25-04-2024
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Vittoria, rapina in banca: i carabinieri fermano il malvivente

I carabinieri hanno sventato una rapina nella giornata di martedì ai danni della Credem di Vittoria, in via Cancellieri. Erano le 11 del mattino quando i militari dell’Arma, passando davanti all’istituto di credito, hanno notato movimenti sospetti. I dipendenti erano in piedi dietro al bancone, mentre alcuni clienti hanno cercato di attirare la loro attenzione. Da fuori i militari hanno visto una persona, con un berretto nero e occhiali da sole, che teneva in ostaggio una donna. Aveva il braccio attorno al collo della malcapitata. Qualche dipendente urlava “Non ci sono soldi contanti! Non abbiamo soldi!”. I carabinieri hanno deciso di intervenire, sono entrati e, alla loro vista, il rapinatore ha rilasciato l’ostaggio, gettando a terra anche il taglierino che aveva prima in mano. L’autore della tentata rapina, , già accusato di una rapina nel 2011 ai danni di un “compro oro”, è stato arrestato per tentata rapina pluriaggravata dal travisamento e dall’uso di armi.

SIMULANO RAPIMENTO E VIOLENZA SESSUALE Arrestata una rumena, denunciata l’amica

Giornata d’intenso lavoro per i Carabinieri della Stazione di Santa Croce Camerina. Tutto è iniziato alle tre del mattino di martedì, quando una ragazza rumena di 32 anni ha denunciato che qualche ora prima, mentre passeggiava in contrada Torre di Mezzo insieme ad una sua amica connazionale, Isaura Paula Rimba, di 18 anni, veniva avvicinata da un cittadino extracomunitario di origine maghrebina che, dopo averla picchiata, costringeva l’amica, minacciandola e strattonandola, a salire a bordo del proprio scooter, per poi allontanarsi in direzione della frazione Punta Secca. Immediatamente i Carabinieri hanno allertato la Centrale Operativa per diramare a tutte le pattuglie dislocate sul territorio la foto e la descrizione della ragazza e del maghrebino che secondo il racconto della donna, l’aveva sequestrata. Venivano convogliate inoltre su Santa Croce Camerina tutte le forze disponibili per le ricerche. Sono stati perquisiti casolari, serre e abitazioni rurali nei dintorni della zona del sequestro e finalmente, intorno alle 9, la ragazza è stata trovata, in ottime condizioni di salute, in un casolare in contrada Serramenzana, in uso ad un tunisino di 33 anni. La ragazza, portata in caserma, ha raccontato agli inquirenti cosa le era accaduto: il tunisino, dopo averla sequestrata, l’aveva portata presso la sua abitazione, dove l’aveva violentata. Dal racconto della ragazza emergevano tuttavia delle discrepanze rispetto a quanto denunciato dall’amica che aveva assistito al “rapimento”. Per questo motivo i carabinieri hanno attuato una serie di accertamenti, che hanno consentito di appurare la verità. Quanto denunciato dalle donne era totalmente falso, non c’era quindi stata alcuna violenza sessuale. In realtà, la donna non era stata costretta dal tunisino a seguirla con la forza, ma si era allontanata volontariamente con lui a bordo dello scooter. La diciottenne è stata arrestata per calunnia, mentre l’amica è stata denunciata per aver segnalato un falso rapimento. Incredulo per quanto accaduto il tunisino, che vive e lavora a Santa Croce.

Sventato furto a Santa Croce

I Carabinieri lo hanno bloccato dopo che si era impossessato di una borsa con alcuni gioielli da un’abitazione di via Porsenna. Grazie all’aiuto di un poliziotto, libero dal servizio, i carabinieri sono riusciti ad arrestare Vincenzo Di Benedetto, vittoriese di 24 anni. Il giovane è stato trovato in possesso di arnesi atti allo scasso, che sono stati sequestrati.

Detenzione di arma clandestina, arrestato vittoriese

In un podere di contrada Cappellaris, deteneva un fucile da caccia semiautomatico, con matricola abrasa, perfettamente funzionante, con una cartuccia incamerata ed altre tre nel serbatoio. E’ finito in manette un 30enne di Vittoria, incensurato, Andrea Guarnuccio. Il 30enne dovrà rispondere di detenzione di arma clandestina.

COLTIVAZIONE INDUSTRIALE DI MARIJUANA AD ACATE SEQUESTRATE 22 SERRE E ARRESTATE TRE PERSONE

Da fuori sembravano semplici serre, capannine in plastica con le primizie orticole. E invece dentro c’era marijuana, 10 mila piante, alte sino a tre metri, per un peso complessivo superiore alle 8 tonnellate, che occupavano un terzo dell’azienda agricola di contrada Dirillo ad Acate, che all’alba di martedì è stata visitata dai finanzieri e posta sotto sequestro. Tre persone sono state arrestate, un niscemese, un vittoriese e una donna rumena. Su 10 mila metri quadrati di serre normali, coltivate a pomodori e zucchine, 3500 metri erano invece destinati a coltivare droga. In queste serre speciali, ricoperte con plastica nera, e distaccate dalle serre delle primizie, con aree di “rispetto”, cioè posizionate a distanza strategica da quelle regolari (per nascondere ulteriormente le piantagioni di marijuana, fuori da ognuna delle 22 capannine c’erano anche dei filari di fagiolini), era stata impiantata tutta la filiera della droga. Dall’inseminazione al confezionamento, sino all’inserimento delle confezioni di marijuana in grandi barili. Una vera e propria coltivazione industriale di sostanza stupefacente, che affiancava la regolare coltivazione serricola. In manette sono finiti Orazio Impellizzeri, 49 anni di Niscemi, il 62enne vittoriese Gioacchino Guarnuccio e la cittadina rumena di 32 anni, Baba Maricica (nella foto). Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, dr. Carmelo Petralia e condotte dal dr. Marco Rota. L’operazione è stata guidata dal colonnello Francesco Fallica. “Ci siamo insospettiti per gli affitti esosi che venivano pagati da terzi ai titolari dell’azienda – spiega il comandante della Guardia di Finanza di Ragusa, Francesco Fallica e anche per i vari movimenti in orari sospetti, intorno a questa azienda, che fra l’altro non deteneva, a dispetto della grande superficie serricola, una notevole produzione di ortaggi”

Modica, incidente stradale

Tre persone sono rimaste ferite a seguito di un incidente stradale avvenuto in via Modica-Giarratana. Coinvolti nel sinistro tre mezzi: un autocarro Toyota, condotto da N.G., 40 anni, di Buccheri; una Fiat Panda, alla cui guida era la modicana A.P., di 69 anni; una Ford Fusion che era guidata dalla ragusana S.L., 24 anni. Sul posto è intervenuto il 118 che ha trasportato le due conducenti le utilitarie e una passeggera che viaggiava a bordo della Fusion, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica. La più grave è risultata la conducente della Fiat Panda che è stata ricoverata con una prognosi di trenta giorni. La conducente la Ford e la passeggera sono state dimesse con prognosi di 7 giorni ciascuna. Sul posto dell’incidente anche il nucleo di Pronto Intervento della Polizia Locale di Modica cui spetta la ricostruzione della dinamica del sinistro.

Violenta l’ex moglie, la Polizia lo arresta

Nonostante si fossero separati da qualche giorno, lui ha deciso di tornare da lei e chiederle di fare sesso. Lei ha rifiutato, ed è stata violentata finendo in ospedale. E’ accaduto lunedì pomeriggio, a Vittoria. In manette è finito l’ex marito, 26 anni, con l’accusa di violenza sessuale. Tragico il racconto della vittima, una donna rumena, che ha denunciato al magistrato gli abusi subiti da parte del suo ex marito. Ma il fatto ancor più agghiacciante è che l’uomo ha violentato la poveretta per ore, coi quattro figli, tutti piccoli, in casa. Hanno ascoltato quasi certamente tutto, in un pomeriggio di pura follia. Purtroppo non l’unico, dato che il giovane ormai considerava la moglie come un oggetto sessuale, sul quale sfogare i suoi istinti.

Furgone in fiamme a Scicli, danneggiate anche due auto

Nella notte tra lunedì e martedì, un furgone Fiat Iveco, che appartiene ad una ditta privata che probabilmente opera per conto dell’ospedale Busacca, ha preso fuoco all’interno dello spiazzale di un supermercato di via Ospedale. Il rogo ha coinvolto altre due auto. Non si esclude nessuna pista, ma quella del dolo è la più accreditata.

Domenica di paura a Vittoria

Si era barricato in casa con la moglie e la figlioletta di 4 anni, minacciandoli con un coltello. Poi ha manifestato l’intenzione di lanciarsi dal balcone. Qualcuno ha allertato la Polizia e, per un’ora, gli agenti hanno cercato di convincerlo a desistere. Alla fine ci sono riusciti, e l’uomo è stato condotto nel reparto di psichiatria del Paternò Arezzo. L’episodio è avvenuto a Vittoria, domenica sera

ARRESTATI TRE RAGAZZI VENTUNENNI E INCENSURATI PER FURTO DI GASOLIO

I carabinieri della stazione di Monterosso Almo e della stazione di Giarratana hanno tratto in arresto in flagranza di reato per il furto aggravato di gasolio i comisani Giuseppe Scrofani e Salvatore Iemolo e la ragusana Rosa Nadge, tutti ventunenni e incensurati. I tre ragazzi sono stati bloccati a Giarratana, lungo la Ss. 194 nei pressi del piazzale antistante il cimitero della cittadina montana. I giovani avevano asportato circa 200 litri di gasolio dai serbatoi di pullman di linea. Questi autobus erano già stati presi di mira dai ladri, nelle precedenti settimane. Il furto di centinaia di litri di gasolio aveva procurato disservizi alle linee private, causando il malfunzionamento dei servizi di trasporto, dal momento che al mattino, gli autisti, trovavano i serbatoi vuoti e bisognava attendere che si effettuasse nuovamente il rifornimento del carburante. A seguito di questi episodi criminali i militari delle stazioni dei due centri montani hanno incrementato i controlli notturni. Così, durante uno dei servizi straordinari di monitoraggio del territorio, sono stati colti in flagranza di reato i tre giovani a bordo di una macchina di grossa cilindrata, con il cofano colmo di taniche pieno di gasolio e in possesso dell’attrezzatura necessaria per “succhiare” il carburante, che è stata tutta sequestrata.

UN ARRESTO A SCOGLITTI

I carabinieri di Vittoria nel corso di un servizio anticrimine sul territorio hanno arrestato un tunisino di 27 anni, Mzeh Hamadi, incensurato, nullafacente, senza fissa dimora, perchè riconosciuto responsabile di una rapina ad un connazionale, un bracciante, avvenuta il 25 aprile scorso a Scoglitti in via Padre Pio. L’arrestato ferì al volto la vittima e gli rubò 100 euro; ora si trova rinchiuso al carcere di Ragusa.

Pesante condanna per Pietro Noto

Ragusa ai danni di Pietro Noto, 37 anni, vittoriese, finito in cella il 26 ottobre del 2010 per il tentato omicidio consumato alle tre del mattino del 29 agosto dello stesso anno in via Rosario Battaglia. Vittima Tommaso Giordanella, stato colpito da quattro proiettili che lo hanno ferito all’intestino e al rene. Noto era accusato anche della detenzione di armi. Il collegio giudicante (presidente Guglielmo Trovato, a latere Andrea Reale ed Eleonora Schininà) è andato oltre le richieste del Pm Federica Messina che ha concluso la requisitoria chiedendo 13 anni di carcere per Noto. Alla richiesta di condanna si è unita anche la parte civile, rappresentata dall’avvocato Italo Alia, legale di Giordanella. Di diverso tenore l’arringa dell’avvocato Alessandro Agnello. Il difensore di Noto ha chiesto l’assoluzione del suo assistito con la formula più ampia ritenendo poco attendibili le dichiarazioni del nuovo pentito vittoriese Giovanni Cirmi che ha detto di avere appreso da Noto, in carcere, che l’imputato aveva avuto un ruolo importante nel ferimento di Giordanella. Ad accusare l’imputato senza ombra di dubbio è stata la sorella di Giordanella che ha detto di avere visto salire Noto sull’auto di Gabriele Barrera dopo l’agguato. Pomo della discordia l’affidamento dei figli di Giordanella e della sua ex moglie, convivente di Noto. Nel maggio dell’anno scorso, insieme al rinvio a giudizio per Pietro Noto, 37 anni, che materialmente avrebbe esploso i colpi di pistola, si era registrata la assoluzione di Gabriele Barrera, incensurato, 24 anni, che sarebbe stato al volante dell’auto a bordo della quale Noto era fuggito. Il Gup aveva assolto Barrera per mancanza di prove.

Spacciavano droga alla villa, arrestati tre tunisini a Comiso

Tre giovani tunisini, tra i 22 ed i 25 anni, sono stati sorpresi mentre cedevano due dosi di marijuana ad un sedicenne comisano, alla villa comunale. In casa dei tre tunisni sono stati trovati altri dodici grammi della stessa sostanza, 120 euro ed un block notes nel quale, probabilmente, annotavano il commercio di stupefacente. Per i tre è scattato l’arresto.

Estradato in Italia George Mustafà arrestato per violenza sessuale ai danni di dieci donne di Ragusa

Estradato in tempo record in Italia dalla Romania, 25 anni, arrestato per violenza sessuale ai danni di dieci donne ragusane. L’uomo è arrivato venerdì all’aeroporto di Roma-Fiumicino e sabato mattina è stato interrogato per rogatoria dal Gip della Capitale all’interno della casa circondariale di Rebibbia a Roma. Mustafà era stato arrestato dalla Polizia lo scorso 29 aprile in Romania per violenza sessuale ai danni di dieci giovani donne ragusane. Le indagini sono state svolte dalla Sezione specializzata della Squadra Mobile ed hanno consentito di individuare il rumeno quale autore di una serie di violenze sessuali che il maniaco ciclicamente portava a termine bloccando le donne nelle stradine del centro storico e palpeggiandole nelle parti intime. I riscontri ottenuti dalla Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare concessa dal Gip del Tribunale Claudio Maggioni su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Monica Monego. Stante lo stato di latitanza del rumeno, era stato predisposto il mandato di arresto europeo e, a seguito della localizzazione effettuata grazie all’attività tecnica svolta dalla Squadra Mobile di Ragusa, la Polizia rumena, con il coordinamento dell’Interpol, lo ha catturato presso la sua abitazione di Calarasi vicino Bucarest. Secondo l’accusa che gli viene mossa dagli uomini del vice questore Francesco Marino, il rumeno, oltre a sfogare i propri istinti sulle ragazzine, aveva preso di mira anche due donne sui 40 anni, ragusane, per un totale di dieci vittime tra gennaio e novembre dello scorso anno. Le complesse indagini sono partite dopo la prima denuncia per violenza sessuale da parte di una delle vittime. Poi sono seguite le altre perchè, nonostante il fiato sul collo dei poliziotti, il romeno aveva continuato ad abusare sessualmente delle sue vittime designate, scegliendo come territorio di caccia il centro storico cittadino. Decisive, ai fini delle indagini, le preziose indicazioni fornite dalle vittime, assieme alla descrizione del violentatore. Quest’ultimo sorprendeva sempre le ragazzine alle spalle, impedendo loro di urlare e toccandole in luoghi appartati, al riparo da occhi e orecchie indiscreti.

Indagato un medico del Guzzardi per la morte del serricoltore vittoriese al Civile di Ragusa

C’è un solo indagato, un medico dell’ospedale “Guzzardi” di Vittoria, almeno al momento, per la morte di Emanuele Cilia, 35 anni, serricoltore di Vittoria, morto nel tardo pomeriggio del primo maggio all’ospedale Civile di Ragusa. L’uomo, che lascia la moglie e tre figli, è morto per arresto cardiaco mentre dalla Divisione di Malattie Infettive stava per essere trasferito nella Divisione di Rianimazione a causa del peggioramento delle condizioni. Sabato pomeriggio sul corpo dell’uomo è stata eseguita l’autopsia. Ad eseguirla, il medico legale Francesco Coco nominato dalla Procura. Al termine il Pm titolare del fascicolo, Marco Rota, ha concesso il nulla osta per i funerali dell’uomo ai familiari che erano in attesa all’esterno dell’obitorio dell’ospedale Paternò Arezzo di Ragusa Ibla. L’indagato è stato avvisato così come previsto per gli accertamenti tecnici irripetibili ex articolo 360 del Codice di procedura penale. In questo contesto rientra anche l’autopsia, che rappresenta un accertamento urgente e sicuramente irripetibile, da disporsi nell’immediatezza di un fatto – reato che abbia determinato la morte di una persona. La famiglia del serricoltore era presente con l’avvocato Clara Strada. L’uomo quando è morto si trovava in Malattie Infettive a Ragusa dove era stato ricoverato nel pomeriggio di sabato scorso su suggerimento del medico curante. Cilia da due giorni aveva febbre alta. Nella mattinata del 28 aprile l’uomo si era recato al Pronto Soccorso del Guzzardi, ma dopo gli accertamenti era stato dimesso. E’ probabile che l’uomo sia morto per una puntura di zecca, ma dovrà essere l’esame autoptico a stabilire le cause del decesso.

Acate, due genitori deferiti per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione scolastica

I Carabinieri della Stazione di Acate hanno deferito in stato di libertà per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione scolastica una coppia di coniugi esercenti patria potestà nei confronti di una ragazza minorenne che, iscritta presso un istituto scolastico di Acate, sarebbe risultata assente dalle lezioni dall’inizio dell’anno scolastico.

LA GUARDIA DI FINANZA NELLE SCUOLE PER EVIDENZIARE I PERICOLI DELLA DROGA

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa, nell’ambito del programma “Incontri sul tema delle droghe presso le scuole”, ha effettuato quattro incontri in istituti scolastici del capoluogo ibleo, che hanno coinvolto circa 700 ragazzi fra i 9 ed i 13 anni. Quest’anno, gli istituti interessati dal programma sono stati: la Scuola Media “Vann’Antò”, la Scuola Media “Gian Battista Odierna”, la Scuola Media “Salvatore Quasimodo” e l’Istituto Comprensivo Statale “Giovanni Pascoli”, (qui hanno partecipato anche due classi della scuola primaria). Ogni singolo incontro è consistito in una breve descrizione dei vari tipi di droga esistenti nonché degli effetti a breve, medio e lungo termine causati dal loro uso, ed è proseguito, poi, con la spiegazione delle modalità di addestramento delle Unità cinofile del Corpo (che devono frequentare un corso della durata di 6 mesi a Castiglione del Lago in provincia di Perugia). Ampio spazio è stato riservato alle numerose domande degli alunni e ad una vera e propria dimostrazione cinofila, con la ricerca di droga precedentemente occultata dai finanzieri. Quando il pastore tedesco Nico ha centrato tutte le volte l’obiettivo, ha ricevuto in premio il suo “manicotto” (che consiste in un telo arrotolato bianco che viene ricercato dal cane, in quanto associato all’odore dello stupefacente; appena il cane segnala la presenza di droga, il suo conduttore gli fa addentare, come premio, il manicotto), gli applausi dei ragazzi e tante affettuose carezze. Le Unità cinofile intervenute nelle scuole sono state: il cane A.D. Nico, condotto dall’App. sc. Rametta Gaetano e il cane A.D. Zavi, condotto dall’App. Ingarao Giuseppe, entrambi della Compagnia della GdF di Siracusa.

MUORE PER PUNTURA DI ZECCA? L’autopsia chiarirà le cause del decesso del serricoltore vittoriese

L’autopsia sul corpo di Emanuele Cilia accerterà l’esatta causa della morte del 35enne, deceduto per arresto cardiaco il pomeriggio del primo maggio, all’ospedale Civile di Ragusa. Dal 26 aprile il serricoltore accusava malori e febbre alta e per questa ragione sabato scorso si era recato nel pronto soccorso dell’ospedale Guzzardi di Vittoria dove dopo gli accertamenti era stato dimesso. Nel pomeriggio del 28 aprile, su suggerimento del proprio medico curante, Cilia si era recato anche nell’ospedale del capoluogo. Il serricoltore è stato ricoverato nel reparto di Malattie infettive, ma il primo maggio, quando le sue condizioni di salute sono peggiorate il primario dell’Unità, il dottore Nunzio Storaci, aveva stabilito il suo trasferimento nella Terapia intensiva. Ma la morte è sopraggiunta prima. I familiari hanno così deciso di presentare denuncia alla Polizia, facendo scattare l’inchiesta e l’avvio dell’iter per l’autopsia (lo stesso Storaci, comunque, aveva già sollecitato l’esame autoptico). Il sostituto procuratore presso il Tribunale di Ragusa, Marco Rota, ha conferito l’incarico al medico legale Francesco Coco. La decisione di affidare l’autopsia farà scattare automaticamente gli avvisi nei confronti degli indagati e anche la famiglia nominerà un proprio perito di parte

VITTORIA, OPERAIO CADE DA TETTO: E’ GRAVE

Un operaio immigrato di 50 anni, F.D., al suo primo giorno di lavoro, alle dipendenze di una ditta vittoriese, è caduto da un’altezza di 4 metri mentre stava effettuando lavori di saldatura al tetto di una casa. L’operaio è stato subito soccorso dai compagni di lavoro e ricoverato all’ospedale Guzzardì di Vittoria dove i medici gli hanno riscontrato diversi traumi e ferite varie e si sono riservati la prognosi. Sono in corso le indagini da parte degli organi inquirenti per accertare eventuali responsabilità.

LA CAPITANERIA DI PORTO DI POZZALLO SALVA MARITTIMO COLTO DA MALORE A 10 MIGLIA DALLA COSTA

Nel primo pomeriggio del 2 maggio, i militari della Guardia Costiera di Pozzallo imbarcati sulla motovedetta CP 2113, hanno portato a termine un complesso e delicato intervento di assistenza, soccorso, trasporto e trasbordo del Direttore di Macchina della Motonave “Fesco Angara”, di bandiera Vanuatu, colto da un improvviso malore a circa 10 miglia dal porto di Pozzallo. Alle ore 13.10 circa, il Comandante della motonave, informava la Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Pozzallo che il Direttore di Macchina presente a bordo accusava forti dolori all’addome ed aveva una pressione molto bassa, chiedendo altresì l’urgente intervento di trasbordo dello stesso per ricevere le cure mediche a terra. Ricevuta la segnalazione, la Capitaneria di Porto ordinava alla nave mercantile di dirigersi verso il porto di Pozzallo ed, al contempo, disponeva l’uscita della motovedetta CP 2113, che faceva rotta verso l’unità per effettuare il trasbordo del marittimo in difficoltà. Inoltre, per abbreviare i già ristretti tempi utili per l’intervento, veniva ordinato al Comandante della nave di contattare il Centro Internazionale Radio Medico per ottenere le prime utili informazioni sugli interventi di primo soccorso e le cautele da adottare, in attesa dell’arrivo della motovedetta. Intercettata la motonave, nonostante le condizioni meteo marine con mare mosso con direzione nord-est ed onde lunghe di circa 1,5 mt. di altezza e vento teso proveniente da sud-ovest, che non permettevano un facile affiancamento alla nave mercantile, l’abilità e la professionalità dell’equipaggio imbarcato nella motovedetta consentivano di eseguire al meglio le manovre necessarie per abbordare l’unità in massima sicurezza e trasbordare il marittimo colto da malore. L’uomo è stato successivamente trasportato presso l’ospedale di Modica. La positiva conclusione dell’emergenza occorsa ha messo in luce la sinergia ed il coordinamento tra i vari enti pubblici ed i privati interessati nell’evento e, soprattutto, l’efficienza della “catena dei soccorsi” e dei relativi “protocolli di comunicazione”.

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