20-04-2024
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INCHIESTA PER TRUFFA AL CUP DI MODICA

Il Tribunale del riesame di Catania ha confermato la sussistenza di gravi indizi del delitto di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico a carico di Carolina Giannone, Maria Maltese, Renato Pisasale, Maria Teresa Oliveri, Giuseppe Cannata, dipendenti del Centro Unico prenotazioni di Modica. Secondo il tribunale, la condotta contestata agli indagati, concretatasi nel loro indebito allontanamento per significativi periodi di tempo dal posto di lavoro, dopo aver timbrato il cartellino, deve ritenersi assenza economicamente apprezzabile con l’ipotesi di reato di truffa aggravata. Trattandosi di soggetti incensurati, il Tribunale ha poi disposto la revoca della misura interdittiva.

Furto di bancomat in ospedale L’imputato patteggia la pena

Ha patteggiato la pena di 10 mesi di reclusione e 200 euro di multa davanti al Tribunale monocratico di Ragusa, dopo la convalida dell’arresto, il giovane finito in manette la scorsa settimana per furto di bancomat e carte di credito all’ospedale “Regina Margherita” di Comiso. Si tratta di Christian Calvo, di 37 anni, bloccato subito dopo il furto da un carabiniere che si trovava nei pressi del nosocomio e che ha poi chiesto l’ausilio dei colleghi. Calvo è stato riconosciuto da una signora che, dopo il colpo, si era recata in banca, per bloccare la carta di credito dell’amica, rimasta in ospedale. Davanti al giudice unico del Tribunale, Andrea Reale, l’imputato è stato difeso dall’avvocato Lucia Licata mentre a sostenere l’accusa è stato il Pm Concetta Vindigni. Licata ha chiesto ed ottenuto il patteggiamento per il suo assistito.

Incendiò un magazzino a Giarratana Condannato un pregiudicato

E’ stato condannato alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al risarcimento danni pari ad ottomila euro, Ignazio Antonello Cultrera, giarratanese di 43 anni, pregiudicato, arrestato il 31 agosto scorso dai carabinieri. L’uomo, mediante liquido infiammabile, ha appiccato il fuoco ad un locale adibito a deposito del bar Sicilia in XX Settembre a Giarratana.

Condannato il tunisino che spacciava a Punta Braccetto

Ha patteggiato la pena pari ad otto mesi di reclusione e 2.000 euro di multa il giovane arrestato per spaccio di sostanza stupefacente a Punta Braccetto. L’arresto in flagranza di reato è stato eseguito dai militari della Stazione di Santa Croce Camerina, unitamente a personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Ragusa. Si tratta di Omram Mohamed Ali, tunisino di 35 anni, sedicente, senza fissa dimora. Il giovane è comparso davanti al giudice unico del Tribunale, Eleonora Schininà che ha dapprima convalidato l’arresto e, quindi, dopo 48 ore ha dato il via al processo per direttissima. Il tunisino ha chiesto ed ottenuto di patteggiare la pena. Il tunisino era stato arrestato venerdì sera. I carabinieri lo hanno notato, mentre cedeva qualcosa ad un giovane che gli si era avvicinato, così entrambi sono stati bloccati e sottoposti a perquisizione.

IL COMUNE DI COMISO SU LA 7, LA PROCURA ACQUISISCE IL FILMATO

Il procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia, ha dato incarico alla Polizia di acquisire l’intero filmato della trasmissione messa in onda mercoledì sera su “La 7” che ha riguardato l’aeroporto di Comiso e la situazione finanziaria del Comune casmeneo. L’intento è quello di valutare ogni aspetto di quanto raccontato dalla trasmissione. Nei giorni scorsi, in più riprese, le Forze dell’Ordine avevano acquisito atti proprio al Comune di Comiso. La trasmissione “Gli Intoccabili” ha messo in luce, come detto, le vicende dei ritardi nell’apertura dell’aeroporto, delle “corse” in Ferrari e del dissesto, con i “botta” e risposta a distanza di Giuseppe Alfano, attuale primo cittadino, e dell’ex sindaco, Giuseppe Digiacomo. Nel servizio, interviste anche a funzionari, consiglieri e lavoratori.

INCIDENTE SUL LAVORO. IMPRENDITRICE DAVANTI AL GIUDICE

Non ha fatto istanza di accesso ai riti alternativi ritendosi innocente l’imprenditrice ragusana, C.C., finita davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale per il reato ipotizzato di omicidio colposo a seguito di un incidente sul lavoro. Per questa ragione il giudice delle indagini preliminari, Giovanni Giampiccolo, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Marco Rota, ha disposto il rinvio a giudizio davanti al Tribunale monocratico per il prossimo 28 settembre. A perdere la vita è stato Orazio Linguanti, operaio modicano, 43 anni, deceduto il 27 maggio del 2008 mentre lavorava nel cantiere della società della quale era dipendente, ovvero la “Occhipinti e Corallo”, specializzata nella lavorazione della pietra, ai confini tra i territori di Ragusa e Modica. Il Gup ha ammesso anche le parti civili: la moglie ed i figli dell’operaio sono patrocinati dall’avvocato Alessandro Agnello, la mamma e la sorella di Linguanti, invece, hanno nominato l’avvocato Natale Distefano del Foro di Siracusa (la famiglia è originaria di Rosolini). Fin dall’avvio delle indagini l’unica indagata è stata la titolare dell’azienda, patrocinata dall’avvocato Maria Platania. Secondo il medico legale dell’Asp, a seguito del sopralluogo effettuato il giorno dopo dagli ispettori del Lavoro, Linguanti sarebbe salito su una scala per smontare un motore e poi sarebbe inciampato con un piede, precipitando da un’altezza di circa tre metri e trovando la morte. Dopo la prima fase delle indagini la difesa dell’imprenditrice ha fatto richiesta per il nulla osta al riutilizzo della macchina dove si verificò l’infortunio sul lavoro mortale. Richiesta che è stata accolta dal sostituto procuratore Mardo Rota. I primi accertamenti dopo l’incidente furono eseguiti dai Carabinieri diretti dal capitano Alessio Artioli in sinergia con i medici dei servizio di medicina del Lavoro dell’Asl 7. l’uomo si trovava su una scala a pioli per oleare una macchina: un lavoro di routine che, però, per una tragica fatalità, gli è costato la vita. Linguanti cadde da circa tre metri, sbattendo la testa contro una lastra di pietra. I Carabinieri nel corso delle indagini hanno sentito i colleghi di lavoro della vittima. Furono i datori di lavoro ad allertare il 118 ed i militari dell’Arma dopo l’incidente. Il medico dell’ambulanza non potè fare altro che constatare la morte dell’uomo. L’autolettiga giunse dopo appena sette minuti sul posto ed i sanitari tentarono invano di rianimare l’operaio.

Lettera anonima con minacce al commissario del Comune di Scicli

Il commissario straordinario del Comune di Scicli, Margherita Rizza, e il presidente del consiglio comunale, Antonino Rivillito, sono stati destinatari di due lettere anonime, di uguale contenuto, contenenti minacce per via dell’aumento della tassa sui rifiuti del 40%, aumento deliberato dal consiglio quando era ancora in carica la giunta Venticinque. Giovedì mattina la dottoressa Rizza e il presidente Rivillito hanno presentato formale denuncia contro ignoti presso la tenenza dei Carabinieri di Scicli, dove sono stati ascoltati per circa un’ora. Le due lettere, dai contenuti diffamatori e ingiuriosi, prendevano a bersaglio anche il dirigente dell’ufficio tributi del Comune. Il senso dell’intimidazione era il seguente: qualora non saranno revocati gli aumenti, o ne dovessero addirittura arrivare di nuovi, chi ha la responsabilità della scelta ne pagherà le conseguenze. Avviate le indagini dai carabinieri per risalire agli autori.

Ragusa, sventati furti alla zona industriale

Tre giovani rumeni residenti a Comiso sono stati denunciati dalla Polizia per porto di coltello di genere vietato e detenzione di arnesi atti allo scasso. La notte scorsa, i tre erano a bordo di una Fiat Bravo e si aggiravano nei pressi di alcuni capannoni della zona industriale del capoluogo. Quando una pattuglia della Polizia li ha fermati, ha trovato, a bordo del mezzo, un coltello e vari attrezzi atti allo scasso tra cui un palanchino, tenaglie, cacciaviti, guanti in lattice e due passamontagna. L’auto è stata sequestrata in quanto il conducente guidava nonostante, da qualche mese, gli fosse stata ritirata la patente.

Rapine negli istituti di credito. Cannata patteggia la pena

Ha concordato la pena di quattro anni e mezzo di reclusione e 1.200 euro di multa, col patteggiato allargato, il giovane ritenuto responsabile di ben 5 rapine messe a segno ai danni di istituti bancari nei mesi di febbraio e maggio dell’anno scorso. Si tratta di Guglielmo Cannata, 24 anni, arrestato il 18 luglio dalla Polizia di Stato. La pena è stata applicata dal gip, Giampiccolo, dopo l’accordo tra l’avvocato difensore Giuseppe Di Stefano ed il Pm titolare del fascicolo, Serena Menicucci. È stata un’intuizione di un agente di Polizia a condurre gli inquirenti sulla strada giusta anche se l’arresto è il frutto dell’attività investigativa esperita per contrastare il fenomeno delle rapine ai danni di istituti bancari, da parte del personale della Squadra Mobile di Ragusa unitamente ai Commissariati di Vittoria e Comiso.

ILLEGALITA’ DIFFUSA AL MERCATO DI VITTORIA La Guardia di Finanza denuncia 74 persone

Prezzi più giusti, più legalità, più trasparenza. L’operazione della Guardia di Finanza “Right price”, che a conclusione di un’indagine durata 2 anni, ha portato alla denuncia di 74 persone, dovrebbe riportare trasparenza e linearità nella filiera dei prezzi al mercato di Vittoria. Le Fiamme Gialle hanno passato ai raggi x l’attività della struttura di Fanello, verificando soprattutto la legittimazione ad operare, le volture e le compravendite delle concessioni ad operare da parte dei 74 commissionari, monitorando il comportamento di questi ultimi e le modalità con cui svolgono il loro ruolo di intermediazione. Da questa analisi lunga e complessa è emerso, appunto, che l’illegalità è diffusa al mercato di Vittoria. I finanzieri hanno costatato che ben 17 commissionari, fra i 74 presenti al mercato, esercitano la “doppia attività”, vietata dal regolamento che vige al mercato. I commissionari ai quali è stato contestato questo reato esercitano attività, intimamente collegate a quelle svolte all’interno del mercato, anche al di fuori del mercato stesso. Ben 63 persone sono state denunciate per truffa. In merito alla trasparenza sui prezzi, i finanzieri hanno fatto numerose verifiche sull’andamento dei prezzi dei prodotti per tutta la filiera. E’ venuto fuori che 65 soggetti si sono macchiati del reato di “manovra speculativa su merci”, che in parole più semplici significa il rialzo fraudolento dei prezzi. Ben 41 persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria, per competenza la Procura della Repubblica di Ragusa, per il reato di turbata libertà degli incanti, in pratica soggetti che esercitano la loro attività all’interno del mercato senza le necessarie certificazioni e documentazioni. A proposito di questa assenza di “legittimazione” ad operare da parte di alcuni commissionari, nel corso dell’inchiesta è emerso anche il ruolo del Comune di Vittoria. Secondo le Fiamme Gialle il Comune di Vittoria non ha esercitato la necessaria funzione di controllo, difatti fra le 74 persone segnalate alla Procura, vi sono anche 8 dipendenti (fra cui anche funzionari) del Comune di Vittoria, rei di non avere controllato a dovere le documentazioni dei commissionari. Fra i denunciati anche 2 notai di Vittoria, pure loro coinvolti nelle verifiche delle concessioni rilasciate ai commissionari. Sono 8 gli abusi di ufficio contestati, tre i peculati, 2 i soggetti denunciati per favoreggiamento reale, 1 persona segnalata per falso in scrittura privata, 1 per bancarotta fraudolenta. E’ stata inoltre constatata evasione fiscale per un totale di oltre 18 milioni di euro relativi a redditi non dichiarati. E’ emersa anche un’attività di contraffazione: 3 soggetti sono stati denunciati per i reati previsti e puniti dagli art. 515, 517 e 517 bis quater del codice penale, per avere commercializzato oltre 27.000 kg. di ortaggi (pomodorini datterini e carciofi), importati dalla Tunisia in frode alla norme sulla corretta indicazione dell’origine del prodotto. Infine è stato denunciato un soggetto per bancarotta fraudolenta. La Guardia di Finanza ha in corso ulteriori accertamenti, con il supporto del Servizio Investigazione criminalità organizzata di Roma per verificare ciò che è emerso dall’indagine, ovvero non si esclude la presenza di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle dinamiche del mercato. In merito a tutti gli aspetti di specifica competenza con la normativa sulla concorrenza sleale, la Guardia di Finanza iblea sta interessando per il tramite del Nucleo speciale tutela mercati l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Fra l’altro l’indagine in questione ha preso le mosse dalle risultanze di un’indagine conoscitiva condotta dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (inchiesta che era finalizzata ad analizzare tutte le dinamiche del mercato, partendo dalla legittimazione giuridica dei soggetti che all’interno vi prestano la loro attività). Il funzionamento del mercato di Vittoria da molto tempo è al centro del dibattito dei vari operatori commerciali per una serie di irregolarità contestate e denunciate da più parti e per la scarsa trasparenza e linearità della filiera del prezzo. Le operazioni sono state eseguite anche con l’ausilio di perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria e attraverso una miriade di accertamenti incrociati svolti nelle sedi degli uffici istituzionalmente competenti. Le attività del mercato ipparino sono regolamentate da uno statuto del 1971. “Strumento – ha detto il comandante della Guardia di Finanza Fallica – che è davvero molto vetusto”.

Acate, sorpreso con due chili di droga: arrestato

I carabinieri lo hanno bloccato mentre prendeva la droga dal nascondiglio dove la teneva, un anfratto in zona Poggio San Gaetano, ad Acate. Per lui sono scattate le manette. Si tratta di Fernando D’Amanti, 29 anni, arrestato con l’accusa di detenzione di droga ai fini dello spaccio. Il giovane è stato trovato in possesso di due chili di hascisc che messi sul mercato avrebbero potuto fruttare ventimila euro. Addosso aveva anche seicento euro, probabile provento dello smercio della sostanza stupefacente. Il 29enne, in passato, aveva avuto guai con la giustizia.

RAGUSA, CROLLO IN VIA DALLA CHIESA. IMMOBILE SEQUESTRATO, ISCRITTI ALCUNI NOMI SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI

Due crolli. Il primo lunedì sera intorno alle 22, l’altro martedì mattina alle cinque. Di quella che un tempo era una casa di tolleranza, un immobile su tre piani degli anni ’50, rimane uno scheletro e poco più. Il crollo della struttura, che si trova in via Carlo Alberto dalla Chiesa, acquistata poco meno di una decina d’anni fa da un’impresa, la Metropolis, insieme a tante altre casupole del quartiere Carmine – Putie, la zona della Cava per intenderci, ha messo in moto una complessa macchina di interventi. Per fortuna, in zona, non c’era nessuno al momento del crollo, né vi erano parcheggiate auto. Ben diversa sarebbe stata la situazione in pieno giorno, quando la area è piena di auto lasciate in sosta da chi lavora in centro. La strada che costeggia la vallata è stata chiusa, tagliata praticamente in due. Chiuso l’adiacente parcheggio a pagamento. Intorno alle 10 la firma dell’ordinanza di abbattimento della struttura, con il contestuale obbligo di ripristino dei luoghi. Tuttavia non ci sarà alcuna demolizione, almeno per nell’immediato. La Procura, infatti, ha disposto il sequestro dell’immobile, nominando alcuni periti per le indagini aperte sull’accaduto. E’ stato affidato ad un organo di Polizia il compito di acquisire anche la documentazione relativa alla struttura. Alcuni nomi figurano già sul registro degli indagati, ma su questo c’è ancora riserbo. I sopralluoghi da parte dei tecnici comunali e di quelli della ditta proprietaria dell’immobile sono ancora in corso. Non solo su quell’immobile, ma su tutti quelli della zona. Anche il prefetto, Giovanna Cagliostro, si è recata di persona sul posto per constatare l’accaduto. I detriti hanno invaso parte della carreggiata, e i rischi di ulteriori crolli non possono essere esclusi.

Auto finisce fuori strada In prognosi riservata madre e figlia, ferita anche bimba di tre anni

Grave incidente stradale, nella serata di lunedì, lungo la strada provinciale 5 VittoriaCannamellito-Pantaleo”, al Km 3+100. Un’auto, che viaggiava in direzione Comiso, è finita fuori strada andando a sbattere contro un muretto al margine della corsia opposta. A bordo una donna di 33 anni e le sue tre figlie. La 33enne è stata ricoverata in prognosi riservata. Anche per una delle tre figlie, di 12 anni, i medici si sono riservati la prognosi. Sessanta giorni, invece, sono stati dati alla figlia di 14 anni. La più piccola, di appena tre anni, guarirà in trenta giorni. Sul posto, per i rilievi, la Polizia provinciale che su disposizione del pubblico ministero di turno ha sequestrato il mezzo. Come detto, dalla prima ricostruzione, la donna avrebbe perso il controllo del mezzo finendo nella corsia opposta. Violento, poi, l’impatto col muretto che costeggia l’arteria. L’incidente è avvenuto in un tratto rettilineo. Sul posto oltre alla Polizia provinciale e alle ambulanze del 118, anche i Vigili del fuoco.

RAGUSA, DUE CROLLI NEL CENTRO STORICO

Due crolli. Il primo lunedì sera intorno alle 22, l’altro martedì mattina alle cinque. Di quella che un tempo era una casa di tolleranza, un immobile su tre piani degli anni ’50, rimane uno scheletro e poco più. Il crollo della struttura, che si trova in via Carlo Alberto dalla Chiesa, acquistata poco meno di una decina d’anni fa da un’impresa, insieme a tante altre casupole del quartiere Carmine – Putie, la zona della Cava per intenderci, ha messo in moto una complessa macchina di interventi. Per fortuna, in zona, non c’era nessuno al momento del crollo, né vi erano parcheggiate auto. Ben diversa sarebbe stata la situazione in pieno giorno, quando l’area è piena di auto lasciate in sosta da chi lavora in centro. La strada che costeggia la vallata è stata chiusa, tagliata praticamente in due. Chiuso l’adiacente parcheggio a pagamento. Intorno alle 10 la firma dell’ordinanza di abbattimento della struttura, con il contestuale obbligo di ripristino dei luoghi. L’ordinanza di abbattimento, comunque, è subordinata alla valutazione che dovrà fare la Procura. Ma i sopralluoghi da parte dei tecnici comunali e di quelli della ditta proprietaria dell’immobile sono ancora in corso. Non solo su quell’immobile, ma su tutti quelli della zona. Anche il prefetto, Giovanna Cagliostro, si è recata di persona sul posto per constatare l’accaduto. I detriti hanno invaso parte della carreggiata, e i rischi di ulteriori crolli non possono essere esclusi.

STATALE RAGUSA-MODICA, INCIDENTE CON CINQUE MEZZI COINVOLTI

Cinque veicoli sono rimasti coinvolti nell’incidente stradale verificatosi lunedì mattina, alle 11 circa, lungo la statale 115 Ragusa-Modica all’altezza del kilometro 336. Tre automobili (una Hyundai Atos, una Alfa Romeo 164 ed una Renault Megane) e due autocarri (un Fiat Iveco 79 ed un Fiat Iveco 35), tutti con direzione di marcia Ragusa-Modica, per cause ancora da accertare da parte della Polizia Stradale di Ragusa, intervenuta sul posto, sono stati interessati dal sinistro. Ad avere la peggio è stata la conducente della Hyundai Atos, L.A., ragusana di 44 anni, per lei i medici del Pronto Soccorso hanno diagnosticato 15 giorni di prognosi. Dieci giorni di prognosi per B.F., vittoriese di 52 anni che era alla guida dell’Alfa Romeo, e per I.L., vittoriese di 51 anni, che era a bordo dell’Alfa Romeo.

Vittoria, denunciate cinque persone

Un giovane rumeno è stato denunciato dai carabinieri: è stato sorpreso ad urinare nel parcheggio del “Lidl” di via Cascino. Altri due stranieri, un tunisino ed un albanese, sono stati denunciati per guida senza patente, mentre un rumeno di 21 anni è stato denunciato per ricettazione, trovato in sella ad un motorino rubato. Un 23enne ragusano è stato segnalato alla Procura perchè trovato in possesso di 1,5 grammi di marijuana.

Incendio in un fienile

Un incendio è divampato, per cause accidentali, nel fienile dell’azienda agricola Tumino in contrada Castiglione, a Ragusa. La chiamata ai vigili del fuoco è arrivata alle 9.59. Due squadre hanno dovuto lavorare diverse ore sul posto con quattro autobotti. Per spegnere le fiamme è stato necessario rimuovere alcuni pannelli di copertura del tetto del capannone dove era depositata la paglia.

La stufa prende fuoco Vittoria, muore anziana donna

Un’anziana di Vittoria è morta carbonizzata nella sua abitazione di via Senia, a Vittoria. Teresa Impoco, 96 anni, viveva da sola. E’ stata la stufetta con la quale si scaldava a fare divampare le fiamme che l’hanno uccisa. Sul posto i vigili del fuoco ed i carabinieri i quali hanno accertato che si è trattato di un incidente domestico dovuto a un corto circuito.

Sfregia al volto il vicino, il giudice convalida l’arresto

Il Gip del Tribunale di Ragusa, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha convalidato l’arresto dell’uomo ammanettato con l’accusa di avere sferrato un fendente al volto all’inquilino del piano di sopra del suo appartamento, sfregiandolo in maniera permanente. Si tratta di Antonio Di Fede, 46 anni, nato a Ragusa, ma residente a Vittoria. Il giudice Giovanni Giampiccolo, dopo la convalida dell’arresto, ha disposto la custodia cautelare ai domiciliari, presso la zia per evitare il ritorno dell’indagato nello stabile teatro dell’episodio che si è registrato all’alba di domenica in un condominio di via Marangio, alla periferia di Vittoria. Per il quarantaseienne era scattato l’arresto: davanti al giudice delle indagini preliminari, l’uomo si è difeso dall’accusa di lesioni personali pluriaggravate.

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