando a piedi in via Risorgimento, sul lato destro in direzione Ospedale Arezzo, a causa, a suo dire, della superficie dissestata del marciapiede, angolo via Giovanni Grasso, della irregolarità del bordo dello scalino e della particolare sdrucciolevolezza dello stesso, era scivolata, cadendo a terra. Soccorsa e trasportata in ospedale, aveva riportato una frattura trimalleolare alla caviglia destra. Il 19 marzo 2009, il Comune aveva dato incarico all’avvocato Aldo Burgio, con studio a Siracusa, della gestione della vertenza, sulla base di una polizza assicurativa stipulata con la Faro Assicurazione per i danni derivanti da questo tipo di incidenti. Nel mese di marzo la sentenza del giudice Vincenzo Saito del Tribunale di Ragusa che ha condannato il Comune al risarcimento dei danni. La giunta municipale ha però deciso di ricorrere in Appello autorizzando il sindaco a resistere dinanzi i giudici di Catania.
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Detenzione illegale di armi, denunciato vittoriese
Servizio di controllo ad ampio raggio da parte dei carabinieri della Compagnia di Vittoria. I militari hanno effettuato numerose perquisizioni domiciliari e posti di controllo all’interno e nelle vie d’accesso alla frazione di Scoglitti anche grazie all’ausilio delle unità cinofile di Catania. A Scoglitti un vittoriese di 58 anni, D.A. le sue iniziali, disoccupato, è stato denunciato perchè deteneva illegalmente, nella sua casa di contrada Lucarella, un fucile marca “Benelli”, e una pistola semiautomatica calibro 7,65 marca “Tanfoglio”. Aveva anche 35 cartucce calibro 7,65 e 30 cartucce calibro 12. Denunciato anche un vittoriese di 70 anni, proprietario delle armi, per omessa custodia delle armi trovate presso l’abitazione del 58enne.
Ragusa, controlli al mercato del mercoledì, denunciato marocchino
Servizio di controllo di Carabinieri e Polizia municipale al mercato del mercoledì. Un marocchino di 31 anni, residente ad Acate, è stato denunciato perchè vendeva merci (borse, scarpe, camicie, pantaloni, occhiali da sole), senza avere alcuna autorizzazione amministrativa. Inoltre gran parte delle merci recavano marchi (Adidas, Hogan, Moncler, Ralph, Lacoste) palesemente contraffatti, in violazione della legge penale. La merce, per un valore complessivo di circa 2.000 euro, è stata sottoposta a sequestro. Nel corso della stessa operazione sono stati sequestrati allo stesso venditore 84 Cd musicali e Dvd sprovvisti del marchio Siae e venduti illegalmente.
Era ai domiciliari, ma non rispettava le regole: arrestata giovane pozzallese
Per una ventenne di origini pozzallese si sono aperte nuovamente le porte del carcere. I Carabinieri hanno arrestato A.F., 20 anni, in esecuzione di una ordinanza di revoca degli arresti domiciliari con contestuale ordine di custodia cautelare in carcere emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Modica. L’ordinanza è stata emessa a seguito delle segnalazioni inoltrate all’autorità giudiziaria dai Carabinieri della Stazione di Pozzallo relative alla violazione delle prescrizioni connesse agli arresti domiciliari cui era stata sottoposta il 22 dicembre 2011. La giovane era stata arrestata perchè trovata in possesso di dieci grammi di cocaina. La donna, nonostante fosse ai domiciliari, era stata sorpresa a parlare con altre persone, estranee al nucleo familiare. In un’occasione si era pure allontanata da casa.
Vittoria, rapina in banca: i carabinieri fermano il malvivente
I carabinieri hanno sventato una rapina nella giornata di martedì ai danni della Credem di Vittoria, in via Cancellieri. Erano le 11 del mattino quando i militari dell’Arma, passando davanti all’istituto di credito, hanno notato movimenti sospetti. I dipendenti erano in piedi dietro al bancone, mentre alcuni clienti hanno cercato di attirare la loro attenzione. Da fuori i militari hanno visto una persona, con un berretto nero e occhiali da sole, che teneva in ostaggio una donna. Aveva il braccio attorno al collo della malcapitata. Qualche dipendente urlava “Non ci sono soldi contanti! Non abbiamo soldi!”. I carabinieri hanno deciso di intervenire, sono entrati e, alla loro vista, il rapinatore ha rilasciato l’ostaggio, gettando a terra anche il taglierino che aveva prima in mano. L’autore della tentata rapina, , già accusato di una rapina nel 2011 ai danni di un “compro oro”, è stato arrestato per tentata rapina pluriaggravata dal travisamento e dall’uso di armi.
SIMULANO RAPIMENTO E VIOLENZA SESSUALE Arrestata una rumena, denunciata l’amica
Giornata d’intenso lavoro per i Carabinieri della Stazione di Santa Croce Camerina. Tutto è iniziato alle tre del mattino di martedì, quando una ragazza rumena di 32 anni ha denunciato che qualche ora prima, mentre passeggiava in contrada Torre di Mezzo insieme ad una sua amica connazionale, Isaura Paula Rimba, di 18 anni, veniva avvicinata da un cittadino extracomunitario di origine maghrebina che, dopo averla picchiata, costringeva l’amica, minacciandola e strattonandola, a salire a bordo del proprio scooter, per poi allontanarsi in direzione della frazione Punta Secca. Immediatamente i Carabinieri hanno allertato la Centrale Operativa per diramare a tutte le pattuglie dislocate sul territorio la foto e la descrizione della ragazza e del maghrebino che secondo il racconto della donna, l’aveva sequestrata. Venivano convogliate inoltre su Santa Croce Camerina tutte le forze disponibili per le ricerche. Sono stati perquisiti casolari, serre e abitazioni rurali nei dintorni della zona del sequestro e finalmente, intorno alle 9, la ragazza è stata trovata, in ottime condizioni di salute, in un casolare in contrada Serramenzana, in uso ad un tunisino di 33 anni. La ragazza, portata in caserma, ha raccontato agli inquirenti cosa le era accaduto: il tunisino, dopo averla sequestrata, l’aveva portata presso la sua abitazione, dove l’aveva violentata. Dal racconto della ragazza emergevano tuttavia delle discrepanze rispetto a quanto denunciato dall’amica che aveva assistito al “rapimento”. Per questo motivo i carabinieri hanno attuato una serie di accertamenti, che hanno consentito di appurare la verità. Quanto denunciato dalle donne era totalmente falso, non c’era quindi stata alcuna violenza sessuale. In realtà, la donna non era stata costretta dal tunisino a seguirla con la forza, ma si era allontanata volontariamente con lui a bordo dello scooter. La diciottenne è stata arrestata per calunnia, mentre l’amica è stata denunciata per aver segnalato un falso rapimento. Incredulo per quanto accaduto il tunisino, che vive e lavora a Santa Croce.
Sventato furto a Santa Croce
I Carabinieri lo hanno bloccato dopo che si era impossessato di una borsa con alcuni gioielli da un’abitazione di via Porsenna. Grazie all’aiuto di un poliziotto, libero dal servizio, i carabinieri sono riusciti ad arrestare Vincenzo Di Benedetto, vittoriese di 24 anni. Il giovane è stato trovato in possesso di arnesi atti allo scasso, che sono stati sequestrati.
Detenzione di arma clandestina, arrestato vittoriese
In un podere di contrada Cappellaris, deteneva un fucile da caccia semiautomatico, con matricola abrasa, perfettamente funzionante, con una cartuccia incamerata ed altre tre nel serbatoio. E’ finito in manette un 30enne di Vittoria, incensurato, Andrea Guarnuccio. Il 30enne dovrà rispondere di detenzione di arma clandestina.
COLTIVAZIONE INDUSTRIALE DI MARIJUANA AD ACATE SEQUESTRATE 22 SERRE E ARRESTATE TRE PERSONE
Da fuori sembravano semplici serre, capannine in plastica con le primizie orticole. E invece dentro c’era marijuana, 10 mila piante, alte sino a tre metri, per un peso complessivo superiore alle 8 tonnellate, che occupavano un terzo dell’azienda agricola di contrada Dirillo ad Acate, che all’alba di martedì è stata visitata dai finanzieri e posta sotto sequestro. Tre persone sono state arrestate, un niscemese, un vittoriese e una donna rumena. Su 10 mila metri quadrati di serre normali, coltivate a pomodori e zucchine, 3500 metri erano invece destinati a coltivare droga. In queste serre speciali, ricoperte con plastica nera, e distaccate dalle serre delle primizie, con aree di “rispetto”, cioè posizionate a distanza strategica da quelle regolari (per nascondere ulteriormente le piantagioni di marijuana, fuori da ognuna delle 22 capannine c’erano anche dei filari di fagiolini), era stata impiantata tutta la filiera della droga. Dall’inseminazione al confezionamento, sino all’inserimento delle confezioni di marijuana in grandi barili. Una vera e propria coltivazione industriale di sostanza stupefacente, che affiancava la regolare coltivazione serricola. In manette sono finiti Orazio Impellizzeri, 49 anni di Niscemi, il 62enne vittoriese Gioacchino Guarnuccio e la cittadina rumena di 32 anni, Baba Maricica (nella foto). Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, dr. Carmelo Petralia e condotte dal dr. Marco Rota. L’operazione è stata guidata dal colonnello Francesco Fallica. “Ci siamo insospettiti per gli affitti esosi che venivano pagati da terzi ai titolari dell’azienda – spiega il comandante della Guardia di Finanza di Ragusa, Francesco Fallica e anche per i vari movimenti in orari sospetti, intorno a questa azienda, che fra l’altro non deteneva, a dispetto della grande superficie serricola, una notevole produzione di ortaggi”
Modica, incidente stradale
Tre persone sono rimaste ferite a seguito di un incidente stradale avvenuto in via Modica-Giarratana. Coinvolti nel sinistro tre mezzi: un autocarro Toyota, condotto da N.G., 40 anni, di Buccheri; una Fiat Panda, alla cui guida era la modicana A.P., di 69 anni; una Ford Fusion che era guidata dalla ragusana S.L., 24 anni. Sul posto è intervenuto il 118 che ha trasportato le due conducenti le utilitarie e una passeggera che viaggiava a bordo della Fusion, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica. La più grave è risultata la conducente della Fiat Panda che è stata ricoverata con una prognosi di trenta giorni. La conducente la Ford e la passeggera sono state dimesse con prognosi di 7 giorni ciascuna. Sul posto dell’incidente anche il nucleo di Pronto Intervento della Polizia Locale di Modica cui spetta la ricostruzione della dinamica del sinistro.
Violenta l’ex moglie, la Polizia lo arresta
Nonostante si fossero separati da qualche giorno, lui ha deciso di tornare da lei e chiederle di fare sesso. Lei ha rifiutato, ed è stata violentata finendo in ospedale. E’ accaduto lunedì pomeriggio, a Vittoria. In manette è finito l’ex marito, 26 anni, con l’accusa di violenza sessuale. Tragico il racconto della vittima, una donna rumena, che ha denunciato al magistrato gli abusi subiti da parte del suo ex marito. Ma il fatto ancor più agghiacciante è che l’uomo ha violentato la poveretta per ore, coi quattro figli, tutti piccoli, in casa. Hanno ascoltato quasi certamente tutto, in un pomeriggio di pura follia. Purtroppo non l’unico, dato che il giovane ormai considerava la moglie come un oggetto sessuale, sul quale sfogare i suoi istinti.
Furgone in fiamme a Scicli, danneggiate anche due auto
Nella notte tra lunedì e martedì, un furgone Fiat Iveco, che appartiene ad una ditta privata che probabilmente opera per conto dell’ospedale Busacca, ha preso fuoco all’interno dello spiazzale di un supermercato di via Ospedale. Il rogo ha coinvolto altre due auto. Non si esclude nessuna pista, ma quella del dolo è la più accreditata.
Domenica di paura a Vittoria
Si era barricato in casa con la moglie e la figlioletta di 4 anni, minacciandoli con un coltello. Poi ha manifestato l’intenzione di lanciarsi dal balcone. Qualcuno ha allertato la Polizia e, per un’ora, gli agenti hanno cercato di convincerlo a desistere. Alla fine ci sono riusciti, e l’uomo è stato condotto nel reparto di psichiatria del Paternò Arezzo. L’episodio è avvenuto a Vittoria, domenica sera
ARRESTATI TRE RAGAZZI VENTUNENNI E INCENSURATI PER FURTO DI GASOLIO
I carabinieri della stazione di Monterosso Almo e della stazione di Giarratana hanno tratto in arresto in flagranza di reato per il furto aggravato di gasolio i comisani Giuseppe Scrofani e Salvatore Iemolo e la ragusana Rosa Nadge, tutti ventunenni e incensurati. I tre ragazzi sono stati bloccati a Giarratana, lungo la Ss. 194 nei pressi del piazzale antistante il cimitero della cittadina montana. I giovani avevano asportato circa 200 litri di gasolio dai serbatoi di pullman di linea. Questi autobus erano già stati presi di mira dai ladri, nelle precedenti settimane. Il furto di centinaia di litri di gasolio aveva procurato disservizi alle linee private, causando il malfunzionamento dei servizi di trasporto, dal momento che al mattino, gli autisti, trovavano i serbatoi vuoti e bisognava attendere che si effettuasse nuovamente il rifornimento del carburante. A seguito di questi episodi criminali i militari delle stazioni dei due centri montani hanno incrementato i controlli notturni. Così, durante uno dei servizi straordinari di monitoraggio del territorio, sono stati colti in flagranza di reato i tre giovani a bordo di una macchina di grossa cilindrata, con il cofano colmo di taniche pieno di gasolio e in possesso dell’attrezzatura necessaria per “succhiare” il carburante, che è stata tutta sequestrata.
UN ARRESTO A SCOGLITTI
I carabinieri di Vittoria nel corso di un servizio anticrimine sul territorio hanno arrestato un tunisino di 27 anni, Mzeh Hamadi, incensurato, nullafacente, senza fissa dimora, perchè riconosciuto responsabile di una rapina ad un connazionale, un bracciante, avvenuta il 25 aprile scorso a Scoglitti in via Padre Pio. L’arrestato ferì al volto la vittima e gli rubò 100 euro; ora si trova rinchiuso al carcere di Ragusa.
Pesante condanna per Pietro Noto
Ragusa ai danni di Pietro Noto, 37 anni, vittoriese, finito in cella il 26 ottobre del 2010 per il tentato omicidio consumato alle tre del mattino del 29 agosto dello stesso anno in via Rosario Battaglia. Vittima Tommaso Giordanella, stato colpito da quattro proiettili che lo hanno ferito all’intestino e al rene. Noto era accusato anche della detenzione di armi. Il collegio giudicante (presidente Guglielmo Trovato, a latere Andrea Reale ed Eleonora Schininà) è andato oltre le richieste del Pm Federica Messina che ha concluso la requisitoria chiedendo 13 anni di carcere per Noto. Alla richiesta di condanna si è unita anche la parte civile, rappresentata dall’avvocato Italo Alia, legale di Giordanella. Di diverso tenore l’arringa dell’avvocato Alessandro Agnello. Il difensore di Noto ha chiesto l’assoluzione del suo assistito con la formula più ampia ritenendo poco attendibili le dichiarazioni del nuovo pentito vittoriese Giovanni Cirmi che ha detto di avere appreso da Noto, in carcere, che l’imputato aveva avuto un ruolo importante nel ferimento di Giordanella. Ad accusare l’imputato senza ombra di dubbio è stata la sorella di Giordanella che ha detto di avere visto salire Noto sull’auto di Gabriele Barrera dopo l’agguato. Pomo della discordia l’affidamento dei figli di Giordanella e della sua ex moglie, convivente di Noto. Nel maggio dell’anno scorso, insieme al rinvio a giudizio per Pietro Noto, 37 anni, che materialmente avrebbe esploso i colpi di pistola, si era registrata la assoluzione di Gabriele Barrera, incensurato, 24 anni, che sarebbe stato al volante dell’auto a bordo della quale Noto era fuggito. Il Gup aveva assolto Barrera per mancanza di prove.
Spacciavano droga alla villa, arrestati tre tunisini a Comiso
Tre giovani tunisini, tra i 22 ed i 25 anni, sono stati sorpresi mentre cedevano due dosi di marijuana ad un sedicenne comisano, alla villa comunale. In casa dei tre tunisni sono stati trovati altri dodici grammi della stessa sostanza, 120 euro ed un block notes nel quale, probabilmente, annotavano il commercio di stupefacente. Per i tre è scattato l’arresto.
Estradato in Italia George Mustafà arrestato per violenza sessuale ai danni di dieci donne di Ragusa
Estradato in tempo record in Italia dalla Romania, 25 anni, arrestato per violenza sessuale ai danni di dieci donne ragusane. L’uomo è arrivato venerdì all’aeroporto di Roma-Fiumicino e sabato mattina è stato interrogato per rogatoria dal Gip della Capitale all’interno della casa circondariale di Rebibbia a Roma. Mustafà era stato arrestato dalla Polizia lo scorso 29 aprile in Romania per violenza sessuale ai danni di dieci giovani donne ragusane. Le indagini sono state svolte dalla Sezione specializzata della Squadra Mobile ed hanno consentito di individuare il rumeno quale autore di una serie di violenze sessuali che il maniaco ciclicamente portava a termine bloccando le donne nelle stradine del centro storico e palpeggiandole nelle parti intime. I riscontri ottenuti dalla Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare concessa dal Gip del Tribunale Claudio Maggioni su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Monica Monego. Stante lo stato di latitanza del rumeno, era stato predisposto il mandato di arresto europeo e, a seguito della localizzazione effettuata grazie all’attività tecnica svolta dalla Squadra Mobile di Ragusa, la Polizia rumena, con il coordinamento dell’Interpol, lo ha catturato presso la sua abitazione di Calarasi vicino Bucarest. Secondo l’accusa che gli viene mossa dagli uomini del vice questore Francesco Marino, il rumeno, oltre a sfogare i propri istinti sulle ragazzine, aveva preso di mira anche due donne sui 40 anni, ragusane, per un totale di dieci vittime tra gennaio e novembre dello scorso anno. Le complesse indagini sono partite dopo la prima denuncia per violenza sessuale da parte di una delle vittime. Poi sono seguite le altre perchè, nonostante il fiato sul collo dei poliziotti, il romeno aveva continuato ad abusare sessualmente delle sue vittime designate, scegliendo come territorio di caccia il centro storico cittadino. Decisive, ai fini delle indagini, le preziose indicazioni fornite dalle vittime, assieme alla descrizione del violentatore. Quest’ultimo sorprendeva sempre le ragazzine alle spalle, impedendo loro di urlare e toccandole in luoghi appartati, al riparo da occhi e orecchie indiscreti.
Indagato un medico del Guzzardi per la morte del serricoltore vittoriese al Civile di Ragusa
C’è un solo indagato, un medico dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, almeno al momento, per la morte di Emanuele Cilia, 35 anni, serricoltore di Vittoria, morto nel tardo pomeriggio del primo maggio all’ospedale Civile di Ragusa. L’uomo, che lascia la moglie e tre figli, è morto per arresto cardiaco mentre dalla Divisione di Malattie Infettive stava per essere trasferito nella Divisione di Rianimazione a causa del peggioramento delle condizioni. Sabato pomeriggio sul corpo dell’uomo è stata eseguita l’autopsia. Ad eseguirla, il medico legale Francesco Coco nominato dalla Procura. Al termine il Pm titolare del fascicolo, Marco Rota, ha concesso il nulla osta per i funerali dell’uomo ai familiari che erano in attesa all’esterno dell’obitorio dell’ospedale Paternò Arezzo di Ragusa Ibla. L’indagato è stato avvisato così come previsto per gli accertamenti tecnici irripetibili ex articolo 360 del Codice di procedura penale. In questo contesto rientra anche l’autopsia, che rappresenta un accertamento urgente e sicuramente irripetibile, da disporsi nell’immediatezza di un fatto – reato che abbia determinato la morte di una persona. La famiglia del serricoltore era presente con l’avvocato Clara Strada. L’uomo quando è morto si trovava in Malattie Infettive a Ragusa dove era stato ricoverato nel pomeriggio di sabato scorso su suggerimento del medico curante. Cilia da due giorni aveva febbre alta. Nella mattinata del 28 aprile l’uomo si era recato al Pronto Soccorso del Guzzardi, ma dopo gli accertamenti era stato dimesso. E’ probabile che l’uomo sia morto per una puntura di zecca, ma dovrà essere l’esame autoptico a stabilire le cause del decesso.
Acate, due genitori deferiti per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione scolastica
I Carabinieri della Stazione di Acate hanno deferito in stato di libertà per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione scolastica una coppia di coniugi esercenti patria potestà nei confronti di una ragazza minorenne che, iscritta presso un istituto scolastico di Acate, sarebbe risultata assente dalle lezioni dall’inizio dell’anno scolastico.